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venerdì 4 marzo 2016

Nunzia De Girolamo ora rischia il processo per il caso Asl di Benevento. Quando disse: “Dite che comandiamo noi” - Vincenzo Iurillo





I pm hanno chiesto il rinvio a giudizio per l'inchiesta sugli appalti dell'azienda sanitaria. Tra i reati contestati ai 6 imputati concussione, abuso d'ufficio e offerta di utilità per ottenere il voto elettorale. Per questa vicenda giudiziaria l'esponente di Forza Italia rassegnò le dimissioni da ministro del governo Letta.

Nunzia De Girolamo rischia il processo. La Procura di Benevento ha chiesto infatti il rinvio a giudizio per la deputata di Forza Italia ed ex ministro del governo Letta per l’inchiesta sulle presunte irregolarità per falsi mandati di pagamento all’Asl locale. Tra i vari punti focali gli appalti per il servizio di 118. Oltre alla De Girolamo sono da oggi imputati il direttore sanitario Gelsomino Ventucci, il direttore generale Michele Rossi, l’ex capo della segreteria di De Girolamo Luigi Barone (ora nel direttivo nazionale di Ncd), un altro collaboratore della deputata Giacomo Papa e il sindaco di Airola (Benevento), Michele Napoletano, indagato per il trasferimento nel suo comune di una unità operativa allocata a Montesarchio. A decidere sulla richiesta del procuratore capo Giovanni Conzo e del sostituto Nicoletta Giammario sarà il giudice per l’udienza preliminare il 29 aprile. I reati ipotizzati dai magistrati sono concorso in concussioneabuso d’ufficio e offerta di utilità per ottenere voti elettoraliProprio per questa vicenda nel gennaio 2014 la De Girolamo rassegnò le dimissioni da ministro dell’Agricoltura.

Il gip, nell’ordinanza che portò all’obbligo di dimora dell’ex direttore amministrativo dell’Asl beneventana Felice Pisapiaparlò di “direttorio politico-partitico costituito al di fuori di ogni forma di legge che si occupava, in funzione di interessi privati e di ricerca del consenso elettorale, con modalità a dir poco deprimenti e indecorosedi ogni aspetto della gestione dell’Asl”. Definì quel direttorio “un’associazione a delinquere”, andando oltre le ipotesi della Procura.
Ma oltre ai presunti reati che ora saranno al vaglio del gup per un eventuale processo, durante i mesi dell’inchiesta erano emerse anche le parole della parlamentare di centrodestra registrate di nascosto dallo stesso Pisapia e pubblicate da ilfattoquotidiano.it. E’ il 4 gennaio 2014 quando il Fatto Quotidiano pubblica alcuni stralci di registrazioni che proverebbero le pressioni e gli interessi politici e privati della De Girolamo sulla gestione dell’Asl. Pisapia le ha portate dai pm a sua difesa: nell’estate 2012 ha registrato di nascosto la De Girolamo che convocava a casa i vertici dell’Asl e i suoi più stretti collaboratori politici. Con loro, la deputata discuteva di come orientare l’appalto milionario del 118, di dove allocare presidi e strutture sanitarie secondo criteri di tornaconto elettorale, di come aiutare un amico che vende mozzarelle in pieno centro ma è stato appena colpito da un verbale sanitario, di come sfrattare il vecchio gestore e assegnare il bar dell’ospedale Fatebenefratelli allo zio e alla cugina prediletti.
La rivelazione dei colloqui in casa De Girolamo sono la palla di neve che nelle settimane successive, anche grazie agli articoli del Fatto Quotidiano, si tramuterà nella valanga che costringe la De Girolamo a dimettersi da ministro. “Mandagli i controlli e vaffanculo” si sente dire dalla De Girolamo nelle conversazioni registrate, rivolta a Michele Rossi, il manager dell’Asl riguardo al Fatebenefratelli e prospettandoli a mò di ritorsione. “Facciamo capire che un minimo di comando ce l’abbiamo… Altrimenti mi creano i coppetielli co’ sta storia (traduzione dal campano: mi prendono in giro)”. Si sente la De Girolamo porre un veto su un presidio sanitario a Forchia: “No, lì no, preferisco darlo a uno del Pd che mi porta 100 voti…”.
Pisapia ha depositato una quindicina di file audio, resi pubblici solo in minima parte. Su queste registrazioni è in corso una furibonda battaglia legale sull’utilizzabilità processuale: gli avvocati della ex ministra ne hanno chiesto la distruzione sul principio dell’inviolabilità della dimora del parlamentare, se ne discuterà il 23 marzo.
Nei riguardi dell’ex ministro e degli altri cinque indagati, la Procura di Benevento ha ipotizzato, a vario titolo, i reati di concorso in concussioneabuso di ufficio e offerta di utilità per ottenere il voto elettorale. I fatti contestati risalgono a un periodo compreso tra il 2010 e il 2013. Nel frattempo il gip Flavio Cusani ha già respinto le richieste di archiviazione firmate dai pm per altri protagonisti di questa vicenda giudiziaria: lo stesso Pisapia e il dirigente Arnaldo Falato.

sabato 15 novembre 2014

De Girolamo vicepresidente Giunta autorizzazioni. M5S: “Ma è indagata”.



La deputata del Nuovo centrodestra succede ad Antonio Leone, eletto al Csm. Ma è accusata di abuso d'ufficio, truffa e turbativa d'asta nell'ambito dell'inchiesta sulla Asl di Benevento. I 5 stelle: "Controllori e controllati che diventano la stessa persona".

Nunzia De Girolamo vicepresidente della Giunta per le autorizzazioni a Montecitorio. La deputata del Nuovo centrodestra è indagata per abuso d’ufficio, truffa e turbativa d’asta nell’ambito dell’inchiesta sulla Asl di Benevento. La sua nomina è arrivata dopo che Antonio Leone, prima vicepresidente, è stato eletto nel Consiglio superiore della magistratura. La decisione ha sollevato alcune polemiche visto il ruolo della giunta che è chiamata a giudicare su richieste di indagini, arresti e intercettazioni relative ai parlamentari. Critico il Movimento 5 stelle: “Decisione che mostra il volto peggiore di questa classe politica”.
Solo qualche ora prima, c’era stato uno scontro in giunta, anche se questa volta al Senato, per la decisione della maggioranza di salvare il senatore Antonio Azzollini e di fermare l’utilizzo delle registrazioni che lo riguardano nell’inchiesta sul porto di Molfetta. “La De Girolamo”, continuano i 5 stelle, “è attualmente sotto indagine nel secondo filone d’inchiesta scaturito dalle conversazioni registrate da Felice Pisapia, ex responsabile economico dell’Asl di Benevento. Autorizzerà il suo arresto nel prossimo futuro? Siamo all’apice delle contraddizioni. Il pieno sconcerto e la mancanza di qualsiasi etica politica. Controllori e controllati che diventano la stessa persona. Indagati che diventano vice presidenti della Giunta che autorizza a sua volta l’arresto di un deputato. Ci chiediamo chi possa aver mai voluto questa nomina così assurda e indegna”.
Chi difende la De Girolamo è il presidente della Giunta Ignazio La Russa: “Non ci sono stati e non ci sono nemmeno in prospettiva, elementi per un procedimento di competenza della Giunta per le autorizzazioni (che peraltro esprime solo una proposta all’Aula) a carico dell’onorevole Nunzia De Girolamo. La nomina a vicepresidente è avvenuta a larghissima maggioranza. Trovo pertanto inutile la polemica sollevata da alcuni membri della Giunta i quali sanno benissimo che, anche laddove si dovessero manifestare situazioni di conflitto d’interesse, ne deriverebbe da parte dell’eventuale interessato il dovere di astensione dal voto”.
Viene lo sgomento....come facciamo a sopportare questo marciume?

sabato 11 gennaio 2014

Violenza sul web: altro che internet, gli insulti arrivano dal cellulare del Ministro. - Guido Scorza


“Sei una merda…Esiste Dio e con te non sarà clemente”. Non è una delle tante ignobili frasi apparse tra i commenti dei giornali online o sulle pagine di Facebook all’indomani del ricovero di PierLuigi Bersani in ospedale, né di quelle altrettanto ignobili che hanno affollato il profilo Facebook di Caterina, la studentessa di veterinaria che aveva difeso la vivisezione come strada capace salvare la vita e lei ed a tanti altri malati.
La frase in questione l’ha scritta un Ministro della Repubblica, Nunzia De Girolamo e l’ha inviata a Clemente Mastella, euro-deputato, via sms, magari attraverso un cellulare di Stato, pagato con i soldi nostri.
Nei giorni scorsi, davanti all’episodio degli auguri di morte rivolti alla giovane studentessa di veterinaria prima e a Commenti (396) poi, in molti – commentatori e politici – si sono fatti promotori del solito dibattito sulla violenza e sull’odio verbale che impazza sul web e sull’esigenza di intervenire per frenare il rischio di sicure derive.
“E’ colpa dell’anonimato online”, ha sentenziato, come sistematicamente accade, qualcuno, ignorando che difficilmente negli episodi di violenza verbale sul web c’è un effettivo problema di identificazione dell’autore della minaccia o dell’augurio di morte.
“La colpa è della diffusa impunità per ciò che accade sul web”, ha scritto qualcun altro, ignorando – o fingendo di ignorare – che online si applicano, per i reati di opinione, le stesse leggi che si applicano a quanto accade nelle strade, allo stadio, sui giornali o in TV.
La frase – a sua volta maleducata e greve – digitata dal Ministro De Girolamo sul suo telefonino e trasmessa all’On. Clemente Mastella, costituisce, probabilmente l’ennesima, ulteriore conferma, peraltro non necessaria, che è davvero inutile e fuorviante continuare a prendersela con Internet se online, ciclicamente, si registrano episodi di grave imbecillità e maleducazione verbale.
E’ evidente che siamo davanti ad un fenomeno solo ed esclusivamente culturale nell’ambito del quale il “luogo” – fisico o virtuale che sia – nel quale si dà sfogo a certe pulsioni animali è, purtroppo, un fattore secondario.
Se un Ministro della Repubblica trova “normale” augurare, via sms, la morte – o altro genere di divina sofferenza – ad un suo collega parlamentare, “solo” perché questo ha fatto notare che, in passato, per uno scandalo simile a quello che oggi la coinvolge, a lui ed alla moglie, è toccato ben più severo destino politico e giudiziario, non ci si può poi stupire se qualcuno – perché imbecille, fanatico o magari disperato dalla perdita del lavoro – decide di indirizzare analogo augurio ad un leader di partito o ad una giovane studentessa che la pensa in modo diverso sulla vivisezione animale.
Non si tratta di giustificare gli insulti e la violenza sul web perché non sono giustificabili ma solo di ricondurre le cose al loro ordine naturale: se sul web c’è anche violenza e maleducazione è perché, purtroppo, anche di violenza e maleducazione è intrisa la nostra società sino ad arrivare ai vertici delle nostre Istituzioni.
Chi lamenta la diffusa impunità sul web, dovrebbe trovare più sorprendente l’impunità di un Ministro della Repubblica che augura ad un Onorevole la morte via sms che quella di un branco di imbecilli che fa altrettanto sulle pagine di giornali e socialnetwork online.
Chi rappresenta le Istituzioni repubblicane e chi ci governa ha, tra gli altri, il difficile compito di dare il buon esempio.  

domenica 5 gennaio 2014

Nunzia De Girolamo, la voce della padrona: “Stronzi, qui a Benevento comando io…”. - Vincenzo Iurillo

Nunzia De Girolamo, la voce della padrona: “Stronzi, qui a Benevento comando io…”


Intercettata segretamente nel 2012 da un funzionario, la futura ministra riuniva i vertici dell’Asl di Benevento a casa di suo padre per discutere dell’appalto del 118 e di nuove sedi ospedaliere, e minacciava ritorsioni sui manager sgraditi del Fatebenefratelli.

L’Asl di Benevento era cosa loro. Del ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo e dei suoi fedelissimi. L’allora semplice deputata Pdl, che è bene chiarire subito non è indagata per i fatti che racconteremo, convocava a casa del padre i vertici dell’azienda sanitaria locale e persone di stretta fiducia. Con loro discuteva di come orientare l’affidamento milionario per il servizio 118, di dove ubicare presidi e strutture dell’Asl, ma anche di questioni spicciole come un sequestro di mozzarelle in un negozio di un “amico di Nunzia” o di come mandare “i controlli” negli ospedali guidati da persone non gradite alla parlamentare azzurra per far capire “che un minimo di comando ce l’abbiamo”.
Le riunioni sono state registrate di nascosto dall’ex direttore amministrativo dell’Asl Felice Pisapia (fu licenziato qualche mese dopo), e depositate nell’ambito di un’inchiesta per truffa e peculato per centinaia di migliaia di euro sottratti dalle casse dell’azienda sanitaria a favore di alcuni imprenditori, costata pochi giorni fa a Pisapia l’obbligo di dimora a Salerno. Con quegli audio Pisapia vorrebbe dimostrare di essere solo un ingranaggio del sistema. Leggendone le trascrizioni, non si trovano riferimenti al merito e a come rendere più efficiente il funzionamento della macchina della sanità pubblica nel nome dell’interesse collettivo. La preoccupazione principale pare invece quella di premiare gli amici e punire i nemici. E tramutare le decisioni in clientele e voti. Vicende che assomigliano a quelle costate inchieste e processi a un altro potentato sannita, i Mastella. Con una sostanziale differenza: secondo l’informativa della Guardia di finanza di Benevento al pm Giovanni Tartaglia Polcini, “allo stato non ci sono fattispecie penalmente rilevanti”.
Riavvolgiamo il nastro alle ore 19 e 15 del 30 luglio 2012. La De Girolamo riceve Michele Rossi, manager dell’Asl di Benevento, Gelsomino Ventucci detto “Mino”, direttore sanitario, Pisapia, l’avvocato Giacomo Papa, molto vicino ai De Girolamo, Luigi Barone, storico portavoce di Nunzia, all’epoca vice direttore de Il Sannio Quotidiano e oggi a Roma con l’incarico di direttore del portale web del ministero delle Politiche Agricole. E’ il “direttorio politico-partitico costituito al di fuori di ogni forma di legge” scrive il gip Flavio Cusani nell’ordinanza cautelare di Pisapia “che si occupava, in funzione di interessi privati e di ricerca del consenso elettorale, con modalità a dir poco deprimenti e indecorose, di ogni aspetto della gestione dell’Asl”.
La conversazione si protrae per quasi due ore. Verso la fine cade sul Fatebenefratelli di Benevento, un ospedale religioso convenzionato. La De Girolamo è arrabbiata con loro. Li chiama “stronzi”. Due volte. Poi si rivolge a Rossi: “Michè, scusami, al Fatebenefratelli facciamo capire che un minimo di comando ce l’abbiamo. Altrimenti mi creano coppetielli con questa storia. Mandagli i controlli e vaffanculo!… Io non mi permetto di farlo, però ad essere presa per culo da Carrozza, quando poi gli ho dato tanta disponibilità ogni volta che mi hanno chiesto, Miché”. Giovanni Carrozza, citato nel colloquio, è il direttore amministrativo del Fatebenefratelli. Per capirci, Miché, ovvero Michele Rossi, è molto riconoscente alla De Girolamo.
Appena una settimana prima, in un’analoga riunione, gli ha giurato fedeltà: “Nunzia, premesso che io non resterò un secondo su quell’Asl se non per te e con te, perché io la nomina l’ho chiesta a te, tu me l’hai data ed è giusto che ci sia un riscontro…”. Ora Miché ne ascolta le riflessioni sull’ubicazione di ufficio territoriale dell’Asl. “Dove dovremmo metterlo? – si chiede la De Girolamo – a Sant’Agata che Valentino (il sindaco, del Pd, ndr) è uno stronzo? Cioè, nemmeno è venuto da me”. Rossi però le spiega che Valentino “ha incassato intelligentemente” i problemi da loro creati. Ad un certo punto Nunzia pone un veto sul collocare una struttura a Forchia: “No, Forchia no! Preferisco poi darlo ad uno del Pd che ci vado a chiedere 100 voti …”. Qualche decina di minuti prima il “direttorio” aveva affrontato il caso del controllo in un negozio di latticini. Parla Luigi Barone: “E’ l’amico di Nunzia e mio amico… vende le mozzarelle accanto al Maxim’s… è un bravo ragazzo, insomma!”. Purtroppo per lui una funzionaria dell’Asl gli ha appena sequestrato “un bel po’ di roba – sottolinea Barone – tre, 4mila euro… più la sanzione”. Si stabilisce, quindi, di parlare con tale Tommaso.
Tutta da decrittare la lunga conversazione del 23 luglio 2012, incentrata quasi esclusivamente sul bando per il 118. “In tutto questo si deve fare la gara?” chiede la De Girolamo. “Non la puoi fare senza?”. Si discute se è possibile fare un affidamento diretto breve o comunque, per usare le parole dell’avvocato Papa “bypassare la gara pubblica” perché si è preoccupati del fatto che “tra poco ci commissariano e la gara pubblica se la fa la Regione”. Abbiamo provato a contattare la De Girolamo per farle qualche domanda. Ci ha risposto con questo sms: “Chi vuole fare pulizia può essere ucciso con la pistola oppure con la parola. Alla fine viene sempre fuori la verità”.