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sabato 12 febbraio 2022

Energie rinnovabili, in Puglia il primato non basta: pronta l’autorizzazione di altri 500 impianti. - Rosanna Lampugnani

 

Eolico e fotovoltaico, la regione produce il 70% in più del suo fabbisogno. Il nodo del consumo di suolo: gli agricoltori sono penalizzati. Ora serve un piano strategico.

Iren energia, società multiutility attiva in Piemonte, Liguria e in Emilia Romagna, puntando sulle produzioni rinnovabili, ha acquistato in Puglia il più grande parco solare d’Italia, il “Troia solar park” che si estende su circa 150 ettari e produce 103 megawatt, e quello più piccolo di Palo del Colle, di circa 70 ettari, che produce 18,5 megawatt, con una capacità energetica complessiva di 121,5 megawatt. L’operazione sarà formalizzata entro questo trimestre e avrà un valore di 166 milioni - ha spiegato la società che ha ceduto gli impianti, la danese European energy , che detiene anche un gasdotto italiano di circa 2 Gw di capacità e investirà nei prossimi quattro anni 800 milioni. Iren energia e European energy hanno anche siglato un accordo sulla pipeline di sviluppo della società danese pari a 437,5 mwp, distribuiti tra Lazio, Sicilia e Puglia. Dunque la Regione persegue nella sua vocazione energetica alternativa, come sottolineano i dirigenti dell’assessorato Sviluppo economico.

Puglia prima in Italia per produzione di energie alternative.

In Italia la Puglia è la prima produttrice di energia da fonti alternative, pari a 3621,5 Gw/h, il 50% di ciò che viene consumato nella regione. Complessivamente, calcolando anche le produzioni fossili, la Puglia produce il 70% in più del fabbisogno e il surplus è ceduto a Campania e Basilicata in cambio dell’acqua necessaria al Tacco. In particolare, restando alle energie alternative, sono in esercizio 174 impianti, di cui 79 di fonte eolica, 87 da fonte fotovoltaica, 6 per la produzione di biomasse e 2 per l’energia da fonte cogenerativa. Sono in corso di realizzazione 83 impianti, di cui 60 di energia eolica, mentre in fase autorizzativa da parte della Regione sono 148 gli impianti eolici e 322 quelli fotovoltaici. La distribuzione territoriale non è omogenea perché – come sottolinea anche il sindaco di Troia, Leonardo Cavalieri – è la provincia di Foggia quella maggiormente interessata, con 46 impianti eolici e 105 fotovoltaici.

Energie rinnovabili, la scelta di Foggia.

Ma perché Foggia? Come mai European energy prima e Iren energia poi hanno scelto di investire soprattutto nella Daunia? «Perché vicino al nostro Comune c’è il casello autostradale della rete di Terna», fondamentale per immettere nel sistema l’energia prodotta, ricorda il sindaco, il quale, pur non opponendosi alle rinnovabili, pone due questioni: «Gli impianti, una volta realizzati e gestiti da remoto, non danno occupazione, piuttosto ne sottraggono, perché i terreni agricoli cambiano funzione, snaturando l’economia del territorio». Cavalieri, pur sapendo che la compravendita dei terreni avviene tra un privato e una società, lamenta l’impossibilità dell’ente locale di esprimersi sulle transazioni: «Grazie al Piano all’utilizzo del Piano urbanistico, legato comunque al Piano paesaggistico regionale, possiamo fissare limiti per gli impianti». Infatti il “Troia solar park” ridimensionato conta “solo” 275mila pannelli solari, distribuiti su un’area equivalente a 200 campi di calcio. In sostanza il sindaco denuncia la mancanza di concertazione tra i vari soggetti istituzionali, così come la Regione cui tocca decidere l’idoneità dei terreni per l’installazione degli impianti, nella bozza della relazione sui dati energetici, sottolinea la necessità di porre la massima attenzione «sul potenziale ulteriore consumo del suolo, senza rallentare la ricerca di nuove tecnologie che porteranno all’implementazione delle rinnovabili».

Nel documento dell’assessorato guidato da Alessandro Dell Noci, si aggiunge che se per utilizzare al meglio i fondi del Pnrr lo Stato ha accentrato una serie di competenze (il 18 gennaio si è insediata la commissione speciale per la valutazione di impatto ambientale dei progetti per gli impianti di energie rinnovabili, voluta da Draghi e guidata da Massimiliano Atelli), tuttavia il decreto semplificazioni 77 del maggio scorso «non reca alcuna indicazione utile, ma contiene invece una serie di rinvii alle Regioni che non aiutano in alcun modo il raggiungimento dei risultati che il governo si aspetta». Quanto agli enti locali, aggiungono i dirigenti dell’assessorato, «la partecipazione di questi alle conferenze di servizi è sporadica e quasi sempre l’intervento procedimentale non sfrutta gli strumenti che le norme mettono a disposizione (opere di mitigazione, ristoro ambientale, possibilità di realizzazione di progetti di interesse locale a compensazione degli interventi da fonte Fer)».

Energie rinnovabili, in Puglia serve un progetto strategico.

In conclusione, se è positivo che la Puglia diventi sempre più green sul fronte energetico, è necessaria l’elaborazione di un progetto strategico che tenga dentro un’idea per il futuro della Regione e gli strumenti per realizzarlo, anche perché, come sottolineato recentemente dal presidente regionale di Confindustria, «il nostro territorio è fortemente provato nella sua vocazione produttiva dagli aumenti di luce e gas (55% e 41,8% nel 2022) e dai rincari delle materie prime. Siamo al punto che i nostri prodotti non solo hanno un costo aumentato enormemente, ma, in più, devono confrontarsi con le differenti politiche energetiche degli altri Paesi europei». Sergio Fontana, quindi, ribadisce la necessità di una transizione energetica sostenibile, ma al contempo addita la Francia che sta pensando «al nucleare di nuova generazione». Insomma, bisogna fare chiarezza, e in fretta, guardando all’Agenda 2030 per la strategia della biodiversità e al 2026, scadenza del Pnrr.

https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/bari/cronaca/22_febbraio_09/energie-rinnovabili-puglia-primato-non-basta-pronta-l-autorizzazione-altri-500-impianti-0561677c-8984-11ec-ae73-595424bfd521.shtml