Tamponi - 72 milioni all’Ames. Ma i pm indagano su un’intesa con la Regione Campania.
Il filo che collega e accomuna la Lombardia del leghista Attilio Fontana e la Campania del democrat Vincenzo De Luca nella gestione dell’emergenza Covid-19 passa attraverso un ben avviato centro diagnostico privato di Casalnuovo di Napoli, l’Ames diretto dal dottore Antonio Fico. È il laboratorio che poche settimane fa ha trionfato nella gara-accordo quadro con procedura d’urgenza per analizzare 20mila tamponi rinofaringei al giorno, per sei mesi, per le aziende sanitarie della Lombardia. Un appaltone da 72 milioni di euro concepito a metà maggio, con il fuoco dell’emergenza ancora bollente. Ames è arrivata prima in graduatoria con un’offerta al ribasso di quasi il 51% – 29 euro e mezzo a tampone su una base d’asta unitaria di 60 euro – nonostante molte imprese concorrenti si fossero proposte a prezzi inferiori (una era disponibile a processarli a poco più di 10 euro). Merito di un elevatissimo punteggio tecnico, che ha certificato l’altissima qualità “del materiale tecnico prodotto” in sede di offerta, secondo l’analisi della commissione aggiudicatrice. Un punteggio che nella compilazione della graduatoria finale ha pesato di più di quello economico. Secondo quanto risulta al Fatto Quotidiano, Ames ha i mezzi e le strutture che le consentirebbero, teoricamente, di evadere da sola tutti i quantitativi ordinati dalla Lombardia senza bisogno di scorrere la graduatoria dal secondo al sesto posto. Il 9 luglio l’Azienda socio-sanitaria territoriale di Bergamo ha iniziato a ordinare al centro forniture per poco più di mezzo milione di euro. Segno che la convenzione tra l’Aria (l’azienda regionale per gli acquisti della Lombardia) e il centro napoletano, protocollata il 23 giugno e messa sul sito a inizio luglio, è diventata operativa.
Ames, che processa tamponi che arrivano via treno fornendo i risultati entro 24 ore, è la stessa impresa che ad aprile, nella fase acuta della pandemia, “ha solo fornito i suoi spazi e un aiuto, un supporto scientifico per aiutare l’Istituto Zooprofilattico di Portici a processare tamponi per la Regione Campania”, come ribadisce al Fatto Quotidiano il dottore Fico. Una collaborazione che, secondo le ricostruzioni delle pagine napoletane de La Repubblica, è stata compiuta senza essere preceduta da un bando pubblico o una formalità scritta. O meglio, un contratto tra Ames e Istituto Zooprofilattico c’era: ma riguardava circa 10mila test di sangue e urina per un piano di monitoraggio sulla terra dei roghi, importo di circa 750mila euro, gara di dicembre, firma il 25 marzo. Vergata più o meno negli stessi giorni in cui iniziava la collaborazione per i tamponi “gratuita e disinteressata”, hanno sostenuto i manager coinvolti. Collaborazione che consentì all’Istituto di aumentare i tamponi giornalieri da circa 50 a quasi 700. Solo in giorni successivi la Soresa, la centrale acquisti della Regione Campania, ha riaperto una manifestazione d’interesse – precedentemente accesa solo per 22 ore – per ipotizzare di allargare anche ai privati l’analisi del tamponi. Prima quattro aziende, poi altre 21, hanno dimostrato il possesso dei requisiti richiesti, tra le quali l’Ames. Ma nessuna ha poi lavorato con la Regione Campania, che ha continuato a effettuare i tamponi attraverso la dozzina di laboratori ricavati in ospedali e strutture pubbliche.
Sulle spigolature di questa vicenda la procura di Napoli guidata da Giovanni Melillo ha ordinato un’inchiesta e l’ha affidata al pm ‘reati pubblica amministrazione’ Mariella Di Mauro. Il fascicolo è tuttora aperto. Nel frattempo Ames è ‘emigrata’ al Nord. “Cosa c’è di strano? Non è la prima volta”, sorride Fico. “Siamo un’eccellenza di livello nazionale”.