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giovedì 1 luglio 2021

Potentati e politica deviata contro Giuseppe Conte e il suo tentativo di rinnovamento politico. - Alfredo Morganti


Fatemi dire due parole sul caso Conte e sul trattamento che sta avendo anche da una parte del Movimento. La prendo larga. Questo Paese, ogni qualvolta abbia preso corpo un'istanza effettiva di rinnovamento politico, ha subito reagito con un colpo di coda. La stagione di Moro e Berlinguer è finita nel sangue: si scomodarono persino le Brigate Rosse e i terroristi. La segreteria Bersani, da parte sua, ha subito il durissimo contraccolpo di una congiura di Palazzo, quella dei 101. Cito questi due esempi come paradigmatici. Oggi, il tentativo Conte (prima da premier e poi da leader dei 5stelle) è stato sottoposto a un fuoco di fila senza precedenti: destra e sinistra (presunte), ma sarebbe meglio dire Lor Signori e lacchè, hanno lanciato i razzi pur di fare deragliare il suo progetto.

Tra dicembre e gennaio in Italia si sono mossi in tanti per ribaltare quello che era un governo politico legittimamente insediato. Abbiamo visto schierati contro il governo Conte, e non sempre limpidamente, Renzi, il mondo delle imprese, la destra, i settori deviati della politica e una parte del PD, persino i servizi in sosta negli Autogrill. Un festival. C'erano tanti soldi in ballo, ma soprattutto era in ballo il potere che quei soldi conferivano, trasformando persino i guitti in attori di scena. Non è bastato. Oggi a Conte si toglie di mano anche il Movimento che pure lo aveva indicato e sostenuto come premier. Perché? Perché Conte è portatore di rinnovamento politico progressista, non è affatto un populista di mezza tacca, come invece lo dipingono quelli che oggi sostengono Grillo dopo averlo schifato e deriso negli anni precedenti (destra, orfiniani, renziani, padroni e compagnia cantante).
Conte ha in mente quello che in Italia appare come uno scandalo politico, ossia la costruzione di una alleanza popolare, di progresso, tra sinistra e Movimento, che non prevede i cespugli centristi o centro-destristi, o almeno non li prevede nel ruolo a loro congeniale di ricattatori o mestatori. Conte riprende un filo rosso, come dicevo, quello che da Moro-Berlinguer è poi passato per Bersani e per il progetto di 'Italia. Bene Comune': il filo del rinnovamento politico, dello sviluppo democratico, della partecipazione organizzata, dei partiti e delle istituzioni, del progresso, dei diritti e della giustizia sociale. Questa cosa a Lor Signori e ai loro scagnozzi non va bene, non è mai andata bene, e hanno alzato le paratie pur di fermare i tentativi che si sono succeduti. Questa cosa vorrebbe dire ripristinare forme di agire politico finalizzate al rinnovamento del Paese a partire dagli ultimi, dai più fragili, da chi ha sempre pagato, da chi conosce solo il proprio lavoro (quando c'è).
Non voglio dire che il tentativo di Conte sarebbe un successo e sarebbe privo di contraddizioni, niente affatto. Voglio dire che, come in altri casi, non vorrebbero nemmeno che questo tentativo cominciasse, lo vogliono stoppare subito. Ci riusciranno? Io credo di no. O almeno non sarà facile. E comunque, da parte nostra, facciamo di tutto perché non sia facile come Lor Signori vorrebbero. Il problema non è la destra o la sinistra (presunta peraltro), come dicevo. Il problema è un fronte traversale di "resistenti" al rinnovamento, che assume varie forme (centrismo, renzismo, potentati, destra, lobby di vario genere, classe politica deviata e settori ampi del PD), che è pronto a tutto pur di intascare i soldi europei e garantirsi una via sgombra da controlli e da affari certi.
Conte ha un patrimonio di fiducia e di consenso popolare che sarà difficile comprimere. Credo persino che questi loschi tentativi lo rafforzeranno. Certo, temo che le tenteranno davvero tutte, anche di inenarrabili. Ma la sinistra e i settori contiani del Movimento, da parte loro, non devono demordere. Un sostegno non può mai mancare a chi tenta la strada del rinnovamento politico in un Paese dove la politica, intesa come agire di popolo e come impegno democratico nei partiti e nelle istituzioni, e stata infangata e dimenticata. Per questo lo sappiano sin d'ora: non finisce mica qui. Dovranno sudarsela anche stavolta. La vittoria non se la portano da casa.

Alfredo Morganti - FB