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sabato 21 novembre 2020

Recovery, nessun ritardo: “Non esiste un caso in Ue”. - Wanda Marra

 

Salta sulla sedia Enzo Amendola, ministro degli Affari europei, quando legge l’apertura di Repubblica che parla di “allarme” Ue per “i ritardi” dell’Italia nella presentazione del Recovery plan. Roberto Gualtieri, ministro dell’Economia, abbozza una risata incredula. Mentre Giuseppe Conte, all’Assemblea dell’Anci, prende la questione di petto: “È stata pubblicata con grande evidenza su un quotidiano una fake news: l’Italia in ritardo sul piano di resilienza. Quella notizia non viene neppure da Bruxelles, è stata inventata di sana pianta”. Poi racconta il modo di procedere dell’esecutivo: “Lavoriamo già con la Commissione, settimanalmente, per la definizione dei progetti. Ieri sera (mercoledì ndr) sino alle 11 abbiamo avuto una riunione interna per definire la struttura normativa che consenta di garantire che il piano abbia rapida attuazione”. Presenti Conte, Amendola e Gualtieri.

“Non esiste un caso Italia a Bruxelles”, è il messaggio che il trio direttamente impegnato sul dossier ci tiene a far passare. Il supporto arriva dalla Commissione. Lo staff di Paolo Gentiloni, commissario agli Affari economici, twitta un brano della conferenza stampa di mercoledì con Valdis Dombrovskis in cui negava qualsiasi “irritazione” sui tempi della presentazione dei Piani. A chiarire a che punto sono i lavori è lo stesso Amendola: “A fine mese ci sarà un’altra riunione del Comitato interministeriale per gli Affari europei. Poi invieremo nuovi documenti al Parlamento”. Le linee guida sono state sottoposte alle Camere a metà ottobre. Il ministro nega anche problemi di rivalità: “Conte ha la conduzione, Gualtieri con il Mef e la Ragioneria di Stato ragiona sulle risorse, io coordino i lavori”.

Sono due giorni che in Italia il Recovery plan è tornato al centro della discussione. Da quando Marco Buti, capo di gabinetto di Paolo Gentiloni, ha scritto un lungo documento (di cui ha dato notizia il Corriere della Sera) in cui esprimeva preoccupazione non tanto sui tempi, ma sulle oggettive difficoltà amministrative legate alla sua gestione. Arrivando a raccomandare “una cabina di regia”. Che costruire il piano di riforme sia un’impresa complessa e spendere le risorse pure, non è un mistero. L’esecutivo sta già lavorando a una struttura di governance. Spiega Amendola: “Si sta ragionando su 4 capitoli. Governance, progetto, criteri di impatto e visione generale. Ogni settimana facciamo il punto con lo staff della Commissione”.

Ecco cosa diceva Gentiloni mercoledì: “Non credo che ci sia una irritazione o una delusione della Commissione sui tempi della presentazione del piano. Siamo in una fase in cui solo 6 o 7 paesi hanno presentato in forma molto iniziale i loro piani. Noi incoraggiamo i paesi a presentarli in una forma preliminare, perché questo aiuta il dialogo tra i governi e gli uffici della Commissione per risolvere i problemi”. Tra i grandi Paesi che hanno presentato delle bozze di piano ci sono Francia e Spagna, chiariscono fonti europee. “Linee guida”, sintetizza Amendola. Peraltro, la presentazione è fissata a metà gennaio e dunque per ora non esiste neanche lo strumento per l’invio ufficiale dei piani. Dalla Commissione chiariscono che lo stato di avanzamento è molto eterogeneo: per alcuni paesi esiste della documentazione più dettagliata, per altri ancora niente. Ma parole come “allarme” o “irritazione” non caratterizzano lo stato d’animo a Bruxelles. Senza contare che adesso il vero problema è superare il veto di Polonia e Ungheria, che rischia di bloccare tutto.

Nessun problema neanche a Roma? Ancora Amendola: “Abbiamo fatto due decreti Ristori e una legge di Bilancio nelle ultime due settimane”. Quando è arrivata la seconda ondata Covid, molti tecnici si sono trovati impegnati su altre priorità. Ma i ministeri stanno lavorando. Al netto delle difficoltà reali, l’impressione è che il Recovery sia diventato un terreno di scontro politico come il Mes, sul quale misurare insofferenze. Magari proprio da parte di settori del Pd che vedrebbero bene cambiamenti al governo.

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