martedì 30 ottobre 2012

Mafia, “Soldi narcotraffico a Dell’Utri per investimento in attività Berlusconi”.


Mafia, “Soldi narcotraffico a Dell’Utri per investimento in attività Berlusconi”


Secondo il pentito Gaetano Grado negli anni '70 un flusso di denaro proveniente dai traffici di droga sarebbe stato investito nelle attività immobiliari “Milano 1 e Milano 2”. Nell’aula bunker del carcere di Rebibbia, al processo d’appello al senatore, il collaboratore sostiene: "Mangano mi rispettava e chiese a me il permesso di andare ad Arcore a lavorare".

Negli anni ’70 un flusso di denaro proveniente dai traffici di droga di Cosa nostra sarebbe stato investito nelle attività economiche “Milano 1 e Milano 2”, di Silvio Berlusconi. Lo ha raccontato il pentito Gaetano Grado deponendo, nell’aula bunker del carcere romano di Rebibbia, al processo d’appello per concorso in associazione mafiosa al senatore del Pdl Marcello Dell’Utri. Grado, citato dal procuratore generale dopo essere stato interrogato dai pm di Palermo ad agosto, ha anche parlato dei rapporti tra il boss Vittorio Mangano, poi assunto nella villa di Arcore dell’ex premier come stalliere, e Dell’Utri.
Poco più di un mese fa proprio il Cavaliere era stato sentito sui suoi rapporti con Vittorio Mangano nell’ambito dell’inchiesta che vede il senatore azzurro indagato per tentata estorsione: quasi 40 milioni versati in 10 anni e l’acquisto della villa di Dell’Utri sul lago di Como. Durante quella deposizione si era parlato dello stalliere (“una persona perbene”), Tanino Cinà ( sposato con una figlia di un capomafia e imparentato attraverso di essa con con la famiglia del vecchio boss dei boss Stefano Bontade), e del fiume di denaro versato dal Cavaliere sui conti del senatore azzurro, ideatore nel 1993 di Forza Italia. “Mangano e Cinà? Persone apparentemente perbene, dai modi gentili. Era impossibile sospettarne i legami mafiosi”, ha ripetuto l’ex presidente del Consiglio. 
Oggi arriva la dichiarazione del collaboratore: “Mangano mi rispettava e chiese a me il permesso di andare ad Arcore a lavorare. So che a interessarsi per farlo andare lì erano stati Tanino Cinà e Dell’Utri. Dei viaggi a Milano di Mangano, che avrebbe portato i soldi del narcotraffico accumulati dalle famiglie mafiose a Dell’Utri perché li investisse nelle attività di Berlusconi, Grado avrebbe saputo dallo stesso “stalliere” e dal fratello Antonino. Il pentito, che solo nel 2012 ha parlato della vicenda, nonostante più volte sia stato sentito dai pm, non ha saputo indicare, però, circostanze più precise: “quando si trattava di droga – ha detto – non facevo domande perché la cosa mi ripugnava”. Il collaboratore ha anche raccontato che nel 1980 i boss, con l’aiuto di Mangano, misero una bomba davanti al cancello della villa di Arcore come atto dimostrativo. Grado lo avrebbe saputo dal boss Stefano Bontade. A conferma dell’attendibilità del pentito la corte ha sentito anche un altro collaboratore di giustizia: l’ex camorrista Bruno Rossi. 

Divieto di sosta, multata lady Bersani E al vigile dice: "Lei non sa chi sono io"


Bersani con la moglie Daniela


Lo rivela "Chi", domani in edicola. La donna, secondo alcuni testimoni, avrebbe discusso con una vigilessa inflessibile e alla fine avrebbe pronunciato la famosa frase. Lo staff del leader Pd bolla come "totalmente falsa" la notizia e preannuncia azioni legali. Sulla vicenda interviene in serata la stessa Daniela Ferrari: "Ho detto che avrei pagato subito la multa.  Vicino alla macchina ho trovato una sorta di claque pronta ad applaudire la vigilessa. Una scena veramente brutta".

PIACENZA - Avrà veramente detto quella famosa, quanto odiata, frase? Si è scatenata una polemica per le indiscrezioni su Daniela Ferrari, moglie del leader Pd Pier Luigi Bersani. Secondo "Chi", domani in edicola, la donna sarebbe stata multata per un parcheggio in divieto di sosta a Ponte dell'Olio, piccolo centro in provincia di Piacenza, mentre faceva acquisti in una profumeria di fiducia, reagendo con un "lei non sa chi sono io" rivolto a una vigilessa. Una notizia smentita categoricamente dall'ufficio stampa del segretario democratico, e bollata come "totalmente falsa". Non solo, lo staff di Bersani ha  preannunciato azioni legali contro il settimanale qualora alle anticipazioni di oggi seguisse la pubblicazione, nonostante la smentita.

Secondo il settimanale diretto da Alfonso Signorini, Daniela Ferrari avrebbe paralizzato il traffico nella centralissima via Veneto e scatenato le proteste degli automobilisti. A "Chi" alcuni testimoni raccontano che all'arrivo di una vigilessa, e di fronte alla sua inflessibilità, la signora Bersani avrebbe pronunciato la fatidica frase: "Lei non sa chi sono io". E che al momento della multa, sarebbe scattato un lungo applauso della piccola folla accorsa sul posto. 

Ma il paese sembra spaccato in due. "E' tutta colpa del mio pos - ha spiegato a "Chi" la titolare della profumeria - perché ha ritardato il pagamento per motivi tecnici, e la signora Bersani, mia cliente, era davvero sulle spine".

"E' totalmente falsa la notizia riportata da "Chi" sulla  moglie di Bersani che si sarebbe rivolta a una vigilessa con un lei non sa chi sono io", ha scritto il portavoce di Bersani Stefano Di Traglia su Twitter. Anche il sindaco di Ponte dell'Olio, Roberto Spinola, smentisce la ricostruzione dei fatti. "Il giorno dopo ho parlato con la vigilessa. Mi ha detto di aver multato quell'auto perché parcheggiata in divieto di sosta, ma quella frase non è mai stata detta. E' una strumentalizzazione" ha puntualizzato ai microfoni di M2O. 

Poche ore dopo è la stessa Daniela Ferrari a smentire l'accaduto, con una dichiarazione rilasciata al quotidiano on line "Piacenzasera.It": "Non ho mai pronunciato la frase che mi attribuisce "Chi", in realtà quando ho visto la vigilessa accanto alla mia auto, che mi faceva notare di essere in divieto di sosta, ho detto 'mi scusi, non lo sapevo'. Ho chiesto di poter ultimare il pagamento dell'acquisto che avevo fatto nella profumeria, ma il bancomat ha ritardato l'operazione. Quando sono uscita di nuovo vicino alla macchina ho trovato un gruppo di persone, richiamate lì da qualcuno, che mi attendeva, una sorta di claque pronta ad applaudire. Una scena veramente brutta. Ho preso la multa e la sono andata a pagare subito dopo all'agenzia della banca di Bettola".

Smentita, secondo quanto riporta sempre "Piacenzasera.It", confermata anche da Elena Mazzocchi, una delle persone presenti in quel momento: "Qualcuno ha chiamato una specie di claque per applaudire la vigilessa che stava sanzionando la vettura in divieto. Da questo è stata infastidita la moglie di Bersani e non certo dalla contravvenzione, anzi ha detto subito che l'avrebbe pagata. A me poi non risulta affatto che sia mai stata pronunciata quella frase".


http://bologna.repubblica.it/cronaca/2012/10/30/news/divieto_di_sosta_multata_moglie_di_bersani_e_al_vigile_dice_lei_non_sa_chi_sono_io-45587174/

Regione Lazio, indagati Abbruzzese e Rauti.


Regione Lazio, Abbruzzese e Rauti, premiano… il rosa

(Isabella Rauti e Mario Abruzzese)

I sei membri dell'ufficio di presidenza (tra cui Astorre) accusati di abuso d'ufficio per proroga incarico al segretario generale della Pisana.

ROMA - I membri dell'ufficio di presidenza della Regione Lazio, tra i quali Mario Abbruzzese, presidente, e Isabella Rauti, consigliere di segreteria e moglie del sindaco Gianni Alemanno, sono indagati dalla procura di Roma per concorso in abuso d'ufficio. Il filone d'inchiesta, nell'ambito del fascicolo sull'uso dei fondi del Pdl, riguarda la proroga dell'incarico al segretario generale del Consiglio regionale Nazzareno Cecinelli, che sarebbe dovuto andare in pensione.
Bruno AstorreBruno Astorre
NELL'ELENCO ANCHE ASTORRE - Oltre ad Abruzzese (Pdl) e Rauti (Pdl) sono indagati anche il vicepresidente del Consiglio regionale, Raffaele D'Ambrosio (Udc), e i consiglieri Gianfranco Gatti (Lista Polverini), Claudio Bucci (Idv) e Bruno Astorre (Pd). L'inchiesta è nata da un accertamento del Nucleo tributario della Guardia di finanza. Anche la Corte dei Conti ha avviato un'inchiesta contabile dopo aver ricevuto una segnalazione dalla Procura.
PROROGA SENZA REQUISITI - Secondo il pm Alberto Pioletti, il 28 marzo 2012 l'ufficio di presidenza avrebbe prorogato l'incarico a Cecinelli in violazione delle disposizioni legislative sull'affidamento di incarichi dirigenziali a tempo determinato. Il Nucleo tributario avrebbe già acquisito le delibere relative al segretario generale. L'episodio nel quale sono coinvolti è relativo al 28 marzo 2012 e riguarda il conferimento dell'incarico a Nazzareno Cecinelli di segretario generale del consiglio regionale del Lazio.
ALEMANNO - «Sono sereno: mia moglie risponderà tra poco e non c’entra nulla». Così il sindaco Gianni Alemanno ha commentato l’indagine sui membri dell’ufficio di presidenza del consiglio regionale, tra i quali la moglie Isabella Rauti.

Fondi ai partiti: la casa delle cene eleganti di Berlusconi pagata dai contribuenti.


Patrizia Daddario


Lo si scopre in una nota del Pdl in cui viene comunicata una sorta di spending review sui costi del partito: solo nel 2011 Palazzo Grazioli è costato quasi due milioni e mezzo di euro al Popolo della Libertà, che ha pagato quella cifra con i rimborsi elettorali, quindi con soldi dei contribuenti.


La notizia è contenuta in una nota ufficiale del Pdl, che certifica come anche nel partito di Berlusconi sia in corso una sorta di spendig review sui costi sostenuti per gli affitti delle sedi storiche, ereditate da Forza Italia (insieme alle pigioni). E sì, perché i quattro milioni spesi nel 2011 sono troppi anche per il Pdl, specie se si considera che l’esborso è relativo a soli due immobili: la ‘casa’ del Popolo della Libertà in via dell’Umiltà (al numero civico 36) e – udite udite – anche la sede di via del Plebiscito. Ovvero la residenza romana di Silvio Berlusconi (come spiega l’Adn Kronos), quindi Palazzo Grazioli, l’enorme abitazione in cui si tenevano le ‘cene galanti’ con le donnine portate dal faccendiere pugliese Giampaolo Tarantini. Ergo, l’affitto della casa del Cavaliere è stato pagato per anni con i soldi dei contribuenti tramite i rimborsi elettorali.
Un passo indietro. Il ‘Ruby-Gate’ non era ancora scoppiato, era da poco trascorsa l’era di Noemi Letizia (che chiamava il Cavaliere con l’appellativo di ‘Papi’) e del divorzio dell’ex premier da Veronica Lario: nell’immaginario collettivo del Paese fece il suo ingresso Patrizia D’Addario, la escort barese della notte d’amore (a pagamento) con l’allora presidente del Consiglio nel lettone regalato da Putin. Le ‘sere eleganti’ di Silvio Berlusconi diventarono di dominio pubblico e l’allora capo del governo divenne “l’utilizzatore finale”, come da arcinota definizione del suo avvocato Niccolò Ghedini. Ora si scopre che per vivere nel teatro di quelle ‘cene’, Silvio Berlusconi non ha mai pagato un euro. Ed è lo stesso Pdl a renderlo noto, rivelando anche i particolari degli esborsi: “Nel 2011 – scrivono i tesorieri Rocco Crimi e Maurizio Bianconi nella relazione gestionale – i costi della locazione riferiti alla sede legale di via dell’Umiltà 36, sono stati pari a 1 milione 871 mila 712 euro”. Quindi, facendo due conti, l’anno scorso per Palazzo Grazioli il Pdl ha pagato un fitto di 2 milioni 128mila 288euro.
Altri particolari emergono dalla relazione dell’amministratore nazionale Sandro Bondi, “anche nell’esercizio 2011 Forza Italia ha messo a disposizione del Pdl le proprie rimanenti strutture centrali. Ricordiamo che per quanto riguarda queste ultime – spiega il senatore pidiellino – l’operazione ha richiesto la sottoscrizione di un’apposita scrittura privata, che ha definito i termini dell’addebito delle spese sostenute dal movimento azzurro nel periodo 1° aprile-31 dicembre 2009 e negli anni 2010 e 2011 per le strutture situate a Roma in via dell’Umiltà, 36 e in via del Plebiscito, 102 e dei connessi servizi distaccati”.
Ma non solo. Secondo quanto certificato da Sandro Bondi, infatti, “ad aggravare le finanze del partito si aggiungono le spese per il personale, che ammontano complessivamente a 3 milioni 233 mila 738 euro e si incrementano di 2 milioni 894 mila 726 euro rispetto all’anno precedente”. Quasi mezzo milione di spese in più dovuto “all’aumento del numero del personale dipendente, che passa dalle 23 unità presenti al 31 dicembre 2010 alle 84 unità in forza al 31 dicembre 2011″. Nella nota è specificato che per quanto riguarda le “unità in forza” si tratta di 4 giornalisti e 80 impiegati.

lunedì 29 ottobre 2012

Possiamo farcela.



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Marco Travaglio e il #Boom5Stelle



"L'astensionismo e il BOOM di Grillo sono due facce della stessa medaglia. Pensiamo a quanta gente non sarebbe andata a votare in più se non ci fosse stata l'offerta del MoVimento 5 Stelle, visto che ha votato meno della metà degli aventi diritto e visto che il MoVimento 5 Stelle con il suo candidato è vicino al 20% vuol dire che l'astensionismo sarebbe aumentato di un ulteriore 10%, ossia quasi due siciliani su 3 sarebbero rimasti a casa. Primo dato quindi: il M5S non fomenta l'antipolitica, ma anzi salva la politica dall'antipolitica, offrendo una proposta alternativa. Avvicina la gente alla politica anzichè allontanarla. La seconda questione, oltre al fatto che il M5S è il primo partito, riguarda i numeri dei partiti che hanno comandato in Sicilia in questi ultimi anni. Sono in via di estinzione. Vedo un pdl al 12% quando soltanto 11 anni fa maramaldeggiava in Sicilia alle politiche nazionali con il famoso 61 - 0. Vedo chi avrebbe dovuto aproffittare di questo malgoverno, cioè il pd, poco sopra il 12% del pdl. Vedo l'udc, che ha espresso gli ultimi due governatori entrambi forzatamente dimissionari per questioni giudiziarie, languire intorno al 10%. La Sicilia è particolarmente significativa è uno dei due grandi serbatoi di voti, assieme alla Lombardia, con i quali poi si vincono le elezioni politiche nazionali. E' una regione molto particolare, una delle meno favorevoli al M5S. Il fatto che il M5S sia il primo partito in una regione così poco abituata all'uso di internet è ovviamente ancora più significativo. Mi pare di poter dire che se il M5S prende il 18% con il suo candidato e il 15% con la sua lista in una regione come la Sicilia, allora è abbondantemente sopra il 20% nelle regioni del Centro Nord. Su questo non avrei dubbi." Marco Travaglio

http://www.beppegrillo.it/2012/10/marco_travaglio_e_il_boom/index.html

Passaparola - Comunicato politico numero cinquantatre - Beppe Grillo




"Signori stiamo per affrontare qualche cosa di straordinario, delle elezioni in Parlamento, un Movimento, elezioni via Web, non è mai stato fatto nulla di così straordinario. Facciamo quello che possiamo, le regole sono molte, poi stanno molto attenti se sbagliamo, bisogna non sbagliare nulla.
Quindi queste elezioni ci saranno e potranno votare tutti i nostri iscritti, che ovviamente sono quelli che hanno dato la documentazione, mandato la carta di identità, le solite cose che abbiamo chiesto, anche per garantire un po’ chi entra, sennò ti entra Toto u curtu e poi ce lo hai tutta la vita dentro, Toto u curtu.
Chi può essere eletto? Chiunque abbia già fatto una lista, perché più o meno le liste le abbiamo in tutta Italia, quindi per premiare quelli che sono stati con noi per 5 anni, che hanno combattuto sul territorio, che poi non sono stati eletti e si sono candidati. Quindi chiunque sia stato iscritto a una lista comunale o regionale può candidarsi. Ringrazio anche i 60 delegati che si sono offerti di fare questo compito di portare poi le liste in Tribunale, abbiamo bisogno di personale lì sul luogo, nelle circoscrizioni. Non si può candidare uno scelto in una circoscrizione che vive in un posto e si fa eleggere da un’altra parte, come succede nella politica normale, noi siamo qualche cosa di diverso. Quelli che vivono all’estero, gli italiani, è un’altra popolazione che c’è, che ci sta seguendo per la Sicilia, ci ha seguito, potranno iscriversi, mi raccomando di mandare un documento, l’iscrizione non costa niente, basta mandare i dati, ci stiamo organizzando. Tutte queste cose dovremmo metterle a punto anche insieme, io devo essere il capo politico di un movimento, però io voglio solo dirvi che il mio ruolo è quello di garante, di essere a garanzia di controllare, vedere chi entra, dobbiamo avere soglie di attenzione molto alte.
Chi entrerà in Parlamento si toglierà questo nomignolo ormai deleterio di onorevole: macchè onorevole! Niente onorevole, sarà Cittadino del MoVimento 5 Stelle, il leader sarà il MoVimento, il leader vero.
Terremo sempre un piede fuori dal Parlamento, quindi con i nostri rimborsi, con i nostri stipendi, che non dovranno superare un certo limite, con tutte le cose fatturate, messe online. Quelli di fuori controlleranno quelli dentro e quelli dentro saranno a disposizione di quelli fuori, cioè i Cittadini fuori potranno esporre una loro legge e proposta che verrà messa dentro attraverso i parlamentari e discussa in Parlamento.
Fare entrare nella Costituzione per esempio il fatto del referendum propositivo senza quorum, dell’obbligatorietà del Parlamento di discutere le leggi popolari di inserire dentro la Costituzione la legge elettorale del voto di preferenza, non si possono cambiare le leggi elettorali durante le elezioni.
Sarà un cambiamento epocale, duro, sbaglieremo, sbaglierò, mi accuserete di qualsiasi cosa, non lo so. Io credo che dovremmo affrontare insieme una grande cosa che stiamo facendo, ce ne renderemo conto tra qualche anno, quindi dateci una mano piuttosto che martellarci, a me e a Casaleggio, di darci delle martellate in testa, dateci consigli, una mano, abbiamo bisogno tutti uno dell’altro.Grazie." Beppe Grillo


Elezioni politiche 2013

Il MoVimento 5 Stelle (M5S) promuove la presentazione alle prossime elezioni politiche del 2013 di liste di candidati che si riconoscano nel Programma del MoVimento e nel suo capo politico Beppe Grillo, sotto il simbolo .
La selezione e la scelta dei candidati, che dovranno essere in possesso dei necessari requisiti e aderire al codice di comportamento degli eletti del MoVimento 5 Stelle in Parlamento, verranno effettuate attraverso la Rete dagli aderenti al M5S a tutto il 30 Settembre 2012, secondo la procedura di formazione delle liste pubblicata sul sito del M5S.
A fini organizzativi ed operativi, è stata acquisita la disponibilità di un gruppo di iscritti al M5S a farsi carico degli adempimenti tecnico-burocratici necessari a consentire la presentazione e partecipazione alle elezioni politiche delle liste di candidati scelti in Rete, nonché a svolgere campagne di sensibilizzazione sugli argomenti del Programma.
Essi rappresentano il gruppo politico organizzato che, riconoscendo come capo politico e suo rappresentante Beppe Grillo, depositerà il contrassegno  quale segno distintivo delle liste dei candidati e del programma formati secondo le procedure in Rete del MoVimento 5 Stelle.
Tutti i membri del Gruppo hanno preventivamente rinunziato a presentare la propria candidatura e verranno designati quali rappresentanti circoscrizionali incaricati del deposito delle liste.
Prima delle elezioni politiche del 2013 tutti gli iscritti al M5S potranno contribuire ad integrare il Programma del MoVimento – che diventerà programma di governo – accedendo all'apposita procedura che verrà pubblicata sul sito del M5S.