martedì 6 maggio 2014

Animali particolari - ragno gioiello (Thwaitesia) - Maria Rosa Ferrero

Queste creature sono uno stupefacente esempio della bellezza della natura. Vivono nelle foreste di eucalipti vicino a Enoggera Creek, nello Stato del Queensland, in Australia. Seguendo i link agli articoli originari si trovano altre foto di questi luccicanti aracnidi.

Foto: Robert Whyte - Thwaitesia nigro nodosa
Thwaitesia nigro nodosa.
La parte dorsale dell'addome presenta un motivo dorato e nero o marrone scuro; la parte laterale dell'addome presenta invece un motivo a ciottoli di color argento. L'addome si appuntisce verso la sua estremità.
Sia il motivo presente sulla superficie superiore dell'addome che quello presente ai lati riflette il sole come una serie di specchietti. 
Questi ragni costruiscono piccole reti tra la vegetazione in cui vivono.

Foto: Robert Whyte - Thwaitesia argentiopunctata
L'animale presenta dei motivi dorati ed argentati sull'addome con la presenza talvolta di punti neri lungo la superficie.
Può presentare anche motivi a ciottoli e questi disegni riflettono anch'essi la luce del sole facendo luccire l'animale. Altre foto sono presenti nell'articolo originale.

Assunzione di Disoccupati: lavoro per chi ha tra i 18 e i 64 anni.



La Provincia di Terni ha pubblicato il nuovo bando 2014 per le work experience, gestito dal Centro per l’impiego e finalizzato all’occupazione nelle imprese del territorio. Sono oltre 80 i posti disponibili per chi ha tra i 18 e i 64 anni. Il bando prevede un periodo di tirocinio di 6 mesi a 800 euro mensili in un’azienda del territorio. L’impresa si impegna ad assumere il tirocinante al termine del periodo dei 6 mesi. Se non rispetta tale impegno, sarà esclusa da altri futuri bandi work experience. Per le imprese che rispettano l’impegno ed assumono, sono previsti specifici incentivi economici.

Quello delle work experience è probabilmente il provvedimento più valido ed efficace che sia stato attuato negli ultimi anni dagli enti locali. “La validità dello strumento della Provincia di Terni – spiega una nota di Palazzo Bazzani – è confermata dai dati delle precedenti edizioni che hanno registrato un tasso di occupazione di circa il 62%. I risultati conseguiti finora hanno inoltre permesso alla Provincia di Terni di essere inserita dal ministero del Lavoro nell’elenco nazionale delle Buone Pratiche”.


Persone che possono partecipare a work experience:

Disoccupati, inoccupati e precari che siano domiciliati o residenti nella provincia di Terni e si trovino nella seguente condizione:
  • che siano in età lavorativa
  • che abbiamo assolto l’obbligo scolastico / diritto-dovere all’istruzione
  • che siano iscritti ai Centri per l’Impiego della Provincia di Terni
  • che abbiano effettuato il primo colloquio di orientamento presso i Centri per l’impiego della Provincia di Terni (previsto dal D. Lgs. 181/00 e successive modifiche e integrazioni)
  • che nell’ambito del colloquio di orientamento abbiano dichiarato la disponibilità alla frequenza di percorsi di tirocinio formativo / work experience per specifici ambiti professionali e mansioni, con relativo aggiornamento della disponibilità semestrale (e pertanto della validità del proprio curriculum) nella banca dati dei Centri per l’Impiego. La disponibilità già dichiarata ai Centri per l’Impiego, per essere valida, deve necessariamente essere rinnovata ogni 6 mesi.

Gli iscritti precari, che, seppur lavorando, hanno diritto alla conservazione dello stato di disoccupazione secondo quanto previsto dalla normativa vigente, possono partecipare a condizione che svolgano un’attività lavorativa che, per la modalità di svolgimento della stessa (orario, luogo di lavoro, esclusività, etc.) sia compatibile con l’esperienza di work experience. Il suddetto requisito deve essere posseduto al momento dell’attivazione della work experience e mantenuto per l’intera durata della work experience stessa.

Aziende che possono presentare domanda: 

In linea generale possono presentare domanda di inserimento nell’elenco delle imprese ospitanti, le aziende aventi almeno una sede operativa nel territorio della provincia di Terni e iscritte alla camera di commercio (o in possesso di partita Iva). Le aziende devono essere in grado di realizzare le finalità del provvedimento: l’assunzione del beneficiario al termine della work experience con una tipologia contrattuale prevista dalla normativa vigente e una retribuzione lorda superiore ad euro 8.000,00 su base annua. Per essere inseriti nell’elenco è obbligatoria la formalizzazione da parte dell’impresa dell’impegno all’assunzione al termine della work experience.

Caratteristiche della work experience

Durata: La work experience ha una durata fissa di 6 mesi per tutti i profili. Non sono possibili proroghe. Il monte ore mensile deve essere compreso tra il massimo delle ore riferite al contratto di lavoro applicato dall’impresa ai propri dipendenti e l’80% delle stesse, con un tetto massimo di 8 ore giornaliere.

L’impegno settimanale deve essere assolto, di norma, nelle fasce diurne e nei giorni feriali. Nei casi in cui la specifica organizzazione dell’azienda ospitante preveda lo svolgimento della work experience con altre modalità e in altre fasce orarie, compreso quella serale, in relazione all’attività dell’impresa, l’articolazione oraria dovrà essere debitamente motivata ed assicurando anche la compresenza del tutor. Tale modalità, comunque, dovrà essere preventivamente autorizzata dalla Provincia di Terni. E’ altresì obbligatorio che dopo 6 ore consecutive sia effettuata una pausa di almeno 30 minuti.

Assegno di frequenza: La work experience è accompagnata da un assegno di frequenza erogato dalla Provincia di Terni al beneficiario (disoccupato/inoccupato/precario), di importo pari a 800 euro mensili al lordo degli oneri previsti dalla normativa vigente. L’assegno non si configura come retribuzione da lavoro di qualsiasi natura, non instaurandosi un rapporto di lavoro né con la Provincia di Terni né con l’impresa ospitante.

Numeri di soggetti ospitabili: Il numero di beneficiari di work experience che possono essere ospitati dalle imprese nello stesso periodo temporale disoccupati/inoccupati/precari, (ferma restando la garanzia piena da parte dell’impresa ospitante, attraverso titolari e/o personale dipendente, del supporto, assistenza, tutorato ai beneficiari della work experience durante tutto il periodo di durata della stessa) sono:

  • Una unità per le imprese con numero di dipendenti compreso tra zero e cinque dipendenti a tempo indeterminato;
  • Due unità per le imprese con numero di dipendenti a tempo indeterminato compreso tra sei e 19;
  • Fino ad un massimo di tre unità per le imprese con numero di dipendenti a tempo indeterminato pari o maggiore a 20, fermo restando il limite massimo del 10% dei suddetti dipendenti ;

Fra il beneficiario e l’impresa ospitante non devono esserci stati rapporti di lavoro nei 6 mesi precedenti l’attivazione della work experience, inclusi eventuali periodi di servizio civile. Il soggetto ospitante non può ospitare in qualità di beneficiario i lavoratori licenziati dallo stesso nei ventiquattro mesi precedenti.

Obbligo di assunzione: L’assunzione a cui le imprese dovranno adempiere al termine del percorso di work experience dovrà prevedere la sottoscrizione con il beneficiario di una delle tipologie contrattuali di lavoro di seguito elencate:

  • Contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, a full o part time, purché tale da far perdere comunque al beneficiario lo stato di disoccupazione per superamento dei limiti di reddito. In tale fattispecie rientra anche il contratto di apprendistato.
  • Contratto di lavoro subordinato a tempo determinato con durata prevista minimo 24 mesi purché tale da far perdere comunque al beneficiario lo stato di disoccupazione per superamento dei limiti di reddito
  • Altre forme contrattuali, collaborazioni – minimo 24 mesi, purché tale da far perdere comunque al beneficiario lo stato di disoccupazione per superamento dei limiti di reddito

Si precisa che, alla luce delle possibilità contrattuali che l’Impresa richiedente può valutare e scegliere al momento della richiesta di inserimento nell’Elenco delle imprese ospitanti, il tipo di contratto per il quale l’Impresa stessa si impegna ad assumere non potrà in alcun modo essere cambiato e/o ridotto in termini di tipologia e durata, nella fase di effettiva attivazione del rapporto di lavoro al termine del percorso di work experience, al fine della valutazione del collegato impegno all’assunzione. L’assunzione deve essere formalizzata entro e non oltre 60 giorni dalla data della conclusione della work experience

Qualora al termine del percorso di work experience l’impresa ospitante che si era impegnata formalmente all’assunzione non provveda entro il suddetto termine ad attivare a favore del/dei beneficiario/i il/i rapporto/i di lavoro per il quale si era impegnata in fase di richiesta, la stessa impresa verrà esclusa dall’elenco e non potrà più ospitare né tirocini né work experience finanziate per l’intera durata del POR FSE 2014-2020 per le attività di competenza della Provincia di Terni.

Work experience in studi professionali: Gli studi professionali, devono avere sede operativa in provincia di Terni ed il titolare deve essere iscritto all’albo professionale di competenza. L’esperienza di work experience non può in alcun caso riguardare percorsi formativo/professionali connessi al periodo di praticantato obbligatorio per l’iscrizione ad ordini e/o albi professionali.

Vincoli per le imprese: Le imprese ospitanti devono inoltre:

  • non aver proceduto, nei 12 mesi precedenti l’attivazione della work experience, all’interruzione di rapporti di lavoro subordinato e/o parasubordinato con personale avente il medesimo profilo richiesto per la work experience stessa
  • rispettare per il personale dipendente e non le vigenti disposizioni normative e contrattuali, ivi comprese quelle in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro e salute
  • essere in regola con gli obblighi nei confronti degli enti assistenziali e previdenziali
  • conoscere la normativa comunitaria, nazionale e regionale che regola la gestione del FSE
  • non trovarsi in periodi temporali in cui l’attività dell’impresa risulti sospesa, in tutto o in parte, per l’accesso alla Cassa Integrazione Guadagni Ordinaria, Straordinaria e/o in deroga (in quest’ultimo caso, se l’impresa risulta autorizzata per gli ammortizzatori sociali in deroga per l’anno 2014, la richiesta non potrà essere attivata per tutto l’anno solare 2014)
  • non trovarsi in periodi temporali in cui l’impresa stia effettuando procedure di mobilità ai sensi della legge n. 223/91 (artt. 4 e 24), mobilità in deroga e/o contratti di solidarietà difensivi di cui alla legge n. 863/84
  • nel caso di Istituti di credito gli stessi non devono trovarsi in periodi temporali in cui facciano ricorso al Fondo di solidarietà di settore di cui all’art.2 comma 28 della legge n.662/1996.

Vincoli per le persone: L’assegno di frequenza non è compatibile con:

  • retribuzioni di lavoro di qualsiasi natura, che superino i limiti di reddito previsti per il possesso dello stato di disoccupazione;
  • borse di studio di natura pubblica o privata o interventi ad esse assimilati derivanti da dottorati di ricerca, tirocini formativi, stage o work experience ad eccezione di quelle a titolo gratuito o che non superino i limiti di reddito previsti per il possesso dello stato di disoccupazione;

I frequentanti la work experience:

  • devono essere inoccupati/e o disoccupati/e o e precari/e e, ove abbiano già stipulato il patto di servizio presso i Centri per l’Impiego, siano destinatari di un progetto di azione individuale di inserimento lavorativo.
  • non devono avere alcun grado di parentela e affinità, nonché di coniugio con il legale rappresentante o i soci o il titolare di impresa o soggetto ad essa assimilabile presso i quali realizzano la work experience.
  • non devono essere né legali rappresentanti, né soci, né titolari dell’impresa o soggetto ad essa assimilabile dove si svolge la work experience
  • non devono aver avuto rapporti di lavoro con l’impresa ospitante nei 6 mesi precedenti l’attivazione della work experience inclusi eventuali periodi di servizio civile
  • non devono essere stati beneficiari di misure individuali finanziate a valere sulle risorse POR Umbria FSE 2007-2013 – Asse occupabilità erogate dalla Provincia di Terni

Rispetto obblighi di legge 68/99: Le imprese richiedenti devono essere in regola, se applicabili, con gli obblighi di legge riguardanti il collocamento dei disabili(Legge 68/99 e successive modificazioni e integrazioni).

Assistenza e tutorato del beneficiario: L’impresa ospitante deve garantire, per tutto il periodo di durata della work experience supporto e tutorato al beneficiario.

Criteri delle valutazioni delle richieste: La valutazione dei progetti presentati dalle Imprese per l’inserimento nel Elenco, ai fini della realizzazione successiva delle work experience, sarà effettuata dal Settore, una volta rispettati i requisiti soggettivi ed oggettivi per l’ammissione delle imprese richiedenti, sulla base dei criteri di seguito riportati, con attribuzione di punteggi in riferimento alla tipologia dei contratti di assunzione previsti al termine della work experience, alle caratteristiche del beneficiario individuato ed all’ordine cronologico di presentazione della domanda.

Criteri di assegnazione:
1. Tipologia di assunzione del beneficiario prevista al termine della work experience con contratto a tempo indeterminato, nella cui fattispecie rientra anche il contratto di apprendistato [a full o part time purché tale da far perdere comunque al beneficiario lo stato di disoccupazione per superamento dei limiti di reddito]

Punteggio attribuito: 80/100
2. Tipologia di assunzione del beneficiario prevista al termine della work experience con contratto a tempo determinato – durata minima 24 mesi [a full o part time purché tale da far perdere comunque al beneficiario lo stato di disoccupazione per superamento dei limiti di reddito]

Punteggio attribuito: 75 /100
3. Tipologia di assunzione del beneficiario prevista al termine della work experience con altre forme contrattuali: COLLABORAZIONI – durata minima 24 mesi [collaborazione coordinata e continuativa, a progetto, altre forme contrattuali DIVERSE dal lavoro dipendente a tempo indeterminato/determinato purché di DURATA almeno BIENNALE e tale da far perdere comunque al beneficiario lo stato di disoccupazione per superamento dei limiti di reddito e tempo – in tal senso sono ESCLUSE forme di collaborazione occasionale e/o di prestazione professionale a partita IVA, lavoro a chiamata, ecc.]

Punteggio attribuito: 70/100
4. Caratteristiche del beneficario individuato: Disoccupati /inoccupati /precari con età superiore a 50 anni [compiuti alla data di scadenza del presente avviso]. Il punteggio prioritario è attribuito in attuazione di quando disposto dalla Deliberazione del Consiglio Provinciale di Terni n. 23 del 09 maggio 2013]

Le caratteristiche del beneficiario richieste dall’impresa sono vincolanti: in considerazione che per la scelta di over 50 è attribuito un punteggio aggiuntivo, si precisa che nel caso in cui l’impresa si impegni a selezionare un disoccupato/inoccupato/precario over 50 non potrà ospitare beneficiari privi di tale requisito.

Punteggio attribuito: 20/100
La graduatoria sarà redatta sulla base del punteggio complessivo attribuito secondo i criteri. i sopra citati. A parità di punteggio complessivo, la graduatoria sarà ordinata secondo l’ordine cronologico di presentazione della domanda (spedizione all’indirizzo di posta elettronica certificata – rilevabile dalla Ricevuta di accettazione rilasciata dal sistema di Posta Elettronica certificata). La graduatoria resterà valida fino ad esaurimento delle risorse disponibili, da approvare con atto formale.

Selezione dei potenziali beneficiari e assegnazione dei finanziamenti: Le imprese inserite nell’Elenco riceveranno dai Centri per l’Impiego della Provincia di Terni un elenco di potenziali candidati alla work experience oppure comunicheranno il nominativo del candidato se individuato autonomamente, purché in possesso dei requisiti previsti.

Dal momento della ricezione delle liste dei candidati preselezionati, le imprese ospitanti devono procedere all’individuazione del/dei candidato/i entro un termine massimo di 15 giorni, prorogabile solo in casi eccezionali a discrezione degli stessi Centri per l’Impiego: in caso di mancato ingiustificato riscontro entro tale termine la richiesta di ospitare work experience si considererà rinunciata.

Termini e modalita’ di presentazione della domanda:

Progetto di work experience: L’impresa che intende candidarsi per l’inserimento nell’elenco delle imprese ospitanti presso cui realizzare esperienze lavorative deve presentare un progetto per la realizzazione della work experience utilizzando la modulistica prevista. La presentazione delle richieste di work experience a cura delle Imprese ospitanti tramite Posta Elettronica Certificata dovrà avvenire inderogabilmente a pena di esclusione, entro il 30 maggio 2014. Le richieste spedite tramite posta elettronica al di fuori del periodo temporale previsto non saranno ammesse a valutazione.

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Barbecue Bruce.



Chi dice che alle ringhiere bisogna mettere solo fioriere e cestini da mollette?

Il Barbecue Bruce è un progetto di Henrick Decker.


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lunedì 5 maggio 2014

Renzi: c’è una batost@ per te, “mandatemi una mail”. - Anna Lombroso

Senigallia

Sarò prevenuta e disfattista, ma io non noto una gran differenza tra le risate degli ilari imprenditori che si telefonano nella notte del terremoto dell’Aquila e il saluto benedicente del presidente del consiglio planato in elicottero su Senigallia ferita a morte e che si accomiata dai cittadini prostrati dell’emergenza, incoraggiandoli alla Petrolini “ la città risorgerà più belle a splendente che pria “ e poi con una frase che suona oltraggiosa più che inopportuna “mandatemi delle mail”.

Mi auguro che la sua casella di posta e il suo hashtag Renzi # sprezzantebastardo siano inondati di messaggi, che alle prossima scadenza elettorale non la passi liscia, che quelli che pensano che sia ineluttabile, inevitabile, inesorabile, fatale firmare l’ennesima cambiale in bianco a favore di lui, del partito unico, frutto di una alleanza di ferro con il promoter di quegli imprenditori ridanciani, della larga intesa che mette d’accordo chi sbeffeggia esodati, giovani disoccupati, cinquantenni licenziati, condannandoli alla precarietà come gli alluvionati sui tetti, ebbene se ne ricordi di quel “mandatemi una mail”, provocazione di un bullo senza scrupoli, di un ragazzino che falsifica la firma dei genitori, di un teenager che lascia la morosa con l’emoticon triste sul cellulare.

Anche il mio pc è stanco di scrivere che ogni pioggia diventa un’alluvione, che ogni temporale si converte in catastrofe. E che alla fonte c’è una irresponsabilità globale, quella dei governi che negano il cambiamento climatico che produce eventi estremi, con la stessa proterva e dissennata determinazione con la quale continuano a chiamare fenomeni naturali le conseguenze dell’incuria combinata con la corruzione, il malgoverno, l’inadeguatezza e l’incompetenza. Le scelte del governo Renzi sono chiare, dietro e davanti le promesse, dietro e davanti la rivendicazione “non ci sono quattrini”. E non prevedono investimenti per la tutela e il risanamento del territorio, anzi in nome della guerra alla burocrazia e per favorire al “semplificazione” e lo snellimento delle burocrazie per lasciare maggiore libertà alle imprese e ai privati, lo smantellamento del sistema di controlli e autorizzazioni. Mentre per le grandi opere, che quel territorio lo devastano senza ripercussioni positive, economiche o sociali sui cittadini, i soldi si trovano, dietro il simulacro illusorio della “partecipazione”, del project financing , cui nessuna azienda, regolare o criminale, pensa davvero di partecipare preferendo le formule largamente parassitarie favorite dai governi che si sono succeduti anche andando molto in là negli anni e che si fanno sempre più sofisticate.
Perché, ridendo o no, non usufruire di quel sistema che scarica, attraverso una trama a cascata di appalti e subappalti, la competizione verso il basso e induce, anche nella piccola e media impresa, una competizione tutta fondata sullo sfruttamento del lavoro nero, grigio, precario, atipico. Perché la classe dirigente politica e imprenditoriale non dovrebbe, visto che a questo scopo sono state create tutte le condizioni favorevoli, scaricare sul debito pubblico le risorse necessarie alla realizzazione o in alcuni casi anche solo alla profittevole progettazione, di interventi largamente inutili, quando non dannosi? Il progetto Tav ha costituito un modello, un laboratorio finanziario e contrattuale di questo sistema, così come la cordata del Mose, così come saranno i canali, per ora solo virtuali, che produrranno esiti catastrofici sull’equilibrio della Laguna di Venezia, con il ricorso all’istituto del contratto di concessione, nel quale la funzione del committente si trasferisce al privato e l’elemento finanziario diventa fondamentale. Così che il regime “personale”, come in politica, ed il fattore finanziario sono dominanti e si rendono inutilizzabili o di impossibile applicazione le norme di contrasto della mafia, della corruzione o di tutela del lavoro, che sono state concepite e codificate per procedure di affidamento tradizionali, in particolare per l’appalto tipico.
È l’economia informale, questa, che facilmente sconfina nell’illegittimità e nell’illegalità, e che nel caso delle “catastrofi naturali”, che senza nessuna naturalezza si abbattono con tragica e ricorrente puntualità sul Paese, sono aiutate dall’abitudine ormai secolare di lasciare decantare crisi in modo che diventino emergenze da affrontare con misure eccezionali, commissari ad hoc, poteri speciali, repressioni di chi rivendica la potestà di intervenire sulle scelte che riguardano le vite di tutti noi. Mandiamogli una mail, si ricordi che le nostre vite, i nostri beni, le nostre decisioni ce le riprendiamo.

Artemisia Annua: ecco l’erba capace di uccidere il 98% delle cellule tumorali.

MF2-A010
Il suo nome è “Artemisia Annua” ed è una pianta che attualmente sta riscuotendo un successo a dir poco incredibile in tutto il mondo, per via delle sue proprietà benefiche..
Fin dall’antichità è sempre stata utilizzata dalla medicina cinese come rimedio sovrano per tantissime malattie come ad esempio la malaria e, attualmente, è tornata alla ribalta dal punto di vista oncologico.
Pare infatti che, anche in tempi addietro, il solo utilizzo dell’erba avesse il potere di ridurre le cellule tumorali del polmone del 28%, e perfino di distruggere completamente il cancro se assunta in combinazione con del ferro.
Quest’ultimo deve essere utilizzato assieme alla pianta per poter permettere alla molecola contenuta nella pianta,  artemisinina, di distruggere solo le cellule malate.
Il dottor Len Saputo, dell’Università della California, ha affermato di essere in presenza di una “Bomba Intelligente contro il Cancro”: la pianta sarebbe riuscita a distruggere  in sole 8 ore il 75% delle cellule del cancro al seno arrivando poi al 100% dopo soltanto 24 ore.
Inoltre, a tal proposito, è intervenuto persino Marco Pierotti, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, che ha precisato:
“Si tratta di studi interessanti e che hanno un fondamento. Anche se a prima vista si potrebbe pensare ad una di quelle notizie da lasciar perdere, esistono studi in proposito fin dal 2001, mentre quello più recente risale al 2011, quando sono stati condotti esperimenti in vitro.
Non resta che aspettare, perché la cura con l’erba Artemisia non è al momento una cura disponibile: possiamo considerarlo come un farmaco in via di sviluppo, una goccia di speranza, dal momento che ogni giorno in Italia si diagnosticano mille casi di cancro”.

De Benedetti, Black Rock e la svendita dell'Italia. - Sergio Di Cori Modigliani




Questo paralitico sgangherato e il suo amico frocio damerino londinese affonderanno per sempre l’America distruggendola”. Così, Edward Hodgson, responsabile della campagna presidenziale per la rielezione di Hoover, apriva la battaglia elettorale nel 1932 in Usa, descrivendo Roosevelt e Keynes. 
Fu la più sanguinosa campagna presidenziale della Storia nel secolo scorso e anche la più costosa, per i repubblicani. La Standard Oil, la Manufacturers Hannover Trust, il gruppo Rockfeller, la Morgan Stanley, si gettarono nella mischia con tutta la loro potenza finanziaria sostenendo che “soltanto il pareggio di bilancio potrà salvarci dalla rovina economica”. 
La campagna si concluse con la vittoria di Roosevelt che ottenne il 58% dei voti. 
Due giorni prima del suo insediamento, nel febbraio del 1933, a Miami, veniva preso a pistolettate da un muratore calabrese, Giuseppe Zangara, emigrato dieci anni prima da Crotone. Roosevelt ne uscì illeso, mentre il sindaco di Chicago che gli sedeva accanto morì colpito dalle pallottole. 
Quando la polizia fece irruzione nella abitazione dell’attentatore trovò migliaia e migliaia di opuscoli e centinaia di pubblicazioni che descrivevano Roosevelt come un agente segreto di Stalin, con minuziosi e dettagliati articoli su omicidi e rituali satanici compiuti da Keynes, descritto come una specie di guru diabolico che si nutriva del sangue di vergini che faceva immolare per lui. 
Circa 200 milioni di euro, al valore attuale, vennero spesi dai colossi della finanza per attaccare, calunniare, diffamare, dileggiare Roosevelt e Keynes. 
Nelle università americane, al corso di Storia moderna e contemporanea, si studia ancora oggi quella campagna presidenziale, per analizzare i fenomeni di manipolazione del consenso, e spiegare come, in presenza di fondamentali e decisive scadenze nel campo economico, quelli che noi oggi definiamo con il termine di poteri forti” siano disposti a usare ogni tipo di arma, ogni forma di subdola menzogna, ogni artefatta falsificazione della realtà, per ottenere il loro scopo: impedire che lo Stato e l’Amministrazione Pubblica metta le briglia sulle attività delle banche e della finanza pretendendo da loro che rispettino le leggi. 
Da allora, sono trascorsi 80 anni, e le società sono molto cambiate. 
Non i Poteri Forti. 
Per loro, ciò che conta, è avere la garanzia che la classe politica dirigente rappresenti, in maniera esclusiva, gli interessi di quella oligarchia del privilegio garantito i cui patrimoni loro custodiscono, ad ogni costo, ad ogni prezzo. 
Era così nel 1932 in Usa e così anche nell’Europa del 2014. Intendiamoci, era così anche nella campagna elettorale europea del 2009 e nelle precedenti campagne elettorali politiche generali italiane. 
Ma gli italiani erano totalmente all’oscuro di ciò che accadeva, semplicemente non lo sapevano. 
Così come non lo sapevano gli americani, i quali, nell’agosto del 1929 (quaranta giorni prima del crollo delle borse mondiali) si sentivano dire che l’economia andava bene e che la priorità era il pareggio di bilancio, mentre lo Stato pompava soldi soltanto nel sistema finanziario delle banche. 
Quando la disoccupazione, tre anni dopo, raggiunse la cifra del 26% e tra i giovani del 58%, la gente cominciò a volersi informare su ciò che stava accadendo. 
E’ un teatro sociale simile a quello italiano di oggi. I cittadini, ormai stravolti e travolti dal disagio sociale, dalla mancanza di lavoro, dalla spaventosa impennata della disoccupazione che seguita ad aumentare, dalla totale assenza di una politica industriale da parte del governo, dalla latitanza di idee efficienti, da una diffusione della corruttela senza freni che non ha mai avuto eguale nel corso della storia nazionale, ha cominciato ad informarsi. 
Grazie alla Rete e ai nuovi sistemi di comunicazione ad alta tecnologia, è stato possibile, negli ultimi anni, aggirare la cappa ufficiale della disinformazione messa in campo dai professionisti della cupola mediatica per distogliere l’attenzione del pubblico. 
Il giornalismo è servito in Italia, negli ultimi anni, soprattutto per evitare che si diffondesse un processo di consapevolezza collettiva tale da provocare, dentro di sé, in ciascuno di noi, il salto dall’idea dell’essere sudditi a quella della cittadinanza attiva. Ma il lavoro continuo di nuovi soggetti mediatici autonomi e indipendenti, sui siti on line, sui blog, su tutto il web, hanno regalato alle persone curiose la possibilità di dotarsi di strumentazione critica e capire. 
Rendersi conto, quindi, che i partiti politici italiani da lungo tempo ormai non sono più partiti, perché non rappresentano più dei blocchi sociali, delle esigenze di categoria, dei soggetti lavorativi ben definiti; sono diventati semplicemente delle aziende procacciatrici di affari finanziari per pochi ed esclusivi circoli di eletti. 
Sulla pelle dei gonzi che pagano le tasse. 
Con la scandalosa aggravante che il contribuente, il lavoratore onesto, è diventato (a propria insaputa) il principale finanziatore di queste società, alimentate continuamente di denaro pubblico che non viene usato per servizi della collettività, bensì per garantire profitto individuale a centri di potere familista partitico. Il lavoro di 15 mesi degli eletti in parlamento nelle fila del M5S è servito a questo: smascherare il gioco del potere, far toccare con mano alla cittadinanza il fatto che queste persone al governo sono tutte intercambiabili, perché le differenze tra i membri di un partito e un altro non sono ideologiche, non sono progettuali, non sono ideali, sono soltanto formali e apparenti: sono semplici impiegati al servizio delle grandi multinazionali internazionali che controllano l’energia, le banche, le sementi e il loro interesse è appropriarsi della ricchezza nazionale italiana. 
I cittadini italiani hanno cominciato a capire che il re è davvero nudo, e i sondaggi hanno iniziato a vomitare previsioni statistiche per loro davvero impietose, terrificanti. 
Forza Italia trasformato in un partitino, il PD che arretra ogni settimana, e il M5S che avanza in ogni regione, in ogni comune, in ogni territorio nazionale, nonostante non sia stata dispiegata nessuna fortezza finanziaria. 
Da Berlusconi a Renzi si sono messi, quindi, paura. 
Anche perché i poteri forti si stanno irritando. 
Non a caso, i grossi big che contano nella finanza mondiale, si sono precipitati in Italia perché sanno che se il M5S, a queste elezioni europee, fa il botto e ottiene un risultato vincente, gli salta davvero tutto. Non mi stupisce, quindi, che negli ultimi giorni sia stato sferrato un bombardamento mediatico senza precedenti contro Grillo e il M5S, gestito addirittura in prima persona dall’ingegner Carlo De Benedetti che, ieri pomeriggio, in un’occasione pubblica e formale, ha definito Grillo un “fascistello populista”. 
Di solito, il lavoro sporco lo fanno fare a quelli de L’Espresso o la Repubblica, o ai propri nominati dentro la Rai e in Mediaset, quelli inviati a gestire i talk show per tirare la volata ai giornalisti compiacenti, deferenti, servi. 
Inevitabilmente servi. 
E come tali, sempre sciocchi. 
Non capiscono che è cambiata l’atmosfera, perché la gente si è stufata e comincia a rendersi conto di come stanno le cose. 
Come era accaduto agli americani nel 1932. 
Stanno scendendo in campo i poteri forti, perchè si sentono minacciati
Hanno ragione: è proprio così. 
Sanno che la vittoria elettorale del M5S il 25 maggio spiana la strada all'immediata discussione parlamentare per il varo del reddito di cittadinanza universale, unica medicina sensata per aggredire subito al collo la triste e oscena piaga della povertà: l’Italia è la nazione più ricca d’Europa e in quota parte ha il più alto aumento in percentuale di poveri, con un disagio socio-economico che si diffonde sempre di più. Inaccettabile per un europeo civile e civilizzato.
Inconcepibile e improponibile per Carlo De Benedetti e per i poteri forti.
Pensavate che la Repubblica fosse un ente di beneficenza?
In ballo c’è la sovranità del nostro paese che vale 9.000 miliardi di euro. 

Tra questa cifra e gli squali che intendono impossessarsi dell’industria manifatturiera nazionale, dell’agricoltura, dei beni culturali storici, dell’industria ittica, dell’intero patrimonio tradizionale dell’artigianato d’arte, della produzione energetica, del rilancio della produttività nelle strategie marketing multimediali sul web, dell’industria turistico-alberghiera, ci si è messo di mezzo il Grande Guitto di Genova che ha fatto da megafono agli afoni, al clan degli invisibili, ai non garantiti, ai paria del sistema, e come un granello di sabbia che inceppa un meccanismo perfettamente oliato, sta bloccando il piano di esproprio e di razzia della ricchezza nazionale, perché oggi è possibile capire e sapere per davvero come stanno le cose.
Gli ha rotto le uova nel paniere. 

E con le frittate non si fanno più affari.
Gli italiani vanno capendo che è possibile raddrizzare la schiena e ritrovare il senso della dignità, prima di tutto come Persone, annullando il concetto di suddito e sostituendolo con quello di cittadino, e poi ritrovare anche quello di popolo e infine quello di nazione adulta, responsabile, finalmente pronta a rimboccarsi le maniche e decidere del proprio destino e del proprio futuro. 
Questa è la posta in palio.
E da bravo fallito di successo, visto che alle spalle lui si porta una Olivetti da lui rasa al suolo, una Sorgenia decotta piena di debiti, e un gruppo di prodotti cartacei di stampa che ogni mese, inequivocabilmente, perdono lettori, perdono copie e perdono guadagni, giustamente Carlo De Benedetti è preoccupato all’idea che domani possa esistere una rappresentanza politica che lo inchioderà alle sue responsabilità, insieme al suo ex (??) socio in affari Silvio Berlusconi e agli altri compagni d merenda.
Il numero 1 del fondo finanziario “Black Rock”, Larry Fink si è precipitato in Italia a parlare con Renzi. Sono arrivati anche i big di Goldman Sachs, quelli di Morgan Stanley e di J.P.Morgan.
La partita la si gioca qui da noi.
L’Italia può diventare la vera avanguardia di un processo di ricostruzione di tutto il continente europeo. 

E’ una possibilità unica, rara. 
C’è l’opportunità di far schiattare i francesi dall’invidia, perché, forse per la prima volta negli ultimi 300 anni, siamo noi italiani ad assumerci la responsabilità di prendere il toro per le corna e sfidare a viso aperto i poteri forti. 
Per crescere noi. 
Per liberarci.
E grazie a noi, liberare tutta l’Europa.
Arriva in Italia il n.1 di Black Rock e poche ore dopo De Benedetti va all’attacco personale di Beppe Grillo.
Dobbiamo preoccuparci e protestare?
Nient’affatto.
Dobbiamo esserne orgogliosi.
Vuol dire che, finalmente, stiamo sulla strada giusta.
O noi o loro."

http://www.beppegrillo.it/2014/05/de_benedetti_black_rock_e_la_svendita_dellitalia.html

Piero Fassino mostra il medio ai granata. Calcio e politica, rapporto impazzito



Il sindaco di Torino Piero Fassino, dopo due anni da primo cittadino, dovrebbe essere ormai abituato alle contestazioni, ma a quella dei tifosi del Toro non ci sta e con aplomb gli sventola contro il dito medio. Dopo anni di trattative la giunta torinese ha stanziato un milione di euro per la ricostruzione dello stadio Filadelfia, il campo sportivo della squadra granata. Il sindaco, noto juventino, si presenta all’apertura dei lavori e viene duramente contestato dai tifosi granata che urlano: “gobbo di merda”. Subito dopo Fassino smentisce di aver fatto il gestaccio, ma le immagini de ilfattoquotidiano.it lo incastrano. Nelle stesse ore la Juventus vince lo scudetto, senza giocare, e migliaia di granata si danno appuntamento a Superga per la commemorazione della tragedia. Nel 1949 l’aereo della squadra si schiantò sulla collina torinese, ci furono 31 morti, tutta la squadra del Toro.
Il “fallo di reazione” di Fassino arriva in un momento di impazzimento del rapporto tra calcio e politica. Prima la trattativa con i tifosi del Napoli per far disputare la finale di Coppa Italia contro la Fiorentina all’Olimpico di Roma dopo che un tifoso era stato ferito in modo gravissimo da un colpo di pistola. Certo, una scelta dettata da esigenze di ordine pubblico in uno stadio gremito da 60mila persone, ma che ha reso interlocutori dello Stato personaggi inquietanti come il capo ultrà “Genny ‘a carogna”.
Il premier Matteo Renzi, dicendosi “sconvolto” dalla trattativa avvenuta in diretta tv davanti a 9 milioni di spettatori, ha annunciato per quest’estate una nuova riforma, questa volta degli stadi e delle loro modalità di frequentazione. Peccato che le norme già esistenti non vengano applicate perché giudicate troppo dure. Ieri il ministro dell’InternoAlfano ha fatto la voce grossa annunciando la possibile introduzione del “daspo a vita“. Peccato che, come documentato da ilfattoquotidiano.it, l’articolo 9 della legge Amato del 2007  preveda il divieto assoluto di vendere biglietti o tessere a chi ha subito il “divieto di accesso alle manifestazioni sportive”, senza porre alcun limite di tempo. La norma non è applicata perché l’esclusione a vita dalle manifestazioni sportive è giudicata troppo dura non solo dalle tifoserie, ma anche dall’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive. Che è un organismo del ministero dell’Interno. 


Immagini di Vittorio Bertola, montaggio Cosimo Caridi.

http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/05/05/torino-fassino-mostra-dito-medio-ai-tifosi-granata/277539/