Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
giovedì 15 maggio 2014
Genovese si è costituito in carcere a Messina dopo l’ok della Camera.
Il parlamentare del Pd Francantonio Genovese si è costituito nel carcere di Gazzi a Messina. Il deputato, rientrato in Sicilia oggi da Roma, prima di consegnarsi all’autorità giudiziaria è passato da casa a salutare i suoi familiari. Genovese è arrivato in auto accompagnato da uno dei suoi legali. Per il parlamentare del Pd oggi la Camera ha concesso l’autorizzazione all’arresto avanzata dal gip di Messina su richiesta della Procura peloritana nell’ambito di un’inchiesta sulla formazione professionale regionale. I reati ipotizzati sono di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, peculato e truffa. L’ordinanza cautelare di custodia gli sarà notificata dalla squadra mobile della Questura nell’istituto penitenziario di Gazzi.
Dalla Camera dei deputati al carcere di Messina, passando dall’aeroporto di Reggio Calabria e arrivando in Sicilia in traghetto. E’ il percorso scelto da Genovese dopo l’annuncio che Montecitorio avrebbe votato sulla richiesta di autorizzazione a procedere al suo arrestoe che aveva avuto parere positivo in Commissione. Quando è chiaro che la Camera esprimerà la sua decisione nel pomeriggio, Genovese anticipa i tempi e annuncia che andrà a costituirsi, come aveva già da tempo detto. L’esponente non è in aula quando i suoi colleghi votano: lascia Roma in aereo e mentre a Montecitorio arriva l’esito finale lui è ancora in volo. La notizia gli arriva all’aeroporto di Reggio Calabria dove atterra. In auto lascia l’ultimo lembo meridionale del continente e si reca a Messina attraversando lo Stretto su un traghetto della Caronte, che la sua famiglia in parte controlla.
Prima del suo arrivo giornalisti, fotografi e operatori televisivi si “piazzano” davanti il carcere di Gazzi e la casa del deputato in contrada Torre Faro-Ganzirri. E’ nella sua abitazione che si reca per trascorre alcune ore in compagnia dei familiari, per un saluto, e anche per preparare un ‘borsonè da portare nell’istituto penitenziario. L’ultimo atto si consuma intorno alle 21: Genovese esce da casa e arriva in pochi minuti in auto nel carcere di Gazzi, accompagnato dal suo legale, l’avvocato Antonino Favazza, per costituirsi. L’ordinanza cautelare di custodia, che ipotizza i reati di associazione per delinquere, truffa e frode fiscale gli viene notificata dalla squadra mobile della Questura nell’istituto penitenziario.
Expo, auto e centomila euro al mese, la cricca spremeva Maltauro.
Dall’imprenditore vicentino Enrico Maltauro volevano incassare 100 mila euro al mese. E dagli altri?
La contabilità della cricca, ciò che alla fine darà l’esatta misura del reale potere di condizionamento degli appalti da parte di Gianstefano Frigerio, Primo Greganti e Luigi Grillo, è ancora tutta da scrivere. Perché gli imprenditori coinvolti nell’assalto ai lavori dell’Expo e ai bandi nel settore della sanità sono decine. La guardia di finanza sta stilando l’elenco e nei corridoi della Procura si respira l’aria di Tangentopoli, con gli avvocati che bussano alle porte dei magistrati per avere qualche notizia sui loro clienti.
I SOLDI PER GLI APPALTI
Maltauro usa una metafora efficace per descrivere la condizione di un imprenditore nella giungla degli appalti: «Mi sentivo come un pesce nello stagno, mi dovevo dimenare». E lo fa a colpi di mazzette, finte consulenze e regali per la cifra complessiva di un milione di euro, come hanno ricostruito gli investigatori dai pizzini che al momento dell’arresto il mediatore Sergio Cattozzo ha cercato di nascondere nelle mutande. I biglietti erano il libro mastro nel quale l’uomo di Frigerio annotava la contabilità: le iniziali puntate dei nomi, l’ammontare della stecca, data e luogo di consegna. A volte fuori da un ristorante a Milano, con la busta infilata furtivamente sotto il cappotto, altre a Roma o a un casello dell’autostrada. La squadra chiedeva dallo 0,3 allo 0,5% del valore dell’appalto, da Maltauro ha incassato un milione di euro. Così ripartiti: 600 mila euro in contanti da dividere tra Frigerio e Grillo, un contratto annuale da 150 mila euro lordi (per due anni, quindi 300 mila euro) per la - finta, ritengono i magistrati - consulenza di Cattozzo, il quale poco prima di essere arrestato «pretende e ottiene» dall’imprenditore anche un’auto, un’Audi da 60 mila euro. A mettere le cose in chiaro è Frigerio, come si evince da un’ambientale di ottobre 2013: «Io gli ho già detto che prima di Natale vorrei almeno un centinaio a testa... poi ogni mese...». In cambio del denaro il gruppo fa da intermediario con il mondo politico, sponda essenziale per poter lavorare. Come ha raccontato Maltauro al gip: «Io ho bisogno di avere rapporti con la politica o con la parapolitica. Dopo una prima esperienza ero tentato di mollare, di vendere l’azienda. Poi ci ho riprovato, sono andato avanti e ci sono ricascato». Cioè a distribuire tangenti in cambio di appalti. «È una condizione irrinunciabile».
GREGANTI E LE COOP
Nei biglietti di Cattozzo non compare il nome di Primo Greganti. A spiegare la ragione è un’intercettazione del 28 aprile 2013 in cui Frigerio fa valere il proprio ruolo: «Primo ha preso troppo, ha preso troppo dalle coop e poi da noi, quindi bisogna rivedere i conti». Il «compagno G.», ex tesoriere del Pci, ha l’incarico di tenere i rapporti con la sinistra e secondo gli investigatori svolge coscienziosamente il compito: entra al Senato, parla con i politici e tutti i mercoledì beve il caffè al bar della Galleria Alberto Sordi. Frigerio invece si occupa del centro destra e dei personaggi operativi, ovvero manager e direttori. Dal suo archivio sono state sequestrate decine di lettere di raccomandazione e copie di fax inviati ai direttori sanitari degli ospedali. In casa la polizia giudiziaria ha trovato anche un libro che «il Professore» ha scritto nel 2012, dal titolo «Nel cuore dell’Impero. L’America di Barack Obama». La prefazione è firmata da Silvio Berlusconi, che presentò il volume a Roma, nel mese di giugno, con espressioni di affetto nei confronti di Frigerio: «Mio caro amico e supporter convinto dell’America».
ROGNONI NEGA
Ieri si è svolto l’ultimo interrogatorio di garanzia, quello di Antonio Rognoni, l’ex direttore generale di Ilspa (società regionale per la gestione delle commesse sulle grandi opere infrastrutturali) già arrestato nella prima inchiesta Expo con l’accusa di associazione a delinquere, truffa, turbativa d’asta e falso. Ha respinto ogni coinvolgimento nella «squadra» di Frigerio, sostenendo anzi di aver rifiutato gli avanzamenti di carriera prospettatigli dalla «cupola» per corromperlo. «Ho partecipato alle riunioni ma ho solo ascoltato le loro richieste», ha spiegato. La Procura intanto presenterà appello contro la decisione del gip di non accogliere la richiesta misura di custodia cautelare nei confronti di dodici indagati.
http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/CRONACA/expo_auto_cricca_maltauro_paris_figerio/notizie/689803.shtml
Pil Italia torna negativo -0,1% nel primo trimestre.
Il Pil dell'Italia torna negativo nel primo trimestre del 2014,segnando un calo dello 0,1% rispetto al trimestre precedente che si era chiuso con una crescita dello 0,1%. Lo comunica l'Istat precisando che su base annua il Pil è diminuito dello 0,5%.
La crescita acquisita del Pil italiano per il 2014 è pari a -0,2%. Lo comunica l'Istat in base alle stime preliminari relative al primo trimestre. La crescita acquisita è quella che si avrebbe a fine anno se nei prossimi trimestri l'andamento del Pil fosse pari a zero.
http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2014/05/15/pil-italia-01-nel-primo-trimestre_04e78195-a8ca-41c4-8266-c0b46d183230.html
mercoledì 14 maggio 2014
RENZI ESCE DAGLI STUDI DI BALLARO' E GUARDATE CHE SUCCEDE.
Renzi esce da Ballarò e viene contestato dai lavoratori RAI. Dopo l'intervista di Floris, la faccenda non è finita lì: Renzi è stato contestato dai lavoratori Rai, con tanto di gustoso siparietto. Ebbene sì, nessuno ne parla, ma la notizia c'è ed è stata confermata da una giornalista di Rai 3.
L'episodio è anche raccontato su Facebook, da un iscritto nel gruppo "Indignerai":
Un'ansa che non sarà mai scritta....alla fine della trasmissione Ballaro' i lavoratori della Rai hanno contestato il presidente del consiglio Renzi....facendogli notare che aveva detto un sacco di inesattezze ....
difendendo la propria azienda visto che il giornalista e conduttore Floris non ha ritenuto di farlo.....il presidente del consiglio è andato via su tutte le furie gridando di non votare per lui allora....i lavoratori hanno risposto in coro ...."stai sereno Matteo ......e leggi i volantini che ti abbiamo dato ..." (Fonte)
La giornalista di Rai 3 Carla Monaco conferma l'episodio su Twitter:
http://www.tzetze.it/redazione/2014/05/renzi_esce_da_ballaro_e_viene_contestato_dai_lavoratori_rai/index.html
I comizi del PD
A San Lorenzo.............
..................comizio della Moretti a Bologna - (Solo polizia....per quale bagno di folla?).............
........sempre la Moretti a Bologna...........
................ a Matera
Senza alcuna vergogna.
Su Genovese M5S profuma d'imbroglio e di vecchia campagna elettorale. Fuori la faccia e votino come il PD: si all'arresto
Ormai sono senza alcun ritegno, credono ancora di poterci abbindolare.
E che giovamento trarrebbe il m5s a non fare arrestare Genovese che è un deputato del PD?
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