mercoledì 27 maggio 2015

Fifa, vertici del calcio sotto accusa per corruzione: Fbi ordina arresti a Zurigo.



Retata nell'albergo che ospita il meeting annuale. Sei persone arrestate, almeno altre otto ricercate. Sotto indagine anche il numero uno Sepp Blatter, che la settimana prossima punta alla quinta rielezione consecutiva.

L’operazione delle autorità svizzere è scattata all’alba e ha portato all’arresto di sei responsabili della Fifa che saranno estradati negli Usa dove dovranno rispondere dell’accusa di corruzione. La ‘retata’ – riporta il New York Times – è avvenuta al Baur au Lac hotel dove i leader dell’organismo che governa il calcio mondiale sono riuniti per il loro meeting annuale. Dopo essersi fatti consegnare le chiavi gli agenti sono saliti nelle camere del lussuoso albergo e hanno cominciato ad eseguire gli arresti.
Le accuse di corruzione mosse dalle autorità americane coprono gli ultimi 20 anni, e riguardano le gare per aggiudicarsi i campionati mondiali così come gli accordi per il marketing e i diritti televisivi. Per anni la Fifa è stata indagata dall’Fbi, e l’organizzazione guidata da Sepp Blatter ha sempre respinto le accuse di corruzione relative all’assegnazione dei mondiali, non ultime quelle sulle competizioni del 2018 e del 2022 rispettivamente a Russia e Qatar. Lo stesso Blatter risulta indagato dall’Fbi: il numero uno della Fifa non è però tra i responsabili del calcio mondiale messi in stato d’accusa dal dipartimento di Stato americano. Blatter, 79 anni, dovrebbe essere rieletto venerdì prossimo per la quinta volta consecutiva presidente della Fifa. Guida il governo del calcio mondiale dal giugno del 1998, quando successe a Joao Havelange. E’ stato rieletto nel 2002, nel 2007 e nel 2011.
Secondo il New York Times, che cita fonti proprie vicine alle indagini, le accuse includono frode, associazione a delinquere e riciclaggio di denaro e sono dirette contro “membri del potente comitato esecutivo della Fifa, che raccoglie un potere enorme e porta a termine i suoi affari in gran parte in segreto”. L’operazione del dipartimento della Giustizia Usa coinvolge oltre 10 dirigenti del calcio mondiale, ma non tutti questi si trovano a Zurigo per il Congresso della Fifa. Fra i presenti, sempre secondo il quotidiano newyorkese, ci sono Jeffrey Webb delle isole Cayman, che è vicepresidente del comitato esecutivo Fifa; Eugenio Figueredo dell’Uruguay, anche lui vicepresidente e fino al 2014 presidente di CONMEBOL (cioè la Confederazione sudamericana del calcio); e Jack Warner di Trinidad e Tobago, ex membro del comitato e presidente della CONCACAF (cioè della Confederazione del calcio di Nord e Centro-America e Caraibi) fra il 1990 e il 2011.
Quanto alla estradizione degli arrestati negli Stati Uniti, spiegano le autorità svizzere, la decisione potrebbe arrivare immediatamente. “La polizia cantonale di Zurigo interrogherà i fermati oggi a proposito della richiesta Usa di arresto”, si legge in una nota dell’Ufficio federale di Giustizia elvetico (Foj). “Una procedura semplificata sarà applicata alle persone ricercate che acconsentono all’estradizione immediata. Il Foj potrà approvare immediatamente la loro estradizione in Usa e ordinare l’esecuzione dell’estradizione stessa”, spiega l’ufficio svizzero. Se invece una persona ricercata si opporrà all’estradizione, “il Foj inviterà gli Usa a presentare una richiesta formale di estradizione entro la scadenza dei 40 giorni prevista dal trattato bilaterale di estradizione”.
I sospettati di corruzione – si legge ancora nella nota – sarebbero stati coinvolti in schemi per pagare i funzionari del calcio – delegati della Fifa e altri funzionari di sotto-organizzazioni Fifa – per un totale di oltre 100 milioni di dollari Usa. In cambio si crede che abbiano ricevuto diritti di media, marketing e sponsor in relazione ai tornei di calcio in America Latina”. Secondo la richiesta Usa, spiega l’ufficio svizzero, questi reati sono stati ideati e preparati negli Stati Uniti e i pagamenti sono stati effettuati tramite banche Usa”. I dettagli dell’operazione saranno resi noti nelle prossime ore nel corso di una conferenza stampa a New York del ministro della giustizia Loretta Lynch e del capo dell’Fbi, James ComeyAd imprimere un’accelerazione alle indagini – spiegano i media Usa – la decisione dell’ex procuratore Michael Garcia che ha preso le distanze dalla Fifa dopo essere stato assunto dall’associazione per svolgere un’indagine interna. I vertici della Fifa hanno sempre respinto ogni addebito di corruzione, ma evidentemente questa non è stata la conclusione delle indagini.
L'hotel Baur au Lac di Zurigo

MEDICI VENDUTI: PAROLA DI MEDICO! - Franco Giusto


Medico: una professione meravigliosa. Ma per esserlo deve evolversi nella giusta direzione e cioè quella di imparare a riconoscere la vera natura della persona. Qualunque sia la specialità, dal medico di famiglia al neurochirurgo, il paziente deve essere considerato nella sua realtà fisica, mentale e spirituale, strettamente connesse fra loro e non solo in distretti corporei. Curare le malattie è indispensabile ma senza ridursi a sterili dispensatori di farmaci o atti chirurgici senza entrare in empatia col paziente. 
Non è facile questa evoluzione per il medico perché innanzitutto prevede quella di se stesso come persona. La presunzione di curare un paziente rendendolo solo un consumatore di farmaci porta all'insuccesso terapeutico. Non a caso la locuzione latina “medice cura te ipsum” consiglia al medico di imparare prima a curare e conoscere se stesso ( nel senso metaforico più globale ) per poi poter professare nel giusto modo nei confronti degli altri. Questo fa la differenza.
So che indubbiamente ci sono persone pronte a farmi l'elenco di medici che non vivono questa realtà.  Ho scritto come dovrebbe essere il vero medico sperando che qualche collega possa leggerlo e sapere se è d'accordo. Non che io sia migliore degli altri, per carità, abbiamo tutti bisogno di riconoscere e migliorare i propri  limiti, la nostra umanità, ma la professione che abbiamo scelto non può esimere da quanto scritto. Purtroppo l'università di medicina non  insegna nulla di tutto questo, anzi gli esempi  inducono solo nell'arrivismo, nella competizione, a considerare il paziente un mezzo per fare esperienza e denaro, molti medici non  vedono oltre la punta delle proprie scarpe. Tutto questo è vero. I livelli apicali nelle cliniche universitarie e negli ospedali sono al 99 per cento controllati dai partiti politici e dalla massoneria che vi pongono i propri adepti. Anche i medici più sani moralmente e inizialmente volenterosi, inseriti in questi ambienti sanitari così deteriorati, ne rimangono a loro spese coinvolti e sconvolti  perdendo per strada l'entusiasmo per la professione. Concorsi di cui si sa già all'inizio chi vincerà, corruzione da parte delle case farmaceutiche, problemi economici, mancanza di aggiornamento, caos organizzativi secondari ai tagli della sanità, e tanto altro inducono a svalorizzare i principi di questa professione, che dovrebbe essere al servizio della salute non solo fisica del paziente. Comunque, so per vissuto certo e conosco medici che ancora vivono appieno i sentimenti originali della professione, che pensano prima ai pazienti che a se stessi, medici che fanno volontariato di tasca propria, medici che hanno sani principi  e non un salvadanaio al posto del cuore. Ci sono, sono pochi, ma resistono. Anch'essi fanno parte di quella piccola porzione di umanità che va controcorrente e cerca di mantenere accesa la fiamma del bene per non finire inghiottiti nel buio totale di questo mondo.

Franco Giusto - medico chirurgo in pensione.


In un paese in degrado l'etica è negletta, e anche la professione delle professioni subisce danni irreparabili. Come giustamente lamenta il medico che ha scritto l'articolo, anche chi vorrebbe esercitare al meglio la professione viene fagocitato e accantonato dalla massa di rampanti arrivisti super raccomandati dalla politica. E i risultati si vedono e si toccano con mano. Per esperienza personale abbiamo dovuto consultare tre neurologi per scoprire che mia figlia non era affetta da epilessia, ma di un'anomalia cardiaca: il "forame ovale pervio" (PFO), curabile con un semplice intervento chirurgico. 
Cetta.

Nino Galloni a RAI1 il 15 maggio 2015.



Nino Galloni confuta con pochi semplici numeri l'ipotesi che l'Italia sia fuori dalla crisi e dalla recessione economica.

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Chiaramente, la notizia, tutta da verificare, è diramata in vista delle elezioni; ma sappiamo tutti che la crisi economica trae origini antiche: 
il primo 'errore madornale lo ha fatto il governo quando approvò e varò la legge sul lavoro a tempo determinato, la famigerata legge Biagi, fatta per agevolare i datori di lavoro e schiavizzare i lavoratori costringendoli ad accettare stipendi sempre più bassi.
L'altro errore, sempre commesso dal governo, fu quello di entrare a far parte della UE per cui si determinò una svalutazione della nostra moneta locale pari al 50%.
Naturalmente, la corruzione ha dato il colpo finale.

Cetta.

martedì 26 maggio 2015

Sicilia, caso Gettonopoli ad Aci Catena: i consiglieri hanno il dono dell’ubiquità. - Giuseppe Pipitone

Sicilia, caso Gettonopoli ad Aci Catena: i consiglieri hanno il dono dell’ubiquità

Soltanto tra il giugno del 2014 e il gennaio del 2015 i 20 consiglieri comunali del comune catanese sono riusciti a riunirsi 854 volte: una media di 4 commissioni consiliari al giorno, tutti i giorni, festivi compresi. Un esempio: il 15 gennaio, alle 15 e 30, il vice presidente della sesta commissione si trovava ad intervenire sia su un atto d'indirizzo per la riduzione del canone dell'acqua potabile, mentre la sua presenza viene registrata negli stessi minuti anche nella terza commissione.

In sette mesi hanno speso quasi 160 mila euro per le riunioni del consiglio comunale e a volte riuscivano ad essere presenti in più commissioni diverse nello stesso momento, grazie ad un soprannaturale dono dell’ubiquità: il gettone di presenza da 51,33 euro, però, era naturalissimo e ovviamente doppio. L’ultima Gettonopoli di Sicilia esplode ad Aci Catena, provincia di Catania, nella stessa zona che fece da cornice ai Malavoglia di Giovanni Verga. La voglia di lavorare, invece, non sembra mancare ai venti consiglieri comunali del comune catanese che soltanto tra il giugno del 2014 e il gennaio del 2015 sono riusciti a riunirsi 854 volte: una media di 4 commissioni consiliari al giorno, tutti i giorni, festivi compresi, talmente alta da far impallidire le 1.133 riunioni convocate nel municipio d’Agrigento in un anno, il primo a meritarsi l’appellativo di Gettonopoli di Sicilia.
All’ombra della Valle dei Templi, però, la media di tre commissioni consiliari al giorno aveva fatto scattare le indagini della guardia di Finanza: una fattispecie che difficilmente si verificherà ad Aci Catena. Il motivo? Il regolamento comunale di Aci Catena non specifica il numero massimo delle commissioni che i consiglieri possono fissare e nemmeno la durata minima di ogni riunione utile per fare scattare il gettone. Capita quindi che due diverse commissioni si riuniscano per ben 40 volte con l’obbiettivo di stilare il regolamento della Consulta Giovanile: un atto che sarà evidentemente complicatissimo da stilare, dato che ad oggi non ha ancora visto la luce.
In più ad Aci Catena esistono ben 9 commissioni diverse: questo vuol dire che tra i venti consiglieri comunali c’è anche chi somma fino 6 incarichi contemporaneamente. Cosa succede se due commissioni sono convocate nello stesso giorno alla stessa ora? Logica vuole che il consigliere comunale scelga a quale commissione partecipare, assentandosi dalle altre. La logica, però, non ha nella Sicilia una delle sua sedi di riferimento: e ad Aci Catena capita anche che qualche consigliere sia evidentemente dotato del dono dell’ubiquità. Non si spiega altrimenti come mai il 15 gennaio scorso, alle 15 e 30, solo per citare un esempio, il vice presidente della sesta commissione (Territorio, Cimitero, Sanità, Protezione Civile) si trovi nello stesso momento ad intervenire sia su un atto d’indirizzo per la riduzione del canone dell’acqua potabile, mentre la sua presenza viene registrata anche nella terza commissione, dove si discute di modifiche dello statuto comunale: entrambe le sedute finiranno tra le 18 e 40 e le 18 e 50, eppure secondo i verbali – che IlFattoQuotidiano.it ha consultato – il medesimo consigliere è presente in entrambe le riunioni.
“Evidentemente ad Aci Catena il dono dell’ubiquità esiste: più consiglieri erano presenti nello stesso giorno ed allo stesso orario in commissioni diverse”, commenta Angela Foti, deputata regionale del Movimento Cinque Stelle, che da mesi porta avanti la campagna contro le Gettonopoli di Sicilia. Il movimento di Grillo vorrebbe tagliare i gettoni di presenza e il numero delle commissioni nei consigli comunali, e un disegno di legge sulla materia è fermo da mesi all’Assemblea regionale Siciliana. Si tratta di una norma che cancellerebbe 1.482 posti da assessori e consiglieri comunali, per un risparmio totale di 48 milioni di euro: doveva essere approvata insieme alla legge Finanziaria, ma è stata stralciata.
Finita all’ordine del giorno del 19 maggio, ha subito un altro rinvio, dato che l’aula del parlamento regionale quel giorno era semi deserta: dopo la pausa dovuta alle elezioni amministrative, quindi, la legge anti Gettonopoli tornerà a Sala d’Ercole il 9 giugno. E nonostante manchino ancora ben due settimane per discutere dei tagli ai consigli comunali, il ddl continua ad essere detonatore di polemiche. “Non enfatizziamo la questione delle indennità agli amministratori locali, magari qualcuno dirà che sono difensore della Casta. Ma se io difendo i consiglieri comunali, ad esempio, di Castel di Lucio, in provincia di Messina, che guadagnano meno di 200 euro l’anno, allora sì, difendo questa Casta”, era stato, qualche giorno fa, il commento del presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone. Per la cronaca Castel di Lucio conta 1.300 abitanti, elegge 12 consiglieri, un sindaco e 4 assessori: in pratica un amministratore ogni 70 persone.

lunedì 25 maggio 2015

IL FIGLIO DI OCCHETTO? GUARDA COME SE LA SCIALA COL VITALIZIO DI PAPA': ALLA FACCIA DEI VERI DISOCCUPATI.



Malcolm Occhetto, 45 anni, nato il 04 ottobre 1970, professione "figlio del vitalizio", in attesa del reddito di cittadinanza.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10152949022428505&set=a.435250403504.202169.535563504&type=1&theater

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http://www.grandecocomero.com/occhetto-figlio-malcolm-vitalizio-barca-timone/

Truffa sui soldi per i migranti, indagato il responsabile della Caritas Campania.

Truffa sui soldi per i migranti, indagato il responsabile della Caritas Campania

Sabato a Napoli era stato arrestato il responsabile di una onlus accusato di aver intascato parte dei soldi destinati all'assistenza per gli stranieri arrivati in Italia e ospitati in alcune strutture. L'avvocato di don Vincenzo Federico però respinge tutte le contestazioni: "Accusa dir poco surreale".

Rischia di allargarsi l’inchiesta di Napoli che ieri ha svelato come i soldi destinati per l’assistenza ai migranti fossero utilizzati dal responsabile di una onlus in acquisiti personali tra cui due immobili. Dal capoluogo partenopeo arriva anche la notizia che finivano a responsabili e collaboratori della Caritas parte dei soldi lucrati sugli aiuti ai migranti.
Allo stato si tratta di una ipotesi sulla quale stanno lavorando i magistrati della Procura di Napoli, titolari dell’inchiesta che ieri ha portato all’arresto di Alfonso De Martino, il presidente dell’associazione “Un’Ala di riserva”, accusato di essersi appropriato di oltre un milione di euro, investiti in acquisto di case e schede telefoniche, e della compagna, Rosa Carnevale, per cui il gip ha disposto gli arresti domiciliari. Oltre ai due funzionari della Protezione civile sono finiti nel registro degli indagati anche due esponenti campani della Caritas, compreso don Vincenzo Federico, responsabile della Caritas Campania.
Il procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli e i sostituti Raffaello Falcone e Ida Frongillo affermano che è “verosimile” un coinvolgimento della Caritas di Teggiano Policastro, in provincia di Salerno, che gestisce quattro strutture dove negli ultimi anni sono stati ospitati migliaia di immigrati, provenienti soprattutto dal Nord Africa come quelli accolti nei centri della onlus di De Martino.
L’ipotesi investigativa si fonda sul presunto traffico di pocket money (le piccole somme di denaro, 2,5 euro al giorno a ciascun migrante): De Martino si sarebbe impossessato di tali somme acquistando schede telefoniche presso la rivendita di cui è titolare la sua compagna (ben 582.248 pocket money, sottolineano gli inquirenti). Parte di questi ticket provengono – spiegano gli investigatori – dalle strutture gestite dalla Caritas di Teggiano.
Questo capitolo dell’inchiesta ha origine da alcune dichiarazioni rese ai pm dallo stesso De Martino nel gennaio scorso. Racconta De Martino di aver conosciuto, in ragione dell’attività nel campo della solidarietà, i responsabili di vari centri, tra i quali Fiore Marotta, collaboratore della Caritas di Teggiano, “riconducibile al responsabile della Caritas Campania don Vincenzo Federico”. “Fui io – dice De Martino – a proporre a Fiore Marotta di far convergere sulla mia edicola, qualora ne ravvisasse l’esigenza, i ticket che venivano riconosciuti ai loro ospiti in forza del contratto stipulato con la Regione Campania. I buoni sociali, anche se potevano essere spesi per l’acquisto di altri beni, venivano utilizzati dagli ospiti immigrati quasi totalmente per l’acquisto di ricariche telefoniche del valore di cinque euro. Spiegai a Marotta che la nostra edicola aveva la convenzione per il cambio, e il cambio da noi praticato era più favorevole per gli immigrati”. Sabato, nell’ambito di questa indagine, la sede della Caritas di Teggiano è stata perquisita dai finanzieri. I responsabili della Caritas risulterebbero indagati per peculato.
Parla di “accusa a dir poco surreale“, l’avvocato Renivaldo Lagreca, legale di don Federico. “Non è contestata la mancata consegna dei ticket money agli immigrati – spiega il legale – ma la spendita dei ticket in schede telefoniche. Ora dopo aver precisato l’ovvio, e cioè che non siamo titolari di compagnie telefoniche, sarà assai agevole verificare che nessuna ricarica ha interessato la Caritas di Teggiano-Policastro”.  Gli inquirenti evidenziano la distanza tra l’immagine pubblica di De Martino e quella, ritenuta invece autentica, di persona invischiata in vari traffici. Lui si descrive come “una persona votata al sociale e ad aiutare le persone più deboli”.

venerdì 22 maggio 2015

Il grillino che salta dal Parlamento alla startup. - Luciana Maci



Luca Carabetta, ingegnere, 23 anni, è il collaboratore parlamentare di Ivan Della Valle (Movimento 5 Stelle) che ha contribuito a scrivere alcune norme dell'Investment Compact. E ora lancia una società per sviluppare un dispositivo cerca-oggetti, Trivo, che ha appena debuttato sulla piattaforma di crowdfunding Indiegogo. 


Dopo aver contribuito a estendere la vita delle startup innovative da quattro a cinque anni e dato la possibilità agli startupper di evitare il ricorso al notaio per la costituzione della società, ora lancia lui stesso una startup, Trivo, che ha appena debuttato sulla piattaforma di crowdfunding Indiegogo. Tutto questo in soli 23 anni di vita. Lui si chiama Luca Carabetta, è torinese, diplomato in Informatica, laureato in Ingegneria energetica e da marzo 2013 collaboratore parlamentare del deputato del Movimento Cinque Stelle Ivan Della Valle.
È in questo ruolo che ha lavorato dietro le quinte alla preparazione degli emendamenti presentati dal parlamentare all’Investment Compact, la legge approvata a marzo che ha introdotto la nuova categoria delle pmi innovative, ma che prevede anche novità per l’ecosistema delle startup. In particolare erano a firma di Della Valle tre emendamenti-chiave presentati insieme ad altri e successivamente approvati: uno per garantire le agevolazioni alle startup innovative fino a 5 anni di vita; un altro per consentire la costituzione di startup attraverso la firma digitale in alternativa al ricorso al notaio, norma che ha suscitato le proteste dei notai e di cui ora si attende il decreto attuativo; e infine un emendamento per aprire un mega-portale con tutti i bandi per le startup. Misure di cui potrebbe usufruire anche la startup di cui Carabetta è founder e Ceo, nata all’inizio di quest’anno per sviluppare e commercializzare un dispositivo in grado di rintracciare persone, animali e oggetti che sono stati smarriti attraverso un modulo bluetooth adatto per “setacciare” gli spazi chiusi, e un GPS, per esplorare ogni parte del globo.
“Io e altri sei ragazzi torinesi – racconta Carabetta EconomyUp – ci siamo incontrati e abbiamo deciso di creare qualcosa dal nulla, con la convinzione che in Italia si possa ancora fare qualcosa di buono, che qui ci siano ancora concrete possibilità per i giovani”.  Il suo percorso di vita ne è già testimonianza: a un’età in cui molti suoi coetanei si affannano dietro agli esami da dare all’Università lui ha contribuito a scrivere una legge. Del resto negli anni precedenti si è impegnato e, va detto, ha anche preso il treno giusto, quello di un movimento politico appena nato e quindi più aperto ai neofiti rispetto forse ad altri partiti più radicati e storici.  
Diplomato in informatica, Carabetta ha lavorato per qualche anno come consulente informatico. A 18 anni ha cominciato a frequentare i comitati locali No Tav, che si oppongono alla costruzione della linea ferroviaria Torino-Lione, fornendo loro consulenza informatica gratuita. Nel movimento No Tav c’era anche Della Valle, di cui sarebbe diventato collaboratore parlamentare.
“Ho iniziato a partecipare a eventi e convegni – dice a EconomyUp - e mi sono appassionato ai temi ambientali ed energetici. Così ho deciso di iscrivermi a Ingegneria energetica al Politecnico di Torino, continuando però a lavorare”. In quel periodo faceva tre cose: il consulente, lo studente e il militante. Nel 2009 nasce il Movimento 5 stelle, nel 2010 i grillini si presentano alle elezioni regionali e in Piemonte vengono eletti due consiglieri. Carabetta è lì a dare una mano, sempre a titolo gratuito.  È così, frequentando e aiutando il Movimento, che nel 2013 gli viene chiesto di dare l’“ennesima” mano, stavolta però in Parlamento e sotto contratto. “Ho dovuto interrompere l’attività di consulente informatico, anche se con quella guadagnavo di più" sottolinea.
Con Della ValleCarabetta è il referente dei grillini in parlamento per le startup. E adesso è anche uno startupper a tutti gli effetti. “In questi mesi - spiega - abbiamo definito le specifiche del nostro dispositivo con due società di Roma, Genesi Elettronica e PWM Semiconductors. Ora puntiamo a sviluppare il prototipo definitivo, per questo abbiamo deciso di utilizzare il crowdfunding, chiedendo 100mila euro su Indiegogo: questa modalità di raccolta fondi consente ai clienti interessati di prenotare Trivo con qualche mese di anticipo, dandoci così la possibilità di strutturare l'impresa e avviare la produzione. È un modo per aiutare dei giovani a partire con un'impresa”.