Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
lunedì 14 settembre 2015
Le parcelle, le accuse, l'inchiesta. La galassia dei beni confiscati. - Riccardo Lo Verso
Amministratori giudiziari, consulenti a vario titolo, periti, commissari liquidatori, presidenti e consiglieri di amministrazione: nomine che si basano sul rapporto di stima e di conoscenza fra chi sceglie e chi viene scelto. La giustizia è una grande occasione di lavoro.
PALERMO - La parola d'ordine è fiducia. Perché fiduciari sono gli incarichi che ruotano attorno alla gestione dei beni sequestrati e confiscati alla mafia. Amministratori giudiziari, consulenti a vario titolo, periti, commissari liquidatori, presidenti e consiglieri di amministrazione: una galassia di nomine che si basa sul rapporto di stima e di conoscenza fra chi sceglie e chi viene scelto. Nomine giudiziarie e nomine "politiche". Senza contare gli incarichi - anch'essi fiduciari - assegnati dai pubblici ministeri, le consulenze tecniche disposte dai Tribunali in sede penale o civile e gli incarichi conferiti ai curatori dei fallimenti. La giustizia è una grande occasione di lavoro e guadagni, ma questa è un'altra storia.
In mancanza di un apposito albo dei professionisti da cui attingere la gestione dei beni strappati ai boss può reggersi sulla sola fiducia oppure, come in molti denunciano, ha finito per dare vita a dei centri di potere? È innegabile: l'esigenza di combattere la mafia colpendo i patrimoni dei boss è diventata una enorme macchina economica che va gestita a suon di incarichi. Quasi 10.500 immobili, circa 4.000 beni mobili e oltre 1.500 aziende che valgono 30 miliardi di euro e che generano incarichi, polemiche e, da qualche giorno, anche inchieste giudiziarie. Un patrimonio sterminato. Basti pensare che per la promozione della legalità e l'uso sociale dei beni confiscati alle mafie è nata una associazione non governativa, Libera, oggi alla testa di un coordinamento di oltre 1500 tra associazioni e gruppi, che gestisce 1.400 ettari di terreni, dà lavoro a 126 persone e muove un fatturato che nel 2013 ha sfiorato i sei milioni di euro.
Un terremoto si è abbattuto da giorni sul Palazzo di giustizia di Palermo dove la presidente della Sezione misure di prevenzione Silvana Saguto ha lasciato l'incarico dopo essere finita nel registro degli indagati assieme al più noto degli amministratori giudiziari, Gaetano Cappellano Seminara. Quest'ultimo avrebbe affidato incarichi al marito del magistrato in una partita di giro, sporca e presunta. Nell'indagine sono coinvolti anche altri tre magistrati palermitani.
Di incarichi, parcelle d'oro, chiacchieratissimi conflitti di interessi e ragioni di opportunità si parla da tempo. Ora la questione si sposta sul piano penale, sfociando in un'inchiesta che ipotizza gravissimi reati: corruzione, induzione alla concussione e abuso d'ufficio. Trovare le prove è compito della Procura di Caltanissetta che da giorni cerca negli uffici del Tribunale i riscontri alle “ipotesi di corruttela”. L'inchiesta alimenta il tema della trasparenza nell'assegnazione degli incarichi. E si ritorna all'interrogativo iniziale: la scelta di chi deve gestire i beni può basarsi sul solo rapporto di fiducia fra chi assegna gli incarichi e chi li riceve? La fiducia può sgombrare il campo dai dubbi su alcune nomine? Da anni si parla di riforma del codice antimafia nella parte che riguarda i beni confiscati. Si avverte, dunque, la necessità di rivedere un sistema che rappresenta la più grande holding economica del Paese. Tra i fattori da risolvere in fretta, secondo il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, ci sono “l'eccessiva lunghezza dei tempi del processo di prevenzione e la mancata attuazione dell'albo degli amministratori giudiziari che impone criteri di rotazione, il divieto di cumulo degli incarichi, e una maggiore trasparenza nel conferimento degli incarichi".
Gli stessi incarichi che non convincevano il prefetto Giuseppe Caruso, fino al 2014 direttore dell'Agenzia nazionale dei beni confiscati: troppi affidamenti concentrati in poche mani. Concetto che ha ribadito in queste ore. Per la verità, negli ultimi tempi, le cose sono cambiate con i sequestri assegnati ad una cinquantina di nomi nuovi, fra avvocati e commercialisti. Caruso, due anni fa, puntò il dito contro Cappellano Seminara per il fatto che avesse incassato una parcella milionaria per la lunghissima amministrazione giudiziaria del patrimonio del costruttore Vincenzo Piazza e nel contempo pure i 150 mila euro come presidente del consiglio di amministrazione della Immobiliare Strasburgo dello stesso Piazza. A Caruso, ironia della sorte, la commissione parlamentare antimafia, chiese chiarimenti sulla nomina del "successore" di Cappellano Seminara, l'avvocato Andrea Gemma, da lui chiamato ad amministrare il patrimonio di Piazza una volta confiscato definitivamente e per questo passato sotto la competenza dell'Agenzia. Perché ad un certo punto la gestione dei patrimoni strappati ai boss passa di mano dalla magistratura alla politica, dai Tribunali all'ente del ministero dell'Interno. Sulla scelta di Gemma aveva pesato la sua vicinanza con il ministro Angelino Alfano? "Gemma - spiegò Caruso - è stato segnalato in sede di consiglio direttivo come persona che aveva già risolto il problema Valtur”. Già, la Valtur di cui Gemma, già consulente in passato di Alfano quando era ministro della Giustizia, è stato uno dei tre commissari straordinari scelti dal dicastero dello Sviluppo economico con l'obiettivo di mettere a posto i conti disastrati del gruppo turistico ormai in stato di insolvenza. In precedenza Gemma era stato nominato anche liquidatore di un'importante gruppo assicurativo e infine anche all'Eni.
Fiducia, sempre fiducia: un criterio, abbinato alle presupposte e necessarie capacità, che deve servire a blindare i beni ed evitare che tornino nelle mani sbagliate, ma che finisce per alimentare sospetti e veleni. Che non hanno risparmiato, ad esempio, la scelta della Saguto di affidare a Walter Virga la gestione di due tra i più importanti sequestri eseguiti in città negli ultimi anni. Quelli che hanno colpito i beni della famiglia Rappa (compresi una concessionaria di auto di lusso e l'emittente televisiva Trm) e la catena dei negozi Bagagli. Virga, il cui nome rispondeva nella logica di chi lo scelto alla volontà di trovare nuove figure, è un giovane avvocato, ma anche figlio di Tommaso, pure lui magistrato. E al Palazzo si mugugnava. Oggi si scopre, nella stessa inchiesta che ha coinvolto la Saguto, che l'incarico assegnato al figlio - questa è l'ipotesi - sarebbe un riconoscimento nei confronti del padre che aveva aiutato la Saguto durante un procedimento davanti al Csm, di cui Tommaso Virga è stato consigliere togato.
I beni confiscati sono un approdo per tanti ex. Ex magistrato, per l'esattezza ex procuratore generale a Messina, è Luigi Croce scelto dall'Agenzia dei beni confiscati come consigliere delegato di Villa Santa Teresa, la casa di cura bagherese confiscata all'ingegnere Michele Aiello, ex re della sanità privata siciliana, condannato per associazione mafiosa. Il consiglio di amministrazione è presieduto da un altro ex, il prefetto Giosuè Marino, per un periodo assessore regionale. Uomini delle istituzioni al di sopra di ogni sospetto che, però, non sono rimasti immuni dal brusio dei corridoi del palazzo. Eppure, dicono in tanti, basterebbe una riforma che facesse davvero un'operazione di trasparenza affinché la fiducia non finisse per apparire o, nella peggiore delle ipotesi, qualora la recente inchiesta approdasse ad un giudizio di colpevolezza, addirittura essere un separé per evitare gli occhi indiscreti.
http://livesicilia.it/2015/09/13/le-parcelle-le-accuse-linchiesta-ecco-la-galassia-dei-beni-confiscati_662498/
Leggi anche:
http://livesicilia.it/2015/09/13/linchiesta-sulla-gestione-dei-beni-confiscati-scatta-lindagine-del-csm_662793/
http://livesicilia.it/2015/09/12/beni-confiscati-terremoto-al-tribunale-indagati-altri-tre-magistrati_662606/
http://livesicilia.it/2015/09/12/le-dimissioni-e-linchiesta-che-si-allarga-beni-confiscati-ora-il-palazzo-trema_662532/
Mai più bollette: arriva la scatola che permette di vivere gratis.
Vuoi eliminare per sempre contratti e bollette? Con Off Grid Box non c'è bisogno di allacci e non si inquina: ecco il primo sistema che rende indipendente qualsiasi casa.
"Zero allacci, zero inquinamento, soddisfazione infinita": si legge sul sito di Off Grid Box, la prima scatola domestica capace di rendere indipendente da allacci e bollette qualsiasi abitazione. Niente più contratti per la luce, acqua, rifiuti o gas, vivere senza bollette, in autonomia totale, può sembrare un'utopia, ma con Off Grid Box è realtà. Da oggi è possibile vivere completamente gratis con Off Grid Box, un dispositivo di ultima generazione ideato dalla Fabbrica del Sole di Arezzo e presentato in tutta la sua efficienza ad Expo Milano 2015, in collaborazione con Oxfam, fino al 6 settembre 2015 in Cascina Triulza.
in foto: Off Grid Box in sostegno di oltre 2 mila abitanti delle Filippine colpiti dal passaggio del tifone Hayan del 2013
Che cos'è Off Grid Box?
Il modulo brevettato dalla Fabbrica del Sole è un dispositivo costituito da un piccolo container che può rendere indipendente qualsiasi unità abitativa. Off Grid Box è un modulo di autosufficenza in grado di produrre energia elettrica, raccogliere e trattare l’acqua piovana per usi domestici e l’irrigazione, produrre acqua calda sanitaria, riscaldare l'aria e altre numerose funzioni.
Come funziona Off Grid Box?
Il dispositivo Off-grid, che significa "disconnesso dalle reti", contiene al suo interno un pacchetto di pannelli solari fotovoltaici che si estraggono e si montano sul tetto del container per produrre energia. "L’Off Grid Box ci permette di produrne fino a 20 kWp, stoccarla in sicurezza in robusti accumulatori e convertirla in corrente alternata da usare proprio come quella della rete elettrica ma gratis!", spiegano gli ideatori di questo rivoluzionario dispositivo. "Il tetto fotovoltaico convoglia l’acqua piovana con una grondaia nella cisterna interna da 1500 litri. Una pompa ad alta efficienza con dei filtri meccanici ed UV (Ultra-Violetto) la debatterizzano per poterla usare in casa, nel giardino o nell’orto". E se ci si trova in posti dove non c'è molto sole, Off Grid Box è capace di usare anche la potenza del vento grazie ad una turbina che produce energia necessaria per rendere autosufficiente ogni abitazione.
Quanto spazio occupa Off Grid Box?
Il modulo ideato è un piccolo container di 2 metri di altezza per 2 metri di larghezza e 2 di lunghezza. È stato scelto un container per contenere tutto il necessario perché facilmente reperibile, robusto, facile da trasportare e costituisce un’ottima base per creare un locale tecnico aggiuntivo; si può anche parzialmente interrare, colorare o rivestire di legname e verde rampicante. Può essere installato fuori la propria abitazione singola da staccare da qualsiasi allaccio, o in un cortile di un palazzo, semmai a gruppi di moduli, per rendere autosufficiente anche un condominio.
Quanto costa Off Grid Box?
Il piccolo container di autosufficienza parte da un modello base di 15000 euro fino ai 30000 euro per il modello full optional che comprende anche un sistema di connessione internet e la caldaia a pellet o a legna in base al luogo di installazione dell'Off Grid Box. Una spesa iniziale impegnativa ma che vi permetterà di vivere completamente gratis in futuro. E in Italia il costo è finanziato al 100% determinando un risparmio netto dal primo giorno di utilizzo.
Come usare Off Grid Box?
Off Grid Box consente di eliminare per sempre contratti e bollette perché alimentato solo da pioggia, vento e sole, protegge l'ambiente perché usa fonti di energia rinnovabile e quindi ha un impatto zero sull'ecosistema; è perfetto per chi ha una casa indipendente e un piccolo spazio esterno in cui collocare il dispositivo, ma anche per chi vive in condominio. Off Grid Box può essere inoltre usato in caso di emergenze e crisi come è stato fatto nel nord della regione filippina del Cebu, duramente colpita dal passaggio del tifone Hayan nel 2013. Off Grid Box è stato usato per far fronte alle necessità primarie di una popolazione, come quella delle Filippine, rimasta del tutto priva di beni e servizi essenziali: oltre a fornire energia elettrica, Off Grid Box è stato utilizzato per produrre 6.000 litri d’acqua al giorno grazie anche ad un dissalatore ad osmosi inversa, completamente autosufficiente, contenuto all’interno del dispositivo, che rende l’acqua di mare potabile. Oltre 2.000 persone oggi nelle Filippine si servono dell’acqua e dell’energia fornite dai tre dispositivi Off Grid installati, gratuitamente e senza alcun impatto sull’ambiente. Dalle Filippine a Milano, passando per Arezzo, il lavoro realizzato a fianco della popolazione delle Filippine grazie all’Off Grid Box, e tutte le sue rivoluzionarie possibilità, è presentato in questi giorni ad Expo Milano 2015 fino al 6 settembre.
Il futuro è Off-Grid.
http://design.fanpage.it/mai-piu-bollette-off-grid-box-la-scatola-che-permette-di-vivere-gratis/
Leggi anche: http://www.greenme.it/abitare/risparmio-energetico/15742-off-grid-tesla-batteria-autoconsumo
Pausa superata.
Dopo una pausa dovuta ad un intervento chirurgico di colecistectomia laparoscopica (e nausea da politica), rieccomi più pimpante di prima.
Le nuove tecniche chirurgiche sono favolose: oggi ricoverata, l'indomani dimessa.
Favolose perchè non danno neanche il tempo di pensare: dopo aver ottemperato in precedenza ad una serie di esami, ti danno appuntamento ad una certa ora di un certo giorno, durante il quale dopo la dovuta preparazione all'intervento, ti operano; l'indomani dopo aver controllato ogni tua reazione, prima ancora delle 24 ore dall'intervento, ti dimettono.
Qui un link che spiega tutta la procedura:
http://www.my-personaltrainer.it/fegato/colecistectomia.html
Io ho avuto la fortuna di essere operata dallo staff di chirurgia generale dell'Ospedale Ingrassia, tutto ha funzionato alla perfezione in quanto a competenza, professionalità, igiene e gentilezza, ad esso va il mio sentito grazie.
Cetta.
PS. a chi interessa: http://scienzaesalute.blogosfere.it/post/494512/la-dieta-post-colecistectomia-e-quali-alimenti-evitare-per-stare-meglio
lunedì 7 settembre 2015
Spettacolare tempesta di alghe nel Mar Baltico: le foto mozzafiato dallo Spazio.
ROMA - La calda estate record del 2015 ha avuto conseguenze non solo sulla terra ma anche nel mare.
Il caldo eccezionale ha fatto proliferare le alghe azzurre (o cianobatteri) nel Mar Baltico, evento reso spettacolare dalle vorticose correnti oceaniche che hanno scatenato una vera e propria tempesta viridescente.Le foto spettacolari sono state riprese dallo spazio dal satellite dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) Sentinel-2A, lanciato il 23 giugno scorso.
(CLICCA QUI PER APPROFONDIRE)
L'immagine qui sopra, "Occhio di una tempesta di alghe" è stata catturata nel Mar Baltico il 7 agosto.
Con una risoluzione spaziale di soli 10 metri, le increspature e le onde verdeggianti vengono acquisite in minimo dettaglio.
In alto al centro dell'immagine, si può anche osservare la scia di una nave che fende le acque cariche di cianobatteri.
La tempesta di alghe ha regalato delle immagini suggestive, ma in realtà è pericoloosa per l'ambiente marino.
I cianobatteri producono un' inquinamento tossico e si nutrono di tutto l'ossigeno nell'acqua, soffocando le altre forme di vita marine.
Ecco perché oggi abbiamo una zona morta di 11.000 km quadrati nel Golfo del Messico.
Sono molti i fattori responsabili della fioritura "algosa".
I cianobatteri hanno qualità simili alle alghe e prosperano nel fosforo delle acque.
L'alta temperatura dell'acqua, il mare calmo e un clima soleggiato spesso portano a grandi fioriture come la corrente tempesta del Mar Baltico.
Stonehenge, scoperto un altro centro cerimoniale sotterraneo. Potrebbe essere ancora più antico.
Il sito è pochi metri sotto il complesso di Durrington Walls, vicino allo storico simbolo del celtismo. "Questo cambia tutta la nostra conoscenza archeologica dell'Europa preistorica".
Stonehenge, il sito neolitico usato dai druidi per i riti celtici vicino ad Amesbury nello Wiltshire, in Inghilterra, ha un “nuovo” rivale. A circa tre chilometri, in una località chiamata Durrington Walls, è stato scoperto un altro centro cerimoniale risalente all’età della pietra. I monoliti, risalenti a circa 4.600 anni fa, sono stati individuati con tecniche radar e non sono ancora stati dissotterrati.
La scoperta è stata annunciata al British Science Festival dell’Università di Bredford dal professor Vince Gaffney, capo della squadra di esperti che ha lavorato alla ricerca. Pochi metri sotto Durrington Walls si trovano oltre 90 megaliti la cui altezza doveva essere circa quattro metri e mezzo e che componevano una sorta di arena a forma di C. Il complesso di Durrington Walls, che misura più di 1,5 km di circonferenza ed è circondato da un fosso profondo circa 17,6 m, secondo alcuni archeologi era complementare a Stonehenge, secondo altri, trai due, non c’era nessun collegamento.
La nuova struttura è stata individuata dallo Stonehenge Hidden Landscapes Project, realizzato dall’Università di Birmingham e dal dipartimento di prospezione archeologica e archeologia virtuale dell’Istituto Ludwig Boltzmann. I monoliti sono stati scoperti dal team utilizzando tecniche non invasive come i radar trainati da quad.
Gli studi dell’area intorno a Stonehenge in passato avevano portato gli archeologi a credere che solo questo sito avesse delle strutture di pietra “studiate”. Ma la storia potrebbe dover essere riscritta: ora ci sono le prove di una precedente fase di Durrington Walls che include la nascita dei monoliti appena scoperti. Anche la loro conservazione è unica ed eccezionale nell’archeologia britannica.
“Questa scoperta ha implicazioni significative per la nostra conoscenza di Stonehenge e la sua conformazione territoriale – spiega Gaffney – le prove non solo dimostrano un’inaspettata fase dell’architettura monumentale dell’Europa preistorica, ma il sito potrebbe essere contemporaneo a Stonehenge, se non precedente. Siamo davanti ad uno dei più grandi monumenti di pietra d’Europa. E’ davvero notevole, non pensiamo ci sia nulla di simile in nessun’altra parte del mondo”.
domenica 6 settembre 2015
Treni sulle ali del vento: presto sarà attiva in Olanda la prima ferrovia a energia eolica.
Il progetto "verde" verrà completato entro il 2018 grazie a impianti locali, belgi e scandinavi che forniranno al sistema ferroviario 1,4TWh di elettricità.
L'Olanda si prepara a realizzare un nuovo ambizioso progetto nel settore delle rinnovabili: attivare entro il 2018 la prima rete ferroviaria alimentata esclusivamente da energia eolica. L'elettricità prodotta dal vento arriverà da impianti olandesi, ma anche dal Belgio e dai Paesi scandinavi. Gli impianti eolici tuttora attivi forniscono già la metà dell'energia richiesta dalla rete ferroviaria elettrica che ogni giorno viene utilizzata da 1,2 milioni di passeggeri.
L'accordo che porterà alla messa a punto del progetto è stato siglato nei giorni scorsi dalla compagnia energetica olandese Eneco e dalla cooperativa Vivens. Ma questo non è certo l'unico esempio di investimento nel settore delle rinnovabili per i Paesi Bassi. Recentemente, infatti, Rotterdam ha annunciato di voler costruire strade di plastica riciclata e un "mulino a vento" di ultima generazione per alimentare il porto. L'anno scorso a Krommenie è stata invece inaugurata la prima pista ciclabile solare.
Secondo Michel Kerkhof, account manager di Eneco, questa soluzione potrebbe rivoluzionare l'impiego di energie rinnovabili nel settore ferroviario e in altre industrie primarie. "I trasporti - spiega - sono responsabili del 20% delle emissioni di CO2 in Olanda". Gli impianti eolici forniranno al sistema ferroviario 1,4TWh di elettricità - cioè 1,4 bilioni di wattora, l'equivalente di quanto consumato dalle abitazioni della sola Amsterdam.
Secondo Michel Kerkhof, account manager di Eneco, questa soluzione potrebbe rivoluzionare l'impiego di energie rinnovabili nel settore ferroviario e in altre industrie primarie. "I trasporti - spiega - sono responsabili del 20% delle emissioni di CO2 in Olanda". Gli impianti eolici forniranno al sistema ferroviario 1,4TWh di elettricità - cioè 1,4 bilioni di wattora, l'equivalente di quanto consumato dalle abitazioni della sola Amsterdam.
sabato 5 settembre 2015
LA DISTRUZIONE DEL TEMPIO DI BAAL A PALMIRA: UNA LETTURA GEOPOLITICA. - Piotr
Quando visitai il tempio di Baal a Palmira rimasi affascinato e commosso.
Era l'anno prima dell'inizio della cosiddetta (dai nostri media e intellettuali) "rivolta anti Assad", ovvero l'attacco imperiale con mercenari tagliagole alla Siria.
E tagliagole lo sono. L'ultima gola tagliata è stata quella di Khaled al-Asaad, ottuagenario direttore dei siti archeologici di Palmira.
Dopo la sua decapitazione l'ISIS ha distrutto il tempio di Baal. Me lo aspettavo da tempo. Lo hanno fatto ieri.
Chi non lo ha già visto non lo vedrà mai più.
Non è solo fanatismo. Si usa il fanatismo per uno scopo preciso: fare della storia di una nazione, della sua cultura, un ammasso di macerie.
Letteralmente.
L'impero in difficoltà, e pertanto pericolosissimo, non vuole davanti a sé nazioni, civiltà, società strutturate e potenzialmente solidali (e qui i devoti della religione laicista, quella del genitore 1 e genitore 2, devono riflettere molto). Sono di ostacolo, anche quando non sono direttamente "competitor". Perché coi competitor possono allearsi o anche solo rimanere neutrali e quindi ostacolare le manovre imperiali di aggiramento, avvolgimento, conquista e minaccia.
Così le civiltà devono essere ridotte a macerie e con esse la bellezza dei loro lasciti.
Se si guardano i tempi storici si vedrà che in Occidente si era appena fatto in tempo ad arrivare al concetto di "patrimonio dell'umanità" che quel patrimonio è incominciato ad essere sistematicamente distrutto.
Tra un po' il nome di Gertrude Bell diverrà familiare, per via di un film, "La regina del deserto", che Werner Herzog ha appena fatto, con protagonista Nicole Kidman.
Gertrude Bell era una dottissima spia inglese dell'Oriental Office, collega di Lawrence d'Arabia durante la I Guerra Mondiale e gli anni successivi.
Ebbene, l'agente inglese Gertrude Bell oltre all'Iraq, fondò anche il museo di Baghdad. In altri termini, l'impero inglese, pur tombarolo e narcotrafficante (guerre dell'oppio), fondò l'Iraq e il Museo Nazionale Iracheno.
Qualche decennio dopo, un altro impero, quello statunitense, scagliò le sue truppe contro la nazione fondata dagli Inglesi e con l'aiuto di esperti al proprio seguito depredò quel museo. Come si sa, alla notizia della prossima invasione la ricca committenza aveva stilato una lista di tesori di ogni tipo da trafugare. Così gli Stati Uniti oltre che narcotrafficanti (Afghanistan e Colombia) si sono dimostrati anche feroci tombaroli, peggiori dell'impero precedente.
Insomma, le crisi sistemiche scatenano guerre. E' sempre stato così. Ma queste, come le potenze che le scatenano, non sono sempre uguali. C'è una marcia verso il peggio e per un motivo preciso. Perché le crisi sono sempre più lunghe, i periodi di sviluppo sempre più brevi e gli ostacoli da superare e le risorse per superarli per venirne a capo sempre più grandi, enormi.
Così l'Occidente americanizzato oltre che post-moderno e post-industriale sta diventando anche post-civile. La civiltà occidentale che abbiamo conosciuto ha avuto una lunga gestazione e il suo pieno sviluppo è durato poco più di due secoli. Un niente nei tempi storici. Un lungo periodo per noi che ne stiamo vedendo con spavento, dolore e nostalgia la fine dopo averne vissuto l'apogeo.
Ci sarebbe da discutere a lungo su un impero ipertecnologico che utilizza una narrazione mitica, il fondamentalismo islamico, per distruggere le basi mitopoietiche che sono alla radice della civiltà umana. Un discorso interessante ma lungo.
Per ora accontentiamoci di vedere cosa dice, a seguito delle contestate nomine Dario Franceschini ai musei italiani, Jean Clear, ex direttore di importanti istituzioni artistico-culturali come la Biennale, il Beaubourg e il Museo Picasso:
«Prima di tutto ho paura che non si rispetti l'identità di un museo, la specificità della cultura locale che vi è custodita e che va tutelata[.].Il fatto che molti dei prescelti siano stranieri è in sé un fatto positivo, se non fosse che dovranno operare dentro musei ridotti a macchine per incassare soldi[.].L'idea del neo direttore tedesco degli Uffizi, Eike Schmidt, di dare in affitto delle stanze della galleria segna l'inizio della fine. O piuttostola continuazione di una decadenzadella quale lui stesso sarà il responsabile finale[.].I musei sono utilizzati come riserve auree per dar credito a operazioni di manipolazione finanziaria, forniscono quel deposito che dà pregio alle proposte del mercato privato[.].Viviamo nel tempo dell'arte cloaca. Il museo è il punto finale di un'evoluzione sociale e culturale. È una catastrofe senza precedenti.Il crollo della nostra civiltà».
Parola di esperto (su "La Repubblica", sottolineature mie).La crisi sistemica non solo distrugge tutto ciò che può al di fuori del mondo occidentale, ma oramai porta all'autocannibalizzazione dell'Occidentestesso.
La sinistra, dal canto suo, si è da tempo autocannibalizzata i propri ideali.
Il semicolto medio di sinistra si chiederà infatti un po' accigliato: «La fa facile, questo francese. Ma dove li pendiamo i soldi per i musei?».
A parte che il budget per i musei (e per la cultura) è già ora ridicolo, proporrò un piccolo quesito aritmetico. L'ultimo "salvataggio" della Grecia prevede 86 miliardi di euro. Di questi 79 serviranno per pagare i precedenti interessi e a ricapitalizzare le banche così che possano continuare nelle loro speculazioni "levantine" in combutta con le teutoniche banche tedesche. Domanda: quanti miliardi rimangono? Ne rimangono 7, che non andranno al welfare, ai trasporti, alla sanità, all'istruzione e allacultura(che sono cose che devono essere privatizzate -anche da noi!). Andranno alle aziende in credito con lo Stato.
I soldi ci sono, a palate. Il quantitative easing di Draghi è di un trilione di euro. Ma andrà alla finanza, per tenere in piedi il suo castello di carte. La ricchezza reale prodotta dalle nazioni e quella da esse ereditata deve essere spremuta senza ritegno e senza pietà per lo stesso scopo. Ma il semicolto medio di sinistra crede alla narrazione "siamo senza soldi".
Il semicolto medio di sinistra crede anche alle lacrime da coccodrillo del PD per l'assassinio di Khaled al-Asaad. Ma se sono tanto addolorati da ricordare l'archeologo siriano in tutte le feste dell'Unità, perché l'allora segretario del PD, Pier Luigi Bersani, faceva comizi per la libertà della Siria assieme a un militante jihadista beccato poi dal New York Times nel primo nucleo siriano dell'ISIS mentre uccideva a sangue freddo prigionieri e che oggi è indagato per terrorismo internazionale dalla Procura di Milano?
Il semicolto medio di sinistra pensa che sia stato un "errore", che Bersani non sapesse. Come? Il segretario del maggiore partito italiano, più volte al governo, non sapeva? E come mai persone molto più normali lo sapevano?
La categoria di "errore" è usata dai semicolti e anche dai colti di sinistra, per non fare i conti con la realtà, per poter continuare a votare PD, in base a motivi ideologici, cioè totalmente campati per aria.
Il semicolto di sinistra crede che gli USA e l'Occidente siano contro l'ISIS, che gli faccia orrore. Perché allora il senatore John McCain faceva riunioni con al-Baghdadi, lo sceicco dell'ISIS? Errava? Nemmeno per sogno. Ha ribadito alla televisione americana che continua a tenere contatti con quei tagliagole.
Perché fino a sei mesi fa la Nato passava all'ISIS informazioni satellitari per combattere Assad? Dico "fino a sei mesi fa" perché pare (pare) che queste informazioni la NATO da un semestre in qua le passi solo al Fronte al-Nusra, cioè ad al-Qa'ida, che sarebbero i "ribelli moderati".
La collaborazione sta finendo, o per lo meno riducendosi? Mah! Forse si sta solo spostando di luogo. Che ci fa un nucleo dell'ISIS in Ucraina? E sì, perché mentre promette fiamme su Roma, l'ISIS in Europa c'è di già. È in Kosovo, dove apre madrase, ed è in Ucraina dove a quanto pare ha già formato un "governo in esilio della Crimea".
Manovre imperiali di aggiramento e avvolgimento.
Piotr
Fonte: http://megachip.globalist.it
Link: http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=123145&typeb=0&la-distruzione-del-tempio-di-baal-a-palmira-lettura-geopolitica
25.08.2015
http://www.comedonchisciotte.net/modules.php?name=News&file=article&sid=4335
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