venerdì 25 settembre 2015

Oliver Stone: dimenticate l’ISIS, è l’America la vera minaccia per il mondo.

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Abbiamo destabilizzato il Medio Oriente, creato il caos. E poi diamo la colpa all’ISIS per il caos che abbiamo creato”.
Molta gente pensava che i giorni in cui Oliver Stone scalava le classifice fossero finiti. Molte persone si sbagliavano. Il suo libro del 2012 e la serie TV, “The Untold History of the United States”, suggeriscono che il regista rinnova gli sforzi per sfidare la narrazione tradizionale per quanto riguarda l’eccezionalismo americano, l’imperialismo economico e il “coinvolgimento nefasto” del governo americano in Medio Oriente, si legge su TheAntiMedia.org.
A completare la serie di documentari in 10 parti e le 750 pagina del libro, Stone ha collaborato con lo studioso della Seconda Guerra Mondiale, Peter Kuznick. Il regista sostiene che nel valutare la storia americana dal 1930, è il coinvolgimento americano in Medio Oriente che in realtà ha catturato la sua attenzione.
“Abbiamo destabilizzato l’intera regione, creato il caos. E poi diamo la colpa all’ISIS per il caos che abbiamo creato“, ha detto Stone.
Secondo Stone, il ruolo destabilizzante del governo degli Stati Uniti in realtà risale a ben oltre l’ISIS. La sua nuova serie individua momenti di intrusione americana nella regione nel lontano 1930 e lo segue fino al colpo di stato iraniano appoggiato dalla CIA nel 1953, il supporto per i militanti in Afghanistan in funzione anti-Unione Sovietica nel 1980, l’invasione dell’Iraq di George HW Bush del 1990, e gli sforzi attuali in Iran, Siria e altri paesi.
L’ultimo episodio della serie “The Untold History of the United States” si intitola“Bush e Obama: Age of Terror”. Vengono trattati i seguenti argomenti:
- Il Progetto per un Nuovo Secolo Americano, un think tank neoconservatore che ha invocato un evento come Pearl Harbor che faccia da catalizzare per l’azione militare in Medio Oriente
- La tirannia di neoconservatori che ha spinto gli Usa in guerra con l’Iraq usando un’intelligence difettosa
- Il Patriot Act, che spogliato gli americani di una vasta gamma di libertà civili, mentre ha legalizzato un nuovo stato di sorveglianza.
- Il lavaggio del cervello nazionalista e l’allarmismo per la guerra al terrorismo.
- Invadere l’Afghanistan per sconfiggere alcuni degli stessi terroristi che gli Stati Uniti hanno armato e addestrato due decenni prima.
- Tattiche di tortura e interrogatori incostituzionali a Guantanamo.
- Il lavoro dei media tradizionali a favore della guerra attraverso la propaganda e la collusione delle imprese.
- Obama che si è svenduto a JP Morgan Chase, Goldman Sachs, Citigroup, General Electric, e Big Pharma
- Il piano di salvataggio finanziario da 700 miliardi di dollari pagato da lavoratori, pensionati, proprietari di case, piccoli imprenditori, e gli studenti con prestiti.
- L’aumento dei compensi per i CEO in mezzo al crollo della classe media.
Il fallimento di Obama nell’offrire speranza, cambiamento, o la trasparenza, la persecuzione di informatori del governo. Anche se ha ripudiato l’unilateralismo di Bush, ha raddoppiato le truppe e, secondo Stone, “manca del coraggio di un John F. Kennedy.”
Gli attacchi dei droni di Obama su Afghanistan, Iraq, Pakistan, Yemen, Libia e Somalia (che include una clip sulle sue parole alle truppe: “A differenza dei vecchi imperi, non facciamo questi sacrifici per territori o per le risorse … .Noi lo facciamo perché è giusto. ”
Stone dice che la sua serie di documentari è un approccio alternativo alla storia americana, e spera di combattere il “crimine educativo” di esporre gli scolari di oggi alla propaganda dei libri di testo e programmi televisivi.
Su questa nota, Stone non usa mezzi termini:
“Non siamo in pericolo. Noi siamo la minaccia. “

Bomba vitaminica naturale contro tosse e raffreddore, come prepararla.

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Molti appena avvertono i primi sintomi di raffreddoretosse e influenza iniziano a imbottirsi di medicine, ma non c’è bisogno! Oggi vi proponiamo un meraviglioso rimedio naturale a questo tipo di problemi: una tisana antinfluenzale istantanea. Leggiamo su Greenme.it:
La ricetta è molto popolare in america, ma viene dall’Asia, e prevede 3 ingredienti: zenzero, limone e miele.Zenzero e limone sono rimedi classici ricchi di vitamine, sostanze digestive, e antibatteriche. Il miele è un grande alleato della nostra gola e contiene sostanze antibatteriche che leniscono tosse, catarro e apparato digerente. Io l’ho personalizzata aggiungendo qualche frutto di anice stellato (Illicium verum) che aiuta a contrastare i sintomi quali nausea, dolori gastrointestinali e i problemi digestivi, oltre ad essere un forte antiinfiammatorio ed antibatterico (aiuta ad uccidere i virus influenzali). Ha inoltre proprietà espettoranti e aiuta a calmare la tosse. Ma potete tranquillamente omettere questo ingrediente se prendete farmaci, sapete di essere sensibili a questa spezia“.
Ingredienti:
1 vasetto di vetro sterilizzato da 0,25l
1 pezzetto di zenzero
1 limone bio (si usa anche la buccia)
4 frutti di anice stellato
Miele fino a riempire il barattolo. (Il miele deve essere liquido, se quello che avete in casa è cristallizzato scaldatelo a bagnomaria e in pochi minuti diventerà tale. Io ho usato un miele di castagno, ma qualunque tipo va bene. Quando lo trovo uso quello di timo, che contiene timolo, un altro principio attivo efficace per combattere tosse e batteri).
Tagliate il limone a fette sottili ed eliminate i semi e le due estremità. Pelate e tagliate a fettine anche lo zenzero. Dopo aver versato uno strato di miele nel vasetto iniziate a disporre a strati limone, zenzero, anice stellato e di nuovo miele. Il miele deve riempire completamente gli spazi, fate uscire eventuali bolle d’aria spingendo qua e la. Una volta terminato di riempire il vasetto chiudetelo e tenetelo sempre in frigo. Aspettate almeno 3 o 4 giorni prima di utilizzarlo. La buccia del limone contiene pectina, che trasformerà il suo succo, insieme al miele, in una gelatina che a cucchiaini va sciolta direttamente nell’acqua calda (non bollente) quando volete una tisana che vi dia sollievo.

Amenità.



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giovedì 24 settembre 2015

I reni artificiali che producono ed eliminano urina.

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Li hanno ottenuti ricercatori giapponesi a partire da cellule staminali. Soprattutto, sono riusciti a farli funzionare su ratti e maiali: un risultato importante per il futuro dei trapianti.

Reni ottenuti a partire da cellule staminali embrionali, che sappiano produrre ed espellere urina come i loro "modelli" naturali: sono il risultato del lavoro di un gruppo di ricercatori giapponesi, che li ha impiantati e testati con successo in ratti e maiali. 

Lo studio pubblicato sulla rivista PNAS apre nuove speranze per quanti sono in attesa di un trapianto, anche se - avvertono gli autori - i trial sull'uomo sono lontani ancora diversi anni.

GONFI DI PIPÌ. Il numero di pazienti affetti da malattie renali è in costante aumento nel mondo, anche a causa della scarsità di donatori. Recentemente è stato possibile coltivare reni funzionanti a partire da cellule staminali umane, ma questi prototipi non riescono a crescere in modo appropriato perché incapaci di espellere urina (una condizione nota come idronefrosi). Per la pressione e il ristagno di liquido, si gonfiano come palloncini e rallentano il loro sviluppo.

UN ORGANO IN OMAGGIO. Come potenziale soluzione, un'equipe di medici e ricercatori della Jikei University School of Medicine di Tokyo ha coltivato in laboratorio, a partire da cellule embrionali di ratto, non solo reni, ma anche una vescica "extra": i tessuti dei nuovi organi ancora acerbi sono stati impiantati nei corpi di ratti adulti "ospiti".

LE VIE DELL'URINA. Dopo quattro settimane, uno degli ureteri (i condotti che convogliano l'urina prodotta dal rene nella vescica) del ratto ospite è stato collegato alla vescica trapiantata. Il nuovo apparato ha funzionato: l'urina prodotta dai reni trapiantati è passata con successo alla vescica trapiantata, e da questa alla vescica "naturale" del roditore.

BUONI RISULTATI. A otto settimane dal trapianto, i tessuti renali contenevano tutte le strutture caratteristiche dei reni maturi. La stessa tecnica (che gli addetti ai lavori chiamano stepwise peristaltic ureter, SWPU), è stata replicata con successo sui maiali.

Anche se è troppo presto per asserire che possa funzionare sull'uomo, la tecnica ha permesso importanti passi avanti nella comprensione della meccanica dell'apparato urinario.

mercoledì 23 settembre 2015

Sanità, scontro su decreto "esami inutili": medici pronti allo sciopero.



In arrivo dl sull’appropriatezza delle prestazioni sanitarie. 208 esami a rischio erogabilità. Obiettivo: evitare visite inappropriate che costano ogni anno al Servizio sanitario nazionale circa 13 mld di euro. Associazioni di cittadini e pazienti pronti a unire le loro forze con i sindacati.


E' scontro sul decreto che mira a tagliare gli esami "inutili" e quindi gli sprechi, con la revisione della spesa degli accertamenti diagnostici. I sindacati sono sul piede di guerra dopo la presentazione della lista di 208 esami a rischio erogazione, e sono pronti allo sciopero nonostante le rassicurazioni del ministro della Salute Beatrice Lorenzin che sottolinea come non ci sarà alcuna caccia al medico e che il provvedimento sull'appropriatezza non è voluto per dare addosso ai camici bianchi.

208 esami a rischio - Dall'estrazione e ricostruzione dei denti alla radiologia diagnostica comprendente risonanze e tomografie, dalle prestazioni di laboratorio come l'esame del colesterolo alla medicina nucleare e gli esami di genetica: sono in tutto 208 le prestazioni e gli esami sotto 'stretta osservazione' con il provvedimento in preparazione al ministero della Salute e che per essere rimborsate dovranno rispondere a precisi criteri. L'obiettivo è evitare visite inutili che costano ogni anno al Servizio sanitario nazionale circa 13 mld di euro.

Fimmg: questo decreto uccide la professione - Questo decreto è "sbagliato e inutile, uccide la professione del medico e espropria la sua funzione nel sistema sanitario e nella società", per questo i medici di famiglia "sono pronti allo sciopero insieme a tutte le realtà della Sanità italiana" afferma Giacomo Milillo, segretario della Fimmg, la federazione più rappresentativa dei medici di medicina generale"

Cgil nazionale: serve confronto - Per Stefano Cecconi, responsabile Politiche della salute della Cgil nazionale, "le prestazioni fornite dal Servizio sanitario nazionale devono essere appropriate ma è inaccettabile scaricare la responsabilità e il costo sulle spalle del cittadino che viene costretto a pagare. Così come l'appropriatezza non si realizza 'per decreto'". E aggiunge che "Quella che il ministro Lorenzin sta compiendo è un'operazione delicatissima, che riguarda la garanzia dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) ed è condizionata pesantemente dai tagli alla Sanità. Per questo il confronto con i sindacati medici è utile ma non basta: è inconcepibile che una questione così rilevante venga trattata senza un confronto".

Associazione medici - Totale contrarietà, poi, viene espressa da parte dell'Anaao Assomed"ad affrontare il tema dell'appropriatezza clinica per via amministrativa". Per l'Associazione, "non è, infatti, compito della politica - commenta il Segretario Costantino Troise - definire i criteri dell'appropriatezza clinica, valore in cui pure ci riconosciamo, invadendo l'autonomia e la responsabilità dei Medici". Il Suami-Assoprof, invoca invece lo "stop a politiche sanitarie che ricadono sui medici e sui cittadini. E il Decreto sull'appropriatezza prescrittiva va in questa direzione rischiando di minare, con il suo sistema sanzionatorio, ancora di più il rapporto tra medico e il paziente". Secondo il segretario Roberto Lala, "per questo, e ancora con più forza rilanciamo la mobilitazione generale indetta dalla Fnomceo. I medici radiologi invece, esprimono un parere fortemente positivo sulla iniziativa del ministro Lorenzin: "Si tratta, pur con tutte le modifiche necessarie sulle sanzioni, di un primo passo importante che consente di mettere il tema della appropriatezza, ed in particolare di quella prescrittiva, al centro di un tavolo fatto di soluzioni pratiche e non solo di discussioni filosofiche" ha dichiarato Corrado Bibbolino, segretario nazionale SNR.

Equinozio d'autunno, 3 cose da sapere.

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Davvero oggi la durata del giorno sarà uguale a quella della notte? Per quale ragione cade il 23, e non il 21 settembre? E perché l'estate sembra essersi protratta più a lungo?

Dalle 10:21 ora italiana di oggi, 23 settembre, l'estate potrà dirsi definitivamente archiviata. L'autunno - astronomicamente parlando - inizia oggi, e non il 21 come si suole tradizionalmente credere.

In questo giorno dell'anno (e nell'equinozio di primavera), i raggi del Sole colpiscono il nostro pianeta in modo perpendicolare all'asse di rotazione terrestre. Il terminatore o zona crepuscolare, la linea che divide la parte illuminata (diurna) dalla parte in ombra (notturna) del nostro pianeta, passa esattamente per il Polo Nord e il Polo Sud terrestri, e il giorno e la notte hanno quasi la stessa durata in tutto il pianeta.

NON PROPRIO UGUALI. Il quasi, tuttavia, è d'obbligo: anche se l'origine latina del nome (aequinoctium, "notte uguale") indica un uguale numero di ore - 12 - per notte e giorno, durante l'equinozio il dì dura qualche minuto in più. Questo avviene perché, se è vero che durante gli equinozi, il centro geometrico del Sole rimane sopra all'orizzonte per 12 ore, i raggi del Sole iniziano a inondare la Terra prima che il disco solare sia completamente visibile (all'alba), e la abbandonano dopo che il suo centro geometrico è scomparso dalla vista.

LUCE OMAGGIO. In pratica, i minuti che precedono e seguono la completa comparsa o il completo tramonto del Sole vanno a sottrarsi a quelli della notte. A questo prolungamento dei minuti di luce contribuisce anche la rifrazione dei raggi solari da parte dell'atmosfera. La deviazione dei raggi solari operata dall'atmosfera terrestre fa in modo che il bagliore della nostra stella appaia prima, e scompaia dopo il suo sorgere o il suo tramonto e ci regala ogni giorno - inclusi i giorni degli equinozi - circa 6 minuti di luce in più.

Equinozi a parte, esistono giorni in cui la durata della notte e quella del dì si equivalgono, ma variano in base alla latitudine in cui ci si trova: in questa tabella trovate un'indicazione su quando ciò accade.

RITARDO CRONICO. Oltre al (piccolo) equivoco sulla durata di notte e dì, c'è quello della data: perché da qualche anno a questa parte si ha l'impressione che l'autunno inizi "in ritardo"? L'apparente discrepanza tra l'inizio "convenzionale" dell'autunno - il 21 settembre - e l'avvio della stagione astronomica ha a che fare con la differenza, reale, tra l'anno tropico (o solare) su cui si basa il calendario gregoriano che usiamo, e l'anno siderale (il periodo orbitale della Terra) che è pari a 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 10 secondi.

Il nostro calendario si ferma a 365 giorni, lasciando fuori, ogni anno, un po' più di sei ore: un ritardo che si ripercuote anche sulle date di equinozi e solstizi e che si recupera, ogni 4 anni, con l'aggiunta di un giorno a febbraio (anno bisestile). Per questo motivo, fino al 2020 l'equinozio di autunno cadrà tra il 23 e il 22 settembre (mentre quello di primavera sarà, fino a quella data, il 20 e non il 21 marzo).

UNA LUNGA, CALDA ESTATE. Se avete comunque l'impressione che l'estate duri più a lungo delle altre stagioni, non vi sbagliate: nel nostro emisfero, l'estate dura 93 giorni e 14 ore, l'inverno 89 giorni e 1 ora. Ciò è facilmente spiegabile se si considera la forma ellittica dell'orbita terrestre: per la seconda Legge di Keplero, d'inverno, quando si trova in perielio (nel punto più vicino al Sole), la Terra ha una velocità orbitale massima.

In estate, quando raggiunge l'afelio (il punto più lontano dal Sole) si muove più lentamente lungo eclittica, e impiega pertanto qualche giorno in più. Nell'emisfero australe, vale l'opposto.


Schumacher, il tempo scorre e non si vede l'uscita dal tunnel. - Leo Turrini

Michael Schumacher (Ansa)

Mesi di assenza di informazioni ufficiali. E si condolida la sensazione che un recupero del sette volte campione del mondo sia ormai un'ipotesi da escludere.

Bologna, 22 settembre 2015 - Purtroppo anche dall’Inghilterra giungono conferme ai sospetti di chi ha sempre avuto Michael Schumacher nel cuore. Mi è capitato spesso di raccontare lo sgomento che accompagna il silenzio sullo stato di salute del sette volte campione del mondo di Formula Uno. Ventuno mesi dopo il terribile schianto contro le rocce dell’Alta Savoia, nulla di preciso e di confortante conosciamo a proposito delle condizioni del Campionissimo.
O meglio. Il protrarsi della assenza di informazioni ufficiali e attendibili consolida, dolorosamente, la sensazione che un recupero, almeno parziale, dell’illustre paziente sia ormai ipotesi da escludere. Schumi non si è mai ripreso. Le timidissime speranze autorizzate (nel giugno 2014!) dal trasferimento nella residenza di famiglia in Svizzera si basavano su un ottimismo non suffragato dai fatti.
L’uomo che ha riscritto la storia dell’automobilismo sopravvive attaccato a macchine che nulla hanno in comune con quelle che ha meravigliosamente guidato sui circuiti di tutto il mondo, collezionando un incredibile numero di trionfi, addirittura 91. La discrezione della famiglia è encomiabile, nonché pienamente legittima. Del resto, che mai si potrebbe dire? Il tempo scorre inesorabile e non si intravvede uscita dal tunnel.
Per quanti hanno vissuto, come testimoni oculari, la straordinaria carriera in pista del personaggio, dal 1991 al definitivo ritiro del 2012, si tratta di una sofferenza sottile, di una angoscia permanente, di un’ansia senza appelloPerché questa è una corsa dal traguardo segnato, purtroppo.