mercoledì 22 marzo 2017

Mps, Alessandro Profumo rinviato a giudizio per usura bancaria. I legali: Estraneo ai fatti.

ALESSANDRO PROFUMO

Il gup Salvatore Bloise del Tribunale di Lagonegro ha rinviato a giudizio per usura bancaria Alessandro Profumo, ex presidente del Monte dei Paschi di Siena e prossimo presidente di Finmeccanica. Lo scrive l'Agi secondo cui il processo si aprirà il prossimo 23 maggio davanti alla terza sezione penale del Tribunale di Lagonegro. La decisione del gup risale al primo marzo scorso. Insieme a Profumo è stato rinviato a giudizio per usura bancaria anche Raffaele Picella, ex presidente della Banca della Campania.
La vicenda giudiziaria ha avuto inizio nel 2014 con la denuncia fatta da un imprenditore di Sala Consilina del settore delle concessionarie auto. Nella denuncia l'imprenditore lamentava l'applicazione da parte delle due banche di tassi usurari ai suoi danni. L'uomo sostiene anche di aver perso contratti imporanti a causa della sua esposizione bancaria. "Le indagini del pubblico ministero - spiega all'AGI il legale difensore dell'imprenditore di Sala Consilina, l'avvocato Carlo Scorza - hanno evidenziato che si sono registrati tassi ultralegali da parte di due istituti bancari fino a un massimo di 190 mila euro, per una esposizione debitoria che tale non è". Il 4 ottobre del 2016 il pm aveva formulato richiesta di rinvio a giudizio per Profumo, accolta dal gip come riportato poi da alcune testate giornalistiche del Salernitano.
I legali di Profumo: Fatti antecedenti all'ingresso in Mps
Gli avvocati di Profumo fanno sapere che il loro assistito è completamente estraneo ai fatti per due ordini di ragioni: non sono state superate le soglie di usura e i contratti risalgono a molto tempo prima che Profumo entrasse in Mps. Gli stessi legali mettono in evidenza che l’iscrizione nel registro degli indagati è avvenuta perché Profumo era il legale rappresentante al momento in cui è stata aperta l’indagine.

lunedì 20 marzo 2017

Riciclaggio: ordine di arresto per Giancarlo Tulliani.

Giancarlo Tulliani in una foto d'archivio © ANSA
Giancarlo Tulliani in una foto d'archivio.RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Il provvedimento del gip Simonetta D'Alessandro non è stato eseguito: Tulliani è residente a Dubai e per la magistratura italiana risulta irreperibile.

Ordinanza di custodia cautelare in carcere per Giancarlo Tulliani, cognato di Gianfranco Fini, nell'ambito dell'inchiesta della procura di Roma su una presunta attività di riciclaggio riconducibile a Francesco Corallo, il "Re delle slot" detenuto dallo scorso dicembre. Il provvedimento del gip Simonetta D'Alessandro non è stato eseguito: Tulliani è residente a Dubai e per la magistratura italiana risulta irreperibile.


Pestato nel traffico in piazza Nascè, sabato sera da incubo per un consigliere.



Pestato nel traffico in piazza Nascè, sabato sera da incubo per un consigliere
Un banale diverbio tra automobilisti ha dato il via a un'aggressione in piena regola. Il racconto della vittima, il consigliere della quinta circoscrizione Giovanni Tarantino: "Nessuno si è preoccupato, questo è più doloroso delle ferite".

Pestato nel traffico in piazza Nascè, sabato sera da incubo per un consigliere

Un banale diverbio tra automobilisti diventa l'inizio di un incubo, di un pestaggio in piena regola nell'indifferenza generale. E' la storia di un sabato sera nella centralissima piazza Nascè. A raccontarla è Giovanni Tarantino, consigliere della quinta circoscrizione: "Ieri, intorno a mezzanotte, mentre stavo tornando a casa, sono rimasto imbottigliato nel traffico nei pressi di piazza Nascè. Fermo nel traffico, ho leggermente sfiorato una macchina che mi stava davanti. E' stato un attimo e il tizio alla guida dell'auto che avevo sfiorato ha aperto la mia macchina e ha iniziato a picchiarmi, colpendomi con pugni in faccia". 
Una "punizione" avvenuta in pochi attimi. La strada era affollata, come sempre il sabato sera, eppure nessuno sembra avere visto nulla. "Non ho reagito - prosegue Tarantino - sono riuscito soltanto a malapena a chiudere lo sportello e a infilarmi nella corsia d'emergenza e, fra l'indifferenza generale di decine di automobilisti e passanti che hanno assistito alla scena, infine sono riuscito a scappare con la macchina. Purtroppo i traumi sono stati così forti che, oltre alla perdita di sangue, sono svenuto per qualche minuto dopo la fuga".
I medici del pronto soccorso hanno riscontrato "una frattura scomposta delle ossa nasali e un versamento di sangue". "Sporgerò denuncia per l'accaduto - conclude Tarantino - ma quello che più mi fa male non sono i pugni, non sono le ossa rotte, non è l'occhio tumefatto, quello che più mi fa male è che nessuno si sia preoccupato neanche per un attimo di quello che stava accadendo".

http://www.palermotoday.it/cronaca/piazza-nasce-aggressione-18-marzo-2017.html

Virginia Raggi.

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Ci risiamo. Per attaccarci inventano notizie di sana pianta. Stavolta sarei andata in un “noto ristorante romano” dove avrei cenato e sarei andata via senza pagare. L’obiettivo è evidente: far credere che abbia voluto farmi offrire la cena dal ristoratore.

È triste ma sono costretta a fare una precisazione - quella che chi ha scritto o ripreso l’articolo avrebbe dovuto fare per correttezza professionale e non ha fatto - e raccontare la verità: dopo cena, ho raggiunto un gruppo di amici che cenavano in quel locale. Ovviamente, non ho cenato una seconda volta. 

Per la “cronaca” devo ammettere che, però, ho bevuto un bicchiere d’acqua del rubinetto. Ecco, ho svelato l’arcano. Peraltro, proprio il “noto ristoratore” dispiaciuto del fatto che non avessi assaggiato le sue specialità, mi ha invitato a tornare. Curioso, no?

Ciò che mi rincresce di più è che alcuni media siano più interessati alla mia vita privata piuttosto che alle vere notizie: ieri, ad esempio, abbiamo presentato il piano di riorganizzazione e rilancio dei mercati rionali con un investimento di 4 milioni di euro. 

Si tratta di una rivoluzione per Roma con l’obiettivo di favorire l’occupazione e offrire servizi ai cittadini. Potrei citare anche l’intervento a favore del trasporto scolastico, quello per i piani di zona o l’avvio dei cantieri per l’operazione #stradenuove.

La lista sarebbe lunga ma c’è chi preferisce concentrarsi e dare spazio ad una falsa notizia.


https://www.facebook.com/virginia.raggi.m5sroma/photos/a.470151043167350.1073741827.469144566601331/747091775473274/?type=3&theater

Trovate le tracce della crosta terrestre primordiale.

Rappresentazione artistica della Terra primitiva © Ansa
Rappresentazione artistica della Terra primitiva RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA/Ansa

Risalgono a più di 4,2 miliardi di anni fa.

Scoperte tracce della crosta terrestre primordiale risalenti a più di 4,2 miliardi di anni fa: sono state trovate in alcuni campioni di roccia provenienti dal nord-est del Canada, 'camuffate' sotto forma di altri elementi chimici perché rielaborate e riutilizzate per la formazione di rocce più recenti nel continuo processo di 'riciclo' con cui si rinnova lo strato più esterno del Pianeta. A indicarlo è uno studio pubblicato su Science dai geologi Richard Carlson e Jonathan O'Neil, che lavorano rispettivamente presso la Carnegie Institution for Science a Washington e l'università canadese di Ottawa. 

Una ricerca difficile
''Trovare tracce dell'antica crosta terrestre si è dimostrato particolarmente difficile - spiega Carlson - ma un nuovo approccio offre la possibilità di identificare la presenza della crosta primordiale che è stata rielaborata in rocce 'soltanto' molto vecchie''. Questo nuovo sistema di indagine consiste nel misurare le variazioni di un particolare isotopo, il neodimio-142, che si forma per il decadimento di un altro isotopo radioattivo, il samario-146, che era particolarmente abbondante nella crosta primordiale ma che poi è rapidamente sparito. 

Tracce di crosta terrestre antiche oltre 4,2 miliardi di anni
Questo approccio è stato applicato dai due geologi per analizzare delle rocce granitiche vecchie di 2,7 miliardi di anni proveniento dalla baia di Hudson, in Canada. L'abbondanza di neodimio-142 indicherebbe che le rocce derivano dalla fusione di porzioni di crosta molto più antica, risalente ad almeno 4,2 miliardi di anni fa, che per composizione doveva essere molto simile alle rocce basaltiche che attualmente formano la crosta oceanica e i grandi vulcani come quelli delle Hawaii e dell'Islanda. 

Un continuo processo di 'riciclo'
Normalmente queste rocce basaltiche restano in superficie per un massimo di 200 milioni di anni e poi risprofondano per azione del continuo movimento e riciclo delle placche: i risultati dello studio, invece, indicano che le rocce basaltiche primordiali sarebbero resistite in superficie per almeno 1,5 miliardi di anni. Ciò potrebbe significare che nelle prime fasi della storia del Pianeta non si era ancora avviato il movimento previsto dalla tettonica a placche.

Il più bizzarro dei pianeti.

Il pianeta HD 106906 nella simulazione di  Erika Nesvold (fonte: Erika Nesvold/Carnegie Institution for Science) © Ansa
Il pianeta HD 106906 nella simulazione di Erika Nesvold (fonte: Erika Nesvold/Carnegie Institution for Science) RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA/Ansa
Un pianeta solitario, gigantesco e giovanissimo, nato all'estrema periferia della sua stella, sta rivelando aspetti sconosciuti della formazione dei pianeti. Ad esempio, dimostra per la prima volta che i pianeti possono formarsi anche fuori dal disco di materia che circonda le stelle. Lo indica la simulazione i cui risultati sono pubblicati sulla rivista Astrophysical Journal Letters e condotto nella della Carnegie Institution for Science di Washington, coordinato da Erika Nesvold.

Si chiama HD 106906b, è un pianeta molto giovane.
Il pianeta si chiama HD 106906b ed è estremamente giovane per gli standard astronomici, ha circa 13 milioni di anni. E' stato scoperto nel 2014 grazie alle ricerca alla quale ha partecipato l'italiano Runa Briguglio, dell'Osservatorio di Arcetri dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).

Osservato grazie ad una tecnologia italiana.
Grazie alla tecnologia italiana progettata dal gruppo di Briguglio, che consiste in ''un'ottica adattiva, ossia - ha spiegato il ricercatore - uno specchio deformabile che corregge l'effetto della turbolenza dell'atmosfera'', nel 2014 il pianeta era stato osservato direttamente.

Bizzarro e gigantesco.
Le misure fatte allora avevano permesso di calcolare che è gigantesco, con una massa 11 volte superiore a quella di Giove, e che è un mondo molto particolare anche per la distanza dalla sua stella, 650 volte superiore a quella fra la Terra e il Sole. E' così lontano che impiega circa 1.500 anni per completare un'orbita intorno alla sua stella.Il pianeta si trova quindi all'estrema periferia del suo sistema planetario, ben oltre la fascia dei detriti rocciosi simile alla cintura di Kuiper che circonda il nostro Sistema Solare oltre l'orbita di Nettuno.
''Le teorie non prevedono un pianeta oltre il disco di detriti'', ha osservato Smadar Naoz, dell'università della California a Los Angeles, ma la simulazione non lascia spazio a dubbi e dimostra che il pianeta si sarebbe formato proprio dove si trova adesso.



http://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/spazio_astronomia/2017/03/20/il-piu-bizzarro-dei-pianeti_e75d2e72-1102-4b50-bd01-04288e4fd6ec.html

domenica 19 marzo 2017

Nomine partecipate, slittano i tempi. Resta forte il marchio renziano: Matteo Del Fante a Poste (e non solo) - Alessandro De Angelis

NOMINE

Come se Matteo Renzi fosse ancora a palazzo Chigi: un giro di nomine “fiorentino”, nella regia e anche nei principali attori, è quello che si definisce in serata per Poste, Eni, Enel, Finmeccanica, Terna e le principali aziende di stato. E che sarà ufficializzato a ore, di certo entro la riapertura delle borse di lunedì mattina. Proprio come tre anni fa quando i posti strategici da assegnare, cemento di ogni governo, furono a giudizio di molti il principale movente della defenestrazione del governo Letta.
La priorità non cambia, sia pur nel mutato contesto con Renzi nei panni di ex premier e di ex segretario. E sancisce il nuovo di boa del renzismo: il ritorno in campo e una lunga marcia che va ben oltre le prossime elezioni politiche, perché gli uomini chiave nei posti chiave, avendo mandato di tre anni, le supereranno.
Il caso più eclatante è Poste Italiane, dove arriva l’ennesimo fiorentino, antica conoscenza di Renzi: Matteo Del Fante, formazione Jp Morgan, già direttore generale di Cassa Depositi e Prestiti e da tre anni a.d. di Terna, la società che gestisce la rete elettrica. Prenderà il posto di Francesco Caio, nonostante i risultati del manager che in questi tre anni ha triplicato gli utili. E nonostante la difesa del ministro Padoan. La sua “colpa” principale è stata quella di aver rotto con la Cisl – non con gli altri sindacati, che si sono schierati con lui – che nell’azienda è la sigla più forte. E che, sussurrano i maligni, è forte anche in vista delle primarie del Pd.
Il passaggio di Del Fante alle Poste libera la casella Terna. Una fonte di governo a tarda sera dice: “Il quadro delle nomine è pressoché chiuso, il problema è Terna dove c’è un braccio di ferro tra Renzi e il Tesoro”. Il nome dell’ex premier (e di Maria Elena Boschi) è Alberto Irace, oggi a capo di Acea. Altro “fiorentino”, come appartenenza politica, anche se cagliaritano nei natali: ha guidato dal 2009 al 2014 la Publiacqua, società toscana che ha avuto nel cda Maria Elena Boschi, Erasmo D’Angelis e che oggi è presieduta da Filippo Vannoni, uno degli accusatori di Lotti nell’affaire Consip. In alternativa Luigi Ferraris, capo dello Finanze di Poste, molto stimato da Padoan o Francesco Sperandini, altro tecnico a capo del Gse (gestore del servizio elettrico), anch’egli stimato dalla Boschi.
Prima della partenza di Padoan per il G20 di Baden Baden, è stato invece già comunicato ai diretti interessati l’avvicendamento a Finmeccanica, dove l’ex banchiere Alessandro Profumo, prenderà il posto di Mauro Moretti, dimissionato non per i suoi risultati, considerati positivi dal mercato e dal governo, ma per la condanna a sette anni in primo grado nel processo sulla strage di Viareggio. Un profilo, quello di Profumo, molto “finanziario” per formazione, alla guida del cuore pulsante delle strategie industriali che in molti ci invidiano. I rumors, in ambienti finanziari, parlando di un grande attivismo di Marco Carrai proprio sul dossier Finmeccanica, sia sul fronte amministratore delegato sia su quello della presidenza, ruolo ricoperto da Gianni De Gennaro. Proprio l’ossessione renziana per gli uomini di mercato è stata determinate per l’opzione Profumo, preferito alla soluzione interna che portava a Fabrizio Giulianini, attualmente alla guida dell’area elettronica della difesa di Leonardo-Finmeccanica.
Confermati i due amministratori delegati che Renzi aveva scelto nel 2014 per Eni e Enel, Claudio Descalzi e Francesco Starace. E saranno confermati anche tutti i fiorentini: Alberto Bianchi, tesoriere della Fondazione Open, dovrebbe rimanere in Enel, Fabrizio Landi nel cda di Finmeccanica, Elisabetta Fabbri in quello di Poste. Come tre anni fa, anche se con Renzi che (formalmente) non è più a palazzo Chigi. Con l’eccezione di qualche critico, come Francesco Boccia. Che, fiutata l’aria, a metà pomeriggio chiede formalmente a Renzi e Padoan che “nessun candidato alle primarie possa incidere nel processo delle nomine”. E si richiama alla “grammatica” istituzionale del governo Prodi che in un contesto analogo – era in scadenza nel 2008 – lasciò l’onere e l’onore delle nomine al governo che a breve avrebbero scelto di elettori. Già, la grammatica istituzionale.