domenica 21 maggio 2023

La piramide di Teotihuacán.

 

Una prospettiva aerea espansiva svela la maestosa piramide di Teotihuacán, una meraviglia architettonica accattivante. Questo antico sito mesoamericano, situato nell'attuale Messico, mostra una magnifica struttura che suscita attenzione e soggezione. Risorgendo orgogliosamente dalla terra, la piramide è la testimonianza dell'ingegno e della bravura dei suoi creatori. Il suo design preciso e la sua imponente scala dimostrano l'ingegneria avanzata e l'artigianato della civiltà Teotihuacán. Mentre si guarda su questa straordinaria vista, non si può fare a meno di lasciarsi catturare dalla grandezza e dal significato della piramide, offrendo uno sguardo alla ricca storia e al patrimonio culturale di questa straordinaria antica civiltà.

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VIVIAMO IN UN “UNIVERSO VIVO” O IN UN “UNIVERSO MORTO”?

 

Viviamo in un Universo vivo o in un Universo morto? Fino a poco tempo fa i fisici hanno trattato l’Universo come qualcosa di morto, inanimato, composto da semplici minerali e gas che si muovevano da una parte all’altra senza uno scopo. Questo modello di Universo derubrica la “Vita” quasi a un “incidente di percorso”, qualcosa di insignificante, che poteva esserci o non esserci senza fare alcuna differenza. Nei modelli dell’Universo del secolo scorso il problema “Vita” non era minimamente contemplato.

Ora diventa sempre più evidente che in questa vecchia concezione dell’Universo è stato commesso un errore grossolano. Nel maggio 2001, due ricercatori dell’università “Federico II” di Napoli, Bruno D’Argegno, docente di geologia e Giuseppe Geraci, docente di biologia molecolare, annunciarono che in alcune meteoriti vecchie di 4,5 miliardi di anni erano presenti tracce di organismi che possono essere batteri o i loro “cugini”, gli “archea”. Consideriamo quanti pochi asteroidi e comete siamo stati in grado di analizzare, e da quanto poco tempo lo facciamo. Nonostante questo, abbiamo trovato molte tracce di batteri. Se paragoniamo questo con i miliardi di miliardi di meteore e comete che fluttuano nello spazio, è evidente che l’Universo brulica di batteri che usano le comete come una sorta di “autostop”.

Tutto questo porta molti famosissimi ricercatori a pensare che nell’Universo la Vita è tutt’altro che un “incidente” avvenuto solo sulla Terra. Nell’Universo la Vita è la regola. Quindi non si può parlare più di un Universo “morto”, ma di un Universo “vivo”. Ma se l’Universo è vivo, allora tutti i vecchi modelli di Universo sono sbagliati, o come minimo, parziali. Questo perché in questi vecchi modelli, l’elemento “Vita” non è mai stato preso in considerazione come “fondamentale”.

Prendiamo ad esempio la domanda: “Come si diffonde la vita nell’Universo”? Secondo la fisica attuale, nulla si può spostare a velocità maggiore della luce. Ma questo vorrebbe dire che se volessimo percorrere da capo a capo il nostro universo al 99,99% della velocità della luce impiegheremmo circa 14.000.000.000 di anni. In pratica noi siamo quasi immobili nell’Universo. Ma se noi siamo immobili, allora vuol dire che la Vita non può viaggiare nell’Universo, restando “viva”. Infatti, è molto probabile che la maggior parte degli esseri viventi, come i batteri, morirebbero durante un viaggio così lungo. Eppure, la Vita viaggia nel nostro Universo, e noi ne abbiamo le prove. Come fa? Da dove viene? Chi o cosa la manda? Evidentemente, qualcosa sul modo stesso in cui noi concepiamo l’Universo è sbagliato, o ci sfugge.

Tra le cose che dovremo rivedere, ad esempio, è l’idea che non esiste nulla che vada più veloce della luce. Infatti, il professor Antonio Ereditato e i suoi collaboratori, sotto il laboratorio CERN del Gran Sasso, sono stati i primi a portare la prova che particelle chiamate “neutrini” viaggiano più veloce della luce. Non appena questi dati verranno convalidati da altri istituti di ricerca, la nostra intera Fisica verrà rimessa in discussione. E la principale obiezione alla spiegazione “dell’Universo vivo” cadrà.

L’articolo continua sul libro:
HOMO RELOADED – 75.000 ANNI DI STORIA NASCOSTA

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AD MAIORA! [Verso cose più grandi!]

 

Il Latino non è una lingua morta.
Ogni domeniche mattina racconto e attualizzo un Motto Latino.

Oggi è la volta di un motto molto famoso:
Ad Maiora!

La sua forma non è mutata nel tempo.
“Ad Maiora!” dicevano i latini e “Ad Maiora!” diciamo noi moderni. Di generazione in generazione questo motto è stato tramandato nella forma originale.

“Ad Maiora!” è una formula augurale.
Di solito viene rivolto a chi ha appena raggiunto un traguardo importante, in campo lavorativo, scolastico o amoroso. Per una promozione, un nuovo incarico, una laurea, un matrimonio. Lo scopo è quello di auspicare dei successi ancora più grandi e importati! Complimenti per il traguardo raggiunto, ti auguro un futuro ancora più positivo.
Spesso viene usato nei brindisi e si risponde dicendo: SEMPER!

“Maiora” è il plurale neutro del comparativo di MAGNUS [Grande]. Maior, Maius significa “più grande”. Nel latino, oltre al maschile e il femminile, c’è anche il NEUTRO. Che al plurale diventa “le cose più grandi”
“Ad” invece è una preposizione e indica un movimento verso qualcosa.
Quindi “verso cose più grandi”

Viene usata spesso anche nella forma rafforzativa: AD MAIORA SEMPER!
[Verso cose più grandi sempre!]

Ha ispirato tantissime cose.
Associazioni, Scuole, Squadre, Locali, Ristoranti, Aziende, Tatuaggi.
Tanti portano il nome Ad Maiora!
E viene usato in continuazione anche come saluto tra le persone.

E oggi? Quale significato ha oggi?
Può essere un auspicio che facciamo a noi stessi. Soprattutto quando siamo all’inizio di un percorso, quando sappiamo di essere in gamba ma ancora dobbiamo dimostrare tutto il nostro valore. Ma lo senti che prima o poi ci riusciremo. Miglioreremo, cresceremo e faremo cose eccezionali. Una botta di fiducia! Un momento di automotivazione!
Magari urlata ad alta voce insieme a chi stiamo portando avanti un progetto o un’impresa.
Come dire: siamo solo all’inizio ma ne vedrete delle belle!
AD MAIORA!

Mi ricorda tantissimo “se tu segui tua stella non puoi fallire a gloriosa porto” di Dante.

Bello questo motto vero?
Lo avete usato anche voi, vero?
Quale vi piacerebbe fosse il prossimo?

#piùlatinismi #menoinglesismi 


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Etica, onore, stima, ...

 

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sabato 20 maggio 2023

Questi pannelli solari si appendono alle ringhiere del giardino. - Riccardo Ciriaco

 

Sviluppati dalla tedesca Green Akku, promettono prestazioni migliori del fotovoltaico da balcone: tutti i vantaggi.


Dalla ringhiera del balcone alla staccionata del giardino, i pannelli fotovoltaici traslocano nel prato di casa. Ad accompagnarli è la startup tedesca Green Akku, che ha pensato bene di sfruttare il verde della Germania e l’interesse dei suoi abitanti verso le rinnovabili per progettare degli speciali pannelli solari.

Basta appenderli e agganciarli alla ringhiera o alla staccionata del giardino per godere di tutta l’energia che si vuole. Utili soprattutto in certi momenti della giornata, queste soluzioni sono flessibili per ogni superficie e vengono vendute con il kit completo per l’installazione. Il prezzo? È di 417 euro.

Tutto il necessario

“Grazie al fissaggio verticale dei moduli alla recinzione della proprietà o del giardino – è la descrizione della startup –, si ottengono rendimenti particolarmente elevati quando il Sole è basso. Ciò significa che il sistema di recinzione funziona molto meglio di un sistema a tetto, soprattutto quando è necessaria molta energia, cioè nelle ore del mattino e della sera”.

“I set completi – aggiunge – sono costituiti da moduli fotovoltaici, microinverter, materiale di montaggio e vengono forniti con tutto il necessario per l’installazione. Possono essere fissati in modo flessibile alle recinzioni esistenti, adattandosi così in modo ottimale alle vostre esigenze”.

Foto - Pannelli solari da giardino

I pannelli solari da giardino della startup tedesca Green Akku

Anche sul balcone

Prima di quelli da giardini, Green Akku vendeva pannelli fotovoltaici da balcone, per “ridurre la bolletta elettrica” e “dare un contributo alla protezione del clima”. Adesso, però, la startup propone anche una soluzione che considera migliore.


https://insideevs.it/news/668091/pannelli-solari-fotovoltaici-giardino-germania/

I giovani non possono permettersi di studiare e pagarsi l’affitto? Sono degli smidollati. - G.Middei

 

I giovani non possono permettersi di studiare e pagarsi l’affitto? Sono degli smidollati.

«Piagnucolano», sostiene il giornalista Nicola Porro, «perché fare il pendolare impedisce loro di uscire a bere con gli amici!» Ecco, caro Nicola, lei non ha mai avuto evidentemente il problema di pagarsi un affitto e di far «quadrare i conti a fine mese», perché se sapesse cosa significa per uno studente che non proviene da una famiglia agiata pagare novecento euro al mese per permettersi di studiare, non avrebbe detto parole tanto superficiali e fuorvianti. E se vedesse con i suoi occhi questi bugigattoli che spacciano per «case», converrebbe con me che dai tempi di Dostoevskij non è cambiato nulla.

Ma davvero lei crede che questi ragazzi protestano perché poi non possono uscire la sera con gli amici? Vadano a lavorare, viene detto loro! I giovani non vogliono fare sacrifici, è questo il messaggio che volete far passare! E sa una cosa?

Io ne ho abbastanza! Non esito a dirlo. Avete il coraggio di parlare ai giovani di lavoro? Voi che avete fatto dello sfruttamento un’arte e del precariato uno stile di vita, avete il coraggio di parlare di sacrifici ai giovani? Eh sì perché quando si tratta di finanziare le guerre e l’apparato bellico, i soldi non mancano. E per gli stipendi dei parlamentari, neanche lì mi sembra che qualcuno abbia troppo da ridire.

E quando si trattò di aiutare le banche, perché i poveri banchieri di mezz’Europa con la speculazione del mercato immobiliare capirono di aver fatto un cattivo affare, sessanta miliardi di euro, sessanta miliardi avete capito bene, non parvero una spesa eccessiva. Ma lo sa, caro Nicola, quanti alloggi avreste costruito, quanti affitti a prezzo calmierato avrebbero potuto esserci con una piccolissima percentuale di questi milioni? In Danimarca, in Svezia, in Norvegia è la prassi, ma evidentemente hanno capito il concetto che «l’istruzione non deve essere un lusso, un privilegio».

G.Middei, 

anche se voi mi conoscete come Professor X 

#scuola #istruzione #filosofia #cultura #giovani 

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venerdì 19 maggio 2023

Archeologi scoprono tunnel durante la ricerca della tomba di Cleopatra: ‘È un miracolo geometrico’. - Angelo Petrone

 

Taposiris Magna fu fondata intorno al 280 a.C. da Tolomeo II, figlio del rinomato generale di Alessandro Magno e uno degli antenati di Cleopatra (lei stessa governò dal 51 a.C. fino alla sua morte per suicidio nel 30 a.C.). Il tempio, secondo il team, era dedicato al dio Osiride e alla sua regina, la dea Iside. Sono state scoperte anche monete con i nomi e le sembianze di Cleopatra e Alessandro Magno, oltre a statuette di Iside. Nel tempio sono stati trovati anche pozzi funerari contenenti sepolture greco-romane. È possibile che Cleopatra e suo marito Marco Antonio siano stati sepolti in tombe simili. La prossima tappa sarà l’esplorazione del vicino Mar Mediterraneo. Tra il 320 e il 1303 d.C., infatti, una serie di terremoti colpì la costa, facendo crollare parte del tempio e inghiottito dalle onde. Inoltre, gli scavi avevano precedentemente rivelato una rete di tunnel che si estendeva dal lago Mariout al Mediterraneo. Indipendentemente dal fatto che le tombe siano state trovate o meno, uno scavo approfondito di queste rovine potrebbe dirci di più sulla misteriosa città antica. Il tunnel ha già restituito alcuni tesori: pezzi di ceramica e un blocco rettangolare di calcare. Come disse 13 anni fa l’allora ministro delle Antichità Zahi Hawass , “Se scopriamo la tomba di Cleopatra e Marco Antonio, sarà la scoperta più importante del 21° secolo. Se non scopriamo la tomba di Cleopatra e Marco Antonio, abbiamo comunque fatto importanti scoperte dentro e fuori il tempio“.