Roberto Vittori aggancia il cacciatore di materia alla Stazione spaziale internazionale.
I TRE ENIGMI - Il cacciatore di antimateria rimarrà agganciato almeno un decennio cercando di dare risposta a tre enigmi del cosmo. Il primo e più affascinante riguarda appunto l’antimateria nell’universo che tutti dicono ci sia ma che nessuno ha mai visto finora. L'Alpha Magnetic Spectrometer (AMS), del costo di 1,5 miliardi di euro, analizzando il fiume di raggi cosmici che viaggia nello spazio cercherà di scovare queste particelle che, se esistono, farebbero pensare all’esistenza di universi paralleli al nostro costituito di materia normale. Se materia e antimateria vengono a contatto si distruggono a vicenda. In particolare si spera di avvistare qualche nucleo di anti-elio lasciato in eredità dopo il Big Bang, il grande scoppio iniziale da cui tutto ha avuto origine, compresi noi stessi.
Il secondo enigma riguarda l’origine degli stessi raggi cosmici forse generati da stelle che esplodono o dal cuore delle galassie; il terzo infine è legato alla natura della materia oscura che riempie il 25 per cento dell’universo e ancora da decifrare.
GLI SCIENZIATI - Alla guida di questa operazione ci sono due scienziati: il Premio Nobel Samuel Ting e il professor Roberto Battiston dell’Università di Perugia e dell’ Istituto Nazionale di fisica nucleare (Infn). Insieme governano seicento ricercatori di 16 nazioni: dalla Russia alla Cina, dagli Stati Uniti a Taiwan. L’Italia vi partecipa con lo stesso Infn e l’Agenzia spaziale Asi. «Il più entusiasmante obiettivo di AMS è sondare ciò che non conosciamo» commenta Samuel Ting. Tutti i dati saranno ricevuti dallo spazio direttamente al centro di controllo allestito al Cern di Ginevra. «In queste ore lo strumento è in fase di attivazione alimentato con l’energia in arrivo dalla stazione spaziale – spiega Battiston – . Una volta completata l’operazione tutte le componenti dell’esperimento saranno operative e AMS inizierà finalmente ad acquisire i dati tanto attesi dalla comunità scientifica».
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