Segesta, una delle aree archeologiche gestite dalla società di Mercadante.
Ai domiciliari con l'accusa di peculato Gaetano Mercadante, 51 anni. Ammonta a 19 milioni di euro l'importo del denaro di cui aveva la disponibilità per ragioni derivanti dal proprio ruolo di «incaricato di pubblico servizio», di cui si è personalmente e indebitamente appropriato, mentre altri 14 milioni sono stati dallo stesso versati ma con notevole e ingiustificato ritardo.
PALERMO. Avvalendosi di tre Associazioni temporanee d'impresa (Novamusa Valdemone, Novamusa Val di Noto e Novamusa Val di Mazara, di cui era legale rappresentante in Sicilia), Gaetano Mercadante, 51 anni, residente a Bracciano, si sarebbe indebitamente appropriato di circa 19 milioni derivanti dall'emissione di biglietti per l'ingresso nei siti archeologici siciliani. È l'accusa di peculato che ha portato l'imprenditore agli arresti domiciliari, eseguiti dalla Guardia di finanza.
Nel 2003 l'assessorato regionale ai Beni culturali ha dato in concessione la gestione di alcuni servizi nei siti delle province di Messina, Siracusa, Ragusa e Trapani. La concessione disciplinava, tra l'altro, la gestione degli introiti di biglietteria, per la quale era stato stabilito l'obbligo da parte del concessionario di versare le somme incassate e decurtate dall'aggio, alla Regione Sicilia (70%) e ai Comuni (30%) nei cui territori ricadono i siti di interesse culturale.
Mercadante avrebbe tenuto per sè 19 milioni, versandone altri 14 a Regione e Comuni ma con notevoli ritardi rispetto a quanto previsto dal contratto e senza addurre giustificazioni.
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