giovedì 22 gennaio 2015

Bce, Draghi lancia il Quantitative easing. Acquisto titoli per 60 miliardi al mese. Euro e spread ai minimi, sale il dollaro.



Obiettivo: contrastare la deflazione e far ripartire i finanziamenti delle banche all'economia. Decisione non unanime ma meno contrastata del previsto. I rischi dell'operazione in capo alla Bce solo fino al 20%, mentre l'80% resterà in carico alle banche nazionali. Immediate le ricadute positive sui mercati.

Francoforte, 22 gennaio 2015 - E venne il giorno del Quantitative easing (SCHEDA). "Sessanta miliardi di acquisti titoli al mese", almeno "fino a settembre 2016" o, per meglio dire, "fino a quando servirà". Il nuovo intervento ingloberà i precedenti programmi di acquisti di prestiti bancari cartolarizzati (Abs) e di obbligazioni bancarie garantite (Covered bond). Lo comunica il presidente della Bce, Mario Draghi. La Banca centrale europea, come da attese, ha lasciato il tasso principale di rifinanziamento al minimo storico dello 0,05%. Il tasso sui prestiti marginali e quello sui depositi bancari restano rispettivamente allo 0,30% e -0,20%. Ma soprattutto ha rilanciato forte sul ritmo del Qe.
MISURA FORTE - Il mercato si aspettava 50 miliardi al mese per un anno. Draghi ha alzato subito la posta fino ad almeno 1.140 miliardi complessivi, peraltro senza indicare la fine della misura straordinaria di acquisto titoli di Stato e titoli privati che si va ad aggiungere alle altre già sul tappeto e cioè ai finanziamenti a lungo termine alle banche di categoria Ltro e Tltro ((le cui restanti 6 operazioni di rifinanziamento a lungo termine avranno ora un tasso parificato alle principali operazioni di rifinanziamento dell'Eurosistema).). Obiettivo dell'intera manovra espansiva: aprire il rubinetto della liquidità, immettere denaro nell'economia reale, contrastare la deflazione e far ripartire i finanziamenti ai cittadini. C'è però il rovescio della medaglia.
CONDIVISIONE LIMITATA - Il nuovo piano di acquisti di titoli privati e pubblici della Bce prevede una condivisione dei rischi solo "al 20 per cento". L'80% del rischio resterà quindi in capo alle banche nazionali. Ci saranno altri limiti di intervento: limite emittente al 33%, limite emissione al 25%. La maturità dei titoli di Stato e di altro genere che verranno acquistati dalla Bce sarà compresa tra i due e i trenta anni. Ovviamente tenendo presenti i pesi dei singoli Paesi all'interno della Bce dove l'Italia è il terzo azionista dietro a Germania e Francia.
SCENARIO POSITIVO - "I rischi per le prospettive economiche dell'eurozona restano orientati al ribasso, ma dovrebbero diminuire grazie alle misure di politica monetaria annunciate oggi e alla continua caduta del prezzo del petrolio" è l'opinione di Draghi, apparso molto soddisfatto della svolta impressa. Naturalmente, ora la palla passa ai governi. Draghi invoca riforme, riforme e ancora riforme. Altrimenti il Qe perderà in efficienza. 
DIBATTITO INTERNO - Una decisione storica, alla quale l'Eurotower è arrivata in modo se non unanime, certamente meno scomposto di quanto ci si attendesse alla vigilia, grazie - soprattutto - alla minor condivisione del rischio. I votanti all'interno del direttivo sono 21 e il compito immane cui Mario Draghi si è dedicato fino all'ultimo è stato di minimizzare il dissenso nei confronti del Qe, contro il quale si erano schierati la Bundesbank e gli altri 'falchi' dell'Eurosistema, cioè Olanda, Lussemburgo e alcuni paesi dell'Est europeo. Ha ammesso in conferenza stampa il numero uno di Eurotower: "La decisione di avviare il Qe ha avuto una vasta maggioranza ma non è stata unanime. C'è invece stato consenso sul considerare il Qe uno strumento di politica monetaria e sulla condivisione del rischio al 20%". In generale, un gran bel risultato.
TUTTI DENTRO - E la Grecia? I titoli di Stato dei paesi più fragili saranno acquistati sulla base di determinati criteri di eleggibilità, cioè si vaglierà caso per caso. Tuttavia - chiarisce Draghi - per la Grecia non c'è alcun regime specialeC'è una deroga, che consente di comprare titoli con rating speculativo in presenza di un programma di assistenza (leggi Trojka). Quindi con l'accordo dei grandi creditori e il rispetto dei programmi concordati. Nello specifico caso della Grecia gli acquisti potranno pertanto cominciare solo a luglio, in base alle scadenze di "pagamenti dei titoli detenuti tramite il vecchio programma Smp".
SPREAD A 108 - Immediata reazione del mercato del reddito fisso all'annuncio dell'ampio Qe. Il differenziale di rendimento tra i BTp decennali e i Bund di analoga durata è sceso di venti punti base in pochi secondi: da 128 a 108 punti e si è portato al minimo di 106,7 subito dopo, per poi chiudere a 118 con il rendimento che aggiorna all'1,62% il proprio minimo storico. Molti analisti vedono a questo punto la possibilità di uno spread sotto quota 100 entro l'estate, se non già entro la primavera, se l'economia italiana ripartirà. Esempio virtuoso il bono spagnolo, oggi quotato a 97 per un rendimento dell'1,41%.
CAMBIO EURO-DOLLARO - In scia alle parole di Draghi l'euro è sceso a 1,1480 dollari rivedendo i minimi da novembre 2003, un livello già toccato lo scorso 16 gennaio quando la valuta europea scese fino a 1,1460 dollari. Buon per l'export. Soprattutto delle imprese italiane ad alto valore aggiunto.
BORSE - Dopo l'annuncio di Draghi i mercati sono schizzati in rialzo, poi hanno ritracciato pur restando in area positiva e a fine contrattazioni sono tornati di nuovo vicino ai massimi di giornata. Milano - al sesto rialzo consecutivo - è stato il listino migliore in Europa con il Ftse Mib a +2,44% e il Ftse All Share a +2,35%. Ancora acquisti sul settore bancario e in particolare su Bper +4,73%, Unicredit +3,7% e Mps 3,3%. Bene anche il risparmio gestito: Mediolanum (+4,4%) e Azimut (+3,54%). Fra gli energetici svetta Saipem (+4,37%) che ha riguadagnato quota 8 euro grazie ad alcune ricoperture. Secondo i principali broker, i mercati dell'Eurozona, che già "prezzavano" un intervento importante, potrebbero aspettare qualche giorno prima di posizionamenti di "medio-lungo" periodo nel nuovo scenario visto che è imminente l'appuntamento elettorale in Grecia che potrebbe alimentare nuove tensioni.
REAZIONI - Secondo Christine Lagarde, il direttore generale del Fmi (Fondo monetario internazionale), il Qe contribuirà a "ridurre i rischi di un'inflazione bassa per un periodo protratto aumentando le aspettative" sull'inflazione stessa e ad "abbassare i costi per prendere denaro in prestito nell'area euro". Forte il plauso del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan: il quantitative easing "è un passo importante nella direzione giusta" che è quella "di una maggiore mutualizzazione" del debito. Inoltre, "le misure della Bce daranno più certezze e più potere di acquisto permettendo anche ai cittadini di spendere di più" osserva il titolare del Mef da Davos. "Se lo stesso sforzo di acquisto massiccio di titoli fosse cominciato strategicamente e strutturalmente già nell'estate-autunno del 2011, la storia di questa crisi sarebbe stata diversa" si compiace (e al tempo stesso si rammarica) il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta. Osserva Filippo Taddei, responsabile economico del Pd: "E' la giornata della svolta: la politica monetaria cancella gli alibi, quella fiscale europea non può sfuggire alle proprie responsabilità. Dopo il coraggio monetario, è arrivato il momento della coerenza di una politica fiscale espansiva e orientata alla crescita e occupazione a livello europeo. Questa è la missione dell'Italia".

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