martedì 6 ottobre 2020

Rispondendo a Morra


Come la penso io.

Non so nulla del post di Casaleggio, quindi non posso commentarlo, ma posso commentare le parole di Morra quando afferma:

“Se diventiamo partito, me ne vado anch’io”.

Non capisco, e mi rivolgo al Morra filosofo, questo voler dare ad un nome comune di cosa, e cioè alla parola "partito" un significato inesistente.

Un partito non è, forse, l'espressione di un'idea?
Quello che conta non è far parte di un movimento o di un partito, quello che conta è portare avanti le idee in cui si crede e renderle realtà, e questo si può fare anche in un partito.
Iniziare un progetto e abbandonarlo al primo intoppo è da temerari, la politica, quella seria e responsabile, necessita di persone coraggiose che combattono per portare a termine le proprie idee a prescindere dai problemi che si presentano durante il cammino.
La politica, quella buona, è sacrificio, è abnegazione e, purtroppo costa dirlo, ma è così, necessita di alleanze, necessita di discussione, necessita di rinunce, di concessioni, altrimenti non sarebbe più democrazia, pluralità.
Fare politica è come amministrare da buon padre il proprio nucleo famigliare, e un buon padre accondiscende, di tanto in tanto, accontentando le richieste dei suoi cari.

Cetta.

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