martedì 6 ottobre 2020

Lega, nuovo record: scoperte altre 100 operazioni sospette. - Davide Milosa

 

Milano - La Finanza lavora su nuovi documenti di Bankitalia: da Bossi a Salvini, 10 anni di flussi finanziari dei professionisti vicini al partito.

Flussi di denaro per milioni di euro e operazioni sospette. La Procura di Milano, nell’ambito dell’inchiesta sul caso Film Commission e sui commercialisti vicini alla Lega di Matteo Salvini, ora indaga su questo. L’accelerazione è arrivata anche dopo il vertice con i colleghi di Genova che stanno lavorando sulla scomparsa dei 49 milioni di rimborsi pubblici dalle casse partito. Da giorni la Guardia di finanza di Milano sta studiando cento segnalazioni per operazioni sospette (Sos), elaborate dall’Antiriciclaggio di Banca d’Italia, che riguardano gli uomini vicini alla Lega coinvolti o solo citati nel fascicolo milanese e in quello ligure.

I documenti raccontano gli ultimi dieci anni di flussi finanziari, a partire dal 2010, epoca in cui era operativa la vecchia Lega di Umberto Bossi e del tesoriere Francesco Belsito. Si tratta di documenti che non sono stati depositati e che non coincidono con le note dell’Antiriciclaggio di Banca d’Italia allegate agli atti del fascicolo. Insomma, materiale inedito allo studio della Finanza.

Vi rientrano così tutte le attività che nel tempo hanno riguardato i due commercialisti vicini alla Lega e cioè Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni. Tutte le società a loro collegate, anche quelle, emerge dagli atti, nelle quali risultano soci politici di rilievo del Carroccio, come il tesoriere Giulio Centemero e il senatore bresciano Stefano Borghesi. Nello specifico si tratta della Stp, società di commercialisti contabili, già oggetto di segnalazione, il cui capitale iniziale per quanto riguarda Centemero è arrivato in parte da denaro pubblico.

Sul tavolo anche le attività connesse agli imprenditori vicini alla Lega. Tra questi Francesco Barachetti, l’elettricista ed ex consigliere comunale di Casnigo vicino di casa di Di Rubba che ha ricevuto parte del denaro pubblico frutto della vendita dell’immobile di Cormano dalla società Andromeda di Scillieri alla fondazione Lombardia Film Commission (Lfc). Denaro che lo stesso Barachetti girerà a società riferibili al duo Di Rubba-Manzoni. Negli ultimi anni Barachetti, che ha un vecchio precedente per spaccio e che oggi è indagato per peculato nell’indagine sui presunti fondi neri della Lega, ha ricevuto dal partito lavori per oltre due milioni di euro. Sotto la lente vi sono poi le attività dell’imprenditore bergamasco Marzio Carrara che non risulta indagato. Allo studio della Finanza, come scritto dal Fatto, c’è un pacchetto societario acquistato a 5,5 milioni anche da Carrara e Di Rubba e rivenduto solo 4 mesi dopo a 29 milioni all’imprenditore bergamasco Mario Francesco Pozzoni (non indagato). Carrara negli anni è risultato tra i fornitori della Lega. Nuove segnalazioni riguardano il caso dell’associazione Maroni presidente e il presunto giro di fatture false riferito in parte al parlamentare leghista Fabio Boniardi (non indagato) titolare di una tipografia nel Milanese. L’associazione riguarda l’indagine genovese e 450mila euro usciti e rientrati nella casse della Lega. Unico indagato per riciclaggio, Stefano Bruno Galli, assessore regionale lombardo alla Cultura.

Una montagna di carte dalle quali quindi potrebbero uscire novità di rilievo. Non a caso, nello scambio di atti dalla procura di Genova a quella di Milano, vi sono i risultati delle perquisizioni disposte dai pm liguri nel 2018 a carico dei commercialisti bergamaschi. Nel cd, ora allo studio della Finanza, ci sono gli assetti societari dell’imprenditore bergamasco Angelo Lazzari, il cui nome è associato a sue società, una in Lussemburgo che, si legge in una Sos agli atti, hanno gestito “indirettamente” la società Taac riferibile a Di Rubba e Manzoni. In particolare Taac, risulta dall’analisi dell’Uif della Banca d’Italia, è stata controllata indirettamente dalla spa Prima fiduciaria “attraverso – si legge – l’interposizione di svariate imprese due delle quali riconducibili a Lazzari, ovvero la lussemburghese Ivad sarl e la Sevenbit Srl”.

Dalla lista dei nomi vicini alla nuova Lega di Salvini spunta anche quello del commercialista Michele Scillieri, arrestato settimane fa con Di Rubba e Manzoni. Su Scillieri che nelle intercettazioni spiegava di aver un “cassetto” da aprire pieno di notizie rilevanti, emerge un secondo dato importante. Dalle perquisizioni successive agli arresti di settembre a uno degli indagati, è stata trovata una pen-drive sulla quale è caricato il backup del computer di Scillieri. Un elemento che come per le cento sos promette sviluppi interessanti. L’inchiesta sui presunti fondi neri della Lega non si ferma.

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