mercoledì 17 febbraio 2021

L’umanizzazione di Supermario detto il messia. - Antonio Padellaro

 

Spassoso come sempre, Gian Antonio Stella ci delizia sulla prima pagina del Corriere della Sera con un’antologia degli “elogi (di troppo) al potere”, da Garibaldi ai giorni nostri, e con l’appello “salvate il soldato Draghi” quasi soffocato dagli “osanna” e dai “salamelecchi”. Un grande benvenuto tra noi visto e considerato che sul tema “Santo subito” il Fatto è prodigo di citazioni, un paio tratte dal Corriere che, causa la natura bastarda di questa rubrica, il meschino gestore è andato subito a sbirciare.

Per carità, niente di paragonabile ai busti di De Nicola e De Gasperi che in un corridoio di Montecitorio “sorridono pensando a Draghi”, o al Draghi di Città della Pieve che “al bar in piazzetta si siede sempre vicino alle piante per non farsi riconoscere” (capolavori di cui non citeremo le fonti in quanto patrimonio dell’umanità). Invece, riguardo al Corriere, come non apprezzare l’eleganza del titolo: “Pasquino e le partite di calcio in America: Draghi era riflessivo anche in campo”, quando nell’articolo il politologo, con scarso tatto, lo definisce “poco scattante, troppo riflessivo, riluttante a ostacolare gli avversari” (non proprio un Maradona, insomma). Nell’improvviso bagno di realtà della stampa italiana, di cui non possiamo non compiacerci, spicca il titolo del Foglio: “Non fate di Draghi il nuovo messia”, che rappresenta un responsabile passo indietro rispetto al Draghi che cammina sulle acque sfogliando la miracolosa Agenda Draghi.

Lungi da noi il bieco pensiero che nella vulgata dei giornali adoranti l’umanizzazione di colui che si è reincarnato a palazzo Chigi avvenga soltanto dopo che quel figuro del predecessore si è finalmente tolto dalle scatole. No, “il premier non è qui per salvare l’Italia, ma per permettere all’Italia di salvarsi da se stessa”, leggiamo nell’editoriale fogliesco: magistrale doppio salto carpiato che ricorda il chiedete cosa potete fare voi per il vostro paese, ovvero per SuperMario, di kennediana memoria. Sottoscriviamo, a patto che dopo averci un po’ deluso con i ministri che non sembrano tutti “di alto profilo”, oggi in Parlamento il premier pronunci, come leggiamo, un discorso breve ma di “ampio respiro”. E che sia soprattutto provvisto di una “visione”. Quando c’era Conte ci avete sbomballato che era privo di visione e adesso alla visione no non ci rinuncio.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/02/17/lumanizzazione-di-supermario-detto-il-messia/6103699/

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