Tra moglie e marito. “Negli ultimi sette giorni ci sono state sette donne uccise presumibilmente da sette uomini. A volte però è lecito anche domandarsi: questi uomini erano completamente fuori di testa, erano completamente obnubilati, oppure c’è stato anche un comportamento esasperante e aggressivo anche dall’altra parte? È una domanda che dobbiamo farci per forza” (Barbara Palombelli, Stasera Italia, Rete 4, 16.9). Ma infatti: meno male che Francesco è disarmato.
Compiti a casa. “Bravi, avete chiesto scusa al Cav. Ma ora mandatelo al Quirinale” (Paolo Guzzanti, Riformista, 24.9). Mo’ me lo segno.
Tiromancino. “Mancino: ‘Io vittima di un teorema crollato sulla trattativa Stato-mafia’” (Repubblica, 25.9). Quindi adesso ce lo dici che cosa vi dicevate al telefono con Napolitano?
Disinformafia/1. “Gli imputati sono stati assolti con formula piena perchè non hanno ceduto alla mafia” (Francesco Merlo, Repubblica, 25.9). No, perchè hanno trattato con la mafia, ma il fatto non costituisce reato. Così come Merlo non costituisce giornalismo.
Disinformafia/2. “Così la teoria del complotto ha leso l’immagine del Paese. A Palermo smentita la tesi che lo Stato abbia cercato accordi con Cosa Nostra” (Mario Ajello, Messaggero, 25.9). Magari: la Corte d’appello ha confermato che il Ros trattò con Cosa Nostra, ma sono punibili solo i mafiosi e non i carabinieri. Una splendida immagine per il Paese.
Disinformafia/3. “Se le toghe vogliono riscrivere la storia generano mostri” (Claudio Martelli, ex ministro Psi della Giustizia, Giornale, 25.9). Tipo Martelli, che vent’anni dopo si ricordò di aver saputo da Liliana Ferraro della trattativa Stato-mafia.
Disinformafia/4. “Travaglio di bile. La trattativa non c’era. I manettari rosicano. Dopo la sentenza che sconfessa la tesi di pezzi dello Stato in combutta con i boss c’è chi reagisce stizzito (il Fatto) e chi prova a minimizzare” (Renato Farina, Libero, 25.9). Sconfessa a tal punto che condanna i boss: evidentemente i boss erano in combutta con pezzi dello Stato, ma pezzi dello Stato non erano in combutta con i boss. A uguale B, ma B non uguale A. Aristotele si rivolta nella tomba.
Disinformafia/5. “Processato chi aiutò mio padre” (Fiammetta Borsellino, Libero, 25.9). Suo padre è per caso lo stesso che disse a sua madre prima di morire: “Ho visto la mafia in diretta, mi han detto che Subranni è punciutu”, cioè associato alla mafia?
Disinformafia/6. “Non spiace qui ricordare che i natali del processo sulle trattative coincidono, ma guarda un po’, con quelli del Fatto: 10 anni buttati via” (Farina, ibidem). A parte che il Fatto ha 12 anni, il processo Trattativa inizia con un’intervista di Massimo Ciancimino a Nuzzi su Panorama diretto da Belpietro il 19 dicembre 2007. Scusa, Betulla, ma Pio Pompa non ti ha proprio detto niente?
Disinformafia/7. “L’eterno processo sulla Trattativa è crollato per tutti. Ma non per Travaglio e soci” (Dubbio, 25.9). Cioè per quelli che han letto il dispositivo della sentenza e l’hanno capito.
Tu quoque. “Per il Quirinale Gianni Letta può essere un nome, figurarsi se ho problemi!” (Pierluigi Bersani, deputato LeU, L’aria che tira, La7, 25.9). Come battuta era meglio quella sulla mucca in corridoio.
L’ideona. “Il futuro del Pd è draghizzare il centrosinistra” (Stefano Ceccanti, Riformista, 21.). Dopo gli strepitosi successi di quello renzizzato.
Sgub! “’Io, ex grillino, ho provato la galera’. Intervista esclusiva a Marcello De Vito” (Dubbio, 18.9). Se lo strappavano tutti di mano, ma alla fine se l’è assicurato Il Dubbio.
L’esperta. “Nel Pool di Mani Pulite io c’ero: i pm pensavano alla presa del potere” (Tiziana Parenti, Dubbio, 14.9). Infatti l’unica che si candidò e si fece eleggere fu lei.
L’esperto. “Oggi il Parlamento non è affatto esautorato Non tutte le fiducie sono uguali” (Francesco Clementi, costituzionalista, Dubbio, 24.9). Art. 986 della Costituzione: dipende da chi le chiede.
Indirizzo sbagliato. “Fedez insulta Conte: ‘Fai comizi affollati e vieti i concerti’. I cantanti si ribellano” (Libero, 23.9). Se ne deduce che Conte dovrebbe pregare la gente di non andare ai suoi comizi e, soprattutto, che il premier è ancora lui.
Dadaismo/1. “Surreale risposta della Raggi, in un’intervista al Fatto, sui cinghiali che scorrazzano nella capitale in cerca di rifiuti dentro ai cassonetti: ‘Sono un problema di competenza regionale’” (Annalisa Cuzzocrea, Repubblica, 23.9). Siccome si dà il caso che la legge affidi alle Regioni il controllo del patrimonio faunistico, se la risposta della sindaca è surrealista, il giornalismo di Repubblica è dadaista.
Dadaismo/2. “Dagli industriali a Di Maio crescono le adesioni al partito di Draghi” (Cuzzocrea, ibidem, 25.9). Ecco, appunto.
Il titolo della settimana/1. “Ritorna Berlusconi: ‘La Ue una necessità’. Weber: ‘Con lui l’Italia è rientrata in Europa’” (Giornale, 22.9). Senza essersi mai accorta di esserne uscita.
Il titolo della settimana/2. “I draghiani riluttanti” (Augusto Minzolini, Giornale, 22.9). Che cos’è, un nuovo reato?
ILFQ
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