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martedì 19 novembre 2019

M5S: "Chiesa paghi Imu".

M5S: Chiesa paghi Imu

Pagamento dell’Imu per la Chiesa. Lo propone un emendamento del senatore M5S Lannutti alla manovra: "Sono tenuti a pagare l’Imposta municipale propria (IMU), nei modi e nei termini stabiliti dalla legge per quell’immobile e tutti gli altri a esso collegati, tutti gli edifici o i complessi architettonici della Chiesa cattolica, di congregazioni religiose che fanno capo alla religione cattolica o di associazioni o società legate alla religione cattolica al cui interno ci sono edifici totalmente o in parte adibiti: a ristorazione a pagamento, a caffetteria a pagamento o a hotelleria a pagamento; all’erogazione di servizi ospedalieri o sanitari a pagamento in percentuale pari o superiore al 30% rispetto al fatturato complessivo dell’azienda". 

Inoltre secondo l'emendamento, "Tutte le associazioni o società legate alla religione cattolica e le congregazioni religiose che fanno capo alla religione cattolica il cui fatturato è pari o superiore a 100.000 euro annui sono tenute a farsi convalidare i propri bilanci da un certificatore esterno individuati tra i professionisti del settore, che assuma la responsabilità della veridicità di quel bilancio. Nel caso il bilancio risulti non veritiero, il certificatore esterno punibile con la reclusione da un minimo di 3 anni ad un massimo di 5 anni. Tutte le associazioni o società legate alla religione cattolica e le congregazioni religiose che fanno capo alla religione cattolica che, in base a quanto risulti dai bilanci certificati, svolgono attività di impresa relativa a servizi di ristorazione, hotelleria, caffetteria o erogando altri tipi di servizi a pagamento sono tenuti a pagare l'Imposta municipale propria (IMU) nei modi e nei termini stabiliti dalla legge per quell'immobile e tutti gli altri a esso collegati. Tutte le associazioni o società legate alla religione cattolica e le congregazioni religiose che fanno capo alla religione cattolica che non hanno pagato l'IMU tra il 2006 e il 2011 sono tenute ad autocertificare i propri bilanci relativi a quegli anni e ad autocertificare l'indirizzo d'uso degli immobili di loro proprietà e di quelli utilizzati per le proprie attività. Sulla base dell'autocertificazione presentata dalle suddette associazioni o società i Comuni riscuotono l'IMU per gli anni che vanno dal 2006 al 2011".

lunedì 12 novembre 2012

Imu, il governo di Mario Monti tenta il colpo di mano per favorire la Chiesa.


Basilica San Pietro

L'esecutivo tecnico dei professori ha inserito una modifica ad hoc sulla definizione di no profit nel decreto Enti locali per favorire le realtà ecclesiastiche. Il tutto contro il parere del Consiglio di Stato e con il rischio che l'Europa multi l'Italia. Si tratterebbe di un danno di quasi tre miliardi di euro.


Una modifica ad hoc sulla definizione di no profit. Obiettivo? Permettere alla Chiesa di non pagare la tassa sugli immobili relativa alle ‘attività ad uso misto’, ovvero quelle che producono utili (cliniche, alberghi, ostelli, mense, ecc). Se non è un colpo di mano poco ci manca. Il governo tecnico di Mario Monti ci sta riprovando: cambiare in corsa le regole del gioco al fine di far risparmiare il Vaticano sull’Imu. Una mossa che non piace né al Consiglio di Stato (che il 4 ottobre scorso ha bocciato il regolamento per l’Imu prodotto dal ministero dell’Economia), né probabilmente all’Europa tanto cara ai professori, che potrebbe sanzionare l’Italia per aiuti di stato illegali. Il favore alla Chiesa, inoltre, non farà bene alle casse del Paese; sia per l’immediato (il governo contava di incassare dai 300 ai 500 milioni di euro all’anno), sia nel lungo periodo, visto che se la Commissione di Bruxelles dovesse davvero multare l’Italia si tratterebbe di un danno assai vicino ai tre miliardi di euro – come riportato oggi da Repubblica – perché l’Ue punterebbe a recuperare le somme condonate sin dal 2006.
L’asso nella manica, come detto, passa da una nuova definizione del concetto di ente commerciale, che tale non sarebbe se nello statuto venisse fatta una piccola modifica entro dicembre: vietato distribuire gli utili, che al contrario devono essere investiti per scopi sociali. E qualora l’ente non profit dovesse sciogliersi, il suo patrimonio deve passare tassativamente ad un altro ente no profit. Non solo. Particolarmente interessante il pagamento dell’Imu per cliniche ed ospedali, che nulla dovranno pagare se accreditate o convenzionate con gli enti pubblici e se – si legge nel provvedimento – le loro attività si svolgono “in maniera complementare o integrativa rispetto al servizio pubblico”. Come? O a titolo gratuito o dietro pagamento di rette “di importo simbolico”. Cosa si intende per simbolico non è dato saperlo, il che produce un vuoto normativo che potrebbe aprire il campo a tutta una serie di interpretazioni e, perché no, speculazioni. Per quanto riguarda convitti e scuole, inoltre, saranno esentati quelli che fanno attività paritaria rispetto alle istituzioni statali e quelli che non discriminano gli alunni, mentre non pagheranno l’imposta sugli immobili le strutture con ricettività sociale. Il concetto di pagamento simbolico che evita l’Imu, inoltre, torna anche per le attività culturali, ricreative e sportive.
Per quanto riguarda il timing della vicenda, il punto di non ritorno è la bocciatura da parte del Consiglio di Stato (4 ottobre) del regolamento del ministero dell’Economia, il cui obiettivo era aiutare a compilare entro dicembre l’autocertificazione sui metri quadrati dell’immobile di proprietà riservata alle attività commerciali. Il Consiglio di Stato, il cui parere è obbligatorio ma non vincolante, dice no al documento prodotto dal governo (per decreto, in virtù della delega concessa all’esecutivo dal Parlamento). Il motivo? Proprio l’inserimento degli ‘sconti’ relativi all’Imu poiché del tutto estranei all’ordinamento italiano. Il governo a questo punto inserisce il cavillo con la nuova definizione di no profit all’interno del decreto Enti Locali (pensato per occuparsi dei costi della politica) e lo rispedisce al Consiglio di Stato, che l’8 novembre lo esamina nuovamente. Sconti confermati, quindi. 

lunedì 8 ottobre 2012

Niente Imu per la Chiesa ma Grilli non ci sta.

Imu per la Chiesa cattolica, strada complicata

Il Consiglio di Stato ha bocciato il decreto del Tesoro per l'applicazione dell'Imu agli enti non commerciali, compresi quelli di proprieta della Chiesa. Il ministro dell'economia Grilli: l'obiettivo del governo resta quello di assoggettare tutti all'Imu.

Il Consiglio di Stato ha bocciato il decreto del ministero dell'Economia e Finanze per
l'applicazione dell'Imu sugli enti non commerciali, e quindi anche sulla Chiesa. Due le strade percorribili, a questo punto, per rimediare: emanare subito una norma ad hoc che modifichi l'articolo 91-bis del Dl 1/2012 e affidi al ministero dell'Economia la disciplina dell'intera materia attraverso un suo decreto; oppure inserire l'intero regolamento in un disegno di legge. Ma in questo caso i tempi tecnici sarebbero più lunghi.


"Non è demandato al Ministero - scrivono i giudici di Palazzo Spada - di dare generale attuazione alla nuova disciplina dell'esenzione Imu per gli immobili degli enti non commerciali. Sulla base di tali considerazioni deve essere rilevato che parte dello schema in esame è diretto a definire i requisiti, generali e di settore, per qualificare le diverse attivita' come svolte con modalita' non commerciali. Tale aspetto esula dalla definizione degli elementi rilevanti ai fini dell'individuazione del rapporto proporzionale in caso di utilizzazione dell'immobile mista "c.d. indistinta" e mira a delimitare, o comunque a dare una interpretazione, in ordine al carattere non commerciale di determinate attività".
 
Per il Consiglio di Stato "l'amministrazione ha compiuto alcune scelte applicative, che
non solo esulano dall'oggetto del potere regolamentare attribuito, ma che sono state effettuate in assenza di criteri o altre indicazione normative atte a specificare la natura non commerciale di una attivita'. Basti fare riferimento - si legge nel provvedimento - al criterio dell'accreditamento o convenzionamento con lo Stato per le attività assistenziali e sanitarie o ai diversi criteri stabiliti per la compatibilità del versamento di rette con la natura non commerciale dell'attività. In alcuni casi - spiegano i giudici - è utilizzato il criterio della gratuita' o del carattere simbolico della retta (attivita' culturali, ricreative e sportive); in altri il criterio dell'importo non superiore alla metà di quello medio previsto per le stesse attivita' svolte nello stesso ambito territoriale con modalita' commerciali (attivita' ricettiva e in parte assistenziali e sanitarie); in altri ancora il criterio della non copertura integrale del costo effettivo del servizio (attivita' didattiche)".

Per i giudici di Palazzo Spada "la diversità e eterogeneita' di ciascuno dei criteri rispetto alla questione dell'utilizzo misto conferma che si e' in presenza di profili, che esulano dal potere regolamentare in concreto attribuito. Tali profili potranno essere oggetto di un diverso tipo di intervento normativo o essere lasciati all'attuazione in sede amministrativa sulla base dei principi generali dell'ordinamento interno e di quello dell'Unione europea in tema di attivita' non commerciali".

Grilli: l'obiettivo a far pagere l'Imu a tutti.
L'obiettivo del governo resta quello di "assoggettare tutti i soggetti" all'Imu. Lo ha detto il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, commentando a Lussemburgo la bocciatura del Consiglio di Stato.