Bellanova e Bonetti, più dimesse che dimissionarie. Con tutto quello che dobbiamo affrontare, Renzi incluso, serviva l’ennesima polemica sulle donne ‘usate’ dall’ennesimo uomo più potente di loro? In poche parole, poteva almeno lasciarglielo dire a loro?
Come se ne avesse bisogno, l’uomo “più impopolare del Paese” che ha messo nei guai quello più popolare, squadernando una crisi di governo in piena emergenza pandemica, è riuscito invece nell’impresa di farlo attirandosi oltre alle solite accuse di egocentrismo anche quelle ben più velenose di sessismo.
Nel mondo reale e nei famigerati social (trovare le differenze ormai), all’hashtag di battaglia #renzivergogna, sono stati in molti a puntare il dito contro il leader di Italia Viva che pur di prendersi la scena, si arroga anche il diritto di annunciare le dimissioni delle sue ministre Bellanova e Bonetti, sedute al suo fianco, come “due corpi ostaggi”, come ha osservato non senza sarcasmo Lucia Annunziata al tg3.
E a proposito di giornalisti, c’è Alberto Infelise (la Stampa), che twitta: “Dire che la Bellanova non farà mai da segnaposto mentre le sta facendo fare esattamente la segnaposto è un estratto puro di renzismo”. Sulla stessa linea Selvaggia Lucarelli (Tpi): “Nel frattempo da 1 ora non hanno detto una parola, mentre fanno da segnaposto accanto a lui”.
Altri come Gad Lerner preferiscono ricorrere ad altre categorie. “Neanche il buon gusto, l’osservanza delle regole istituzionali o, se preferite, la cavalleria di lasciare che fossero le ‘sue’ due ministre a comunicare le proprie dimissioni, ha avuto @matteorenzi”, twitta l’ex editorialista di Repubblica.
C’è poi chi osserva come alle stesse, “dimesse”, politicamente e umanamente, ben pochi presenti in conferenza stampa hanno rivolto domanda. Per Marika Surace, esperta di diritti umani molto attiva sui social, “Renzi sta praticamente pregando i giornalisti di fare domande alle ministre e a Scalfarotto, inascoltato. Perché alla stampa interessa solo il suo rapporto con Conte e questo governo. Le due donne di Italia Viva non chiedono di intervenire. E però è Renzi che è sessista”.
Ma è anche vero - si ribatte- che una volta aperta la conferenza stampa con la notizia delle dimissioni, tutte le attenzioni erano rivolte alla mossa successiva di Renzi. Non è sfuggito che un ‘metronomo’ delle news come Enrico Mentana, abbia trovato normale rientrare in studio appena le stesse sembravano finalmente prendere la parola.
Sessismo o egocentrismo, c’è infine chi ha trovato la polemica stucchevole e irrilevante rispetto sia al tema delle donne sia rispetto al casino politico che era in procinto di innescarsi. Non resta che rifugiarsi nell’ironia feroce di Spinoza: “Renzi ha chiesto rispetto per le sue ministre. Altrimenti le farà parlare”.
(foto ANSA)