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martedì 8 giugno 2021

L'Italia ammaina la bandiera in Afghanistan.

 

Si avvia a conclusione la missione del contingente che accelera il ritiro dal Paese.

Si avvia a conclusione la quasi ventennale presenza del contingente italiano in Afghanistan. Ad Herat è arrivato oggi il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, per il saluto finale ai militari e la cerimonia dell'ammaina-bandiera alla base di Camp Arena, che sarà consegnata alle forze di sicurezza locali.

Le operazioni di rimpatrio di uomini (erano 800 a inizio anno) e mezzi, avviate a maggio, si concluderanno a breve, in sintonia con l'accelerazione impressa dagli Usa che intendono lasciare il Paese entro metà luglio, in anticipo sulla data simbolica dell'11 settembre annunciata dal presidente Joe Biden.

"Non vogliamo che l'Afghanistan torni ad essere un luogo sicuro per i terroristi.

Vogliamo continuare a rafforzare questo Paese dando anche continuità all'addestramento delle forze di sicurezza afghane per non disperdere i risultati ottenuti in questi 20 anni", ha spiegato Guerini.

"Non abbandoniamo il personale civile afghano che ha collaborato con il nostro contingente ad Herat e le loro famiglie: 270 sono già stati identificati e su altri 400 si stanno svolgendo accertamenti. Verranno trasferiti in Italia a partire da metà giugno", ha spiegato il ministro della Difesa parlando della sorte dei collaboratori afgani che rischiano ritorsioni da parte dei talebani una volta che il contingente Nato avrà lasciato l'Afghanistan.

I Paesi che stanno ritirando le loro truppe dall'Afghanistan dovrebbero accelerare i programmi per il reinsediamento di ex interpreti afghani e altri dipendenti di truppe o ambasciate straniere minacciati di ritorsioni dalle forze talebane: è l'appello di Human Rights Watch rivolto in particolare agli Stati Uniti e a tutti quei Paesi che si apprestano a ritirare ogni loro presenza nel Paese entro l'11 settembre di quest'anno. "Gli afghani che hanno lavorato con truppe o ambasciate straniere affrontano enormi rischi di ritorsioni da parte dei talebani", ha affermato Patricia Gossman, direttore associato per l'Asia di Human Rights Watch. "I Paesi con le truppe in partenza dovrebbero impegnarsi ad assistere chi si trova ad affrontare un pericolo per aver lavorare per loro".

Foto: "La cerimonia dell'ammaina-bandiera a Herat" - Ansa

ANSA

giovedì 24 dicembre 2020

Astronave, non solo Moncler: Invernizzi ritira i 4 mln donati. - Andrea Sparaciari

 

Fiera. Anche l’importante Fondazione non si fida più dell’ospedale-simbolo di Fontana&Gallera.

Dopo quella di Moncler, un’altra donazione milionaria a Regione Lombardia per l’Ospedale in Fiera riprende la via di casa. Si tratta dei 4 milioni di euro della potentissima Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi del 2 aprile 2020. Assegni staccati da tre società riconducibili alla Fondazione: la Finnapo S.r.l. (2,8 milioni bonificati il 6 aprile 2020); l’Immobiliare Mongesu S.r.l. (700 mila euro bonificati il 3 aprile); la Bina S.r.l. (che, sempre il 3 aprile, dona altri 500 mila euro). Totale: 4 milioni tondi. Fondi vincolati a uno scopo, la costruzione della struttura ospedaliera. Ma che si riveleranno non necessari, considerati i 21 milioni raccolti dalla Fondazione Fiera. Così Fondazione Invernizzi, come Moncler, ha dovuto scegliere se lasciare i fondi al Pirellone oppure prenderli indietro.

Il 21 giugno 2020 Fondazione Invernizzi, come testimonia la delibera di giunta n. 3982 del 14 dicembre, ha reclamato il denaro con una motivazione chiara: “Destinare le donazioni per due importanti progetti (di ricerca, ndr) individuati dalla stessa Fondazione con l’Università degli Studi di Milano”. E, visto che la legge regionale n. 4/2020 prevede l’obbligo di “destinare i proventi delle donazioni” solo “per iniziative di carattere emergenziale”, Regione Lombardia è stata costretta a restituire il denaro.

Una questione tecnica, ma fino a un certo punto: la Fondazione, infatti, avrebbe potuto scegliere di lasciare i 4 milioni alla Regione, anche se, per statuto, può finanziare solo progetti specifici. Avrebbe cioè potuto scegliere la via di Moncler e foraggiare progetti proposti dalla giunta Fontana. Invece ha preferito riprenderli e girarli alla Statale di Milano, che per altro non ha ancora individuato i “due importanti progetti. “Al momento la donazione alla Statale non è stata ancora formalizzata, né riscossa”, chiarisce l’Università al Fatto. “Quando la donazione verrà effettuata, sarà portata all’attenzione del cda dell’ateneo. L’intenzione sarebbe quella di finanziare i progetti di ricerca Covid non ancora finanziati”. Un messaggio chiaro: sui soldi meglio che decida la Statale, piuttosto che il Pirellone.

Una scelta comprensibile, considerando anche la nube di mistero che circonda i 10 milioni ripresi da Moncler un mese fa. La società dei piumini, dopo l’articolo del Fatto che raccontava come avesse richiesto indietro la donazione anch’essa destinata all’Ospedale in Fiera, aveva fatto sapere che avrebbe utilizzato 2 milioni per l’acquisto di 15 mezzi da destinare alle Usca, mentre i restanti 8 sarebbero andati per un progetto di telemedicina da attivare presso l’Ospedale di Niguarda. Un mese dopo del progetto di telemedicina si sono perse le tracce. “Come sindacato non ne sapevamo nulla prima e non ne sappiamo nulla ora”, spiega Isa Guarneri, segretaria FP Cgil Milano. Nonostante il sindacato, subito dopo l’articolo del Fatto, avesse chiesto informazioni precise ai vertici della Sanità Lombarda sul tanto pubblicizzato “Progetto Moncler”. Senza ottenere alcuna risposta. Il 13 novembre Niguarda ha effettivamente avviato un progetto simile a quello annunciato da Moncler – si chiama “Monitoraggio territoriale dei pazienti Covid” ed è gestito da 4 infermieri –, tuttavia questo pre-esisteva alla donazione di Moncler ed era stato approvato ben prima della restituzione del denaro.

La stessa società dei piumini, interrogata in proposito, ha preferito non rispondere. E anche sulle dotazioni delle Usca aleggia più di un dubbio: “Non mi risulta che a Milano siano entrati in servizio nuovi mezzi”, dice la consigliera Pd Carmela Rozza. “Anzi, il vero problema, oltre alla carenza di medici e infermieri, è ancora oggi la mancanza di mezzi attrezzati”.

E, intanto, l’Ospedale alla Fiera di Milano continua a lavorare, ma ampiamente sottodimensionato, a causa della carenza di personale sanitario. Lunedì 20 dicembre i ricoverati in terapia intensiva erano 47 sui 540 totali della Lombardia; il giorno prima erano 47 su 560 e quello prima ancora, i letti occupati erano 55 su 602 pazienti gravi totali. Non certo numeri enormi, per un’Astronave che avrebbe dovuto “salvare la Lombardia” e l’intero Paese. Avrebbe dovuto avere oltre 400 letti pienamente funzionanti. Peccato siano rimasti per lo più sulla carta.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/12/24/astronave-non-solo-moncler-invernizzi-ritira-i-4-mln-donati/6047055/

venerdì 12 aprile 2019

Allarme su alcuni antibiotici, scatta il ritiro.

Allarme su alcuni antibiotici, scatta il ritiro

Allerta dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) su alcuni antibiotici di uso comune. L'ente regolatorio ha diffuso nuove e importanti informazioni di sicurezza sui medicinali contenenti fluorochinoloni (ciprofloxacina, levofloxacina, moxifloxacina, pefloxacina, prulifloxacina, rufloxacina, norfloxacina, lomefloxacina): "Sono state segnalate" infatti "reazioni avverse invalidanti, di lunga durata e potenzialmente permanenti, principalmente a carico del sistema muscoloscheletrico e del sistema nervoso. Di conseguenza, sono stati rivalutati i benefici e i rischi di tutti gli antibiotici chinolonici e fluorochinolonici e le loro indicazioni nei Paesi dell'Ue. I medicinali contenenti cinoxacina, flumechina, acido nalidixico e acido pipemidico verranno ritirati dal commercio", annuncia l'Aifa.

In una comunicazione rivolta ai medici, l'Agenzia indica di "non prescrivere questi medicinali per il trattamento di infezioni non gravi o autolimitanti (quali faringite, tonsillite e bronchite acuta); per la prevenzione della diarrea del viaggiatore o delle infezioni ricorrenti delle vie urinarie inferiori; per infezioni non batteriche, per esempio la prostatite non batterica (cronica); per le infezioni da lievi a moderate (incluse la cistite non complicata, l'esacerbazione acuta della bronchite cronica e della broncopneumopatia cronica ostruttiva, la rinosinusite batterica acuta e l'otite media acuta), a meno che altri antibiotici comunemente raccomandati per queste infezioni siano ritenuti inappropriati; ai pazienti che in passato abbiano manifestato reazioni avverse gravi a un antibiotico chinolonico o fluorochinolonico".

"Prescriva questi medicinali con particolare prudenza - consiglia ancora l'ente regolatorio italiano ai medici italiani - agli anziani, ai pazienti con compromissione renale, ai pazienti sottoposti a trapianto d'organo solido e a quelli trattati contemporaneamente con corticosteroidi, poiché il rischio di tendinite e rottura di tendine indotte dai fluorochinoloni può essere maggiore in questi pazienti. Dev'essere evitato - evidenzia infine l'Aifa - l'uso concomitante di corticosteroidi con fluorochinoloni". E' necessario, avvertono ancora i camici bianchi, informare "i pazienti di interrompere il trattamento ai primi segni di reazione avversa grave quale tendinite e rottura del tendine, dolore muscolare, debolezza muscolare, dolore articolare, gonfiore articolare, neuropatia periferica ed effetti a carico del sistema nervoso centrale, e di consultare il proprio medico per ulteriori consigli".

A livello europeo già l'Agenzia Ema si era occupata nei mesi scorsi di approfondire i rischi legati a questi antibiotici, dando indicazioni alle autorità dei singoli Paesi che, come nel caso dell'Aifa, stanno prendendo appropriate misure nelle varie nazioni. L'Ema cita anche possibili problemi di depressione, insonnia, disturbi della vista e di altri sensi, in chi assume questi farmaci. "Sono stati segnalati soltanto pochi casi di queste reazioni avverse invalidanti e potenzialmente permanenti - precisa l'Ema - ma è verosimile una sotto-segnalazione. A causa della gravità di tali reazioni in soggetti fino ad allora sani, la decisione di prescrivere chinoloni e fluorochinoloni deve essere presa dopo un'attenta valutazione dei benefici e dei rischi in ogni singolo caso".
"E' positivo che l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) abbia diramato una nota informativa ai medici su questi antibiotici, che danno grossi problemi di salute - commenta all'AdnKronos Salute Silvio Garattini, farmacologo fondatore e presidente dell'Irccs Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano - Questo era già noto da tempo, ma l'informazione non deve mai cessare di circolare, altrimenti è difficile che la pratica medica possa essere efficace nell'evitare reazioni gravi".
Secondo l'ultimo rapporto Osmed dell'Aifa, i fluorochinoloni sono la classe di antibiotici più usata in Italia dopo penicilline e cefalosporine di terza generazione, con una spesa annua pro capite di 2 euro. Ma, avverte l'esperto, "bisogna utilizzarli con grande attenzione: solo per i casi gravi e/o che non rispondono ad altre terapie antibiotiche. Ed è necessario che l'informazione su questi prodotti continui a circolare perché deve arrivare a tutti i medici. In questo modo, inoltre, chiunque si trova in terapia attualmente potrà chiedere al proprio medico curante informazioni aggiornate ed efficaci".

venerdì 28 novembre 2014

Vaccino influenza, Aifa: 7 morti sospette. Aperta inchiesta.

Vaccinazione


Stop per due lotti del Fluad Novartis.


L'azienda Usl di Parma ha segnalato al ministero dalla Salute un nuovo caso sospetto di morte dopo l'assunzione del vaccino antinfluenzale. 
Un 80enne di Parma, affetto da una grave patologia cronica, è deceduto nell'arco delle 48 ore dopo la somministrazione del farmaco e per questo motivo è stata attivata la segnalazione all'Aifa. L'anziano deceduto a Parma, il cui caso è stato segnalato al ministero dalla Salute, non era stato vaccinato con un campione del farmaco inserito nei lotti bloccati dall'Aifa nei giorni scorsi. Lo spiegano fonti mediche dell'Azienda Usl di Parma.
L'Asl di Como ha disposto verifiche sulla morte di un anziano, avvenuta la scorsa settimana, per accertare se sia correlata all'impiego del vaccino Fluad. L'uomo aveva una situazione clinica ''di co-morbidità complessa''. Il vaccino, insieme ad altre due tipologie ( Vaxigrip e Intanza) è tra quelli forniti dalla Asl per la campagna di antinfluenzale.
La Procura di Siena ha aperto un'inchiesta sulla vicenda del vaccino antinfluenzale Fluad prodotto dalla Novartis, due lotti dei quali sono stati bloccati ieri dall'Aifa. Non ci sarebbero iscritti nel registro degli indagati.
Sono cinque le segnalazioni ufficialmente giunte all'Aifa per decessi di anziani dopo l'assunzione del vaccino antinfluenzale Fluad. Lo conferma la stessa Agenzia precisando che al momento non e' pero' possibile stabilire una relazione diretta tra vaccinazione e decessi. Le morti sospette riguardano sei anziani: due a Siracusa, una a Termoli ed altri due a Prato e Lecce. L'Aifa sottolinea come sia stata rilevata ''una concomitanza temporale'' tra la somministrazione del vaccino Fluad ed i decessi. Tuttavia bisognera' attendere l'esito delle analisi sui due lotti del vaccino incriminati - attualmente in corso all'istituto superiore di sanita' - per stabilire l'effettiva esistenza di una relazione causa effetto tra vaccini e decessi. I primi risultati delle analisi entro una settimana.

Non ci sarebbe invece nessuna correlazione fra la morte di un uomo novantenne di Prato e il vaccino. La procura di Prato ha pero' aperto un'inchiesta. Al momento si tratta di un fascicolo di atti relativi senza titolo di reato e indagati in attesa di capire se ci siano correlazioni tra la vaccinazione e la morte. La procura starebbe valutando la riesumazione della salma, già tumulata.
Sono 60 mila i toscani vaccinati con dosi di vaccino, che era destinato solo agli anziani, appartenenti ai lotti a rischio ma "al momento abbiamo una sola segnalazione, quella del decesso di Prato". Lo spiega l'assessore toscano alla salute, Luigi Marroni. Nessuna dose e' stata utilizzata per i bambini.
Intanto i Carabinieri del Nas stanno eseguendo in Sicilia e Molise il sequestro di materiale e documenti.
I due lotti sono: 142701 e 143301 del vaccino FLUAD della Novartis Vaccines and Diagnostics.

I medici di famiglia, divieto uso e' precauzionale
 ''Il divieto di utilizzo dei due lotti di vaccino antinfluenzale è stato disposto a scopo precauzionale, ma i vaccini sono sicuri e solo l'anno scorso le persone morte in Italia per complicanze legate all'influenza sono state più di 8mila''. Lo afferma Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg (Federazione italiana medici medicina generale) in una nota diffusa oggi a 35mila medici di famiglia attraverso 'Fimmg Notizie'. ''Il divieto di utilizzo di due lotti di vaccino antinfluenzale Fluad da parte dell'Aifa è stato disposto a scopo precauzionale - rileva -. Già in passato ci sono stati lotti interi bloccati per mesi per un evento avverso, e poi liberati perché non c'era correlazione. Bisognerà aspettare l'esito delle verifiche per stabilire se c'è un nesso di causalità con le morti''. Sicuramente è un episodio ''che diffonderà paura tra la cittadinanza e metterà a rischio la campagna vaccinale in corso - prosegue Milillo - ma questa cosa non possiamo permetterla, perché i vaccini sono sicuri e salvano vite, svolgendo un'attività di prevenzione soprattutto per i pazienti affetti da patologie croniche. Ricordiamoci che solo lo scorso anno per complicanze legate alla patologia influenzale sono morte in Italia più di 8mila persone, in Europa oltre 40mila''.

L'Istituto Superiore di Sanità ''supporta la decisione dell'Aifa di ritirare in via cautelativa i lotti dei vaccini a cui sembra siano associate gravi reazioni avverse, a riprova dell'attenzione del Sistema Sanitario Nazionale alla sicurezza ed alla salute dei cittadini''. L'Istituto, a cui sono stati affidati i controlli di tali lotti, ''produrrà i risultati delle analisi nel più breve tempo possibile''. Tuttavia ''l'Istituto Superiore di Sanità raccomanda fortemente di continuare nella campagna vaccinale anti-influenzale, che ogni anno contribuisce a far superare la stagione invernale a milioni di persone, soprattutto anziani e soggetti nelle fasce di popolazione più fragili per le quali, senza vaccinazione, le complicazioni dell'infezione influenzale potrebbero essere gravi e, in molti casi, fatali''.