venerdì 1 aprile 2011

Mucche fantasma per latte reale.



Per giustificare la produzione annua comunicata alla Ue si truccano i dati: così le vacche "vivono" 83 anni invece degli otto medi normali. I Carabinieri del Nac individuano una gigantesca truffa e indicano i principali protagonisti: un ente governativo e un'agenzia ministeriale

Il problema per il neoministro all’Agricoltura Saverio Romano sono le vacche. Ottuagenarie e fantasma. Sì, perché in Italia ci sono 300 mila mucche che producono latte ma non esistono o hanno fino a 83 anni d’età, quando la vita media è di otto. Lo hanno scoperto i Carabinieri del Nac (Comando politiche agricole e alimentari): capi inventati per giustificare la produzione di latte dichiarata dal Governo all’Unione Europea. Intorno a questa inesistente mandria gli uomini dell’Arma hanno ricostruito una girandola di favori, appalti e truffe per miliardi di euro legati alla gestione delle quote latte e ora al vaglio della procura di Roma.

I Carabinieri, in un rapporto consegnato a settembre, che Il Fatto Quotidiano ha potuto leggere, descrivono “un quadro di sorprendente e diffusa mancanza di rispetto e non ottemperanza alle normative di settore che attraverso condotte omissive e dolose” ha portato “all’alterazione di un intero settore dell’economia nazionale, con ripercussioni anche a livello Comunitario”. In pratica ogni anno nel nostro Paese finiscono sul mercato 12 milioni di quintali di latte di provenienza sconosciuta ma spacciato come prodotto da mucche tricolore.
Chi sarebbe riuscito nell’intento, truffando per anni in un colpo solo Stato, Ue, produttori e consumatori? Secondo le indagini i responsabili sono, principalmente, un ente governativo (Agea) e un’agenzia ministeriale (Izs di Teramo). Uomini dello Stato. Un ruolo chiave, riferiscono i Nac, lo svolge il capo gabinetto del ministero dell’Agricoltura. Una casella occupata da Giuseppe Ambrosio. Fino a mercoledì scorso. Quando Romano ha nominato un suo uomo di fiducia:Antonello Colosimo. Un 62enne napoletano, da trenta anni nei Palazzi, consigliere della Corte dei Conti ma più noto per essere stato uno dei beneficiari delle ristrutturazioni dono dell’imprenditore Diego Anemone. Colosimo non risulta indagato nell’inchiesta sulla cricca ma nelle carte ci sono paginate di intercettazioni che rivelano il suo interessamento per gli amici.

Anche il suo predecessore è più volte finito sotto la lente degli investigatori. A partire dal 1998 è stato segnalato per reati contro la pubblica amministrazione, tra cui truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Molto vicino a Gianni Alemanno, che l’ha portato al ministero dell’Agricoltura, è finito nell’inchiesta sulla parentopoli romana del sindaco e ha una richiesta di rinvio a giudizio per reati che vanno dall’abuso d’ufficio alla concussione, per irregolarità in un concorso del 2005 per sei posti da dirigente al ministero delle Politiche agricole vinto, tra gli altri, da moglie e segretaria di Ambrosio. I Carabinieri, ricostruendo il suo curriculum, si stupiscono: “Non può essere sottaciuto quanto emerso dalla banca dati delle forze di Polizia” considerati “gli incarichi di assoluto rilievo e responsabilità” ricoperti. Del resto Agea gestisce il fiume di miliardi che dalla Ue arriva in Italia per sostenere l’agricoltura. E il capo gabinetto ha il compito di dettare la linea strategica del Sian, il sistema agricolo nazionale, braccio di Agea.

I Nac ricostruiscono il ruolo di ciascuna pedina. Partendo da una scoperta: le mucche fantasma. Agea e Izs di Teramo, istituto che gestisce l’anagrafe bovina e deve verificare la correttezza dei dati sui capi forniti dagli allevatori per il conferimento dei premi Pac (fondi europei), “si organizzano” nel “tentativo, riuscito, di addivenire a un numero di capi tale da poter giustificare il livello produttivo nazionale” dichiarato. Come? Alzando l’età massima dei bovini, portandola da 120 a 999 mesi. Fino cioè a 83 anni. Lo spostamento “consente di aumentare il numero di capi di circa 300 mila unità, pari a oltre il 20% dell’intera popolazione bovina a indirizzo lattifero”. I Carabinieri intercettano uno scambio di mail tra i due enti piuttosto eloquente. L’Agea scrive a Izs: “Vorremo togliere il limite superiore di età che attualmente è impostato a 120. Come preferisci procedere? Per farla molto semplice impostiamo il dato a 999?”. La risposta arriva pochi giorni dopo: “Non ci sono problemi”.

Ecco le mucche fantasma. Che però, producono latte. Perché il latte c’è. 110 milioni di quintali. Di cui “oltre il 10%” di provenienza sconosciuta. Ma spacciato per italiano. È latte in polvere? Da dove arriva? E come entra nel circuito nazionale? Secondo i Nac le vacche fantasma servirebbero proprio a questo: a coprire un mercato parallelo. Gli uomini dell’Arma oltre a prendere in considerazione la vita media effettiva di un bovino in lattazione decidono di verificare tutti i dati dell’anagrafe e scoprono che il numero reale è “circa la metà del numero dei capi indicati da Agea”. Per il 2008/2009, scrivono i Carabinieri, “ad Agea risultano 2.905.228 capi presenti, mentre il complessivo è pari a 1.668.156”. E concludono: “Una differenza talmente significativa che si tradurrebbe in una minore produttività di latte pari a 12 milioni di quintali”.

Un surplus fra l’altro dannoso da dichiarare perché comporta lo sforamento alla produzione concessa dalla Ue all’Italia e costringe il Governo a vedersi trattenere gli incentivi agricoli e a dover anticipare le sanzioni che poi vengono recuperate con le multe per le quote latte agli allevatori. Multe che ammontano complessivamente a 4 miliardi di euro. I Carabinieri nell’informativa ipotizzano “che alcuni soggetti – persone fisiche o giuridiche (produttore, associazione sindacale ovvero funzionari Agea) – abbiano potuto percepire indebitamentefinanziamenti comunitari”. E citano una relazione del 2003: “Sono state verificate ed appurate condotte irregolari da parte di determinati soggetti della filiera – ben individuati e individuabili – tese a conseguire illegittimi vantaggi economici sia diretti, in termini di elusione delle sanzioni connesse all’esubero rispetto alle quote assegnate, sia indiretti, in termini di evasione fiscale connessa alla mancata fatturazione”.

Relazione caduta nel vuoto. Ripescata grazie all’intervento di Luca Zaia quando, nel giugno 2009 da ministro dell’agricoltura, insedia una commissione per capire come mai l’Italia ogni anno si ritrova a dover pagare le multe per aver sforato la produzione di latte. E’ l’Agea che comunica i dati alla Ue. E per il 2009 le sanzioni non arrivano: perché non c’è nessuno sforamento. Ma gli uomini del Nac ormai sono al lavoro. E nel 2010 scoprono “una differenza produttiva media, rispetto a quella dichiarata, da mettere in discussione lo stesso splafonamento dello Stato”. Inviano l’informativa a 70 procure e 32 chiedono un supplemento di indagini. Consegnato lo scorso settembre ai magistrato. Con le 300 mila vacche che, seppur vecchie o fantasma, valgono miliardi. Della questione ora dovrà occuparsi Romano insieme al suo capo gabinetto, l’amico di Anemone, Colosimo.




Fukushima, la verità.


“Conosco i reattori di Fukushima
Ecco perché sarà peggio di Chernobyl”


Paolo Ruffatti, ingegnere dell'Ansaldo nucleare negli anni '70:

“L'impianto è uguale a quello di Caorso, ma è meno evoluto nel sistema di raffreddamento.
Che i noccioli di tre reattori siano fusi è garantito.

L'uranio finirà nel terreno e nelle falde.
Si rischia di dover sfollare milioni di giapponesi"


http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/31/%E2%80%9Cconosco-quei-reattori-si-rischia-la-catastrofe%E2%80%9D/101198/

silvanetta* . Commentatore certificato 31.03.11 19:38

Non si potrà più coltivare e vivere per migliaia di anni in quella zona. Ciò che più mi fa paura è la contaminazione del mare. Le particelle non si scompongono in acqua, e vengono trasportate dal movimento del mare ovunque esso vada.
E' una tragedia peggiore di quella di Chernobyl a mio avviso.

cettina* d., sicilia Commentatore certificato 31.03.11 19:59

cettina.

ho studiato fisica nucleare, da giovane era una mia passione.
ed è uno dei motivi per cui da molto tempo un ACCANITO ANTI-NUCLEARISTA.
in particolare sono contro la FISSIONE, ma se avessimo la tecnologia e le conoscenze per la FUSIONE, sarebbe stata tutta un'altra storia.
premesso quanto sopra, ti posso garantire che CHERNOBYL a confronto di FUKUSHIMA è stato un PICCOLO incidente.
sia per la molto minore entità delle masse nucleari coinvolte, sia per la tipologia di reattore, sia il tipo di combustibile nucleare utilizzato.
ma soprattutto per le ricadute che avverrano: in UNIONE SOVIETICA poterono permettersi di inviare 50.000 SOLDATI DELL'ARMATA ROSSA, comandati sul luogo dell'incidente, a sgombrare i detriti dell'esplosione. facevano turni di 3 minuti in tute di piombo, e in quei 3 minuti assorbirono tante di quelle radiazioni che nel giro di 20 anni il 70% di loro si è ammalato di leucemie e tumori tiroidei, ossei e pancreatici.
il loro sacrificio servì a permettere la costruzione del sarcofago che ha salvato il mondo.

ora i coglioni, o i poveracci, secondo i punti di vista, dell'ARMATA ROSSA non ci sono, a mettere in gioco le loro vite per...la PATRIA.
e i KAMIKAZE si sono estiti da un pezzo.

senti cosa ti dico: FUKUSHIMA è destinata a cambiare il mondo di un ordine di grandezza molto vicino a quello dell'asteroide che spazzò via i dinosauri.
siamo solo all'inizio.
chi conosce un minimo di fisica elementare sa di cosa parlo.
basterebbe aver capito BENE cosa comporti in termini di POTENZA l'equazione di Einstein E=mc² per avere almeno una pallida idea del MOSTRO che sta crescendo a FUKUSHIMA.
se non interviene un miracolo, e quindi per definizione qualcosa di SCIENTIFICAMENTE INATTESO, il PIANETA E' FOTTUTO.

segnati data e ora di questa mia profezia.
che poi profezia non è.
poi mi dirai...

ma tanto...ne riparleremo presto ;)

ciao.

davide lak (davlak) Commentatore certificato 31.03.11 20:36

La moglie di Bossi, Manuela Marrone, in pensione a 39 anni: ma la Lega non era contro le baby pensioni ?

Lega ladrona: la baby pensione della moglie di Bossi
Manuela Marrone riceve un vitalizio dall’età di 39 anni. Alla faccia degli sprechi

Dario Ferri

Ne parla Mario Giordano nel suo libro Sanguisughe, lo riporta Luca Telese sul Fatto Quotidiano: Manuela Marrone, la moglie di Umberto Bossi, è una baby pensionata. Una di quelle contro cui la Lega, sempre critica con gli sprechi di Roma, si è scagliata di più. Scrive Telese:

La moglie di Umberto Bossi, Manuela Marrone, riceve un trattamento previdenziale dal lontano 1992, da quando, cioè, alla tenera età di 39 anni, decideva di ritirarsi dall’insegnamen – to. Liberissima di farlo, ovviamente, dal punto di vista legale: un po’ me – no da quello dell’opportunità politica, se è vero che suo marito tuona un giorno sì e l’altro pure contro i parassiti di Roma.

E si sarebbe tentati quasi di non crederci, a questa storia, a questo ennesimo simbolo di incoerenza tra vizi privati e pubbliche virtù, se a raccontarcela non fosse un giornalista a cui tutto si può rimproverare ma non certo l’ostilità preconcetta alla Lega Nord e al suo leader.

EPPURE, nello scrivere il suo ultimo libro inchiesta (“Sanguisughe”, Mondadori, 18 euro, in uscita martedì prossimo), Mario Giordano deve essersi fatto una discreta collezione di nemici, se è vero che l’indice dei nomi di questo libro contiene personaggi noti e ignoti, di destra e di sinistra, gran commis e piccoli furbi, una vera e propria pletora di persone che a un certo punto della loro vita, anche se molto giovani, hanno deciso di vivere alle spalle della collettività e di chi lavora, approfittando dei tanti spifferi legislativi che il Palazzo ha generosamente concesso in questi anni.

Il libro di Giordano (sottotitolo: le pensioni d’oro che ci prosciugano le tasse) però ha un attacco folgorante: La riproduzione dell’estratto conto di una pensione di 78 centesimi. Una incredibile “busta paga” autentica che nasce così: “Pensione lorda 402,12 euro, trattenute Irpef 106,64 euro, saldo Irpef 272.47, addizionale regionale 23.00, arrotondamento 0.78. Totale: 0.78”. Scrive Giordano: “Quando uno Stato si accanisce su una pensione minima di 402 euro (che è già una miseria) e la riduce a 0.78 centesimi (che è appunto un insulto) mentre lascia inalterati i supervitalizi dei parlamentari, il loro insindacabile diritto al cumulo, o gli assegni regalati a qualche burocrate d’oro, ebbene, noi non possiamo far finta di niente”.

Allora, forse, si può leggere questo libro saltando da un assurdo all’altro . Dalla “pensione centesimale” a quella della signora Marrone in Bossi, che è – in Italia – non un caso isolato, ma una delle 495.000 persone, come racconta il direttore dell’agenzia NewsMediaset, “che ricevono da anni la pensione senza avere i capelli grigi e senza avere compiuto i sessant’anni di età”. Nel 1992, quando la Marrone aveva 39 anni, Bossi attaccava “la palude romana” e chiedeva di cambiare. “Come no? – chiosa Giordano – Il cambiamento, certo. E intanto la baby pensione, però”.

Poi Telese approfondisce il caso Marrone: seconda moglie di Bossi, siciliana d’appartenenza attraverso il nonno Calogero “che arrivò a Varese come impiegato dell’anagrafe e finì deportato nei lager nazisti, dopo aver aiutato molti ebrei a scappare” custodì Bossi nella convalescenza dopo l’ictus e favorì l’ascesa del figlio Renzo. “Fra le attività che ha seguito con più passione – annota Giordano – la scuola elementare Bosina, da lei medesima fondata nel 1998, ‘la scuola della tua terra ’, che educa i bambini attraverso la scoperta delle radici culturali, anche con racconti popolari, leggende, fiabe, filastrocche legate alle tradizioni locali. E sarà un caso che nelle pieghe della Finanziaria 2010, fra tanti tagli e sacrifici, sono stati trovati i soldi per dare un bel finanziamento, (800 mila euro) proprio alla Bosina?”.

Tutto sembrerebbe fuorché un caso. La signora Bossi, d’altronde, ha molto tempo libero perché riceve un vitalizio regolarmente. “Aveva diritto a prendere i suoi 766,37 euro al 12 di ogni mese, ha diritto a percepire l’assegno, che in effetti incassa regolarmente da 18 anni, da quando suo figlio Renzo, il Trota, andava in triciclo, anziché andare in carrozza al consiglio regionale” (Già, perché se tra pensione, parlamento e Regione, se non ci fosse lo Stato assistenzialista, il reddito di casa Bossi passerebbe da quasi trecentomila euro a zero).

da GIORNALETTISMO.COM

http://www.vip.it/moglie-bossi-manuela-marrone-in-pensione-a-39-anni/



Il governo del mandare a fare.


Corrono voci, registrate addirittura dal volantino edito a spese della famiglia Berlusconi, incautamente definito un giornale, di inquietudini dentro la maggioranza marionettee addirittura di richieste (segrete) di dimissioni contro il ministro Ignazio LaSbrocca, che ha la tendenza crscente a farla troppo spesso fuori dal vasino e mandare a fare. Non osate. Nel teatro delle marionette mosse dal Caro Puparo, tra nani, sciantose, bambole gonfiabili, azzeccarbugli, guardie (poche), ladri (innocenti fino alla Cassazione), figuranti, principessine da camionisti, finte rosse, avvocati da commedia di DeFilippo,vecchi bofonchioni e maschere carnevalesche come Calderoli quando ride, la figura del “diavolo dei burattini” che sembra sprizzare zolfo ogni volta che si muove, è indispensabile. Giù le mani da Ignazio “Quattro Caccia” La Russa.



giovedì 31 marzo 2011

Napolitano convoca i capigruppo

Dopo gli scontri verbali e le risse alla Camera un giro di consultazioni per riaffermare le regole del confronto

Giorgio Napolitano (LaPresse)
Giorgio Napolitano (LaPresse)
MILANO - Ha chiesto più volte, nei mesi scorsi, un clima politico più sereno per affrontare le riforme. Ha predicato, inutilmente, di abbassare i toni. E adesso dopo due giorni di risse, insulti e paralisi parlamentare, il capo dello Stato decide di intervenire per cercare di calmare almeno le acque. Il messaggio è quello di «rimuovere tensioni, anche istituzionali, che finirebbero per alimentare nell'opinione pubblica e specialmente tra i giovani motivi di disorientamento e sfiducia che è indispensabile scongiurare». Quanto è successo alla Camera mercoledì e giovedì per Napolitano è ovviamente inaccettabile. Per questo ha convocato i capigruppo di Camera e Senato per una serie di consultazioni cominciate giovedì nel pomeriggio e che si dovrebbero concludere venerdì mattina.

GLI INCONTRI - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha cominciato il suo giro di ricognizione con i capigruppo del Popolo della Libertà Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto. Poi l'incontro con Gianpiero D'Alia e Pier Ferdinando Casini (Udc) quindi Anna Finocchiaro e Dario Franceschini (Pd). I fatti di questi giorni con la questione ancora aperta che riguarda il comportamento di La Russa (di cui si deve occupare la Giunta per il regolamento che dovrà stabilire se elevare o meno sanzioni) sono ovviamente parte dei colloqui. Ma in generale Napolitano vuole insistere sul richiamo alla piena funzionalità del Parlamento, di un confronto anche serrato ma sempre con il rispetto delle regole. Gestacci, urla e insulti non devono essere parte dell'immagine che il Parlamento offre al Paese.

http://www.corriere.it/politica/11_marzo_31/napolitano-capigruppo_40cb2960-5bc8-11e0-84a3-c33181ebdcc4.shtml


Lampedusa - Tunisini in corteo puliscono le strade e ringraziano gli isolani.




Che teneri!

Montecitorio, insultata la deputata disabile



Ancora tensione in aula durante il dibattito sul processo breve. La deputata Pd Ileana Argentin ha preso la parola per denunciare che un deputato del Pdl - Osvaldo Napoli - ha intimato al suo assistente di non applaudire durante le sedute. Subito dopo un deputato della Lega, Massimo Polledri, le ha rivolto epiteti offensivi ed è stato costretto dal presidente Fini a chiederle scusa. "Ricordo all'aula che io non posso muovere le mani, ma se non posso applaudire con le mie, lo faccio con le mani di chiunque". Lo sfogo è stato accolto da un applauso bipartisan di tutta l'assemblea.