martedì 11 dicembre 2012

La terapia che mette Ko la leucemia.



Risultati incoraggianti su una bambina di sette anni in cui la patologia non è ricomparsa dopo mesi dal trattamento. I ricercatori sperano che la tecnica possa sostituire il trapianto di midollo.

17:34 - Una possibile cura contro la leucemia potrebbe arrivare da uno studio sperimentale in corso negli Stati Uniti. Consisterebbe nel rendere il sistema immunitario in grado di identificare le cellule tumorali.
La terapia innovativa ha dimostrato, al momento, soltanto di riuscire a bloccare la malattia per sei mesi sull'unica paziente su cui è stata testata. La piccola malata è una bambina di sette anni curata dal Children's Hospital di Philadelphia. I risultati sono stati presentati al convegno della American Society of Hematology (Società americana di ematologia) di Atlanta.
La terapia 
Emma, la protagonista della vicenda, è affetta da leucemia linfoblastica acuta, una patologia in cui le cellule B, che fanno parte del sistema immunitario, si trasformano in tumorali.
La terapia ha avuto inizio lo scorso aprile: i ricercatori hanno prelevato le sue cellule T, una delle prime difese immunitarie, e con un virus Hiv disattivato hanno insegnato loro a riconoscere le cellule B. Una volta reiniettate, le cellule T hanno iniziato a distruggere quelle tumorali, di cui non è stata trovata traccia dopo due mesi dall'intervento, e tutt'ora assenti sette mesi dopo.

Una possibile alternativa
Carl June, ricercatore che ha portato avanti il test ha spiegato al New York Times:  "Il nostro obiettivo è avere una cura per la leucemia, ma ancora non usiamo questa parola. Speriamo che un giorno questo sistema possa rimpiazzare il trapianto di midollo, una procedura ancora più rischiosa e costosa".

Il senso della libertà.



Per ribellarsi occorrono sogni che bruciano anche da svegli, occorre il dolore dell’ingiustizia, la febbre che toglie all’uomo la malattia della paura, dell’avidità, del servilismo. Per ribellarsi bisogna saper guardare oltre i muri, oltre il mare, oltre le misure del mondo. La miseria dell’uomo incendia la terra ovunque, ma è un fuoco sterile, che cancella e impoverisce. È un fuoco che odia ciò che lo genera, è cenere senza storia. Saper bruciare solo ciò da cui poi nascerà erba nuova, ecco la vera ribellione.

Stefano Benni - Spiriti


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lunedì 10 dicembre 2012

Accorpamento Province, salta il decreto La delusione di Patroni Griffi:si sono imposti i "giochi" in Parlamento.


Il ministro Filippo Patroni Griffi

Il provvedimento non sarà convertito: troppi emendamenti.

ROMA - Il decreto sul riordino delle Province non sarà convertito: lo hanno deciso all'unanimità i partecipanti ai lavori della commissione Affaricostituzionali del Senato, conclusasi in serata, alla presenza tra gli altri di ministri Filippo Patroni Griffi e Piero Giarda. Per la giornata di martedì è stata comunque convocata una riunione dei capigruppo presso il Senato per esaminare le possibili vie di uscita, ma secondo i senatori che questa sera hanno preso parte alla riunione sono poche le possibilità di poter convertire il provvedimento a causa del numero eccessivo dei sub-emendamenti: 140 in tutto.

Patroni Griffi: il governo ha fatto quello che doveva fare. «Il governo ha fatto ciò che doveva fare - ha detto il ministro per la Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, piuttosto deluso - ma la situazione non si poteva sbrogliare, come del resto hanno confermato questa sera i capigruppo in Commissione. Il governo ha fatto insieme al Parlamento un buon lavoro fino alla spending review. ma poi si sono imposti alcuni "giochi" in Parlamento».

Saltamartini: troppi interessi sui territori. «In questi mesi ho lavorato per vedere se una materia così complicata poteva essere portata a termine con successo, ma purtroppo così non è stato - dice Filippo Saltamartini, relatore per il Pdl in commissione Affari costituzionali - A mio giudizio ci sono state troppe complicità e tanti interessi provenienti dai territori. Le Province vanno abolite tutte, operando sull'articolo 114 della Costituzione, assegnando le funzioni a Regioni e Comuni».

Vizzini: un'altra occasione persa. «Probabilmente è il destino di questi mesi, ma anche questa sera abbiamo perso un'altra occasione importante - commenta il presidente della Commissione, Carlo Vizzini - Senza polemiche credo che in questi mesi si sia fatto uno sforzo per trovare al meglio le condizioni per approvare il provvedimento. La tristezza è maggiore se penso all'occasione persa oggi e al fatto che domani il Paese si prepara ad incontrare l'amico "Porcellum"».

Idv: colpa del centrodestra. «A causa della folla di emendamenti e subemendamenti presentati soprattutto dal centrodestra, il provvedimento sulla riduzione delle province è in grave difficoltà - dice il senatore dell'Idv, Francesco Pardi - In base alla spending review le province si trovano private di ingenti risorse finanziarie e l'assenza di una legge seria sulla loro riduzione, con le conseguenti misure finanziarie necessarie, le metterà in grave difficoltà. Presto scuole, strade e altro non avranno più i mezzi necessari. Ciò rende indispensabile una soluzione provvisoria».


Incomincio a domandarmi se è legale ciò che fanno in parlamento....
E' inammissibile che giochino sulle sorti della nazione per decidere chi deve comandare!
Cetta.

Camorra: ordinanza Bidognetti, ricostruita responsabilita' sub commissario rifiuti.

Bidognetti accusato di disastro ambientale "Tra i rifiuti anche quelli dell'Acna di Cengio"

Napoli, 10 dic. - (Adnkronos) - Il provvedimento di custodia cautelare in carcere eseguito dalla Dia di Napoli nei confronti di Francesco Bidognetti, capo storico dell'omonimo gruppo del clan dei Casalesi, accusato di disastro doloso e avvelenamento delle falde acquifere, ricostruisce anche le responsabilita' di Cipriano Chianese, Gaetano Cerci e Giulio Facchi, ex subcommissario per l'emergenza rifiuti in Campania. Per loro tre il giudice ha ritenuto assenti le esigenze cautelari. Secondo il gip Chianese e Cerci sarebbero organizzatori della programmazione ed esecuzione criminale. Chianese fu arrestato il 4 gennaio 2006 su provvedimento restrittivo richiesto dalla Dda ed eseguito anche allora dagli agenti della Dia di Napoli per la gestione di quattro distinte discariche a Scafarea mai autorizzate per lo smaltimento dei rifiuti pericolosi. Gia' in quel provvedimento era documentata la partecipazione di Chianese al clan dei Casalesi, ''prova poi incrementata'', scrive la Dia di Napoli, attraverso altre fonti collaborative. Secondo la Dia di Napoli Chianese poteva contare ''sulla disponibilita' di uomini dello Stato, come il sub commissario di Governo Giulio Facchi, da cui aveva ottenuto autorizzazioni illecite e abnormi fondate su falsita' ideologiche''. Chianese si trova ai domiciliari dal 2009 ''per altri delitti estorsivi commessi in danno del commissario di Governo per l'emergenza rifiuti''.

http://napoli.repubblica.it/dettaglio-news/18:47-18:47/4270057

Leggi anche:

http://napoli.repubblica.it/cronaca/2012/12/10/news/il_boss_di_gomorra_accusato_di_disastro_ambientale-48472515/

Ilva: Procura chiede mandato arresto europeo per Fabio Riva.

Ilva Procura chiede mandato arresto europeo per Fabio Riva

(AGI) - Taranto, 10 dic. - I pubblici ministeri della Procura di Taranto hanno chiesto al gip Patrizia Todisco l'emissione di un mandato di arresto europeo per Fabio Riva, vice presidente dell'omonimo gruppo industriale. Fabio Riva e' stato, infatti, raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere lo scorso 26 novembre nell'ambito dei nuovi sviluppi dell'inchiesta sull'Ilva, ordinanza che pero' non e' stata eseguita perche' Riva e' risultato irreperibile.
  Giovedi' scorso, attraverso i suoi avvocati, Fabio Riva ha fatto sapere di trovarsi a Londra, di aver appreso del provvedimento del gip e di volersi quindi mettere a disposizione delle autorita' inglesi. Di qui il mandato di arresto europeo e l'attivazione, da parte dei giudici, della procedura prevista in questi casi. Con la nuova fase dell'inchiesta sull'Ilva sono stati raggiunti da provvedimenti di custodia cautelare, lo scorso 26 novembre, anche l'ex direttore dello stabilimento siderurgico di Taranto, Luigi Capogrosso, e l'ex consulente delle relazioni istituzionali dell'Ilva di Taranto, Girolamo Archina', ancora detenuti. Sono invece ai domiciliari il padre di Fabio Riva, Emilio, presidente del gruppo Riva, gia' ai domiciliari da fine luglio con la prima fase dell'inchiesta giudiziaria sull'Ilva, e l'ex consulente della Procura di Taranto nonche' ex preside di Ingegneria a Taranto, Lorenzo Liberti. (AGI) .


http://www.agi.it/cronaca/notizie/201212101745-cro-rt10298-ilva_procura_chiede_mandato_arresto_europeo_per_fabio_riva

Reazione dei mercati.



https://www.facebook.com/photo.php?fbid=494607340561628&set=a.295396490482715.72033.295085937180437&type=1&theater

Fiat multata dall'Antitrust «Ingannevole spot su benzina a 1 euro».


Sergio Marchionne, ad Fiat

Il gruppo dovrà pagare una multa di 200mila euro: "Informazioni incomplete".

ROMA - L'Antitrust boccia come pubblicità ingannevole lo spot con cui l'estate scorsa Fiat ha pubblicizzato le sue vetture con un claim che prometteva il blocco del prezzo del carburante a 1 euro al litro per tre anni: l'Autorità ha comminato a Fiat Group Automobiles una multa di 200.000 euro.

Nel bollettino settimanale, l'Antitrust contesta al Lingotto di avere omesso alcune informazioni sull'offerta che è stata prospettata negli spot trasmessi nei mesi di giugno e luglio come se l'unico limite fosse quello temporale dei tre anni dall'acquisto dell'auto. Di qui la sanzione che colpisce «una pratica commerciale scorretta ai sensi degli articoli 20, 21 e 22 del Codice del Consumo». Nel bollettino dell'Antitrust si legge che «i messaggi descritti risultano in contrasto con gli articoli 21 e 22 del Codice del Consumo, in quanto, fornendo informazioni incomplete o comunque non percepibili dai destinatari sulle variabili che incidono sul prezzo del bene proposto, sono idonei a limitare considerevolmente la libertà di scelta o di comportamento del consumatore e a indurlo ad assumere una decisione di natura commerciale che altrimenti non avrebbe preso».

Le omissioni. «I messaggi, infatti - spiega l'Antitrust - omettono di indicare in modo chiaro che l'acquisto di una autovettura nuova Fiat, escluse quelle cosiddetti bi-fuel che non sono state inserite tra quelle a cui è applicabile la promozione, dà diritto ad ottenere una fuel card che consente agli acquirenti di acquistare presso alcuni distributori IP aderenti all'iniziativa un certo numero di litri di carburante al prezzo di 1 euro. I quantitativi di carburante acquistabili sono definiti sulla base del modello di autovettura acquistata». «Il comportamento oggetto della presente procedimento - aggiunge l'Authority - si presta, infine, ad una valutazione di scorrettezza anche ai sensi dell'articolo 20, comma 2 del Decreto Legislativo n. 206/05, per il quale una pratica commerciale è scorretta 'se è contraria alla diligenza professionale ed è falsa o idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico, in relazione al prodotto, del consumatore medio che essa raggiunge o al quale è direttà».

«In merito alla contrarietà alla diligenza professionale, non si riscontra - sottolinea l'Antitrust - nel caso di specie, da parte di Fiat, il normale grado di competenza ed attenzione che ragionevolmente ci si può attendere da un professionista quale la società in esame. Questi, infatti, è un importante operatore presente da lungo tempo nel settore della produzione e della vendita di autovetture, molto conosciuto dai consumatori e dal quale è legittimo attendersi una particolare attenzione alla qualità e completezza della propria attività di comunicazione pubblicitaria».