giovedì 24 ottobre 2013

Della serie "le nostre vergogne": Crisi, 5 milioni di poveri in Italia. Il governo lavora a un progetto di reddito minimo.

Crisi, 5 milioni di poveri in Italia. Il governo lavora a un progetto di reddito minimo

Il Sia (sostegno per l'inclusione attiva), appoggiato dal Movimento 5 Stelle e dal ministro Giovannini, prevede un trasferimento monetario a chi dimostra il proprio stato di indigenza. Ma include anche l'obbligo di cercare lavoro e programmi di inserimento sociale. Potrebbe costare 8 miliardi l'anno.

In Italia quasi due milioni di famiglie, cinque milioni di persone, sono in povertà assoluta. Non hanno cioè accesso a un paniere di beni e servizi (cibo, alloggio, riscaldamento, vestiti) considerato il minimo accettabile nella nostra società. Eppure, quando si parla dell’introduzione di una misura di contrasto alla povertà in Italia parte subito il fuoco di sbarramento conservatore: la gente si sdraierebbe al sole a fare la siesta anziché lavorare; si sovvertirebbe l’ordine costituito, in cui le prestazioni di welfare devono essere guadagnate attraverso il lavoro; non servirebbe a nulla, se non a fare un po’ di carità. Questi argomenti non provengono tutti dalla stessa parte politica, ma hanno contribuito a impedire che, unico tra i paesi dell’Europa occidentale assieme alla Grecia, l’Italia non abbia una misura generalizzata contro la povertà.
Eppure qualcosa si muove. Parte del merito è del Movimento 5 Stelle, che ha posto la questione di un qualche sostegno al reddito sull’agenda politica. Parte è del governo Letta, con il premier, il ministro Enrico Giovannini e il viceministro Cecilia Guerra che hanno rivitalizzato un’idea sepolta nel decennio del berlusconismo (dopo che il primo colpo le era stato inferto dai governi di centrosinistra all’inizio degli anni Duemila). Parte, infine, è dell’associazionismo, della società civile, ma anche di Comuni ed enti locali alle prese con un fenomeno dalle proporzioni ormai ciclopiche. Nei mesi scorsi, le Acli e la Caritas hanno lanciato una proposta molto articolata di reddito di inclusione sociale, che sta raccogliendo adesioni da vari soggetti del terzo settore e istituzionali. Il ministro Giovannini ha presentato i risultati di un gruppo di lavoro, che ha fornito delle linee guida per l’introduzione di un reddito minimo chiamato Sia, Sostegno per l’inclusione attiva.
Una misura nazionale e universale. I cardini di questa proposta, che non è immediatamente operativa e che richiede delle scelte da parte dei decisori politici prima di diventarlo, sono facilmente riassumibili. Il Sia è una misura nazionale e universale, data a tutti quanti versino in condizione di bisogno e non, come è invece la regola nel welfare italiano, solo ad alcune categorie (gli anziani, i disabili). Il Sia non è però un reddito di cittadinanza, dato a tutti indistintamente, ma un reddito minimo, dato solo a chi è povero, secondo un accertamento svolto attraverso l’Isee e altri indicatori di reddito, di ricchezza e di consumi effettivi. Soprattutto, il Sia non è un’elargizione ai poveri, ma una politica di inclusione sociale.
Assieme al trasferimento monetario, c’è un vero e proprio contratto tra beneficiario e amministrazione pubblica. Chi è abile al lavoro deve cercare un lavoro, partecipare a programmi di inserimento lavorativo, di formazione, di riqualificazione professionale. Deve accettare le offerte di lavoro, pena la perdita del beneficio. Per tutti, il contratto prevede dei programmi di inserimento sociale, che riguardano anche la cura dei minori e dei familiari non autosufficienti, il rispetto dell’obbligo scolastico, l’adozione di comportamenti di base che sono richiesti ad ogni altro cittadino. Se il patto prevede dei doveri, e delle sanzioni per i beneficiari che non lo rispettino, prevede anche il diritto a ricevere servizi da parte dell’amministrazione pubblica, e l’obbligo di questa a erogarli.
Sulla scorta di ipotesi ragionevoli il Sia potrebbe costare circa 7-8 miliardi di euro all’anno. Un costo che pare enorme di questi tempi, certo, ma che forse non lo è così tanto se pensiamo che nel 2011 le sole pensioni di invalidità civile sono costate quasi il doppio: 13,5 miliardi. E comunque, nel panorama europeo, l’Italia spende poco, pochissimo per la lotta alla povertà. Nonostante il suo costo imponente, il Sia può essere finanziato in vari modi, e il finanziamento dovrebbe attingere a più fonti. La proposta di Acli e Caritas fornisce idee per una provvista di finanziamento pari al doppio di quanto servirebbe per introdurre uno schema simile al Sia. Non è ancora chiaro cosa verrà proposto nel disegno di legge di Stabilità, e soprattutto quanto di ciò che verrà proposto riuscirà, in tempi di simili ristrettezze di bilancio, a diventare operativo a dicembre e nei mesi a seguire. È ovviamente impensabile che si possa partire con un intervento che metta a bilancio il costo del Sia a regime. Con 1,5 miliardi però si colmerebbe metà del divario dalla linea di povertà assoluta. Anche questa sembra una cifra enorme, di questi tempi, ma le ricerche citate mostrano come si possa trovare senza grandi sconvolgimenti nelle pieghe della spesa pubblica italiana. Certo, occorre volerlo. Ma il momento per una grande coalizione contro la povertà è questo. Nei prossimi mesi, e purtroppo nei prossimi anni, gli individui e le famiglie senza occupazione e senza risorse resteranno tante, troppe. Troppo grave e profonda sarà stata questa crisi per poter pensare che le ferite che ha causato si rimarginino in poco tempo. Occorre agire adesso, con una misura che attacchi la povertà più estrema, per poi estenderla gradualmente sino a colmare il ritardo con gli altri paesi europei. Procrastinare non servirebbe né al governo, né all’Italia.
di Stefano Sacchi*
*Professore all’Università di Milano. Ha fatto parte del Gruppo di lavoro che ha elaborato la proposta di Sostegno per l’inclusione attiva presso il ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Ha inoltre fatto parte del gruppo che ha elaborato una proposta di Reddito di inclusione sociale. Le opinioni espresse sono personali.

martedì 22 ottobre 2013

Umberto Eco a New York presenta all'ONU il progetto Encyclomedia.

Umberto Eco a New York presenta all'ONU il progetto Encyclomedia


Lo scrittore filosofo e semiologo bolognese d'adozione fa una lezione sulla memoria: "Una cultura si costruisce attraverso il ricordo, ma anche attraverso la selezione dei ricordi".

Umberto Eco a New York presenta all'ONU il progetto Encyclomedia

Il semiologo, scrittore e filosofo Umberto Eco, che tanto prestigio ha dato all'Università di Bologna e alla facoltà di Scienze della Comunicazione da lui fondata, ha presentato a New York, il progetto ​Encyclomedia. Durante una lezione intitolata "Contro la perdita della memoria" tenuta presso il Palazzo di Vetro dell'ONU infatti, il "maestro" ha motivato l'importanza della memoria storica e raccontato l'idea di una enciclopedia digitale che raccoglie i principali avvenimenti della civiltà europea dall'antichità all'inizio del terzo Millennio e, allo stesso tempo, che supporti e rinforzi la memoria naturale.
LA SELEZIONE DEI RICORDI DI ECO. Durante la lezione alla Nazioni Unite, come riporta anche il notiziario di Sky, Eco ha spiegato che "Una cultura si costruisce attraverso il ricordo, ma anche attraverso la selezione dei ricordi. Molte nazioni europee per almeno 20 anni hanno cancellato le memorie della Seconda Guerra Mondiale e del nazismo le culture hanno questa capacità di porre le notizie in una specie di frigidaire, che ad un certo punto può essere riaperto". Si tratta, per lui, di un processo continuo di dimenticanza e recupero, nel quale la tradizione europea è molto più flessibile".
ENCYCLOMEDIA: ECCO IL POTERE DI INTERNET.  L'enciclopedia online concepita da Umberto Eco  può essere riscritta e aggiornata sempre e permette di selezionare le informazioni "Internet dà la possibilità di conoscere tutto ma il problema è filtrare - dice Eco - L'idea alla base di Encyclomedia è quella di un'opera che aiuti ad avere il senso delle distanze storiche, a stabilire rapporti di contemporaneità tra eventi di natura diversa. "Così possiamo chiederci se Immanuel Kant ha mai incontrato Napoleone, capire se un certo personaggio è contemporaneo di una determinata scoperta scientifica o di un evento politico", spiega ancora.
http://www.bolognatoday.it/cronaca/umberto-eco-a-new-york-presenta-all-onu-il-progetto-encyclomedia.html

Cucchi, accordo raggiunto risarcimento alla famiglia.



Dall'ospedale Sandro Pertini di Roma, la struttura nella quale il giovane morì durante il ricovero. Grande riserbo sulle cifre in ballo. La sorella Ilaria: "I medici hanno fatto errori ma giustizia contro i  responsabili".

Accordo raggiunto: l'ospedale 'Sandro Pertini' di Roma, struttura sanitaria nella quale Stefano Cucchi morì quattro anni fa durante il suo ricovero e una settimana dopo il suo arresto per droga, corrisponderà un risarcimento danni alla famiglia del geometra romano. "Quei medici hanno fatto gravissimi errori ma devono esser assicurati alla giustizia coloro che lo hanno pestato", ha detto Ilaria Cucchi nel quarto anniversario della morte del fratello commentando l'accordo con l'ospedale Sandro Pertini sul risarcimento.

L'intesa è stata formalizzata dall'avvocato Fabio Anselmo per conto della famiglia Cucchi con i legali del nosocomio romano. Grande riserbo sulle cifre in ballo, anche perché devono essere definiti gli ultimi dettagli. Domani o al massimo fra due giorni, saranno apposte le ultime firme. 

Il risarcimento del danno porterà a una sorta di "contrazione" degli atti d'appello. Non ci sarà più la parte civile nei confronti dei medici (gli unici condannati, cinque su sei per omicidio colposo), mentre la famiglia Cucchi (padre, madre, sorella e nipoti) appellerà la parte della sentenza con la quale la III Corte d'assise di Roma assolse gli agenti della polizia penitenziaria.

Secondo l'accusa, Stefano Cucchi era stato 'pestato' nelle celle di sicurezza della Città giudiziaria di Roma (dove si trovava in attesa dell'udienza di convalida del suo arresto per droga) e i medici del 'Pertini' lo avevano abbandonato a se stesso. Per la Corte – si legge nella sentenza di primo grado – il giovane morì di malnutrizione. "Senza quel pestaggio riconosciuto dalla stessa Corte Stefano non sarebbe morto - ha continuato Ilaria Cucchi - Abbiamo accettato soltanto con la garanzia del nostro avvocato Fabio Anselmo di poter continuare la nostra battaglia processuale contro gli agenti. Altrimenti non avremmo accettato nessuna somma. Abbiamo dato mandato al nostro avvocato di rappresentare gli interessi della nostra famiglia - ha concluso la sorella di Stefano - Oggi‚ l'anniversario della morte di Stefano., possiamo dire che non avremo pace fino a quando non avremo verità e giustizia"

"La famiglia Cucchi ha accettato il risarcimento offerto da Unipol per la sola responsabilità dei medici - ha detto l'avvocato Fabio Anselmo, legale della famiglia Cucchi - La famiglia ha rifiutato qualsiasi somma che potesse essere messa in relazione a quanto sofferto da Stefano per il pestaggio subito. La condizione essenziale è la possibilità per la famiglia di proseguire la sua battaglia giudiziaria nei confronti di coloro che pestandolo ne hanno causato la morte", ha concluso l'avvocato


http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/10/22/news/cucchi_accordo_raggiunto_risarcimento_alla_famiglia-69177884/

Ustica, 'Ci fu depistaggio indagini'.


Difesa e Trasporti tornano sotto processo. Giudizio civile per il fallimento dell'Itavia.

ROMA - Il "depistaggio" delle indagini sul disastro aereo di Ustica deve considerarsi "definitivamente accertato" e per questo serve il nuovo processo civile per valutare la responsabilità dei ministeri della Difesa e dei Trasporti nel fallimento della compagnia aerea Itavia. Lo ha deciso la Cassazione dando ragione al ricorso degli eredi della proprietà dell'Itavia.
Con una nuova sentenza della Terza sezione civile depositata oggi, la Cassazione torna ad occuparsi di Ustica e lo fa accogliendo il ricorso di Luisa Davanzali, erede di Aldo, patron della compagnia aerea Itavia fallita sei mesi dopo il disastro. Ai Davanzali la Corte di appello di Roma aveva sbarrato la strada alla richiesta di risarcimento danni allo Stato, nonostante i depistaggi. Per la Cassazione il verdetto d'appello "erra" ad escludere "l'eventuale efficacia di quella attività di depistaggio" e l'effetto sul dissesto.
Consacrata tesi missile  - La tesi "del missile sparato da aereo ignoto", quale causa dell'abbattimento del DC9 Itavia caduto al largo di Ustica il 27 giugno 1980, risulta "oramai consacrata" anche "nella giurisprudenza" della Cassazione. Lo sottolinea la stessa Suprema corte accogliendo il ricorso dell'erede del patron della compagnia area Itavia. Ad avviso dei supremi giudici, comunque, dal momento che è accertato il depistaggio delle indagini da parte di ufficiali dell'Aeronautica diventa anche "irrilevante ricercare la causa effettiva del disastro", e questo "nonostante la tesi del missile sparato da aereo ignoto, la cui presenza sulla rotta del velivolo Itavia non era stata impedita dai ministeri della Difesa e dei Trasporti, risulti ormai consacrata pure nella giurisprudenza di questa Corte". Ora i due Ministeri torneranno sotto processo.

Le Spese Folli della Politica Italiana.





La sola camera dei deputati costa al cittadino Euro 2.215,00 al MINUTO! 
Ecco alcuni dei privilegi della casta:

- Pensione dopo 35 mesi in parlamento

- Spese Quirinale Quirinale costerà quest'anno la bellezza di 235 milioni di euro, 4 volte Buckingham Palace, il doppio dell'Eliseo, otto volte il cancellierato tedesco.

- Spese sanitarie parlamentari Dieci milioni di euro all'anno di rimborsi per i nostri parlamentari

- Un presidio medico sanitario a Palazzo Chigi, a disposizione dei parlamentari, che conta di 20 medici ed una spesa di tre milioni di euro all'anno.

- Polizze vita dei deputati costo totale all’anno 1 milione di euro.

- Barbiere a Montecitorio stipendiati dal parlamento fino ad arrivare a 152'970 euro

- Auto blu ci sono 670.000 auto blu, contro le 72.000 degli USA

- Regalini come i computer portatili dati nella XIV legislatura a ogni deputato, la scelta di consentire a ogni parlamentare di riscattare le macchine al prezzo simbolico di un euro........

STIPENDIO Euro 19.150,00 AL MESE
STIPENDIO BASE circa Euro 9.980,00 al mese
PORTABORSE circa Euro 4.030,00 al mese (generalmente parente o familiare)
RIMBORSO SPESE AFFITTO circa Euro 2.900,00 al mese

INDENNITA’ DI CARICA (da Euro 335,00 circa a Euro 6.455,00) TUTTI ESENTASSE
PIU’
TELEFONO CELLULARE gratis
TESSERA DEL CINEMA gratis
TESSERA TEATRO gratis
TESSERA AUTOBUS – METROPOLITANA gratis
FRANCOBOLLI gratis
VIAGGI AEREO NAZIONALI gratis
CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE gratis
PISCINE E PALESTRE gratis
FS gratis
AEREO DI STATO gratis
AMBASCIATE gratis
CLINICHE gratis
ASSICURAZIONE INFORTUNI gratis
ASSICURAZIONE MORTE gratis
AUTO BLU CON AUTISTA gratis
RISTORANTE gratis (nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per Euro 1.472.000,00).

- Cimo


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lunedì 21 ottobre 2013

BIUTIFUL CAUNTRI.



Chi pagherà questo massacro?
Per ora lo stanno pagando i cittadini...condannati dallo stato.

domenica 20 ottobre 2013

Alla scoperta dei funghi, per imparare a conoscerli e prevenire le intossicazioni mortali. - Caterina Lenti

Teofrasto da Efeso fu il primo botanico dell’antichità ad asserire che i funghi si riproducono per semi, ma si inizierà a parlare di micologia vera e propria solo secoli dopo, grazie al microscopio del botanico fiorentino Pier Antonio Micheli, anche se è improprio parlare di semi ed è preferibile parlare di spore. Fu il naturalista svedese Carl von Linnè, nel XVIII, a creare un sistema di nomenclatura binominale per le piante, poi esteso da Persoon e Fries anche ai funghi. La storia del fungo si perde nella notte dei tempi. Sono stati ritrovati esemplari fossili nelle colonizzazioni palafitticole risalenti all’età della pietra. Decantati come cibo degli dei, erano conosciuti da Egizi e Babilonesi e ciò lo apprendiamo da Teofrasto e più tardi da Discoride, che ci segnala le loro proprietà gastronomiche. I Greci e i Romani ne erano ghiotti e Plutarco segnala i funghi italici come delle vere e proprie delizie del palato, mentre il poeta latino Giovenale elogia l’usanza di cuocere insieme funghi e beccafichi per la gioia dei buongustai.
ANDARE A FUNGHI - CopiaUn po tutti gli amanti della natura, muniti di stivali, bastone e cestino, adorano passeggiare lungo i boschi e i pascoli con la speranza di trovare qualche fungo, ma ciò che noi chiamiamo comunemente fungo è in realtà un carpoforo, il “frutto” gigantesco del micelio, una minuscola pianta. Il fungo, per essere pignoli, sarebbe l’insieme di micelio e carpoforo, quindi pianta più frutto. Per evitare spiacevoli sorprese è doveroso esaminare attentamente tutte le caratteristiche che compongono un fungo, determinando con precisione il genere e la specie, che servono per stabilire il suo grado di commestibilità e tossicità. I funghi, infatti, possono essere portatori di :
  • principi tossici termolabili, cioè di veleni eliminabili col calore, quando la temperatura raggiunge i 70°C circa, per cui per scongiurare pericoli è sufficiente, in questo caso, cuocerli completamente per minimo un quarto d’ora,
  • principi tossici termostabili , ossia ineliminabili, che sono di gran lunga più pericolosi, addirittura mortali, poichè nessun intervento sul fungo è in grado di modificare le sue caratteristiche tossiche, rilevandosi inutile la bollitura o l’essiccamento. Si parte da lievi dolori, fino a gravissimi avvelenamenti che in alcuni casi si rivelano fatali, in base alla gradazione della tossicità.
Vediamo i funghi velenosi mortali per eccellenza:
  • AMANITA PHALLOIDES OK - CopiaAMANITA PHALLOIDES, che è la capostipite dei funghi velenosi altamente mortali e se ingerita, provoca gravi sintomi da avvalenamento, che conducono alla morte nel 70-80% dei casi e il decesso avviene anche dopo la sola ingestione di metà cappello del fungo. Gergalmente conosciuta come “angelo della morte” o “ovolo bastardo”, il nome della specie è costituito dalle parole greche “phallos” (fallo) e “eidos” (forma), per via della forma fallica del gambo. I sintomi da avvelenamento insorgono dalle 8 alle 12 ore dopo l’ingestione, ma spesso ritardano fino alle 48 ore. Le prime avvisaglie interessano l’apparato gastro-intestinale, con vomito continuo, diarrea ininterrotta e sanguinolenta, disturbi psichici, vertigini , desiderio di bere molto e crampi muscolari violenti. Si ha poi un miglioramento illusorio, seguito da alterazioni epatiche, che si manifestano con l’ingiallimento della pelle e degli occhi (ittero) e con l’ingrossamento del fegato. Normalmente la morte sopraggiunge dai 20 ai 30 giorni dopo l’inizio dei sintomi, ma a volte avviene improvvisamente per collasso cardiaco. Il malato può salvarsi attraverso una diagnosi tempestiva, con lavanda gastrica, somministrazione di un purgante, ingestione continua di acqua e sale e cambiamento totale del sangue.
  • AMANITA VIROSA: dal latino “virosus”, velenoso, fetido. E’ un fungo poco diffuso, che predilige i boschi di betulle e montani. E’ velenoso e mortale e può essere scambiato per i prataioli.
  • AMANITA VERNA - CopiaAMANITA VERNA: da “vernus”, primaverile, è saltuariamente presente anche in autunno. Si distingue dalla Amanita Phalloides per via del cappello emisferico e non campanulato.
  • CORTINARIUS ORELLANUS: è un fungo mortale tardo autunnale che alcune decadi fa era considerato commestibile, ma in seguito ad un avvelenamento di massa in Polonia che ha causato numerosi decessi, si è scoperto che la tossina in esso contenuta, l’orellanina, ha effetti sui reni anche dopo 14 giorni di incubazione. Predilige i boschi di latifoglie, in particolare quelli di castagno e faggio, è abbastanza frequente nel cuneese ma molto raro in genere in Italia e non c’e’ nessun fungo commestibile assomigliante ad esso.
ANDARE A FUNGHI 2 - CopiaRiguardo a 
quelli commestibili, come non esaltarne le loro eccezionali proprietà? Hanno un basso apporto calorico (11 kcal /100 gr. per i funghi freschi e 296 kcal/ 100 gr. per i funghi essiccati), sono privi di grassi, per cui perfetti per le diete. Maitake, Shiitake, Crimini e Reishi sono 4 specie di funghi medicinali coltivati nel nord dell’India, estremamente costosi e difficilmente reperibili. Molte specie di funghi medicinali sono state utilizzate per migliaia di anni in medicina popolare. Il loro utilizzo è stato ben documentato nei paesi orientali, ma ora è oggetto di studio e ricerca da parte di aree come l’etnobotanica e la medicina. Gli Imperatori delle grandi Dinastie Reali Cinesi bevevano the e decotti di funghi per aumentare la vitalità e la longevità. In molte culture dei Nativi Americani venivano usati funghi allucinogeni per pratiche medicinali, spirituali e di guarigione; per loro infatti, ogni malattia era correlata a un disagio spirituale e per questo motivo andava trattata anche su quel piano.
FUNGHI MANO - CopiaI funghi hanno avuto un impatto enorme sull’economia mondiale dell’ultimo decennio, con benefici in moltissimi settori, tra cui spiccano: l’industria della salute, con la produzione di integratori alimentari, di sostanze farmacologiche e cosmetici, l’industria ecologica, che seleziona i funghi geneticamente predisposti alla formazione di biomasse per la pulizia ambientale degli inquinanti, la depurazione delle acque e dell’aria; l’industria della nutrizione, con la produzione industriale di funghi culinari; la ricerca biologica di base, grazie all’utilizzo dei funghi come modelli sia per la sperimentazione che per lo studio della biologia e della biotecnologia dei sistemi. I funghi contengono vitamina B3, per il buon funzionamento del sistema nervoso e l’ossigenazione del sangue, vitamina B2, necessaria per la produzione di globuli rossi per il metabolismo di grassi, proteine e carboidrati, contengono lisina e triptofano e sostanze antiossidanti contro patologie tumorali e invecchiamento..insomma sono una vera e propria sorgente di salute psico-fisica, purchè accuratamente selezionati da persone competenti!