Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
mercoledì 18 dicembre 2013
Lampedusa, esclusiva Tg2: “Centro di accoglienza come lager”.
Il telegiornale della seconda rete Rai ha mandato in onda le immagini delle condizioni in cui sono costretti a vivere gli immigrati trattenuti nel centro di prima accoglienza dell’isola siciliana. Nel filmato vengono mostrati gli immigrati in fila e nudi per essere sottoposti alla disinfestazione contro la scabbia tramite degli spruzzatori. Il sindaco Giusi Nicolini (ai microfoni di Valerio Cataldi): “L’Italia si deve vergognare, questi fatti accadono a due mesi dai naufragi”
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/12/17/lampedusa-centro-di-accoglienza-come-lager-video-esclusivo-del-tg2/258464/
martedì 17 dicembre 2013
6 Premi Nobel (P.Krugman, M.Friedman, J.Stigliz, A.Sen, J.Mirrless, C.Pissarides): “l’Euro e’ una patacca”
Sei Premi Nobel per l’economia, di diverse ideologie, ci dicono tutti la stessa cosa: l’Euro e’ una patacca insostenibile.
Gli ultimi due ad aggiungersi alla lista di Nobel che sostengono cio’ sono James Mirrless e Christopher Pissarides. Tra un po’ rischiamo di perdere il conto.
Partiamo da Paul Krugman che ci spiega perche’: “L’euro è campato in aria” (clicca sul Titolo per vedere l’articolo integrale; sotto gli estratti piu’ significativi)
… penso che l’euro fosse un’idea sentimentale, un bel simbolo di unità politica. Ma una volta abbandonate le valute nazionali avete perso moltissimo in flessibilità. Non è facile rimediare alla perdita di margini di manovra. In caso di crisi circoscritta esistono due rimedi: la mobilità della manodopera per compensare la perdita di attività e soprattutto l’integrazione fiscale per ripianare la perdita di entrate. Da questa prospettiva, l’Europa era molto meno adatta alla moneta unica rispetto agli Stati Uniti. Florida e Spagna hanno avuto una stessa bolla immobiliare e uno stesso crollo. Ma la popolazione della Florida ha potuto cercare lavoro in altri stati meno colpiti dalla crisi. Ovunque l’assistenza sociale, le assicurazioni mediche, le spese federali e le garanzie bancarie nazionali sono di competenza di Washington, mentre in Europa non è così.…l’Europa sarà sempre fragile. La sua moneta è un progetto campato in aria e lo resterà fino alla creazione di una garanzia bancaria europea. … Ricordiamoci però una cosa: l’Europa non è in declino. È un continente produttivo e dinamico. Ha soltanto sbagliato a scegliersi la propria governance e le sue istituzioni di controllo economico, ma a questo si può sicuramente porre rimedio.
Passiamo a Milton Friedman, che gia’ nel 1998 spiegava che la Moneta Unica e’ un Soviet e Bruxelles e Francoforte prenderanno il posto del Mercato (clicca sul Titolo per vedere l’articolo integrale; sotto gli estratti piu’ significativi)
Niente di sbagliato, in generale, a volere un’unione monetaria. Ma in Europa c’e’ gia’ ed e’ quella esistente di fatto tra Germania, Austria e Paesi del Benelux. Niente vieta che, se ci tiene, l’Italia aderisca a quella. Il resto e’ una costruzione non democratica“.Piu’ che unire, la moneta unica crea problemi e divide. Sposta in politica anche quelle che sono questioni economiche. La conseguenza piu’ seria, pero’, e’ che l’euro costituisce un passo per un sempre maggiore ruolo di regolazione da parte di Bruxelles. Una centralizzazione burocratica sempre piu’ accentuata. Le motivazioni profonde di chi guida questo progetto e pensa che lo guidera’ in futuro vanno in questa direzione dirigista.….…Ma non vedo la flessibilita’ dell’economia e dei salari e l’omogeneita’ necessaria tra i diversi Paesi perche’ sia un successo. Se l’Europa sara’ fortunata e per un lungo periodo non subira’ shock esterni, se sara’ fortunata e i cittadini si adatteranno alla nuova realta’, se sara’ fortunata e l’economia diventera’ flessibile e deregolata, allora tra 15 o 20 anni raccoglieremo i frutti dati dalla bendizione di un fatto positivo. Altrimenti sara’ una fonte di guai“.Cosa prevede succedera’? Una riduzione della liberta’ di mercato. A Francoforte siedera’ un gruppo di banchieri centrali che decidera’ i tassi d’interesse centralmente. Finora, le economie, come quella italiana, avevano una serie di liberta’, fino a quella di lasciar muovere il tasso di cambio della moneta. Ora, non avranno piu’ quell’opzione. L’unica opzione che resta e’ quella di fare pressione sulla Ue a Bruxelles perche’ fornisca assistenza di bilancio e sulla Banca centrale europea a Francoforte perche’ faccia una politica monetaria favorevole. Aumenta cioe’ il peso dei governi e delle burocrazie e diminuisce quello del mercato. Sarebbe meglio fare come alla fine del secolo scorso, quando, col Gold Standard, l’Europa aveva gia’ una moneta unica, l’oro: col vantaggio che non aveva bisogno di una banca centrale.…Quello che c’e’ da dire sul mercato unico, piuttosto, e’ che e’ reso piu’ complicato proprio dall’Unione monetaria che rende piu’ difficili le reazioni delle economie, toglie loro strumenti e le rende piu’ dipendenti dalle burocrazie”.
Passiamo a Joseph Stiglitz, che ci spiega che l’Euro, o cambia oppure è meglio lasciarlo morire (clicca sul Titolo per vedere l’articolo integrale; sotto gli estratti piu’ significativi)
Il progetto europeo, per quanto idealista, è sempre stato un impegno dall’alto verso il basso. Ma incoraggiare i tecnocrati a guidare i vari paesi è tutta un’altra questione, che sembra eludere il processo democratico, imponendo politiche che portano ad un contesto di povertà sempre più diffuso.Mentre i leader europei si nascondono al mondo, la realtà è che gran parte dell’Unione europea è in depressione. La perdita di produzione in Italia dall’inizio della crisi è pari a quella registrata negli anni ’30. ……La realtà tuttavia è che la cura non sta funzionando e non c’è alcuna speranza che funzioni; o meglio che funzioni senza comportare danni peggiori di quelli causati dalla malattia….. L’Europa ha bisogno di un maggiore federalismo fiscale e non solo di un sistema di supervisione centralizzato dei budget nazionali. ….E’ poi necessaria un’unione bancaria, ma deve essere una vera unione con un unico sistema di assicurazione dei depositi, delle procedure risolutive ed un sistema di supervisione comune. Inoltre, sarebbero necessari gli Eurobond o uno strumento simile.I leader europei riconoscono che senza la crescita il peso del debito continuerà a crescere e che le sole politiche di austerità sono una strategia anti-crescita. Ciò nonostante, sono passati diversi anni e non è stata ancora presentata alcuna proposta di una strategia per la crescita sebbene le sue componenti siano già ben note, ovvero delle politiche in grado di gestire gli squilibri interni dell’Europa e l’enorme surplus esterno tedesco che è ormai pari a quello della Cina (e più alto del doppio rispetto al PIL). In termini concreti, ciò implica un aumento degli stipendi in Germania e politiche industriali in grado di promuovere le esportazioni e la produttività nelle economie periferiche dell’Europa.Quello che non può funzionare, almeno per gran parte dei paesi dell’eurozona, è una politica di svalutazione interna (ovvero una riduzione degli stipendi e dei prezzi) in quanto una simile politica aumenterebbe il peso del debito sui nuclei familiari, le aziende ed il governo (che detiene un debito prevalentemente denominato in euro).I leader europei continuano a promettere di fare tutto il necessario per salvare l’euro. La promessa del Presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, di fare “tutto il necessario” ha garantito un periodo di tregua temporaneo. Ma la Germania si è opposta a qualsiasi politica in grado di fornire una soluzione a lungo termine tanto da far pensare che sia sì disposta a fare tutto tranne quello che è necessario.E’ vero, l’Europa ha bisogno di riforme strutturali come insiste chi sostiene le politiche di austerità. Ma sono le riforme strutturali delle disposizioni istituzionali dell’eurozona e non le riforme all’interno dei singoli paesi che avranno l’impatto maggiore. Se l’Europa non si decide a voler fare queste riforme, dovrà probabilmente lasciar morire l’euro per salvarsi.L’Unione monetaria ed economica dell’UE è stata concepita come uno strumento per arrivare ad un fine non un fine in sé stesso. L’elettorato europeo sembra aver capito che, con le attuali disposizioni, l’euro sta mettendo a rischio gli stessi scopi per cui è stato in teoria creato.
Passiamo ad Amartya Sen, con la recente intervista “Che orribile idea l’euro” (clicca sul Titolo per vedere l’articolo integrale; sotto gli estratti piu’ significativi)
«….. Mi preoccupa molto di più quello che succede in Europa, l’effetto della moneta unica. Era nata con lo scopo di unire il continente, ha finito per dividerlo».«L’euro è stato un’idea orribile. Lo penso da tempo. Un errore che ha messo l’economia europea sulla strada sbagliata. Una moneta unica non è un buon modo per iniziare a unire l’Europa. I punti deboli economici portano animosità invece che rafforzare i motivi per stare assieme. Hanno un effetto-rottura invece che di legame. Le tensioni che si sono create sono l’ultima cosa di cui ha bisogno l’Europa. ….».«Quando tra i diversi Paesi hai differenziali di crescita e di produttività, servono aggiustamenti dei tassi di cambio. Non potendo farli, si è dovuto seguire la via degli aggiustamenti nell’economia, cioè più disoccupazione, la rottura dei sindacati, il taglio dei servizi sociali. Costi molto pesanti che spingono verso un declino progressivo».«È successo che a quell’errore è stata data la risposta più facile e più sbagliata, si sono fatte politiche di austerità. L’Europa ha bisogno di riforme: pensioni, tempo di lavoro, eccetera. E quelle vanno fatte, soprattutto in Grecia, Portogallo, Spagna, Italia. Ma non hanno niente a che fare con l’austerità. È come se avessi bisogno di aspirina ma il medico decide di darmela solo abbinata a una dose di veleno: o quella o niente. No, le riforme si fanno meglio senza austerità, le due cose vanno separate».«La Germania ha sicuramente beneficiato della moneta unica. Oggi abbiamo un euro-marco sottovalutato e una euro-dracma sopravvalutata, se così si può dire. Ma non credo che ci sia uno spirito del male tedesco. Non ci sono malvagi in questa cosa terribile che sta succedendo. È che hanno sbagliato anche i tedeschi. E si è finiti con la Germania denigrata. ….».
E’ il turno di James Mirrless, che nel suo intervento a Venezia all’Auditorium Santa Margherita per il ciclo ‘Nobels colloquia 2013′ dell’Università Ca’ Foscari, ha testualmente detto che “all’Italia conviene uscire dall’Euro subito” (clicca sul Titolo per vedere l’articolo integrale; sotto gli estratti piu’ significativi)
«Non voglio suggerire politiche per mutare la situazione attuale e mi sento a disagio nel fare raccomandazioni altisonanti, perché non ho avuto il tempo di valutarne le conseguenze. Però,guardando dal di fuori, dico che non dovreste stare nell’euro, ma uscirne adesso».
«L’uscita dall’euro non risolverebbe in automatico i problemi dell’Italia, visto che, ad esempio, rimarrebbero le questioni derivanti dalle politiche adottate dalla Germania. Ma non è comunque corretto collegare le conseguenze di un’eventuale uscita da Eurolandia al venir meno della lealtà e fedeltà come membri dell’Unione europea. Finché l’Italia resterà nell’euro non potrà espandere la massa di moneta in circolazione o svalutare: ecco perché si impone la necessità di decidere se rimanere o meno nella moneta unica, questione non facile da dirimere, perché la gente toglierà il denaro dai conti in banca prima che questo accada. Probabilmente, dovreste sostenere il costo di un’eventuale uscita, come avvenuto in Gran Bretagna (che non ha mai abbandonato la sterlina), ma dovete essere pronti a pagare questo prezzo».«Se l’Italia tornasse in grado di svalutare ci sarebbe sicuramente la possibilità di arricchirsi per chi togliesse in tempo i soldi dalle banche; ma, per la Gran Bretagna, è valsa la pena, perché poi ha avuto un andamento economico soddisfacente”. ”Tutto ciò non comporta automaticamente l’aumento o la riduzione della pressione fiscale. Però, in una certa misura, raccomanderei misure di sostegno ai redditi, per aumentare il potere d’acquisto della popolazione. Ma solo temporaneamente”. ”Se l’Italia dovesse uscire dall’euro alcuni grossi problemi continuerebbero ad esistere, perché la Germania continua a mantenere i livelli dei prezzi troppo bassi. E, se la Germania continuerà questo atteggiamento, cosa che non intende cambiare, anche per l’Italia continuerebbero le difficoltà di oggi».«Uscire dall’Euro significa fuggire, la crisi si può affrontare resistendo ad essa e combattendo, ma i Paesi che scelgono di combattere lo facciano considerando anche l’opzione della fuga. Mi sento però a disagio, come persona esterna, nell’offrire soluzioni, anche perché mi chiedo se abbiate abbastanza manager economici in grado di mettere in atto e gestire l’espansione che potrebbe esserci».
E passiamo ora a Christopher Pissarides, nobel per l’economia nel 2010, presidente del new Centre for Macroeconomics che dichiara “Abbandonare l’Euro” dopo esserne stato nel passato un fautore (clicca sul Titolo per vedere l’articolo integrale; sotto gli estratti piu’ significativi)
«L’Unione Monetaria ha creato una generazione persa di giovani disoccupati e dovrebbe essere dissolta». «Sono completamente stato ingannato. Allora, l’euro sembrava una grande idea, ma ora ha prodotto l’effetto contrario di quello che si aveva in mente ed ha bloccato crescita e la creazione del lavoro. In questo momento sta dividendo l’Europa e la situazione attuale non è sostenibile».«L’Euro divide l’Europa e la sua fine e’ necessaria per ricreare quella fiducia che le nazioni europee una volta avevano l’una all’altro. Non andremo da nessuna parte con l’attuale linea decisionale ed interventi ad hoc sul debito. Le politiche perseguite ora per salvare l’euro stanno costando all’Europa lavori e stanno creando una generazione persa di giovani laureati. Non certo quello che i padri costituenti avevano in mente».
CONCLUSIONI
http://scenarieconomici.it/6-premi-nobel-p-krugman-m-friedman-j-stigliz-a-sen-j-mirrless-c-pissarides-leuro-e-una-patacca/Che’ l’EURO fosse un esperimento destinato al fallimento, c’era chi ce lo diceva gia’ nel 1971: L’Economista Kaldor nel 1971 spiegava con precisione millimetrica il perche’ l’Euro avrebbe fatto collassare il sistemaI nostri lettori sanno gia’ le ragioni della crisi: Esclusiva – L’Intervista in forma integrale all’economista Alberto Bagnai – Euro e CrisiAbbiamo visto che ogni studio ci dice che un ritorno a Valuta Nazionale e’ conveniente per l’Italia ( Esclusiva simulazione di cosa accadrebbe con Euro (con e senza austerity) e senza Euro ), ed un pessimo affare per la Germania ( Nove studi e rapporti a confronto sul break-up dell’Euro ).Abbiamo analizzato il perche’ della Crisi ( Capire la Crisi dell’Europa in 80 slides ), spiegato perche’ all’italia conviene uscire ( EURO: Analisi di dettaglio del perche’ all’Italia conviene uscire ), analizzato la svalutazione del 1992 ( Analisi della Svalutazione del 1992-1995 ) e spiegato perche’ necessario farne un’altra in termini difensivi (La necessità di una bella svalutazione difensiva ).Abbiamo demolito una per una le argomentazioni dei fautori dell’EURO ( Fact Checking alle argomentazioni pro-euro: smontiamole una ad una ).Infine abbiamo spiegato cio’ che i Nobel hanno ribadito, cioe’ che l’Euro e’ il vero nemico dell’Europa ( Meglio l’Europa o l’Euro ? ), e spiegato perche’ alla fine il Leviatano Sovietico-Burocratico crollera’ (Ecco perche’ la DISGREGAZIONE dell’EURO e’ lo scenario piu’ probabile).
Un’antica città sul fondo marino. La sua scoperta può cambiare la storia. - Marco Pizzuti
La città di Heraclion venne sommersa dalle acque 1500 anni fa. L’esistenza di questa grande città era stata menzionata dallo scrittore greco Erodoto nel 5° secolo a.C.. Erodoto raccontò che la meravigliosa statua di Elena di Troia , fu trasportata fino al porto della “grande salute” di Heraclion insieme a qulla del suo amante troiano Paride.
Dal giorno in cui l’archeologo subacqueo francese Franck Goddio si è imbattuto nelle rovine della città inghiottita dal mare, ha subito dichiarato che poteva trattarsi della più grande scoperta archeologica del 21° secolo. Il suo ritrovamento è avvenuto mentre Goddio stava cercando le navi da guerra di Napoleone affondate da Nelson durante la “battaglia del Nilo” del 1798. Con suo enorme stupore, invece delle navi di Napoleone ha fatto questa magnifica scoperta.
In questa immagine il team di ricercatori riporta in superficie la statua del dio Hapi.
Moltissime statue recuperate sono ancora in eccellenti condizioni.
Nell’immagine sopra vediamo il ritrovamento della colossale statua della dea egizia Iside, del dio Hapi e di un faraone egizio ancora da identificare. Tutte le sculture sono in ottime condizioni grazie all’involucro di fango che le ha preservate nel tempo. Insieme a queste statue di enormi dimensioni ci sono anche centinaia di amuleti e di piccole sculture di divinità egizie come Iside, Osiride e Horus. Originariamente, alcune di queste statue appartenevano al tempio dove Cleopatra, venne consacrata Regina del Nilo. Inoltre, sono stati recuperati decine di sarcofagi con al loro interno i corpi mummificati degli animali sacrificati ad Amun-Geréb, il dio supremo degli Egiziani.
Scultura in granito rosso della dea Iside
Tra i ritrovamenti, anche alcuni preziosi oggetti in oro utilizzati nel mondo ellenico.
Una statua di bronzo di un faraone della 26° dinastia
Una antica lampada a olio
Qui un archeologo misura le dimensioni di una parte della gamba di una statua in granito rosso
Il dio Hapi era considerato il simbolo dell’abbondanza e della fertilità
Una tavola di granito da 1m e 90 cm riporta iscrizioni risalenti al 362 a. C.
http://www.altrainformazione.it/wp/2013/12/08/un-antica-citt-sul-fondo-marino-la-sua-scoperto-pu-cambiare-la-storia/
lunedì 16 dicembre 2013
Pd, pregi e difetti del discorso ‘sorpresina’ di Renzi. - Andrea Scanzi
Ho ascoltato il discorso di Matteo Renzi. Tre considerazioni: una faceta, una formale, una sostanziale.
1) Considerazione faceta (cioè scherzosa. I bimbominkia di Renzi moderino i loro ormoni e non si cruccino per così poco). Più ascolto Renzi, più ho la sensazione che abbia un’idea di partito contra personam più che ad personam. E quella “personam” sia io. A ogni discorso mi saccheggia il libro “Non è tempo per noi” senza citarlo. Alla Comunicazione ha messo un dileggiatore seriale che mi insulta ogni tre per due. Adesso, come inno ribelle del partito, ha scelto i Negrita (i Negrita come emblema di ribellione: attendo un endorsement renziano alla Binetti come simbolo di erotismo), il cui cantante è stato condannato anni fa per avermi democraticamente aggredito. Ci manca solo che, a breve, scelga per vicepremier il compagno di banco delle medie che mi ciulò la fidanzata.
2) Considerazione formale. I discorsi di Renzi sono sempre uguali e dunque già suonano noiosi. La loro forza retorica si sta già pericolosamente annacquando. Renzi parla dal palco come l’ex bruttino che a vent’anni prendevano in giro perché aveva gli occhialoni e la faccia paciocca, e adesso che ha notorietà si atteggia a rivoluzionario fighetto. Un Mister Bean frainteso per Fonzie. E’ stato un discorso retoricamente debole, scontato e deboluccio. In futuro dovrà aggiornare il repertorio: di soli Righeira, Moncler e camperos non si vive.
3) Considerazione sostanziale. La “sorpresina” di Renzi a Grillo era in realtà qualcosa di assai prevedibile: un baratto. “Rinuncio ai rimborsi in cambio di”. Politicamente è una mossa mesta. Un coito interrotto: se il “rimborso elettorale” è ingiusto, ci si rinuncia a prescindere. Non si chiede nulla in cambio. Renzi sa però che i rivali sono i 5 Stelle e non certo i berluscones (che lui ha già attratto, essendo pressoché uguale). Per questo li attacca sistematicamente. Dal suo punto di vista, fa benissimo a farlo. Ha quasi tutta la stampa dalla sua parte, che non vede l’ora di sostenere che “Renzi è per il cambiamento e il M5S no”. Poco conta, per esempio, che già 27 volte i 5 Stelle (come ha ricordato Di Maio) abbiano chiesto in sede istituzionale al Pd cosa vogliano fare della legge elettorale nuova. E poco conta che i 5 Stelle abbiano votato la mozione Giachetti e il Pd no. I 5 Stelle, da oggi, saranno quelli che “vogliono tenere il Porcellum” e pure quelli che “vogliono l’alleanza con Berlusconi”, anche se senza i 5 Stelle non avremmo avuto la decadenza del Caimano. C’è pure stato l’incontro, o così pare, tra Becchi e Berlusconi (pensate che brainstorming, che esplosione di cervelli: più o meno come una jam session tra Jarabe de Palo e Memo Remigi alla Sagra del Fagiolo di Lambrate). Renzi è già il Nazareno e i grillini gli infedeli.Il solito film.
Attenzione, però. Renzi vende in buona parte fumo, ma lo vende bene. Finora i grillini avevano buon gioco a sfottere Bersani e derivati: vincevano per mancanza di avversari. Renzi non dice nulla, ma lo dice bene. E la mossa del “Grillo firma qua o il buffone sei tu” è notevolissima. E’ un rilancio pokeristico che mediaticamente funziona.
Rispedirlo al mittente senza neanche dialogare sarebbe da talebani masochisti (per questo è lecito pensare che Yoko Casaleggio sceglierà proprio questa strada). Cosa dice Renzi? Nuova legge elettorale; taglio netto all’indennità dei consiglieri regionali e abolizione dei rimborsi ai gruppi; cancellazione del Senato. La terza non mi convince, le altre due sì. Se Renzi vuole fare tana a Grillo, i 5 Stelle agiscano di conseguenza e facciano a loro volta tana a Renzi (e più che altro al Pd, metà del quale è terrorizzato dal Pd). C’è la possibilità di abbattere i costi della politica? C’è la possibilità di una legge elettorale che uccida gli inciuci e che garantisca governabilità? Se sì, ci si provi. Mettere all’angolo i Letta, i Casini e gli Alfano sarebbe fonte di godimento imperituro, a prescindere dalle barricate contrapposte.
E' accettabile che ciò avvenga?
Riprendiamo il lavoro in commissione?
Dovevamo iniziare alle 23.00, sono le 23.30 e ancora la commissione non ha iniziato i lavori.
Le lobby sono fuori dalla porta per chiedere questo o quell'emendamento.
Negli scorsi giorni abbiamo lavorato in commissione presentando degli emendamenti che possono dare un forte segnale ai lavoratori, ai giovani ed aiutare molti milioni di cittadini in difficoltà in questo momento.
E denunciamo l'illegittimo uso della legge di stabilità per favorire la marchetta di questo o quel ministro, dei deputati che usano emendamenti per garantirsi l'elettorato locale o per favorire le proprie aziende e le proprie fondazioni.
E poi hanno pure il coraggio di non venire a Roma il venerdì ed il lunedì con la scusa di stare sul territorio!
Il contatto continuo con il territorio non può essere questo!
Che vengano a vedere i nostri banchetti, le nostre riunioni tematiche, i laboratori e cosa vuol dire starci sul territorio i week end!
Noi continuiamo a denunciare tutte queste marchette e fare in modo che i soldi disponibili in questa stabilità vengano utilizzati a favore di tutti e non dei soliti pochi.
Sorial Girgis Giorgio
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domenica 15 dicembre 2013
Ovvietà
Lo so, è un'ovvietà, ma non fa male ricordarlo.
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