mercoledì 27 maggio 2015

Pd, la legge sui partiti che fa fuori il M5s. Firmata dai big, voluta da Renzi: se passa, i 5 stelle non si potranno candidare. - Pietro Salvatori

RENZI GRILLO

Se passa questa legge il Movimento 5 stelle non potrà più candidarsi alle elezioni. Non ci sono scappatoie, non ci sono questioni interpretative. E "questa legge" non è una legge qualsiasi, ma un testo presentato ufficialmente da tutta la filiera direttiva del Partito democratico.
Tre articoletti snelli, illustrati oggi a via del Nazareno da Matteo Orfini (presidente del partito), Lorenzo Guerini (vicesegretario) insieme a Nico Stumpo e Andrea Di Maria. il testo disciplina "La democrazia interna dei partiti". E spiega che, per potersi candidare alle elezioni, è necessario che qualunque movimento politico acquisisca personalità giuridica, con tanto di statuto e regolamenti che rispondano a determinati canoni.
Esattamente quello che Beppe Grillo ha sempre rifiutato di fare. Anzi, il "Non Statuto" e la forma liquida dell'organizzazione interna sono sempre stati vanto e fiore all'occhiello di tutti i 5 stelle. "Noi non siamo come tutti gli altri, noi siamo una comunità di cittadini che si auto-organizzano liberamente". Tutto questo non sarebbe possibile se la legge sui partiti passasse. In quel caso o il M5s dovrebbe rinnegare uno dei suoi cardini costitutivi, accettando di assumere una forma partito, o sarebbe irrimediabilmente fuori dalle prossime elezioni.
Il Pd fa sul serio. "Ci sono state tante proposte da parte di singoli parlamentari - ha spiegato - Ma tengo a sottolineare che questa è la proposta del Pd, di tutto il Pd". Plastica la presenza al suo fianco di Orfini, presidente e leader dei Giovani Turchi, del cuperliano De Maria e del bersaniano Stumpo. E in calce alla proposta si legge anche la firma di Gennaro Migliore, ex Sel. Il testo, depositato stamattina a Montecitorio, è stato presentato al Senato da due pezzi da novanta come Luigi Zanda e Anna Finocchiaro. "Il testo dà attuazione all'articolo 49 della Costituzione - spiega Guerini - ed è un naturale completamento all'Italicum".
L'intento è quello di rendere più trasparente e controllabile la vita democratica dei partiti. Gli estensori parlando del "rispetto di puntuali standard di democrazia interna". Quali? È presto detto: "La disciplina delle procedure di ammissione e di espulsione, l'ambito di applicazione della regola maggioritaria, gli strumenti posti a tutela delle minoranze, le modalità di selezione delle candidature alle cariche pubbliche e le procedure per la scelta del leader".
Ovvio che il respiro sia generale, che parli a tutti gli attori in campo. Così come è ovvio che con una formulazione del genere agli uomini di Grillo possano fischiare le orecchie. Orfini è secco: "La nostra è una norma a favore della trasparenza e della democrazia: se Grillo è contrario alla trasparenza e alla democrazia è un problema di Grillo, non di questa proposta di legge, né tantomeno del Pd.
"Oggi dimostriamo la capacita' del Pd di costruire unità - prosegue il presidente Dem - e sfidiamo anche le altre forze politiche a dimostrare coerenza con i loro proclami. Verificheremo in Parlamento chi ha davvero voglia di rendere il nostro sistema più trasparente e democratico".
Fine del discorso. Se il M5s ci vorrà stare, bene, altrimenti ne trarrà le conseguenze. Nessuna scappatoia possibile. Viene scritto infatti nero su bianco che "l'acquisizione della personalità giuridica costituisce condizione per la presentazione delle candidature e delle liste di candidati per l'elezione della Camera dei deputati".
Il primo tassello di un trittico che comprenderà un intervento anche sulle primarie e sulla regolamentazione delle fondazioni. In occasione dell'inchiesta che ha coinvolto quella di Massimo D'Alema, si parlò proprio della legge sui partiti come risposta alla forte richiesta di Raffaele Cantone di studiare una legge ad hoc. Non sarà così. "Ma stiamo facendo un lavoro di coordinamento per studiare una proposta specifica", spiega De Maria. "Noi condividiamo le preoccupazioni di Cantone - aggiunge Orfini - sull'utilizzo delle fondazioni come strumento parallelo alla politica. Oggi l'opacità è permessa dalla legge. Serve una maggiore trasparenza, anche e soprattutto su come vengono reperite e spese le risorse".
Si vedrà nelle prossime settimane. Intanto il Pd fa sul serio sulla legge sui partiti. Manca solo la firma di Matteo Renzi. Ma solo perché non è in Parlamento. Tutto il gotha del partito ha apposto la propria firma ed è intenzionato ad andare avanti. Che al M5s piaccia o meno.

http://www.huffingtonpost.it/2015/05/26/pd-legge-sui-partiti-che-fa-fuori-il-m5s_n_7441746.html?ir=Italy

Questo fanno Renzi e il suo PD...con metodi discutibili e niente affatto democratici.
Quindi, per il PD "l'acquisizione della personalità giuridica costituisce condizione per la presentazione delle candidature e delle liste di candidati per l'elezione della Camera dei deputati" vale più della fedina penale pulita, dell'etica personale. 
Non hanno mai fatto una legge che evitasse a Berlusconi, condannato in via definitiva per truffa allo Stato,di entrare in Parlamento a legiferare pro domo sua!
Hanno una paura fottuta del m5s che sta rendendo pubbliche tutte le loro magagne, i loro sotterfugi, per non parlare della loro corruzione.
Affermano, inoltre, che con questa legge stanno attuando l'art. 49 della Costituzione che recita: 

"Articolo 49

Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale."

Che c'entra lo statuto?

Cetta. 

Fifa, vertici del calcio sotto accusa per corruzione: Fbi ordina arresti a Zurigo.



Retata nell'albergo che ospita il meeting annuale. Sei persone arrestate, almeno altre otto ricercate. Sotto indagine anche il numero uno Sepp Blatter, che la settimana prossima punta alla quinta rielezione consecutiva.

L’operazione delle autorità svizzere è scattata all’alba e ha portato all’arresto di sei responsabili della Fifa che saranno estradati negli Usa dove dovranno rispondere dell’accusa di corruzione. La ‘retata’ – riporta il New York Times – è avvenuta al Baur au Lac hotel dove i leader dell’organismo che governa il calcio mondiale sono riuniti per il loro meeting annuale. Dopo essersi fatti consegnare le chiavi gli agenti sono saliti nelle camere del lussuoso albergo e hanno cominciato ad eseguire gli arresti.
Le accuse di corruzione mosse dalle autorità americane coprono gli ultimi 20 anni, e riguardano le gare per aggiudicarsi i campionati mondiali così come gli accordi per il marketing e i diritti televisivi. Per anni la Fifa è stata indagata dall’Fbi, e l’organizzazione guidata da Sepp Blatter ha sempre respinto le accuse di corruzione relative all’assegnazione dei mondiali, non ultime quelle sulle competizioni del 2018 e del 2022 rispettivamente a Russia e Qatar. Lo stesso Blatter risulta indagato dall’Fbi: il numero uno della Fifa non è però tra i responsabili del calcio mondiale messi in stato d’accusa dal dipartimento di Stato americano. Blatter, 79 anni, dovrebbe essere rieletto venerdì prossimo per la quinta volta consecutiva presidente della Fifa. Guida il governo del calcio mondiale dal giugno del 1998, quando successe a Joao Havelange. E’ stato rieletto nel 2002, nel 2007 e nel 2011.
Secondo il New York Times, che cita fonti proprie vicine alle indagini, le accuse includono frode, associazione a delinquere e riciclaggio di denaro e sono dirette contro “membri del potente comitato esecutivo della Fifa, che raccoglie un potere enorme e porta a termine i suoi affari in gran parte in segreto”. L’operazione del dipartimento della Giustizia Usa coinvolge oltre 10 dirigenti del calcio mondiale, ma non tutti questi si trovano a Zurigo per il Congresso della Fifa. Fra i presenti, sempre secondo il quotidiano newyorkese, ci sono Jeffrey Webb delle isole Cayman, che è vicepresidente del comitato esecutivo Fifa; Eugenio Figueredo dell’Uruguay, anche lui vicepresidente e fino al 2014 presidente di CONMEBOL (cioè la Confederazione sudamericana del calcio); e Jack Warner di Trinidad e Tobago, ex membro del comitato e presidente della CONCACAF (cioè della Confederazione del calcio di Nord e Centro-America e Caraibi) fra il 1990 e il 2011.
Quanto alla estradizione degli arrestati negli Stati Uniti, spiegano le autorità svizzere, la decisione potrebbe arrivare immediatamente. “La polizia cantonale di Zurigo interrogherà i fermati oggi a proposito della richiesta Usa di arresto”, si legge in una nota dell’Ufficio federale di Giustizia elvetico (Foj). “Una procedura semplificata sarà applicata alle persone ricercate che acconsentono all’estradizione immediata. Il Foj potrà approvare immediatamente la loro estradizione in Usa e ordinare l’esecuzione dell’estradizione stessa”, spiega l’ufficio svizzero. Se invece una persona ricercata si opporrà all’estradizione, “il Foj inviterà gli Usa a presentare una richiesta formale di estradizione entro la scadenza dei 40 giorni prevista dal trattato bilaterale di estradizione”.
I sospettati di corruzione – si legge ancora nella nota – sarebbero stati coinvolti in schemi per pagare i funzionari del calcio – delegati della Fifa e altri funzionari di sotto-organizzazioni Fifa – per un totale di oltre 100 milioni di dollari Usa. In cambio si crede che abbiano ricevuto diritti di media, marketing e sponsor in relazione ai tornei di calcio in America Latina”. Secondo la richiesta Usa, spiega l’ufficio svizzero, questi reati sono stati ideati e preparati negli Stati Uniti e i pagamenti sono stati effettuati tramite banche Usa”. I dettagli dell’operazione saranno resi noti nelle prossime ore nel corso di una conferenza stampa a New York del ministro della giustizia Loretta Lynch e del capo dell’Fbi, James ComeyAd imprimere un’accelerazione alle indagini – spiegano i media Usa – la decisione dell’ex procuratore Michael Garcia che ha preso le distanze dalla Fifa dopo essere stato assunto dall’associazione per svolgere un’indagine interna. I vertici della Fifa hanno sempre respinto ogni addebito di corruzione, ma evidentemente questa non è stata la conclusione delle indagini.
L'hotel Baur au Lac di Zurigo

MEDICI VENDUTI: PAROLA DI MEDICO! - Franco Giusto


Medico: una professione meravigliosa. Ma per esserlo deve evolversi nella giusta direzione e cioè quella di imparare a riconoscere la vera natura della persona. Qualunque sia la specialità, dal medico di famiglia al neurochirurgo, il paziente deve essere considerato nella sua realtà fisica, mentale e spirituale, strettamente connesse fra loro e non solo in distretti corporei. Curare le malattie è indispensabile ma senza ridursi a sterili dispensatori di farmaci o atti chirurgici senza entrare in empatia col paziente. 
Non è facile questa evoluzione per il medico perché innanzitutto prevede quella di se stesso come persona. La presunzione di curare un paziente rendendolo solo un consumatore di farmaci porta all'insuccesso terapeutico. Non a caso la locuzione latina “medice cura te ipsum” consiglia al medico di imparare prima a curare e conoscere se stesso ( nel senso metaforico più globale ) per poi poter professare nel giusto modo nei confronti degli altri. Questo fa la differenza.
So che indubbiamente ci sono persone pronte a farmi l'elenco di medici che non vivono questa realtà.  Ho scritto come dovrebbe essere il vero medico sperando che qualche collega possa leggerlo e sapere se è d'accordo. Non che io sia migliore degli altri, per carità, abbiamo tutti bisogno di riconoscere e migliorare i propri  limiti, la nostra umanità, ma la professione che abbiamo scelto non può esimere da quanto scritto. Purtroppo l'università di medicina non  insegna nulla di tutto questo, anzi gli esempi  inducono solo nell'arrivismo, nella competizione, a considerare il paziente un mezzo per fare esperienza e denaro, molti medici non  vedono oltre la punta delle proprie scarpe. Tutto questo è vero. I livelli apicali nelle cliniche universitarie e negli ospedali sono al 99 per cento controllati dai partiti politici e dalla massoneria che vi pongono i propri adepti. Anche i medici più sani moralmente e inizialmente volenterosi, inseriti in questi ambienti sanitari così deteriorati, ne rimangono a loro spese coinvolti e sconvolti  perdendo per strada l'entusiasmo per la professione. Concorsi di cui si sa già all'inizio chi vincerà, corruzione da parte delle case farmaceutiche, problemi economici, mancanza di aggiornamento, caos organizzativi secondari ai tagli della sanità, e tanto altro inducono a svalorizzare i principi di questa professione, che dovrebbe essere al servizio della salute non solo fisica del paziente. Comunque, so per vissuto certo e conosco medici che ancora vivono appieno i sentimenti originali della professione, che pensano prima ai pazienti che a se stessi, medici che fanno volontariato di tasca propria, medici che hanno sani principi  e non un salvadanaio al posto del cuore. Ci sono, sono pochi, ma resistono. Anch'essi fanno parte di quella piccola porzione di umanità che va controcorrente e cerca di mantenere accesa la fiamma del bene per non finire inghiottiti nel buio totale di questo mondo.

Franco Giusto - medico chirurgo in pensione.


In un paese in degrado l'etica è negletta, e anche la professione delle professioni subisce danni irreparabili. Come giustamente lamenta il medico che ha scritto l'articolo, anche chi vorrebbe esercitare al meglio la professione viene fagocitato e accantonato dalla massa di rampanti arrivisti super raccomandati dalla politica. E i risultati si vedono e si toccano con mano. Per esperienza personale abbiamo dovuto consultare tre neurologi per scoprire che mia figlia non era affetta da epilessia, ma di un'anomalia cardiaca: il "forame ovale pervio" (PFO), curabile con un semplice intervento chirurgico. 
Cetta.

Nino Galloni a RAI1 il 15 maggio 2015.



Nino Galloni confuta con pochi semplici numeri l'ipotesi che l'Italia sia fuori dalla crisi e dalla recessione economica.

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Chiaramente, la notizia, tutta da verificare, è diramata in vista delle elezioni; ma sappiamo tutti che la crisi economica trae origini antiche: 
il primo 'errore madornale lo ha fatto il governo quando approvò e varò la legge sul lavoro a tempo determinato, la famigerata legge Biagi, fatta per agevolare i datori di lavoro e schiavizzare i lavoratori costringendoli ad accettare stipendi sempre più bassi.
L'altro errore, sempre commesso dal governo, fu quello di entrare a far parte della UE per cui si determinò una svalutazione della nostra moneta locale pari al 50%.
Naturalmente, la corruzione ha dato il colpo finale.

Cetta.

martedì 26 maggio 2015

Sicilia, caso Gettonopoli ad Aci Catena: i consiglieri hanno il dono dell’ubiquità. - Giuseppe Pipitone

Sicilia, caso Gettonopoli ad Aci Catena: i consiglieri hanno il dono dell’ubiquità

Soltanto tra il giugno del 2014 e il gennaio del 2015 i 20 consiglieri comunali del comune catanese sono riusciti a riunirsi 854 volte: una media di 4 commissioni consiliari al giorno, tutti i giorni, festivi compresi. Un esempio: il 15 gennaio, alle 15 e 30, il vice presidente della sesta commissione si trovava ad intervenire sia su un atto d'indirizzo per la riduzione del canone dell'acqua potabile, mentre la sua presenza viene registrata negli stessi minuti anche nella terza commissione.

In sette mesi hanno speso quasi 160 mila euro per le riunioni del consiglio comunale e a volte riuscivano ad essere presenti in più commissioni diverse nello stesso momento, grazie ad un soprannaturale dono dell’ubiquità: il gettone di presenza da 51,33 euro, però, era naturalissimo e ovviamente doppio. L’ultima Gettonopoli di Sicilia esplode ad Aci Catena, provincia di Catania, nella stessa zona che fece da cornice ai Malavoglia di Giovanni Verga. La voglia di lavorare, invece, non sembra mancare ai venti consiglieri comunali del comune catanese che soltanto tra il giugno del 2014 e il gennaio del 2015 sono riusciti a riunirsi 854 volte: una media di 4 commissioni consiliari al giorno, tutti i giorni, festivi compresi, talmente alta da far impallidire le 1.133 riunioni convocate nel municipio d’Agrigento in un anno, il primo a meritarsi l’appellativo di Gettonopoli di Sicilia.
All’ombra della Valle dei Templi, però, la media di tre commissioni consiliari al giorno aveva fatto scattare le indagini della guardia di Finanza: una fattispecie che difficilmente si verificherà ad Aci Catena. Il motivo? Il regolamento comunale di Aci Catena non specifica il numero massimo delle commissioni che i consiglieri possono fissare e nemmeno la durata minima di ogni riunione utile per fare scattare il gettone. Capita quindi che due diverse commissioni si riuniscano per ben 40 volte con l’obbiettivo di stilare il regolamento della Consulta Giovanile: un atto che sarà evidentemente complicatissimo da stilare, dato che ad oggi non ha ancora visto la luce.
In più ad Aci Catena esistono ben 9 commissioni diverse: questo vuol dire che tra i venti consiglieri comunali c’è anche chi somma fino 6 incarichi contemporaneamente. Cosa succede se due commissioni sono convocate nello stesso giorno alla stessa ora? Logica vuole che il consigliere comunale scelga a quale commissione partecipare, assentandosi dalle altre. La logica, però, non ha nella Sicilia una delle sua sedi di riferimento: e ad Aci Catena capita anche che qualche consigliere sia evidentemente dotato del dono dell’ubiquità. Non si spiega altrimenti come mai il 15 gennaio scorso, alle 15 e 30, solo per citare un esempio, il vice presidente della sesta commissione (Territorio, Cimitero, Sanità, Protezione Civile) si trovi nello stesso momento ad intervenire sia su un atto d’indirizzo per la riduzione del canone dell’acqua potabile, mentre la sua presenza viene registrata anche nella terza commissione, dove si discute di modifiche dello statuto comunale: entrambe le sedute finiranno tra le 18 e 40 e le 18 e 50, eppure secondo i verbali – che IlFattoQuotidiano.it ha consultato – il medesimo consigliere è presente in entrambe le riunioni.
“Evidentemente ad Aci Catena il dono dell’ubiquità esiste: più consiglieri erano presenti nello stesso giorno ed allo stesso orario in commissioni diverse”, commenta Angela Foti, deputata regionale del Movimento Cinque Stelle, che da mesi porta avanti la campagna contro le Gettonopoli di Sicilia. Il movimento di Grillo vorrebbe tagliare i gettoni di presenza e il numero delle commissioni nei consigli comunali, e un disegno di legge sulla materia è fermo da mesi all’Assemblea regionale Siciliana. Si tratta di una norma che cancellerebbe 1.482 posti da assessori e consiglieri comunali, per un risparmio totale di 48 milioni di euro: doveva essere approvata insieme alla legge Finanziaria, ma è stata stralciata.
Finita all’ordine del giorno del 19 maggio, ha subito un altro rinvio, dato che l’aula del parlamento regionale quel giorno era semi deserta: dopo la pausa dovuta alle elezioni amministrative, quindi, la legge anti Gettonopoli tornerà a Sala d’Ercole il 9 giugno. E nonostante manchino ancora ben due settimane per discutere dei tagli ai consigli comunali, il ddl continua ad essere detonatore di polemiche. “Non enfatizziamo la questione delle indennità agli amministratori locali, magari qualcuno dirà che sono difensore della Casta. Ma se io difendo i consiglieri comunali, ad esempio, di Castel di Lucio, in provincia di Messina, che guadagnano meno di 200 euro l’anno, allora sì, difendo questa Casta”, era stato, qualche giorno fa, il commento del presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone. Per la cronaca Castel di Lucio conta 1.300 abitanti, elegge 12 consiglieri, un sindaco e 4 assessori: in pratica un amministratore ogni 70 persone.

lunedì 25 maggio 2015

IL FIGLIO DI OCCHETTO? GUARDA COME SE LA SCIALA COL VITALIZIO DI PAPA': ALLA FACCIA DEI VERI DISOCCUPATI.



Malcolm Occhetto, 45 anni, nato il 04 ottobre 1970, professione "figlio del vitalizio", in attesa del reddito di cittadinanza.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10152949022428505&set=a.435250403504.202169.535563504&type=1&theater

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http://www.grandecocomero.com/occhetto-figlio-malcolm-vitalizio-barca-timone/

Truffa sui soldi per i migranti, indagato il responsabile della Caritas Campania.

Truffa sui soldi per i migranti, indagato il responsabile della Caritas Campania

Sabato a Napoli era stato arrestato il responsabile di una onlus accusato di aver intascato parte dei soldi destinati all'assistenza per gli stranieri arrivati in Italia e ospitati in alcune strutture. L'avvocato di don Vincenzo Federico però respinge tutte le contestazioni: "Accusa dir poco surreale".

Rischia di allargarsi l’inchiesta di Napoli che ieri ha svelato come i soldi destinati per l’assistenza ai migranti fossero utilizzati dal responsabile di una onlus in acquisiti personali tra cui due immobili. Dal capoluogo partenopeo arriva anche la notizia che finivano a responsabili e collaboratori della Caritas parte dei soldi lucrati sugli aiuti ai migranti.
Allo stato si tratta di una ipotesi sulla quale stanno lavorando i magistrati della Procura di Napoli, titolari dell’inchiesta che ieri ha portato all’arresto di Alfonso De Martino, il presidente dell’associazione “Un’Ala di riserva”, accusato di essersi appropriato di oltre un milione di euro, investiti in acquisto di case e schede telefoniche, e della compagna, Rosa Carnevale, per cui il gip ha disposto gli arresti domiciliari. Oltre ai due funzionari della Protezione civile sono finiti nel registro degli indagati anche due esponenti campani della Caritas, compreso don Vincenzo Federico, responsabile della Caritas Campania.
Il procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli e i sostituti Raffaello Falcone e Ida Frongillo affermano che è “verosimile” un coinvolgimento della Caritas di Teggiano Policastro, in provincia di Salerno, che gestisce quattro strutture dove negli ultimi anni sono stati ospitati migliaia di immigrati, provenienti soprattutto dal Nord Africa come quelli accolti nei centri della onlus di De Martino.
L’ipotesi investigativa si fonda sul presunto traffico di pocket money (le piccole somme di denaro, 2,5 euro al giorno a ciascun migrante): De Martino si sarebbe impossessato di tali somme acquistando schede telefoniche presso la rivendita di cui è titolare la sua compagna (ben 582.248 pocket money, sottolineano gli inquirenti). Parte di questi ticket provengono – spiegano gli investigatori – dalle strutture gestite dalla Caritas di Teggiano.
Questo capitolo dell’inchiesta ha origine da alcune dichiarazioni rese ai pm dallo stesso De Martino nel gennaio scorso. Racconta De Martino di aver conosciuto, in ragione dell’attività nel campo della solidarietà, i responsabili di vari centri, tra i quali Fiore Marotta, collaboratore della Caritas di Teggiano, “riconducibile al responsabile della Caritas Campania don Vincenzo Federico”. “Fui io – dice De Martino – a proporre a Fiore Marotta di far convergere sulla mia edicola, qualora ne ravvisasse l’esigenza, i ticket che venivano riconosciuti ai loro ospiti in forza del contratto stipulato con la Regione Campania. I buoni sociali, anche se potevano essere spesi per l’acquisto di altri beni, venivano utilizzati dagli ospiti immigrati quasi totalmente per l’acquisto di ricariche telefoniche del valore di cinque euro. Spiegai a Marotta che la nostra edicola aveva la convenzione per il cambio, e il cambio da noi praticato era più favorevole per gli immigrati”. Sabato, nell’ambito di questa indagine, la sede della Caritas di Teggiano è stata perquisita dai finanzieri. I responsabili della Caritas risulterebbero indagati per peculato.
Parla di “accusa a dir poco surreale“, l’avvocato Renivaldo Lagreca, legale di don Federico. “Non è contestata la mancata consegna dei ticket money agli immigrati – spiega il legale – ma la spendita dei ticket in schede telefoniche. Ora dopo aver precisato l’ovvio, e cioè che non siamo titolari di compagnie telefoniche, sarà assai agevole verificare che nessuna ricarica ha interessato la Caritas di Teggiano-Policastro”.  Gli inquirenti evidenziano la distanza tra l’immagine pubblica di De Martino e quella, ritenuta invece autentica, di persona invischiata in vari traffici. Lui si descrive come “una persona votata al sociale e ad aiutare le persone più deboli”.