mercoledì 13 aprile 2016

Italia inferno dei lavoratori: tasse sul lavoro in crescita, salari bassi e occupazione stagnante. Ecco i dati. - Marta Panicucci

Nonostante il governo continui a parlare di ripresa dell’occupazione e della “più grande operazione di riduzione delle tasse mai vista in Italia” i dati OCSE sulle tasse sul lavoro raccontano un’altra storia. E l’Organizzazione mondiale per la cooperazione e lo sviluppo economico non può essere certo accusata di “gufismo” nei confronti del governo italiano. 
Salari più bassi della media UE e tasse molte più alte dei Paesi dell’OCSE: è questo il cocktail letale che ammazza il mercato del lavoro italiano. Ma il governo, nonostante ogni organizzazione economica mondiale, dalla BCE al Fondo monetario internazionale, abbia più volte consigliato all’Italia di agire sul costo del lavoro, continua a dare mancette e sgravi fiscali temporanei che lasciano il tempo che trovano mentre una generazione di giovani è costretta a vagare per l’Europa e per il mondo alla ricerca di un lavoro, ciò che l’Italia non è più in grado di offrire.
Secondo lo studio “Taxing Wages” dell'Ocse, il cuneo fiscale (ovvero il prelievo fiscale complessivo tra tassazione e contributi previdenziali) nel 2015 è aumentato di 0,76 punti percentuali arrivando così al 49%. L’Italia sale al quarto posto tra i 34 Paesi OCSE per il peso delle tasse sullo stipendio di un lavoratore medio “single” senza figli, arrivando al pari dell'Ungheria, superando la Francia (48,5%) e allontanandosi ancor più dalla media OCSE (35,9%). L’aumento delle tasse sul lavoro in Italia è da imputare alle tasse sul reddito, dal momento che i contributi previdenziali sono rimasti stabili.
Le imposte sul reddito, infatti, nel 2015 sono salite dal 16,7% del 2014 al 17,5% a cui si aggiungono i contributi a carico del dipendente pari al 7,2% e i contributi a carico del datore di lavoro per il 24,3%. Per quanto riguarda le tasse sul lavoro al primo posto tra i Paesi OCSE troviamo la Svizzera, seguita dal Belgio e dalla Germania (dove però lo stipendio lordo è molto più consistente).
Ma l’Italia non solo risulta tra i primi Paesi OCSE per la tasse sul lavoro, ma occupa anche gli ultimi posti in classifica per quanto riguarda il reddito medio. Secondo i dati del JobPricing nel Salary Outlook 2016 (anticipati dal Sole 24 Ore), nel 2015, la retribuzione annua lorda di un dipendente in Italia era di 28.693 euro. Circa 3.700 euro in medio rispetto alla media UE di 32.419 euro.Con questo dato l’Italia si posiziona al nono posto con un forte distacco dalla Francia (37.427 euro) e dalla media tedesca (45.953 euro). Non solo i lavoratori in Italia incassano uno stipendio medio nettamente inferiore rispetto ai loro colleghi europei, ma viene anche eroso da una tassazione sul lavoro tra le più alte dei 34 Paesi dell’OCSE.
Come se non bastasse questa mattina è arrivato anche l'ultimo rapporto trimestrale su occupazione e situazione sociale, pubblicato dalla Commissione Ue su dati relativi al terzo trimestre 2015. L'Italia risulta essere il Paese europeo con il tasso più basso di popolazione attiva, l'unico dove rimane sotto il 65% a fronte di una media del 72,8% in costante miglioramento. Il Belpaese detiene anche il primato per il tasso più elevato di 'scoraggiati' (14,4% della forza lavoro), cioè coloro che hanno smesso di cercare lavoro. 
Questi sono numeri, dati, provenienti da fonti internazionali attendibili, non da gufi nostrani e raccontano di un mondo del lavoro italiano tutt’altro che vantaggioso. A cui si aggiunge la difficoltà ad entrare nel mercato del lavoro con un rapporto che non sia precario e magari sottopagato. Il governo Renzi nel momento del suo insediamento ha dichiarato guerra alla disoccupazione, in particolare quella giovanile, promettendo ricette vincenti per ridare slancio all’occupazione messa in ginocchio da 7 anni di crisi economica. Purtroppo, però, i risultati attesi non sono mai arrivati perché l’esecutivo continua a seguire la strada delle mancette e degli sgravi fiscali una tantum anziché imboccare la strada di una riduzione strutturale e permanente delle tasse sul lavoro.
La scorsa settimana anche il Fondo monetario internazionale è tornato per l’ennesima volta a ribadire l’importanza della riduzione del cuneo fiscale in Paesi che ancora hanno problemi di occupazione. “Le riforme che comportano uno stimolo fiscale sono le più preziose, compresa la riduzione cuneo fiscale e l'aumento della spesa pubblica per le politiche attive del mercato del lavoro” scrive il FMI nel suo World economic outlook.“Ora – prosegue - è il momento giusto in molte economie avanzate per portare avanti ulteriori riforme dei prodotti e del mercato del lavoro: c'è un forte bisogno e c'è margine sostanziale per riformare, il contesto politico è favorevole, e tali riforme possono aumentare i potenziali livelli di produzione e di occupazione nel medio termine”.
Insomma il messaggio è chiaro e corretto, ma il governo proprio non ci sente. Gli 80 euro ai dipendenti per aumentare i consumi non hanno sortito l’effetto sperato perché i lavoratori hanno considerato questo bonus una mancetta passeggera e se lo mettono da parte. Stesso discorso per gli sgravi fiscali per le assunzioni: hanno fatto registrare un aumento dei contratti a tempo indeterminato nel 2015, ma già nei primi mesi del 2016 quando gli sgravi di sono dimezzati nel valore economico e nella durata, i contratti sono crollati, così come l’occupazione.
Il vero problema del mercato del lavoro italiano, è bene ripeterlo fino allo sfinimento, sono le tasse sul lavoro. Un cuneo fiscale troppo alto impedisce ai datori di lavoro di assumere e frena i consumi perché la maggior parte dei lavoratori a conti fatti si mette in tasca un magro stipendio.Una diminuzione consistente e strutturale delle tasse sul lavoro per alleggerire il carico sui datori di lavoro e mettere in tasca dei lavoratori più soldi e un piano serio di investimenti per ridare slancio alla produttività: questa è l’unica strada da seguire per dare una possibilità all’Italia. Peccato che il governo le abbia girato le spalle. 

Come pulire il colon in modo naturale.




Il colon, anche conosciuto come intestino crasso, si trova alla fine del sistema digerente. Tra le sue funzioni c’è quella di espellere le feci, ma è anche relazionato con il nostro sistema immunitario.
Pulire il colon è molto importante al fine di evitare malattie come cancro colo-rettale, polipi, colite, diverticolite, colon irritabile, ecc. e molte altre che possono derivare da queste. Vi presentiamo gli alimenti più adeguati per mantenerlo in salute.

Alimenti ricchi di fibra

Se pensiamo agli alimenti più salutari per l’intestino, la prima cosa che ci viene in mente è la fibra. Ma non è importante soltanto evitare i prodotti raffinati: dovremmo anche scegliere gli alimenti che la contengono già in natura, evitando quelli in cui la fibra è stata aggiunta artificialmente. Oggi giorno, per esempio, il pane integrale di solito non è realmente prodotto con farina integrale, ma si prepara con farina bianca a cui viene successivamente aggiunta della crusca. Per questo dovreste cercare sempre di scegliere alimenti ricchi di fibra e che abbiano subito meno trasformazioni possibili.
Trovate naturalmente della fibra nei seguenti alimenti di origine vegetale:
  • Frutta fresca e disidratata
  • Verdure e ortaggi
  • Legumi
  • Frutta secca
  • Cereali integrali come riso, miglio, quinoa o granoturco, anche contenuti nel pane e nella pasta.

Acqua

Quando aumentate la quantità di fibra nella vostra dieta, è importante aumentare anche il consumo di acqua tra un pasto e l’altro, perché altrimenti durante i primi giorni potreste soffrire di stitichezza, a causa della mancanza di liquidi.
È consigliabile bere almeno tra i 6 e i 10 bicchieri al giorno, tenendo in conto che la quantità di acqua di cui il vostro corpo necessita dipende dall’età, dall’attività fisica che svolgete e dalla temperatura esterna. Inoltre possono influire anche alcune malattie dei reni o insufficienze cardiache congestizie. In questi casi vi raccomandiamo di consultare il vostro medico.

Calcio

Alcuni studi hanno dimostrato che il calcio ridurrebbe il rischio di cancro del colon e del retto. È buona norma assumerlo attraverso alimenti che lo contengono in modo naturale e, per assimilarlo meglio, evitare tutti quelli che si presentano come “arricchiti di calcio”. Lo troverete nei seguenti alimenti:
  • Sesamo (semi, tahin, olio, gomasio…)
  • Ortaggi a foglia verde (spinaci, bietole, broccoli…)
  • Salmone
  • Sardine
  • Mandorle (anche nelle bibite)

Risultati immagini per Ortaggi a foglia verde (spinaci, bietole, broccoli…)  

Vitamina D

Quando parliamo del calcio facciamo riferimento anche alla vitamina D, visto che questa è imprescindibile per assimilarlo nel modo adeguato. Per di più, è un altro dei modi per prevenire il cancro al colon e al retto.
La vitamina D viene spesso chiamata la vitamina della “luce del sole”, visto che il corpo la produce quando la pelle viene esposta direttamente ai raggi solari. Potete quindi prendere il sole per un breve lasso di tempo e, possibilmente, di prima mattina o nel tardo pomeriggio.
Ci sono anche alcuni alimenti che la contengono:
  • Salmone
  • Sgombro
  • Sardine
  • Uovo
  
Se vivete in una zona poco soleggiata durante tutto l’anno, potete prendere in considerazione l’idea di assumerla attraverso degli integratori per alcuni periodi.

Acido folico

L’acido folico, o vitamina B9, aiuta l’organismo a creare nuove cellule e, oltre ad essere fondamentale durante la gravidanza e ad avere numerose proprietà, riduce anche il rischio di soffrire di cancro al colon. Lo troviamo all’interno di:
  • Ortaggi a foglia verde (bietole, broccoli, spinaci)
  • Asparagi
  • Piselli
  • Lenticchie
  • Ceci
  • Fragole
  • Arance
  • Papaya

Risultati immagini per Ortaggi a foglia verde (bietole, broccoli, spinaci)    

Magnesio

Questo minerale viene impiegato per trattare i disturbi della digestione associati al tratto intestinale, come il colon irritabile, e aiuta anche a ridurre il rischio di cancro. È bene assumere alimenti ricchi di magnesio ogni giorno:
  • Cacao
  • Semi di zucca
  • Semi di lino
  • Semi di girasole
  • Mandorle
  • Anacardi
  • Noci del Brasile
  • Fagioli bianchi di Spagna
  • Piselli
  • Ortaggi a foglia verde
    

È possibile anche assumere un integratore di cloruro di magnesio o citrato di magnesio per due o tre mesi.

Attenzione alla carne rossa e trattata

Per mantenere una buona salute intestinale, dobbiamo anche tener conto di alcuni alimenti che non la beneficiano, poiché, depositandosi nell’intestino, possono putrefarsi e alla lunga arrivare ad intossicare l’organismo. È questo il caso delle carni rosse e trattate. Per questo motivo, è meglio optare per la carne di pollame ecologica, il pesce, le uova, i legumi, ecc. Questi alimenti vi forniranno le proteine e l’energia necessarie per l’organismo.

Attenzione ai latticini

Se soffrite di colon irritabile dovrete evitare, oltre alle carni rosse, anche il latte e i suoi derivati. Potete fare una prova per un mese e poi reinserirli nella vostra dieta. Se non li tollerate bene, il vostro intestino reagirà immediatamente.
Durante questo lasso di tempo, potete sostituire il latte con delle bevande vegetali.

Il kuzu, un regolatore intestinale

Il kuzu, o kudzu, è una radice in polvere che ha delle meravigliose proprietà rigeneranti e regolatrici per il colon. Come potete assumerlo? Diluite un cucchiaio di kuzu tritato in un bicchiere di acqua fredda, evitando di utilizzare un cucchiaio di metallo (meglio in legno o in ceramica). Fate poi bollire il liquido in un pentolino e a fuoco lento, senza dimenticarvi di mescolare costantemente. Dopo un paio di minuti vedrete cambiare la consistenza e il colore del liquido, che diventerà denso e trasparente. Spegnete quindi il fuoco, lasciatelo raffreddare e assumetelo lontano dai pasti. Potete prenderlo una o due volte al giorno, finché non noterete dei miglioramenti.



martedì 12 aprile 2016

Panama Papers: "la Cia usava servizi dello studio Fonseca per operazioni coperte come l'Irangate".



Lo rivela la Sueddeutsche Zeitung: agenti avrebbero fondato società di comodo per agire senza dare nell'occhio.

La Cia ha utilizzato servizi forniti dallo studio Mossack Fonseca per azioni coperte, tra le quali anche l''Irangate' nel 1985-1986. Lo rivelano i Panama Papers secondo la Sueddeutsche Zeitung, aggiungendo che gli agenti avrebbero fondato società di comodo per operazioni coperte, in modo da poter agire senza dare nell'occhio. "I Panama Papers danno una nuova visione negli affari di una decina di personaggi ambigui che da decenni sono sospettati di agire nel circuito del servizio di sicurezza - scrive SZ - e molti avrebbero aiutato la Cia, anche se gli interessati smentiscono".

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2016/04/12/panama-papers-la-cia-usava-servizi-dello-studio-fonseca-per-operazioni-coperte-come-lirangate_1c943da3-70fe-49cf-95cb-96c959f23412.html

M5s, è morto Gianroberto Casaleggio. Grillo: "Ha lottato fino all'ultimo".

© ANSA

Era ricoverato a Milano. Nell'aprile del 2014 era stato operato di urgenza per un edema al cervello al Policlinico di Milano. Aveva 61 anni. Di Maio: "Rispettate il nostro dolore"


E' morto stamani alle 7 a Milano Gianroberto Casaleggio, fondatore con Beppe Grillo del Movimento 5 Stelle. I funerali - ha fatto sapere con un tweet Beppe Grillo - si celebreranno giovedì 14 aprile.

Casaleggio, che aveva 61 anni, è spirato in una camera di degenza dell'istituto Scientifico Auxologico di Milano, in via Mosé Bianchi, dove era ricoverato da almeno due settimane con un nome diverso da quello reale per tutelare la privacy. La salma è stata composta nella camera ardente dello stesso Istituto. Nell'aprile del 2014 Casaleggio era stato operato di urgenza per un edema al cervello al Policlinico di Milano.
IL TESTAMENTO SU WEB
"Non ci sono capi - scriveva pochi giorni fa Casaleggio sul blog di Beppe Grillo per smentire il passaggio di consegne a suo figlio Davide in una nota che ora sembra un testamento - e l'unico leader riconosciuto sono i cittadini che fanno parte della comunità del M5S. Siamo - scriveva ancora - una comunità che si autodetermina in Rete e gli strumenti a nostra disposizione evolvono ogni giorno". Gli stessi concetti erano espressi da Casaleggio in una intervista all'ANSA, una delle pochissime concesse.
"Questa mattina - si legge in un post sul blog di Beppe Grillo - è mancato Gianroberto Casaleggio, il cofondatore del MoVimento 5 Stelle. Ci stringiamo tutti attorno alla famiglia. Gianroberto ha lottato fino all'ultimo". Nel post figura anche un passaggio della lettera al Corsera: "Sono un comune cittadino che con il suo lavoro e i suoi (pochi) mezzi cerca, senza alcun contributo pubblico o privato, forse illudendosi, talvolta anche sbagliando, di migliorare la società in cui vive".
Beppe Grillo ha appreso della morte di Gianroberto Casaleggio a Napoli, dove si trova per una tappa del suo tour in programma stasera al Teatro Augusteo. Il leader del Movimento 5 Stelle alloggia in un albergo del lungomare dove è arrivato Roberto Fico, presidente della commissione vigilanza Rai. Lo show in programma stasera al Teatro Augusteo del capoluogo partenopeo è stato annullato e  rinvio a martedì 17 maggio, in segno di lutto. Grillo starebbe per lasciare Napoli per raggiungere Milano. Davanti all'albergo si sono radunati giornalisti e operatori.
I PARLAMENTARI DEL M5S RIFIUTANO COMMEMORAZIONI IN AULA - No alla commemorazione e no al minuto di raccoglimento per ricordare Gianroberto Casaleggio in Aula. Lo hanno deciso di parlamentari M5s che hanno rifiutato l'offerta di Camera e Senato di ricordare il co-fondatore del Movimento nelle rispettive aule parlamentari. I 5 Stelle al momento non sembrano neppure intenzionati a chiedere una sospensione dei lavori della Camera dove si deve votare la riforma costituzionale, nonostante qualche forza politica ne abbia già dichiarato l'opportunità.

LA TESTIMONIANZA DI DARIO FO - La morte di Gianroberto Casaleggio è una perdita gigantesca per il Movimento, e non so immaginare quali conseguenze possano verificarsi, ma sono certo che le persone straordinarie che ne fanno parte, specie i giovani dell'ultima generazione, saranno in grado di proseguire sulla giusta via". Fo, di Casaleggio ricorda la "cultura" e "conoscenza straordinaria", ma anche la "modestia", l'"umiltà che è difficile trovare nell'ambiente della politica comune" e la "generosità nel modo di comportarsi".
DI MAIO: "RISPETTATE IL NOSTRO DOLORE" - Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio è entrato, a piedi, nella sede della Casaleggio Associati, a Milano. Nessuna dichiarazione da Di Maio, primo esponente del Movimento 5 Stelle visto entrare da stamani negli uffici, che ha imboccato il portone a passo sostenuto.
"Rispettate il nostro dolore", si è limitato a replicare ai giornalisti che lo hanno atteso.
E' stato un innovatore della politica, persona molto intelligente, dotata di una buona cultura. 
Per lui ho nutrito e continuerò a nutrire un gran rispetto.

Regeni a Londra lavorò per un’azienda d’intelligence. - Alessandra Rizzo




È stata fondata da un ex funzionario Usa implicato nel Watergate.

La storia di Giulio Regeni porta stranamente alla porta di un vecchio scandalo, quello di Nixon. Mentre viveva in Gran Bretagna, lo studente friulano aveva lavorato per un anno presso un’azienda d’intelligence fondata da un ex funzionario americano implicato nello scandalo Watergate. Oggi, i suoi ex colleghi e amici presso la compagnia, la Oxford Analytica, sono tra i promotori di una petizione che chiede al governo britannico di fare pressione sulle autorità egiziane che indagano sulla vicenda. «Giulio era un collega fantastico, socievole, divertente. Ci manca molto», ricorda Ram Mashru, altro giovane talento che con Giulio divideva la stanza presso la Oxford Analytica. «Era estremamente cauto nel condurre il suo lavoro – aggiunge - Certo, c’è sempre la possibilità che abbia attirato l’attenzione di qualche gruppo pericoloso, ma da quanto sappiamo Giulio non si comportava in maniera avventata o negligente».  

Oxford Analytica è un ulteriore tassello nella storia di Giulio, un altro pezzo dei dieci anni trascorsi dal ricercatore di Cambridge nel Regno Unito, e potrebbe, forse, fornire qualche dettaglio per spiegare la sua morte. Il gruppo analizza tendenze politiche ed economiche su scala globale per enti privati, agenzie e ben cinquanta governi, una specie di privatizzazione di altissimo livello della raccolta di intelligence. Ha uffici, oltre che a Oxford, a New York, Washington e Parigi, e vanta una rete di 1,400 collaboratori. Promette “actionable intelligence”, informazioni su cui si possa agire, senza ideologie o inclinazioni politiche. 


Dal settembre 2013 al settembre 2014, Giulio ha lavorato alla produzione del “Daily Brief”, una decina di articoli pubblicati ogni giorno sugli eventi principali e mandata a una lista di clienti d’elite. E’ uno dei prodotti di punta del gruppo, modellato sui briefing che Kissinger preparava per Nixon. Già, perché la storia del fondatore di Oxford Analytica, David Young, passa anche per uno dei capitoli più sinistri della storia USA. Young era, nella Casa Bianca di Nixon, tra i dirigenti dei cosiddetti “idraulici”, il gruppo che doveva “tappare” le fughe di notizie e di cui facevano parte anche G. Gordon Liddy e Howard Hunt, entrambi finiti dietro le sbarre per il Watergate. Dopo lo scandalo, Young lasciò l’America per completare un dottorato di ricerca in relazioni internazionali ad Oxford (leggenda vuole che la sua tesi fosse tenuta sotto chiave perché conteneva informazioni riservate), e nel 1975 fondò la Oxford Analytica. Nel cui board figurano anche John Negroponte, ex direttore della United States Intelligence Community e Sir Colin McColl, ex capo dell’MI6, il servizio segreto inglese. Mashru spiega che i rapporti speciali del gruppo, che tipicamente comportano da uno a sei mesi di lavoro, restano confidenziali. Certamente l’azienda sta tenendo un basso profilo. Ha mandato un messaggio in forma privata alla famiglia di Giulio, e per il resto è «no comment».  

Da Cambridge si fa vivo il professore Glen Rangwala, con cui Regeni avrebbe dovuto collaborare per un corso non appena rientrato dall’Egitto. Rangwala smentisce l’ipotesi che dall’Università qualcuno possa aver passato i report del ragazzo agli 007: «Per nessun motivo al mondo gli accademici di Cambridge diffondono le ricerche degli studenti ai servizi segreti».  

I suoi ex colleghi e amici stanno tentando un’azione pubblica, con la petizione che chiede al governo britannico di assicurare una “credibile” indagine sulla morte di Giulio La petizione ha raccolto finora circa 4,500 firme, ma ce ne vogliono dieci mila per forzare una risposta del governo. Il quale, per ora tace. “L’indagine è nelle mani delle autorità egiziane”, dicono.