La politica in Italia costa oltre 23 miliardi di euro all’anno, secondo i dati del Sole 24Ore. Praticamente mezza manovra Tremonti.
Il ministro dell’Economia ha così deciso di tagliare qualcosa, ma i tagli saranno effettivi solo dalla prossima legislatura del 2013: stipendi dimezzati dai circa 12 mila euro attuali a circa 5.300 della media europea.
Non saranno toccati i vitalizi: al momento si contano 2.238 vitalizi per ex parlamentari e consiglieri regionali. Solo per Camera e Senato il conto è di 218 milioni l’anno.
A toccare i vitalizi ci aveva provato nel 2010 il deputato Idv Antonio Borghesi, che propose un taglio del 60%. Con 498 voti contrari la Camera respinse.
Rimborsi elettorali: il finanziamento pubblico che era stato eliminato nel 1993 con referendum e che è rientrato dalla finestra nel 1994 con una legge dovrà essere tagliato.
Tremonti vuole un taglio del 10%, per un 30% in 4 anni.
In realtà è davvero poco: si pensi che in Germania un voto dà diritto ad un rimborso di 85 centesimi. In Italia, anche dopo i tagli, un voto varrà sempre 3,5 euro.
Parlamento: Camera e Senato per funzionare costano 1,7 miliardi di euro l’anno. Non sono previsti tagli imminenti. Secondo il Sole 24Ore tutte le voci di spesa ammontano a 144 milioni per le indennità, 96 per i rimborsi spese, 218 per i vitalizi e 45,5 per affitti, manutenzioni e personale.
Aggiungiamo 21,3 miliardi di spese varie (auto blu per le quali la manovra ha puntato su un tetto per le cilindrate di quelle nuove, una decina di miliardi per enti territoriali, 2,5 miliardi per i cda delle partecipate, 2,5 miliardi per le consulenze esterne, ecc…)
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