E' l'Associazione Nazionale Amici delle Strade. Fondata dallo stesso Ciucci e da tre alti dirigenti dell'azienda statale che gestisce la rete viaria italiana. Adesso al centro dei sospetti dei parlamentari grillini. Che chiedono lumi al governo.
Si chiama Anas. E si trova in via Mozambano 10, proprio dove c’è la sede centrale dell’Anas. Possono farne parte solo dipendenti ed ex dipendenti dell’Anas. Ed è stata fondata dall’ex presidente dell’Anas Pietro Ciucci (nella foto), che non l’ha lasciata neanche dopo aver mollato la poltrona di vertice dell’Anas. Sembra uno scioglilingua. Invece è un mezzo mistero approdato addirittura in Parlamento, grazie a una preoccupata interrogazione del Movimento 5 Stelle.
ASSEGNO A CORTE L’Anas di cui Ciucci è stato presidente fino all’altro giorno è, infatti, come da definizione del sito ufficiale, «il gestore della rete stradale ed autostradale italiana di interesse nazionale». E’«una società per azioni il cui socio unico è il ministero dell’Economia» ed è «sottoposta al controllo e alla vigilanza tecnica e operativa del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti». Dal 2006 Ciucci ne è stato il padre-padrone, il presidente-amministratore delegato-direttore generale, il manager tra i meglio pagati d’Italia (vedere immagini in basso): 504.635,13 euro di stipendio base, più una parte variabile legata ai risultati raggiunti (Mbo) pari a 252 mila euro nel 2013, per un totale di 779.682,83 euro usati come «base di calcolo» per liquidargli, appunto, tfr e indennità varie quando è andato in pensione. Ciucci, come raccontato da Il Fatto Quotidiano, è ufficialmente uscito dall’elenco dei dipendenti Anas il 31 agosto 2013, portandosi a casa 779.682 euro e 83 centesimi come «anzianità contributiva globale» e altrettanto come «indennità per mancato preavviso» (e il mancato preavviso è discutibile, essendosi lui dimesso spontaneamente). Aggiungiamoci un Tfr pari a 266.397 euro. In complesso, un assegnuccio da 1.825.745 euro e 53 centesimi, su cui la Corte dei Conti sta cercando di capire se ci sono errori o irregolarità. In quiescenza come dg, Ciucci ha però continuato a restare in Anas da presidente, a 311mila euro l’anno (poi ridotti a 240mila dalla legge Madia). Ha mollato la poltrona, praticamente su invito del governo, giusto l’altro giorno. Ma come riempirà oggi le sue giornate di pensionato? Possiamo scommettere che non andrà ai giardinetti, ma resterà a via Mozambano 10, cambiando semplicemente di ufficio.
LARGO AGLI AMICI In quel famoso 2013, esattamente cinque mesi prima di dimettersi da direttore generale dell’Anas, Ciucci ha infatti partorito un’altra Anas, quella di cui parlavamo all’inizio. Un’associazione che ha la stessa sigla, la stessa sede e praticamente la stessa gente dell’Anas ufficiale. In questo caso,Anas sta per Associazione Nazionale Amici delle Strade. Tra i soci fondatori risultano Ciucci, per l’appunto; Piero Buoncristiano, direttore centrale di Anas oggi in pensione (è l’uomo, per intenderci, che ha avallato i conti sulla buonuscita milionaria di Ciucci); Stefano Granati (che ne è presidente), attuale condirettore centrale di Anas, potente custode delle chiavi della cassa, e Giuseppe Scanni, che sempre di Anas è direttore in servizio. Gli Amici delle Strade si sono costituiti il 13 marzo 2013 e da allora godono di una sede gratuita presso la sede ufficiale dell’Anas, ovviamente concessa grazie all’allora presidente Ciucci. E cosa fanno? Per statuto hanno lo scopo di «valorizzare e diffondere la storia e la cultura delle strade in Italia e nel mondo».
STREGHE IN STRADA Nobile obiettivo, per carità. In due anni hanno realizzato, per esempio, «la notte delle streghe» del 28 luglio 2014, «un ciclotour sulle orme delle streghe romane», «per sciogliere incantesimi, fare sortilegi, farsi sedurre dalla magia». Il 20 settembre hanno invece fatto un convegno all’Aquila sulla sicurezza stradale: «Mettiamoci sulla buona strada!!». Ma per quale motivo dei pensionati Anas, strapagati come Ciucci e Buoncristiano, oppure dei dirigenti in carica, pagatissimi anche loro, devono riunirsi in questa specie di dopolavoro? Soltanto per la nobile missione di «incentivare l’uso delle biciclette» e «la costruzione di piste ciclabili e ciclostazioni»? Oppure per sostenere la divulgazione di «condotte e comportamenti di guida mirati a ridurre i consumi di carburante»?
FILANTROPI NEL MIRINO E’ un’iniziativa filantropica che non convince tutti. Tanto che ha meritato un’interrogazione parlamentare della deputata a 5 Stelle Donatella Agostinelli, marchigiana, che chiede al ministero dell’Economia e a quello delle Infrastrutture e Trasporti, cioè a Pier Carlo Padoan e a Graziano Delrio, se mai «abbiano autorizzato la costituzione dell’associazione all’interno della sede centrale Anas». Perché qui c’è un punto delicatissimo: «La continua frequentazione dell’azienda da parte di questi potenti pensionati», spiega la Agostinelli a ilfattoquotidiano.it, «potrebbe configurare una sorta di Anas parallela in grado di esercitare condizionamenti sui colleghi di lavoro». Insomma, i famosi ex dirigenti, finanziati come prevede lo statuto oltre che dall’Anas ufficiale magari anche da aziende private, potrebbero chissà trasformarsi in lobbisti di lusso. Oppure trarre lucrosi vantaggi personali dall’operazione, come teme la deputata Agostinelli, che chiede infatti ai ministri competenti di sapere «quanti e quali incarichi di collaudo per opere di competenza statale siano stati conferiti, da chi e per quali importi» agli eccellenti Amici delle strade.
CONFLITTI LORO Sospetti pesanti. Ma cosa rispondono gli interessati? Interpellato da ilfattoquotidiano.it, il presidente Granati spiega: «Le nostre attività sono quelle previste dallo statuto. Facciamo tutto alla luce del sole. Quanto alla storia del potenziale conflitto di interesse», aggiunge Granati, «sono sospetti infondati. L’associazione non dà né riceve incarichi. Se qualcuno degli aderenti ne ottiene da Anas, si tratta di lavori che rientrano nella normale attività professionale e non hanno niente a che vedere con l’associazione».
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