martedì 29 settembre 2020

Atlantia, no all’ultimatum. Il governo verso la revoca. - Carlo Di Foggia

 












Lo scontro tra Atlantia e il governo su Autostrade per l’Italia (Aspi) si avvia, salvo sorprese dell’ultim’ora, verso un mega contenzioso. Nessuna reazione dopo che sabato sera in un vertice a Palazzo Chigi il premier e i ministri competenti hanno concordato di avviare la revoca della concessione ad Autostrade. La holding ora ha tempo fino al 30 settembre: se non arriveranno risposte che consentano di portare avanti il percorso deciso il 14 luglio con il governo per consentire l’ingresso di Cdp in Aspi e chiudere la ferita del Morandi, si procederà alla revoca, assicurano a Palazzo Chigi. Difficile che Atlantia torni sui suoi passi, perché una risposta di fatto c’è già stata.

Il governo ha lanciato l’ultimatum mercoledì 23 settembre, quando la trattativa con Cdp si era arenata sulla richiesta della Cassa di avere una manleva legale sui rischi connessi all’indagine sul Morandi. Una missiva inviata ad Atlantia dai capi di gabinetto dei ministeri dell’Economia e dei Trasporti e della presidenza del Consiglio. La lettera contiene l’atto aggiuntivo che modifica la concessione di Aspi con un “atto transattivo” tra il ministero concedente e il concessionario da firmare entro mercoledì prossimo. Solo che questo è subordinato (lo dice proprio il testo, articolo 10) all’ingresso di Cdp in Autostrade. Una mossa che la holding controllata dai Benetton ha respinto con forza non ritenendo possibile inserire una simile previsione nella concessione, tanto più che ne aveva già respinta una precedente. La trattativa è ufficialmente morta il giorno dopo, quando Atlantia ha risposto a una lettera perentoria di Cdp che non sarebbe tornata indietro dal processo di vendita di Aspi anche senza accordo con Cassa depositi. Insomma, dalla linea decisa a inizio agosto con un apposito consiglio di amministrazione (in fila, pare di capire, ci sarebbero diversi fondi esteri e nazionali).

Conte e soci aspettano mercoledì: senza risposte, va convocato un Consiglio dei ministri per decidere la revoca. È la linea concordata dal premier coi titolari di Economia e Infrastrutture, Roberto Gualtieri e Paola De Micheli nel vertice di sabato sera. Un passo indietro di Atlantia è sempre possibile, ma poco probabile se non arriverà anche un segnale dall’esecutivo. Il plenipotenziario dei Benetton, Gianni Mion, si è mosso come se non temesse la revoca. Il contenzioso, in ogni caso, è assicurato, anche perché nella lettera i mercoledì il governo si impegnava a chiudere “ogni ulteriore contestazione” in caso di accordo. Ora, invece, dovrebbe riesumarle.

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