martedì 29 settembre 2020

Visco, il Mes e il mistero dello stigma. - Antonio Padellaro


















Se fosse un giallo si potrebbe intitolare: Ignazio Visco, il Mes e il mistero dello stigma. Visco è governatore della Banca d’Italia. Lo stigma” è l’espressione che ha usato a proposito della controversa questione del fondo salva-Stati. Parola misteriosa, appunto, almeno per larga parte di coloro che ne hanno sentito parlare, per la prima volta, domenica nei tg serali. Durante i quali nessuno si è degnato di spiegare come e perché lo “stigma” rientrasse nei ragionamenti di Visco (e soprattutto cosa diavolo significasse). Interessava soltanto riferire che, secondo il governatore, dal punto di vista economico il Mes “dà solo vantaggi”, e che la tremenda troika “non c’è, non esiste”. Pronunciata da tale prestigiosa cattedra, un’affermazione che poteva spazzare via gli ultimi dubbi in chi, come lo scrivente, non è mai riuscito a farsi un’idea definitiva su questo fondo straordinario. Descritto dai tanti propugnatori come la caverna del tesoro di Ali Baba, per aprire la quale basta pronunciare la formula magica: “Apriti, Mes”. Mentre per i detrattori si tratta del Campo de’ miracoli, in località Acchiappa-citrulli, dove il povero Pinocchio viene truffato dal Gatto e la Volpe.

Ma quando finalmente possiamo sottrarci alla propaganda favolistica per affidarci alla razionale saggezza del governatore salta fuori un piccolo inciampo, all’apparenza roba da nulla. Egli, infatti, proprio in coda alle sue rassicurazioni, aggiunge che “l’unico problema potrebbe essere lo stigma”. Potrebbe? Ahi. Poiché ho imparato dalla vita che tutte le volte che c’è un problema e ci dicono essere “risolto al 99 per cento”, è proprio l’uno per cento mancante a mandare tutto in vacca, quest’ultimo problemuccio dello “stigma” mi ha messo sul chi vive. Ho cominciato a sfogliare avidamente i giornali finché ho trovato la chiave del mistero: “Anche il famoso problema dello stigma – cioè del nervosismo che una richiesta di accesso potrebbe scatenare sui mercati – è facilmente superabile, se i soldi vengono spesi bene e con una buona comunicazione” (Repubblica). Fermi tutti, perché mai di questa storia dei mercati in preda a una crisi di nervi nessuno mi aveva detto niente? Vero che i soldi ben spesi e una buona comunicazione agirebbero come la Valeriana su questi mercati isterici. Purtuttavia immaginando la possibile incazzatura dei mercati, a cui in genere non va bene niente – figuriamoci 36 miliardi spesi soltanto benino o una comunicazione così cosi – ho sognato la troika che m’inseguiva brandendo un grosso stigma.

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