mercoledì 25 novembre 2020

O Velletri o morte. - Marco Travaglio

 

Siccome domenica aveva annunciato “ci difenderemo nel processo e non dal processo perché noi facciamo come quelli seri, cresciuti alla scuola democristiana”, ieri l’Innominabile non si è presentato all’interrogatorio fissato dalla Procura di Firenze che lo accusa di finanziamenti illeciti alla fondazione Open, accampando un improrogabile “legittimo impedimento”. Doveva presidiare il Senato (dove ha appena il 41,69% di presenze) per difendere l’amico Al Sisi su Regeni: “La non collaborazione egiziana è un falso. Al Sisi ha permesso una collaborazione giudiziaria che non è quella che sognavamo, ma è decisamente superiore a quella standard”. L’intervento, decisivo per le sorti del caso Regeni e soprattutto per i consensi di Italia Viva, richiama quelli di Previti che, appena iniziarono i suoi processi, si trasformò da assenteista a stakanovista dell’aula, dissertando su tutti i temi dello scibile umano: dall’“adeguamento ambientale della centrale termoelettrica di Polesine Camerini” all’“impiego delle giacenze del bioetanolo nelle distillerie” all’“esecuzione dell’inno nazionale prima delle partite del campionato di calcio”.

Il processo di emulazione-identificazione con la banda B., sempre per difendersi nei e non dai processi, prosegue con un altro cavallo di battaglia del Caimano e dei suoi cari: le eccezioni di incompetenza territoriale a raffica. B.&C. per vent’anni tentarono di trasferire i loro processi da Milano a Brescia, o a Perugia, o a Roma. Il nostro, siccome Open aveva sede a Firenze, ritiene che la Procura di Firenze sia incompetente a giudicarlo e pretende che l’indagine plani morbidamente a Roma (dove ha sede il Pd, che non c’entra nulla), o a Pistoia (dove nacque la fondazione prima di spostarsi a Firenze), o a Velletri (tribunale competente a giudicare i reati di Pomezia, dove ha sede uno dei primi finanziatori di Open, la Promidis, che però non è indagata diversamente da lui e dagli altri amministratori di Open). Inoltre, non disponendo più della Rai e dei giornaloni come ai bei tempi per sparare sui pm, ha aperto il sito guerraarenzi.it per seguire “processi, indagini e accuse” ai politici perseguitati come lui. Scopriremo presto che i magistrati che osano dargli noia indossano calzini turchesi. Che Carrai è uno stimato igienista dentale. Che Lotti, con Palamara e Ferri, faceva solo cene eleganti. Che l’avvocato Bianchi merita la Consulta o, almeno, il ministero della Giustizia. Che urge un lodo Bianchi per congelare i processi agli ex premier e depenalizzare il finanziamento illecito. Che lui non può farsi interrogare perché ha l’uveite. Che la Boschi è la nipote di Al Sisi e, processandola, si rischia un incidente diplomatico con l’Egitto.

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