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sabato 10 agosto 2019

Salvini vuole i "pieni poteri" prima di lui solo Hitler li chiese.




Decreto dei pieni poteri.
Il Decreto dei pieni poteri, conosciuto anche come Legge dei pieni poteri (in lingua tedesca, Ermächtigungsgesetz), è il termine con cui venne indicato il provvedimento approvato dal parlamento tedesco (Reichstag) il 24 marzo 1933. Questo decreto rappresentò il secondo passo – il primo fu il Decreto dell'incendio del Reichstag – compiuto dal Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (e controfirmato dal Presidente Paul von Hindenburg) per dichiarare lo stato di emergenza e nei fatti instaurare una dittatura utilizzando gli strumenti legali messi a disposizione dalla Repubblica di Weimar.
Quando il neocancelliere Adolf Hitler presentò il Decreto dei pieni poteri al Parlamento, egli non possedeva la maggioranza assoluta dei voti (non aveva quindi, neanche la possibilità di formare un governo) e, per assicurarsi l'approvazione del piano, Hitler fece arrestare o comunque impedì con la forza di partecipare alla seduta tutti i deputati comunisti e alcuni socialdemocratici, minacciò fisicamente ministri ed esponenti del Centro Cattolico e fece disporre le SA, squadre paramilitari del Partito nazionalsocialista, attorno e all'interno del Reichstag durante la votazione. Secondo alcuni storici, il consenso dato dal Partito del Centro all'approvazione della legge dei pieni poteri fu concesso in cambio della promessa di Hitler di stipulare un concordato con la Santa Sede; tuttavia, dai documenti dell'archivio vaticano non risulta che la Santa Sede fosse stata preventivamente informata sulle trattative intercorse tra Hitler e i parlamentari del Centro, ma sembra invece che questi abbiano agito autonomamente senza il mandato del Vaticano. Inoltre, dal rapporto inviato dal nunzio Cesare Orsenigo in Vaticano il 24 marzo non risulta che durante tali trattative si fosse fatto cenno a un possibile concordato tra Santa Sede e Governo tedesco[1] Il primo atto preso nell'ambito del decreto dei pieni poteri fu l'ordine di scioglimento del Partito Socialdemocratico di Germania, che aveva votato contro il decreto stesso.[2]
Bundesarchiv Bild 102-14439, Rede Adolf Hitlers zum Ermächtigungsgesetz.jpg
«Legge a rimedio dell'afflizione sofferta dal Popolo e dal Reich.
Il Reichstag ha approvato la seguente legge, che è promulgata col consenso del Reichsrat, essendo stati rispettati i requisiti per l'emanazione di una modifica costituzionale:
  1. In aggiunta alla procedura di cui alla Costituzione, le leggi del Reich possono altresì essere emanate dal Governo del Reich. Sono incluse le leggi di cui agli Articoli 85, secondo comma, ed 87 della Costituzione.[4]
  2. Le leggi emanate dal Governo del Reich possono derogare alla Costituzione del Reich, purché non arrechino pregiudizio alle istituzioni del Reichstag e del Reichsrat. I diritti del Presidente rimangono inalterati.
  3. Le leggi emanate dal Governo del Reich sono promulgate dal Cancelliere del Reich e pubblicate sulla Gazzetta del Reich. Hanno effetto dal giorno successivo alla loro pubblicazione, salvo che sia stabilita una diversa data. Gli articoli da 68 a 77 della Costituzione non si applicano alle leggi emanate dal Governo del Reich.[5]
  4. I trattati stipulati dal Reich con Stati stranieri, che si riferiscano alla legge del Reich, per la durata della presente legge non richiedono il consenso degli organi coinvolti nella legislazione. Il Governo del Reich adotta le leggi necessarie alla implementazione di tali accordi.
  5. Questa legge entra in vigore il giorno della sua pubblicazione. È abrogata a decorrere del 1 aprile 1937; inoltre è abrogata se l’attuale Governo del Reich viene sostituito da un altro.»

La Bestia. - Tommaso Merlo

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Salvini ha fatto una bestialità. Ha scatenato una crisi nel modo e nel momento peggiore possibile mettendo il paese intero nei guai. Davvero un pericoloso irresponsabile. Ma lui è il dittatore della Lega. Quello che gli salta in testa è legge. La Lega è un partito dittatoriale. In questo anno di governo, molti esponenti leghisti hanno ammesso più volte di non sapere nemmeno loro quello che passa nella testa di Salvini. E incalzati dai giornalisti, per mesi hanno ripetuto “decide Salvini”. Zero dibattito interno, tutto affidato ad un dittatore solo ed imprevedibile. Un improvvisatore in balia del proprio misero ego. La Lega è un partito dittatoriale che vorrebbe applicare all’Italia lo stesso modello. Sul balcone Salvini coi “pieni poteri”, intorno a lui una manciata di “signor sì” e sotto il popolo bue pronto a correre alle adunate per alzare il braccio al cielo.

Solo così si spiega la tempistica e le modalità folli di questa crisi, con l’accentramento di tutti poteri nelle mani di Salvini, un personaggio mediocre che ha perso il controllo di se stesso. Salvini scalpitava da dopo le europee per conquistare il potere assoluto mentre Meloni e compagnia nera lo incalzavano da mesi per far saltare il governo ed instaurare un regime tutto suo. L’obiettivo principale di ogni dittatore. Il potere. Altro che interessi dei cittadini, altro che cambiamento. La Lega si è spacciata come partito del “cambiamento” quando in realtà è un partito ultraconservatore, sia nelle idee ma anche nel voler conservare le porcherie del passato. La Lega è l’ultima maschera del vecchio regime. Riforme come quella della giustizia o sul conflitto d’interessi la Lega non lo ha mai volute fare. L’obiettivo vero della Lega è quello di sostituire i vecchi partiti nei rapporti con le lobby e le caste. Ma Salvini ha tentennato a lungo, si rendeva conto della vergognosa presa per culo verso milioni di cittadini che sostenevano lui e il governo gialloverde. Poi il colpo di testa.
Nel momento e nel modo peggiore possibile. Poi il paese nel caos. Una roba mai vista che è potuta succedere perché Salvini è solo al comando, perché la Lega è lui e non c’è nulla che può fermarlo. È questo il punto che dovrebbero capire perlomeno gli elettori leghisti last minute. Quelli che negli ultimi due anni hanno gonfiato la bolla salviniana all’inverosimile, quelli che non sanno neanche dove sia Pontida e che non hanno mai desiderato spaccare l’Italia infamando il sud e tanto meno finire in balia di un dittatore. Almeno loro, sono ancora in tempo per rendersi conto dei rischi che corriamo. Se la storia appare lontana, basta osservare l’Italia in queste ore. Piombata in una rovinosa crisi per il colpo testa di uno su sessanta milioni di cittadini. Una bestialità che nella storia italiana ha già fatto danni incalcolabili e che va assolutamente scongiurata.

http://www.lonesto.it/?p=52010

mercoledì 5 aprile 2017

LA DITTATURA E LA SUA VARIANTE. - mariapiacaporuscio

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Premesso che temo la dittatura più di una epidemia di peste, devo, nello stesso tempo, riconoscere di temere ancor più la sua variante: la cosiddetta “democrazia”.

La paura è dettata dal fatto che mentre la dittatura impone le sue leggi con la forza (suscitando l’indignazione e la voglia di combatterla in chi viene obbligato a subirla) la variante impone le sue leggi con la manipolazione mediatica e questa forma di plagio, ne impedisce ogni tipo di reazione. 

Il cittadino (ignorando di essere diventato una sorta di cavia) non si ribella, convinto di avere liberamente scelto questa forma di governo, solo recandosi in una cabina elettorale ad apporre una x su un nome. 
Finora pochi sono consapevoli dell’inganno, mentre la maggioranza dei cittadini è in buona fede e non li sfiora neppure l’idea di venire ingannati, proprio da quelli a cui hanno accordato fiducia. 
Nessuno si chiede del perché deve essere costretto ad apporre la sua croce su uno dei nominativi preconfezionati e non su personaggi che si siano distinti per intelligenza, capacità, onestà, in poche parole persone scelte tra le tante eccellenze di cui gode il nostro paese, piuttosto che gente sconosciuta, scelta dai componenti la casta (Ma è proprio su questa mancanza di interesse che si fonda la loro forza).
Benché il mondo in cui da sempre il potere ci costringe a vivere è sempre stato un mondo ingiusto, dove lo sfruttamento degli esseri umani non è mai venuto meno, essendo stato costruito in modo tale che nulla lo possa cambiare, risulta necessario convincersi che niente è impossibile. Certo da sempre questa gente studia il modo per impedire il risveglio delle coscienze della classe lavoratrice, che schiavizzata nel lavoro consente loro di ottenere ben due risultati: farsi mantenere nel lusso e sfiancarli di stanchezza fino ad impedirgli di pensare, desiderosi solo di riposare.
E quando le circostanze hanno permesso anche ai figli della “plebe” la scolarizzazione, è stato fatto in modo da impedirne lo sviluppo intellettivo. Il loro obiettivo è quello di stritolare chiunque osi mettere in pericolo il mondo dorato in cui vivono. 

Col passare dei secoli si sono talmente specializzati, da arrivare ai giorni nostri addirittura all’oscenità di voler sottomettere l’intero pianeta. Da qui nasce l’idea della “globalizzazione” e coloro che ne avevano capito le vere intenzioni (No Global) sono stati massacrati dalle vergognose “forze dell’ordine” sempre al servizio dei dittatori e mai per difendere i cittadini dai loro feroci abusi.
Adesso ci ritroviamo dentro una società globalizzata e criminale dove impera l’egoismo, la prepotenza, e l’ingiustizia ha raggiunto i massimi livelli. Un mondo dove si sono persi tutti i valori e ucciso ogni forma di civiltà di educazione, di rispetto, di solidarietà. Un mondo dove lo sfruttamento nel lavoro ha raggiunto livelli inaccettabili perché una miserabile classe dirigente favorisce gli sfruttatori e condanna i lavoratori, ridotti ad elemosinare un lavoro sotto pagato e senza tutele.
Condannare questo sistema e quelli che lo gestiscono, non può essere definito populismo, ignoranza o fascismo, perché è un sacrosanto desiderio di civiltà della popolazione! L’ignoranza fa parte di questa degenerata classe politica che chiama progresso la più vergognosa forma di regresso che l’umanità abbia mai conosciuto! Sappiamo tutti molto bene che parole come progresso, globalizzazione, crescita, modernità, cambiamento, non significano altro che impoverimento dei popoli in favore del capitale. Sappiamo bene che lo scopo di questi “moderni” politicanti è quello di arricchire sempre più le caste, le banche, le mafie, depredando sempre più la povera umanità.
Basta demonizzare chi li contesta! La popolazione DEVE essere contro i governi quando i governi sono contro la popolazione. Necessita chiamare a raccolta l’intera classe lavorativa globale, affinché si unisca per combattere insieme questo osceno sistema contro natura, oltre che contro la logica, la morale e la civiltà!


https://mariapiacaporuscio.wordpress.com/2017/04/04/4916/#comment-6257

Aggiungo che difficilmente chi si distingue per intelligenza ed onestà venga messo in evidenza ed osannato, al contrario, viene demonizzato;
che ai figli della plebe viene data, è vero, l'opportunità di studiare, ma anche la libertà di seguire schemi divulgati dal mass-media che deviano e ottundono ogni forma di insegnamento;
che tutto è stato predisposto in maniera tale che al povero venga offerto un lavoro sempre meno gratificante e redditizio e chi lo offre guadagni in borsa in base a criteri altamente opinabili;
infine, che ad ogni sintomo di malessere del popolo venga innescato un diversivo che incuta, a seconda dei casi, paura oppure tranquillità.

giovedì 28 maggio 2015

L'ITALIA E' IL SECONDO PAESE CAVIA DELL'ESPERIMENTO LIBERISTA DOPO LA GRECIA. - Giorgio Cremaschi



Non votare Pd, unico antidoto al potere assoluto renziano.

Nel 1953 quella che fu allora chiamata legge elettorale truffa non scattò perché la Democrazia Cristiana ed i suoi alleati non raggiunsero il quorum richiesto del 50%+1 dei voti validi. Quella che doveva essere un'alleanza al centro in grado di acchiappare consenso in tutte le direzioni perse invece voti ad ampio raggio, alla sua sinistra prima di tutto, ma anche alla sua destra. Il progetto autoritario allora aveva respinto, invece che attrarre.

Oggi l'Italicum è molto più pericoloso della legge truffa del '53, che comunque assegnava un premio parlamentare consistente a chi già avesse conseguito la maggioranza assoluta dei voti. 

Oggi grazie al trucco del ballottaggio, che aggira la sentenza della Corte Costituzionale, un partito come il PD che, aldilà dell'exploit delle europee si attesta normalmente attorno al 30% dei voti validi, potrà conseguire una maggioranza assoluta priva di contrappesi e controlli. 

Ho detto il PD ma in realtà avrei più correttamente dovuto dire il suo segretario presidente Renzi, che si è costruito un sistema di governo che gli darà un potere praticamente assoluto.

Come ha notato eufemisticamente Eugenio Scalfari siamo a una democrazia che affida il potere all'esecutivo. Che è ciò che normalmente avviene in ogni dittatura. Renzi sarà eletto direttamente dal ballottaggio come un sindaco e godrà di un parlamento esautorato, composto da una netta maggioranza di nominati o fedelissimi. 
Ci sarà una sola camera che decide su tutto sulla base degli ordini del capo del governo. Camera che nominerà gli organismi di controllo senza, scusate il bisticcio, controlli. E se pensiamo che la recente sentenza della Corte Costituzionale sulle pensioni sembra sia stata decisa sei contro sei, con il voto determinante del presidente, possiamo tranquillamente concludere che al nuovo parlamento renziano basterà nominare un solo nuovo giudice costituzionale per cambiare gli orientamenti di tutta la corte.

Un potere pressoché assoluto, dunque, per fare che?

Quello che sta costruendo Renzi in realtà è un sistema autoritario che non è in proprio, ma è fondato su una sorta di fideiussione bancaria. Il programma fondamentale del governo è sempre quello della lettera del 5 agosto 2011 firmata da Trichet e da Draghi. Che come presidente della BCE continua a vigilare meticolosamente che quel programma stilato assieme al suo predecessore sia scrupolosamente attuato.

Il 28 maggio 2013 la Banca Morgan ha presentato un documento politico che metteva sotto accusa la Costituzione italiana assieme a quelle di tutti i paesi europei "periferici" e in crisi.

Queste costituzioni, secondo quel documento, nate dopo la vittoria sul fascismo, sono segnate dal peso eccessivo della sinistra e del pensiero socialista, e per questo ostacolano le riforme liberali che servono a salvare l'euro.

Con toni più brutali un editoriale de Il Sole 24 Ore, pochi giorni fa, polemizzava con la sentenza della Corte Costituzionale, affermando che con il pareggio di bilancio come vincolo costituzionale, gli obblighi del fiscal compact e il primato dei mercati globali, non ha più senso parlare di diritti indisponibili. Non crediate di avere dei diritti si diceva una volta.

I poteri forti, le grandi multinazionali, la finanza e le banche hanno da tempo deciso che il sistema di diritti sociali europeo è, per i loro concreti interessi, insostenibile. La crisi è stata un grande occasione per realizzare compiutamente un obiettivo cui si lavora da oltre trenta anni, e le riforme politiche autoritarie ne sono lo strumento.

Renzi si è quindi trovato al posto giusto nel momento giusto. Guai a fare nei suoi confronti lo stesso errore di sottovalutazione compiuto dalla sinistra democratica verso Berlusconi; e non solo per il compatto sostegno che riceve dai poteri forti italiani ed europei e da tutto il sistema dei mass media. Anche Monti aveva questo stesso sostegno, per fare sostanzialmente la stessa politica, ma non ce l'ha fatta.

La forza di Renzi sta proprio nella posizione e nella rappresentanza politica assunta. È un errore credere che egli sia un democristiano. No, la sua formazione politica non è tanto rilevante quanto il ruolo che ha deciso di interpretare. È questo ruolo è tutto all'interno della sconfitta e della rassegnazione della sinistra tradizionale. Matteo Renzi ha scalato il PD, che è bene ricordare inizialmente lo aveva respinto, dopo che il vecchio e inconcludente riformismo era stato sconfitto. Egli ha usato spregiudicatezza e populismo con una classe politica disposta a tutto pur di non perdere il potere. Per capire quello che è successo dobbiamo pensare ad altri fenomeni di trasformismo di massa nella storia della sinistra del nostro paese. Crispi alla fine dell'800, Mussolini, Craxi e naturalmente Berlusconi sono tutti predecessori non casuali di Matteo Renzi.

Il nostro è diventato il secondo paese cavia dell'esperimento liberista dopo la Grecia. In quel paese la Troika ha esagerato e ne è consapevole, per questo in Italia il progetto è diverso. Non negli obiettivi, che sono gli stessi, dal lavoro, alla scuola, alla sanità, alle pensioni, a tutti i diritti sociali. Si vuole arrivare alla stessa società di mercato brutalmente imposta alla Grecia, ma evitando la stessa reazione politica. Quindi più furbizia e anche tempo nelle misure da adottare e soprattutto lavoro per costruire un blocco di consenso politico attorno ad esse. A questo serve la mutazione genetica del PD in partito della nazione. Che in realtà è un partito collaborazionista con la Troika e con tutti i poteri economici finanziari internazionali.

Il partito della nazione che collabora costruisce così le sue cordate di consenso, da Marchionne ai sindacati complici, da Farinetti alla nuova Milano da bere, dai presidi a tutto quel mondo politico e sociale proveniente dalla sinistra il cui sentire di fondo può essere così riassunto: abbiamo speso tanto senza risultati, ora si guadagna. Non è vero che Renzi voglia liquidare i corpi intermedi, non è così sciocco sa che sarebbe impossibile. Quello che vuole il segretario del PD è un corpo di organizzazioni addomesticate e funzionali e a questo sta concretamente lavorando, come dopo il Jobs Act e la “Buona scuola”, mostra il progetto di legge Civil Act sul terzo settore.

Renzi è l'espressione di un progetto politico reazionario di adattamento dell'Italia ai più duri vincoli della peggiore globalizzazione, per questo battere lui ed il suo partito della nazione non sarà opera breve, né facile, ma è la condizione perché il paese possa riprendere davvero a progredire. Oggi contro Renzi sta un destra disfatta, nella quale lo stesso sistema mediatico renziano fa emergere il nazista dell'Illinois Matteo Salvini come avversario di comodo. Poi c'è il Movimento 5 stelle che conduce lotte importanti, ma in evidente difficoltà di fronte al populismo anticasta fatto proprio dal renzismo. E infine c'è l'arcipelago delle forze della sinistra politica e sociale. La forza di Renzi è la debolezza di questo fronte, il che permette alla sua politica di destra di contare su un vasto consenso elettorale nel popolo della sinistra.

Gli insegnanti che sfilavano in corteo il 5 maggio gridavano di non votare più PD. È un segnale importante, ma insufficiente. Occorre un rottura più profonda. Occorre che tutto il corpo sociale e politico della sinistra consideri il renzismo non come un gruppo di compagni che sbagliano, ma come il primo e principale avversario. Le ambiguità ed i compromessi di chi si dichiara contro Renzi ma poi si allea con il PD nelle elezioni locali, o dei dirigenti sindacali che lo criticano ma poi lo votano, o degli ambientalisti che sostengono Expo, tutto questo opportunismo porta solo fieno nella cascina del partito della nazione.

Ci vogliono scelte nette per costruire l'alternativa a Renzi e al suo progetto, la prima e in fondo più semplice è non votare in ogni caso ed in ogni situazione per il PD ed i suoi alleati.


Fonte: http://temi.repubblica.it/
Link: http://temi.repubblica.it/micromega-online/non-votare-pd-unico-antidoto-al-potere-assoluto-renziano/?h=0

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=15094

sabato 2 maggio 2015

Il Vaffanculicum di Renzi e la robbbetta di opposizione. - Paolo Flores d'Arcais



Sulla legge elettorale “Italicum” (che la Boschi della vignetta del geniale Mannelli suFatto quotidiano ribattezza “Vaffanculicum”) Matteo Renzi va allo scontro frontale. 

Quando stampa e tv non siano totalmente plaudenti, due tamburellanti interrogativi caratterizzano i commenti: perché il Premier cerca questo “scontro finale” su un tema che interessa poco e niente alla stragrande maggioranza degli italiani? E fare dell’Italicum/Vaffanculicum una sorta di piccolo armageddon della politica nostrana è segno di forza o di debolezza? 

Sul primo punto la risposta è facilissima: Renzi cerca la battaglia campale su un tema i cui contenuti non interessano, e quindi sfuggono ai più, proprio per questo: che sarà vissuta come una battaglia in cui i contenuti contano pressoché zero, e dunque per i cittadini conteranno solo le “posture” e le “virtù” che in tale battaglia si manifesteranno: la coerenza dei propositi contro la tradizione delle lungaggini, l’energia contro la palude, il nuovo contro il vecchio, la riforma contro la conservazione, il coraggio di rischiare contro la vocazione a rassicuranti compromessi, ecc. Insomma la durlindana rottamatrice contro la melmosità delle nomenklature. 

Renzi perciò ne uscirà benissimo, vinca o perda (molto probabilmente vince). Tanto più che i suoi antagonisti nel centro-sinistra sono giganti della tempra di Bersani e Letta, D’Alema e Bindi, e infine Speranza (vi rendete conto?!), robbbetta che nessuno che abbia residui di lucidità può prendere minimamente sul serio, e la cui rottamazione resta una delle “gesta” che hanno fornito a Renzi il suo primigenio patrimonio di credibilità e consensi. 

Altra cosa sarebbe stata se nel centro-sinistra l’opposizione si fosse manifestata in modo netto e coerente (al momento di ogni voto) su tutte le questioni cruciali, a cominciare dal problema del problema la giustizia, e con esso quello dei media (e la legge bavaglio che li connette), e insomma fosse stata frontale fin dall’inizio, visto che il disegno di Renzi era evidente e organico. Ma un’opposizione capace di fare questo non sarebbe stata capace, quando era al governo (per quasi otto anni, in epoca berlusconiana) di tutto il miserrimo cabotaggio, e il berlusconismo di risulta, e la mimesi di corruzione, e insomma sarebbe stata una cosa completamente diversa fatta da persone completamente diverse. Mentre la robbbetta questo era in grado di dare, al governo e all’opposizione: in termini di libertà e giustizia, anche in dosi omeopatiche, il nulla. 

A questo punto è chiaro che l’armageddon formato twitter che vuole realizzare Renzi è una prova di forza, non di debolezza. Una prova con un margine di rischio, ovviamente, ma una prova di forza. E’ il compimento della rottamazione. Ottenuta in una sola mossa insieme a una trasformazione strutturale che rende l’esecutivo padrone dell’intera vita politica del paese: un regime plebiscitario di minoranza, dove con un terzo dei voti, e se le altre forze sono divise, si controlla il parlamento manu militari, si nominano tutti gli organismi di garanzia, si domina la tv di Stato, insomma si fa il bello e il cattivo tempo senza “lacci e lacciuoli”. 

Il berlusconismo realizzato. Grazie a quanti (la famosa robbbetta e anche qualcuno in più) hanno per anni e anni stigmatizzato come estremista chi combatteva senza transigere il regime di Arcore, hanno addirittura considerato “demonizzazione” e fanatismo l’uso del termine regime, e si sono dati voluttuosamente a ogni genere di inciucio, spacciandolo per genialità strategica e convincendo non pochi guru-gonzi del sistema mediatico e di “opinione”. 

Oggi siamo una non-democrazia senza opposizione, e quelle che passano per tale sono talvolta mero fascismo e/o razzismo rimpannucciato (Salvini, Meloni, ecc.), o pezzi di nomenklatura di finta sinistra non certo migliore della robbbetta (Vendola & Co). Resta il M5S, con le stranote contraddizioni, volatilità, dogmatismi, irrazionalità esoteriche, ma anche passione civile della base. 

Motivi di speranza pochi, dunque. Pochissimi. A incrementarli può esserci solo l’inventiva e le iniziative concrete che ciascuno di noi saprà costruire, per quanto in apparenza isolate e impotenti, senza aspettare che “arrivi” da chissà dove un nuovo strumento di azione politica di massa. 


http://temi.repubblica.it/micromega-online/il-vaffanculicum-di-renzi-e-la-robbbetta-di-opposizione/

LA NOTTE DELLA DEMOCRAZIA. - Mariapia Caporuscio



Avere un uomo solo al comando in un paese come l’Italia, dove la degenerazione politica e la malavita organizzata la fanno da padrone, equivale a lasciare le chiavi di casa ad un ladro!
A questo punto si impone l’intervento del garante della Costituzione, per fermare questo vergognoso sfregio della Democrazia, ritenuta un ostacolo verso quella forma totalitaria che si intende raggiungere, lo stesso regime che a suo tempo fu abbattuto con una terrificante guerra mondiale.
Lo abbiamo già dimenticato quanto sia costato in vite umane, l’aver lasciato nelle mani di un solo uomo, il potere di decidere ogni cosa che riguarda la vita della nazione? Per davvero siamo disposti a ripetere l’esperienza? Non ne abbiamo abbastanza di violenze e abusi di potere, da riproporlo ancora una volta?
Sperare che ad opporsi a questo delitto, siano i parlamentari è pia illusione. Nessuno di questi buffoni detti “onorevoli” ha interesse nel fare qualcosa che non sia finalizzato al proprio personale tornaconto e pur di continuare a tenere il proprio fondo schiena sulle poltrone e vivere a sbafo e alla grande sulle spalle della classe lavoratrice, non sarà mai disposto a far cadere questa sconcia accozzaglia. Dunque questi poveri cittadini sono destinati nuovamente a perdere la libertà, a subire violenze, sottomissione e terrore, oltre che veder trascinare al disastro economico, morale e civile quella che è la più bella nazione del mondo?
Purtroppo ci si dimentica che oltre a questa ridicola banda di arroganti, di incompetenti arruffoni, esiste un partito (che in realtà risulta essere il primo votato dagli italiani) ma che tutti a cominciare proprio dalle massime cariche dello Stato, gli stessi politicanti, dal potere finanziario (che è il vero padrone) e dalla stampa (serva del governo di turno) è come se fosse del tutto inesistente. Inascoltati, denigrati, sbeffeggiati e classificati come antipolitici, quando i veri antipolitici sono proprio coloro che nascondendo quel che realmente vale questo Movimento, si rendono complici del degrado e della degenerazione politica di questo paese. Certo il Movimento Cinque Stelle con la sua fisiologica onestà, è per questa gente come l’acqua santa per il diavolo. L’onestà fa paura a chi ignora persino cosa sia. Se con l’arrivo del Movimento questa gente non può più depredare la nazione e sottomettere i cittadini, diventa per essi di vitale importanza disintegrarlo con qualsiasi mezzo. Sono inaccettabili le parole onestà, moralità, rispetto per chi intende continuare ad arricchirsi, calpestando i diritti della classe più debole.
Dobbiamo dunque rassegnarci a vivere in una non-democrazia, come si prefigge questo regime plebiscitario di minoranza, dove con un terzo dei voti si controlla il parlamento manu militari, si nominano tutti gli organismi di garanzia, si domina la tv di Stato, insomma si fa come ducetto comanda? Purtroppo da lor signori questa forma di abuso viene definita “moderna genialità strategica”.
Quando si deciderà questa popolazione ridotta a larve umane a reagire con un azione “politica” di massa?


https://mariapiacaporuscio.wordpress.com/2015/05/02/4424/

martedì 28 aprile 2015

RENZI STUPRA LA COSTITUZIONE, LA FIDUCIA SULL’ITALICUM È DA REGIME FASCISTA! #NOITALICUM. - Riccardo Fraccaro




La fiducia sull’Italicum è un atto sovversivo, da regime autoritario: Renzi come Mussolini stupra la Costituzione e impone una controriforma che calpesta la nostra democrazia. Nel 70’ anniversario della Liberazione il Governo ricorre a metodi fascisti, gli stessi della legge Acerbo del ‘23, per occupare le poltrone e cancellare la volontà popolare.

Un premier non eletto ricatta la sua maggioranza di abusivi, Renzi ricorre addirittura a metodi coercitivi per esautorare il Parlamento e approvare una legge incostituzionale che apre la strada alla dittatura dell’uomo solo al comando. Partiti e correnti varie si dimostrano ancora una volta indegni servi del potere che si svendono per una poltrona. A questo punto il Presidente della Repubblica Mattarella, garante della nostra Carta fondamentale, ha il dovere di far sentire la propria voce. ll Pd renziano vuole essere padrone e non rappresentante del popolo, vuole sudditi e non cittadini. Il M5S è la nuova Resistenza, combatteremo come donne e uomini liberi!


https://www.facebook.com/riccardofraccaroM5S/photos/a.375196085922903.1073741828.373914752717703/731740040268504/?type=1&fref=nf

domenica 6 aprile 2014

La dittatura dell'illegittimità. - Ida Magli

 

Finalmente “Renzi il Giovane” è riuscito ad inaugurare la nuova Era, quella del primato dei giovani. L’eliminazione del Senato, il più antico consesso romano di governo degli Anziani (Seniores)  significa – ed è – soprattutto questo, gridato a gran voce, simbolicamente ma anche concretamente: “Via i vecchi”! Il Ministro del lavoro sta pensando ai prepensionamenti per dare lavoro ai giovani ed è sicuramente inutile fargli notare che soltanto con il sistema di certi popoli “primitivi”, quello di abbandonarli senza acqua né cibo in luoghi disabitati, sarà possibile oggi liberarsi dei vecchi dato che è la maggiore conquista della nostra civiltà aver allungato di oltre un terzo la durata media della vita sconfiggendo il tifo, la tubercolosi e la mortalità per parto. Probabilmente la signora Madia non sa che le donne morivano giovanissime perché affrontavano partorendo un rischio di morte talmente alto che la Chiesa l’aveva equiparato a quello dei soldati in battaglia emanando per le partorienti lo stesso obbligo di confessarsi, all’inizio delle doglie, in vigore per i soldati prima del combattimento. Lo stato di salute e la durata della vita dei cittadini è il dato primario che connota una società: non è capace di governare chi non se ne rende conto al punto di credere di poter tenere una parte del gruppo fuori dal gioco.

 Se accantoniamo però questa constatazione sul modo farsesco con il quale siamo governati, non possiamo non rimanere stupiti della facilità con la quale, malgrado la lunga esperienza storica che ne abbiamo alle spalle, è possibile in Italia a chi abbia un minimo di disinvoltura e di potere instaurare una dittatura. Sono nate quasi sempre così le dittature in Europa: sfruttando i momenti di mancanza o di sospensione delle regole e affermando che è necessario, appunto, instaurarne di nuove. Dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi non c’è mai stata però una situazione di reale vuoto e di illegittimità conclamata delle istituzioni come quella in cui viviamo e nella quale Renzi nuota a suo piacere. L’incostituzionalità della legge elettorale è diventata, invece che una debolezza, il suo maggiore punto di forza in quanto è ormai passato così tanto tempo dalla sentenza della Consulta che si possono considerare come nulle anche le decisioni della massima Magistratura. D’altra parte Renzi sa di poter contare su un’assoluta certezza: i suoi colleghi non si faranno mai sbalzare fuori dalle proprie poltrone andando alle elezioni e Berlusconi gli manterrà il suo appoggio perché non ha altro modo per rimanere nel gioco politico. Accantonato quindi con disinvoltura il progetto di una nuova legge elettorale, il nostro piccolo Mussolini si dedica a sistemare l’Italia in vista del potere in Europa. È l’Europa, infatti, che ha guidato Napolitano nell’escludere il ritorno alle elezioni per potere instaurare i governi di Monti, di Letta e di Renzi ed è per questo motivo, la sottomissione all’impero europeo, che nel diluvio di commenti che accompagna le imprese di Renzi nessuno accenna, né giornalisti né politici, al primato dell’Europa che le domina. La pseudo cancellazione del Senato serve infatti, oltre al piacere di togliere di mezzo un’istituzione “vecchia”, a indebolire lo Stato e disintegrarne l’unità: eliminare gli Stati nazionali è indispensabile all’unione politica dell’Europa.

 Renzi odia il popolo italiano quanto e più (di più perché ride mentre lo tradisce) di quanto l’abbiano sempre odiato i suoi politici e governanti lungo tutta la sua storia, salvo la brevissima pausa del Risorgimento. Il dovere principale per il quale si batte è rispettare Maastricht e la moneta euro. A felicitarsi di questa fedeltà è venuta in Italia la Regina Elisabetta II e ne aveva ben donde: nella sua qualità di massimo capo della massoneria mondiale e di partecipante alla Banca Centrale Europea, così come a tutte le altre Banche Centrali, sta gioiosamente seduta sulla montagna di soldi che ha spremuto e spreme ai poveri europei, ai poveri italiani, agli imprenditori suicidi, ai milioni di lavoratori rimasti disoccupati da quando i loro governanti hanno adottato la moneta euro. È una spietata strozzina, come sono spietati strozzini i Re di Spagna, d’Olanda, del Belgio, i Rothschild, i Rockfeller e tutti gli altri azionisti delle Banche Centrali. Ancora una volta, però, giornalisti e politici hanno mantenuto il silenzio sull’obbrobriosa personalità di questa donna, dedicandosi a commentare il tenero colore dei suoi cappelli. È questo silenzio che permette agli usurai d’Europa di portare i popoli alla rovina.

Ida Magli
Roma, 5 aprile 2014  


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