La Procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per Tiziano Renzi, Laura Bovoli e Matilde Renzi, accusati a vario titolo di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni parzialmente inesistenti e dichiarazione infedele dei redditi. L’udienza preliminare è fissata per il 20 maggio.
Processare Tiziano Renzi, Laura Bovoli e Matilde Renzi. È la richiesta della Procura di Firenze, che accusa i genitori e la sorella dell’ex premier di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni parzialmente inesistenti e dichiarazione infedele dei redditi. Per questo motivo è stato chiesto il rinvio a giudizio dei tre, in qualità rispettivamente di amministratore di fatto e di legale rappresentante dalla società di famiglia Eventi 6 srl. Per gli stessi reati è stato chiesto il rinvio a giudizio di Matilde Renzi, legale rappresentante di Eventi 6 per l’anno 2018. L’udienza preliminare è fissata per il 20 maggio.
Secondo la guardia di finanza, tra il 2016 e il 2019 la Eventi 6 avrebbe indicato nella dichiarazione dei redditi, passivi fittizi per un totale di oltre 5,5 milioni di euro, evadendo imposte per circa 1,2 milioni. A questo scopo, dunque, la srl si sarebbe formalmente avvalsa dei servizi della cooperativa Marmodiv. Per l’accusa la coop, amministrata di fatto dai Renzi, sarebbe stata usata per gestire la manodopera per conto della Eventi 6 e si sarebbe accollata tutti gli oneri previdenziali, contributivi e fiscali. In particolare, ai tre congiunti Renzi la procura contesta, in concorso tra di loro l’articolo 2 del decreto legislativo n. 74/2000 che punisce chi “al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, avvalendosi di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, indica in una delle dichiarazioni relative a dette imposte elementi passivi fittizi”. E’ contestato anche l’articolo 4 dello stesso decreto legislativo n. 74/2000 sui reati tributari che punisce chi “al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto indica in una delle dichiarazioni annuali relative a dette imposte elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo od elementi passivi inesistenti”. Secondo la procura, come si legge nella richiesta di rinvio a giudizio, “al fine di evadere le imposte su redditi e sul valore aggiunto”, avvalendosi di una serie di “fatture per operazioni oggettivamente in parte inesistenti”, indicavano nella dichiarazione relativa alla srl Eventi 6 per il periodo di imposta del 2017 “elementi passivi fittizi” per gli importi corrispondenti alle fatture contestate. Per i pubblici ministeri, nella dichiarazione relativa alla Eventi 6 per il periodo di imposta 2017 sarebbero stati indicati “elementi passivi fittizi per euro 986.715,00; imposta evasa euro 216.588,78”. Sarebbero così stato accertato dagli inquirenti “un ammontare complessivo degli elementi attivi sottratti all’imposizione, mediante indicazione di elementi passivi inesistenti superiore al 10% dell’ammontare complessivo degli elementi attivi indicati in dichiarazione (29,75%)”.
Il 10 marzo scorso, sempre a Firenze, i coniugi Renzi erano stati rinviati a giudizio nell’ambito di un’inchiesta speculare a questa, relativa appunto al fallimento della cooperativa di servizi di volantinaggio ‘Marmodiv’, e a quelli delle coop ‘Delivery Service Italia‘ e ‘Europe Service‘. Per le indagini delle Fiamme gialle, coordinate dal procuratore aggiunto Luca Turco, i coniugi Renzi avrebbero usato le cooperative di cui sarebbero stati amministratori di fatto, per aumentare il volume di affari della società di famiglia Eventi 6. Secondo quanto appreso, il prossimo 20 maggio nell’udienza preliminare il difensore dei Renzi, avvocato Lorenzo Pellegrini, chiederà al gup di riunire il nuovo procedimento col processo nato da questo primo filone dell’inchiesta.
Quello dello scorso 10 marzo, però, non è l’ultimo guaio giudiziario per la famiglia dell’ex presidente del Consiglio. Il 18 marzo, infatti, il gup di Firenze ha rinviato a giudizio Alessandro, Luca e Andrea Conticini per – a vario titolo – appropriazione indebita, autoriciclaggio e riciclaggio. La vicenda è quella relativa all’inchiesta fiorentina che ipotizza, tra l’altro, la sottrazione di 6,6 milioni di dollari destinati all’assistenza all’infanzia in Africa. Nella fattispecie, Andrea Conticini è il cognato di Matteo Renzi in quanto ha sposato proprio Matilde, la sorella dell’ex premier: secondo la gli inquirenti, in qualità di procuratore speciale del fratello Alessandro (procura speciale datata 30 dicembre 2010), Andrea Conticini nel 2011 avrebbe utilizzato parte del denaro destinato all’Africa per l’acquisto di partecipazioni societarie della Eventi 6 srl – la società riconducibile ai familiari di Matteo Renzi – per un totale di 187.900 euro, della Quality Press Italia srl per 158mila euro, e di Dot Media srl per 4mila euro.
IlFQ