mercoledì 30 marzo 2011

Terremoto: appalti privati sotto lente procura antimafia.



L'Aquila. La Procura distrettuale antimafia dell'Aquila sta passando ai raggi x buona parte degli appalti privati molti dei quali milionari, relativi alla ricostruzione delle case E, le più danneggiate dal sisma del 2009.

Il sensibile rafforzamento delle attenzioni sulla cosiddetta ricostruzione pesante è stato innescato dalla presentazione di numerosi esposti, tra cui alcuni anonimi, da parte di cittadini, imprenditori e amministratori di condominio.

Nelle denunce si ipotizzano irregolarità e si adombrano dubbi sui procedimenti di affidamento diretto degli appalti da parte di condomini e proprietari, processo sancito dalla decisione di considerare indennizzi e non contributi i finanziamenti per il recupero delle abitazioni.

In particolare, le indagini mirano a scovare eventuali infiltrazioni mafiose che, secondo i pm aquilani, possono trovare terreno fertile in appalti considerati da molti non caratterizzati da efficaci controlli pubblici.

Il lavoro maggiore, su questo delicato versante, lo sta svolgendo il sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia Olga Capasso, appositamente distaccata all'Aquila dopo il terremoto e affiancata dal sostituto procuratore Gallo, con l'intero percorso coordinato dal procuratore distrettuale antimafia dell'Aquila, Alfredo Rossini.

Le insidie maggiori, secondo i pm aquilani, vengono dalla 'ndrangheta e dalla camorra.

A dare nuovo impulso alle indagini sono le informazioni, ritenute interessanti dalla Procura Distrettuale, provenienti dalla Prefettura, che coordina l'organismo deputato al controllo dei milionari appalti privati. La stessa Prefettura continua a esaminare progetti e pratiche di finanziamento.


http://www.antimafiaduemila.com/content/view/33589/48/



In arrivo 25 mila tonnellate di rifiuti dalla Campania. - Di Grazia La Paglia



Stipulato un accordo tra la Tirrenambiente, che gestisce la discarica di Sant'Andrea in provincia di Messina e la Sapna di Napoli.

È passato poco tempo da quando il governo nazionale aveva dichiarato lo stato di emergenza per la Sicilia a causa del problema rifiuti. Un problema che, ancora oggi, non è di certo del tutto risolto. Ma nonostante ciò in provincia di Messina sono in arrivo ben 25 mila tonnellate di rifiuti provenienti dalla Campania.

Si tratta di una importazione che, trattando rifiuti speciali (non solidi urbani), non ha bisogno di attendere accordi tra organi regionali.

Il passaggio dei rifiuti tra Sicilia e Campania avviene, infatti, grazie ad un accordo stipulato tra la società che gestisce la discarica di Mazzarà Sant'Andrea in provincia di Messina, laTirrenambiente, e l'azienda pubblica Sapna, che gestisce il ciclo di rifiuti a Napoli.

I rifiuti, trattati nei siti di Giugliano e Tufino, già dallo scorso gennaio viaggiano per la Sicilia e si pensa che il trasporto si completerà entro i primi giorni di aprile.

Un carico di 25 mila tonnellate non è per niente indifferente eppure la Regione, di questa inondazione di rifiuti campani nelle terre siciliane, non ne sapeva nulla. Giosuè Marino, assessore all'energia e ai rifiuti, ha così disposto un'ispezione e Franco Piro, dirigente del Pd, reputa assurda e paradossale che questa importazione avvenga in una regione dove le discariche sono già sature con i rifiuti che produce da se.

L'amministratore delegato della Tirrenambiente Pino Innocenti, però, vanta le capienza della sua discarica, sostenendo che la quantità di 25 mila tonnellate non è poi così esagerata se si pensa che, in totale, il sito può raccogliere un milione e 700 mila tonnellate. E poi, sempre secondo l'amministratore Innocenti, si tratta di materiale poco nocivo per l'ambiente.

Se la Campania potrà tirare un sospiro di sollievo poiché libera da una grossa quantità di rifiuti, a farne le spese sarà la Sicilia che si apre a questa iniziativa “non per business, ma in ossequio al principio di solidarietà” come sottolinea lo stesso Innocenti.

Il timore è che ci siano altri siti della Sicilia che assorbano rifiuti provenienti da altre regioni, per questo si avvieranno delle verifiche dove sarà coinvolta anche la stessa amministrazione provinciale di Messina.

http://www.iquadernidelora.it/articolo.php?id=99



martedì 29 marzo 2011

Nucleare, Rubbia a Veronesi: ''Si faccia un giro a Fukushima''.



L'Aquila - (Adnkronos/Ign) - L’invito delPremio Nobel per la Fisica al presidente dell'Agenzia per la Sicurezza nucleare: ''Giappone riapre il problema della sicurezza: la catastrofe avrà conseguenze enormi che vanno studiate''

L'Aquila, 29 mar. (Adnkronos/Ign) - La tragedia del Giappone riapre ''i dubbi sulla sicurezza del nucleare'' e forse avverte che ''siamo partiti con il piede sbagliato perché se c'è un Paese che poteva garantire l'avanzata di un nucleare sicuro, fatto bene, bene organizzato, questo era proprio il Giappone''. Parla ilpremio Nobel per la Fisica, Carlo Rubbia, in occasione dell'inaugurazione dell'esperimento Icarus da lui progettato, nei laboratori nazionali del Gran Sasso dell'Infn, all'Aquila.

Il premio Nobel per la Fisica sottolinea più volte che l'incidente nucleare alla centrale giapponese, provocato dal terremoto e dallo tsunami dell'11 marzo scorso ''è una cosa rilevante che avrà conseguenze profonde''.

Detto questo, lo scienziato coglie l’occasione per lanciare un invito al presidente dell'Agenzia per la Sicurezza nucleare, Umberto Veronesi. Gli ''suggerirei di andare a fare una visita di persona in Giappone, nella centrale di Fukushima perché credo sia importante che la gente capisca ciò che sta accadendo, e quello che sta succedendo avrà delle conseguenze enormi, gravi, che vanno studiate. E credo che il modo migliore sia rendersi conto direttamente di come stanno andando le cose”. Perché “quello che noi riceviamo come informazione dal Giappone è poco chiaro e incompleto, controllato dai mass media” mentre ''serve capire cosa sia realmente successo''.



Mappa della radioattività in Italia.



Da quando è arrivata la nube radioattiva alcune persone si sono attrezzate e hanno misurato il livello di radioattività.

Sarebbe utile creare una rete di rilevazione in tutta Italia e fornire i dati attraverso il blog. Chi è interessato lo indichi in un commento o invii una segnalazione.

"Vi ricordo che le RADIAZIONI NUCLEARI e la NUBE RADIOATTIVA è ancora sull'Italia.

Stamani abbiamo registrato su Reggio Emilia e Appennino Reggiano (Passo del Cerreto Laghi)dei picchi di radioattivita'di 0,215 mR/h su Reggio e 0,218 mR/h a Cerreto.

Quindi con un aumento notevole rispetto a giorni fa.

Per i soliti curiosi,ricordo che i controlli sono stati fatti con apparecchiature professionali. LA STAMPA,LE TELEVISIONI,E I MEDIA IN GENERE VI STANNO NASCCONDENDO LA VERITA'SUL NUCLEARE,facendo passare queste notizie per pochi secondi e piccoli articoli sui giornali,riempendo invece le prime pagine dei giornali dei soliti sbarchi degli immigrati,il solito caso della mignotta Ruby,e delle povere ragazze morte Yara e Sara.

Pertanto Signori,svegliatevi! LE RADIAZIONI NON SI VEDONO,NON SI SENTONO,MA VI FANNO AMMALARE!".

Diego Palmanova

Ps: Le "Facce da nucleare" dell'opposizione che si sono assentate alla votazione per l'accorpamento del referendum con le elezioni amministrative sono: Capano, Cimadoro, Ciriello, D'Antona, Farina, Fassino, Fedi, Gozi, Madia, Mastromauro, Porcino, Samperi.
- Scarica il volantino delle "Facce da nucleare" e diffondilo
- Partecipa a "Spegni il nucleare" con il referendum su FB.



Le tendopoli che non piacciono a nessuno.







Individuate 13 località in cui trasferire i migranti provenienti da Lampedusa. Ma gli abitanti sono contrari

L’emergenza profughi a Lampedusa non si placa. Al momento, come riferiscono i dati ufficiali della Regione Sicilia, sono ben 6.200 i migranti sull’isola . Il Governo nazionale, dopo le vibranti proteste degli isolani, prova a correre ai ripari. Rischiando di innestare ulteriori malcontenti. Da mercoledì sei navi svuoteranno Lampedusa dalle migliaia di migranti ancora presenti sull’isola.


Un solo problema: dove sistemarli? Senza neanche interpellare le amministrazioni locali, l’esecutivo ha già deciso. Il Ministero della Difesa ha indicato 13 siti di demanio militare che serviranno ad accogliere gli esuli provenienti da Lampedusa. Così le tendopoli piovono letteralmente dall’alto. Tra queste c’è quella di Kinisia, ex scalo militare a pochi chilometri da Birgi, l’aeroporto di Trapani chiuso al traffico civile da otto giorni e utilizzato come avamposto per i cacciabombardieri italiani e stranieri.

“Siamo gli unici in Italia a subire questo sopruso. Già la chiusura dell’aeroporto di Birgi è stata come uno tsunami" dichiara il presidente della provincia di Trapani Mimmo Turano, paragonando addirittura la situazione della sua provincia alle recenti tragedie giapponesi. “ La sospensione dei voli civili dell’aeroporto Vincenzo Florio – continua Turano - ha scardinato la programmazione concertata con Ryanair. Da oggi esigiamo la riapertura parziale, ci sono 24 tratte pronte a riaprire”. Non è il solo a pensarla così. Fino ad ora infatti nessuno dei territori scelti ha dato la propria disponibilità ad accogliere i migranti. Alcuni siti non sono neanche idonei. Non lo sono ad esempio le quattro località siciliane scelti: Torretta, in provincia di Palermo,Caltanissetta (dove si allestirebbe un CIE, Centro Identificazione ed Espulsione), e appunto Trapani e Marsala.

E sui migranti , gestiti come fossero regali inopportuni e indesiderati, si scatena quindi la ressa, che rischia di degenerare in rissa: tienili tu, no tu, mandiamoli in Padania, diamoli alla Francia che ha voluto la guerra, rivolgiamoci all’Europa.

A Trapani poi si raggiunge il paradosso; basta leggere le stare a sentire Mimmo Turano: “sconti a nessuno, noi non stiamo col governo regionale e neanche col nazionale. Ci facciano riaprire l’aeroporto e spostino la tendopoli altrove, poi ce la caviamo noi.”

di Andrea Turco

http://www.iquadernidelora.it/articolo.php?id=93



A ROMA, A ROMA! Lombardo e la giunta protestano domani davanti Palazzo Chigi.



Il Governatore siciliano non invitato al Consiglio dei Ministri, dove si discuterà dell'emergenza Lampedusa. Domani riunione all'aperto con tutti gli assessori per protestare contro l'esecutivo. Gianfranco Miccichè critico: "Il Presidente sta facendo un po' di terrorismo".

Raffaele LombardoStamattina Raffaele Lombardo aveva annunciato a tutti che domani si sarebbe seduto al tavolo del Governo nazionale, per discutere dei provvedimenti da adottare in relazione alla grave situazione di Lampedusa. Un invito, quello al presidente siciliano, legittimo e obbligatorio, perchè, come sottolineava lui stesso, "è sancito dallo Statuto Autonomo regionale". La legge in effetti è chara: quando a Roma si discute di affari siciliani deve per forza essere presente il Governatore regionale in carica. Logico quindi che Lombardo si aspettasse di sedere domattina tra Berlusconi eMaroni, tra Romano ed Alfano.

Ed invece quella che doveva essere la sua sedia, alla fine rimarrà vuota. L'esecutivo infatti non ha ritenuto opportuno convocare anche il presidente della Regione Sicilia nonostante domani al tavolo del Governo si discuterà anche, e forse soprattutto, della situazione di Lampedusa.

Ma Lombardo non ci sta. Domattina sarà a Roma, seguito a ruota da tutti gli assessori della sua quarta ed ultima giunta. Il governo regionale si recherà quindi davanti Palazzo Chigi e li si riunirà sulla pubblica piazza negli stessi momenti in cui si terrà il Consiglio dei Ministri. "Avevamo chiesto - afferma una nota della Regione - alcuni provvedimenti per alleviare lo stato di crisi umanitaria ed economica che la Sicilia, e Lampedusa per prima, sta subendo dall'ondata migratoria proveniente dal nord - Africa".

Ad appoggiare il singolare metodo di protesta della Giunta Lombardo è subito intervenuto Giampiero D'Alia, presidente del gruppo Udc al Senato. "E' grave - ha dichiarato il coordinatore siciliano del partito di Casini - che l'esecutivo nazionale non abbia invitato Lombardo a partecipare al Consiglio dei Ministri in cui si dovrenno prendere delle importanti decisioni sull'emergenza immigrazione. Speriamo che il governo nazionale recuperi lucidità prima di trasformare l'intero paese in una grande tendopoli".
Gianfranco Miccichè
Di segno nettamente opposto le dichiarazioni di Gianfranco Miccichè. Ieri, sul suo blog, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio aveva sparato bordate colossali contro i clandestini (leggi l'articolo). Oggi si è espresso invece su Lombardo. "Il presidente della Regione - ha dichiarato il leader di Forza del Sud - sta facendo un po' di terrorismo. Spero in buona fede ma mi sembra difficile".

http://www.iquadernidelora.it/articolo.php?id=95



Risveglio da "Il Padrino" per gli studenti Cavallo morto in Viale delle Scienze.


Da questa notte la carcassa dell'animale è abbandonata proprio davanti l'entrata dell'Università


Traumatico ingresso, stamattina, per gli studenti dell’università diPalermo. In via Basile, poco sotto l’ingresso dell’entrata centrale di viale delle scienze, staziona da più di 12 ore, ormai, la carcassa di un cavallo morto.

Tutto è avvenuto ieri notte: sono circa le 22 e 50, quando viaErnesto Basile si trasforma, in un ippodromo per la solita – ormai capita quasi ogni week end - corsa clandestina di cavalli. Lo scenario è sempre quello: una trentina di scooter circondano i 2 cavalli, con tanto di carretti, in gara; le urla e gli schiamazzi attirano l’attenzione degli abitanti della zona.

Ma alla fermata del semaforo l’incidente: il primo cavallo evita l’auto che aspetta il verde, il secondo invece la centra in pieno e stramazza al suolo. È il caos: il gruppo che fa parte della corsa, composto da almeno una cinquantina di facce giovani, blocca il traffico in entrambe le corsie; poi tutti provano inutilmente a fare rialzare l’equino, poco più di un pony; quindi lo trascinano sul marciapiede e lì crudelmente lo lasciano. Il “fantino” invece viene caricato ancora ferito su un’auto e portato via.

La polizia arriva tardi e c’è il tempo per il liberi - tutti. I poliziotti si limitano a stazionare davanti la carogna e non allontanano i curiosi.


Stamattina il caso passa nelle mani dei carabinieri. I resti dell’animale però sono rimasti ancora lì, ad attirare l’attenzione dei passanti. La decomposizione incombe e la carcassa comincia a puzzare.

Sembrerebbe un caso limite, ma non è neanche la prima volta che avviene un incidente simile. Nella stessa zona addirittura: l’anno scorso un caso analogo aveva attirato l’ attenzione delle forze dell’ordine, e il 23 febbraio, come si legge anche sul sito della questura di Palermo, un blitz della polizia aveva bloccato l’ennesima corsa, risparmiando forse la vita a qualche cavallo.

Di Andrea Turco

http://www.iquadernidelora.it/articolo.php?id=86