mercoledì 19 settembre 2012

La parola "pedofilia" entra nel codice penale. Senato ratifica Lanzarote.


(AGI) - Roma, 19 set. - L'aula del Senato ha approvato all'unanimita' la ratifica della Convenzione per la protezione di minori contro lo sfruttamento e l'abuso sessuale, firmata a Lanzarote nel 2007. Dopo sei letture e' legge. Introduce nel nostro codice penale la parola 'pedofilia' (art.414 bis).
Inoltre disciplina anche i casi di grooming (adescamento attraverso internet) e di turismo sessuale.
"La ratifica e' una buona notizia per tutti i minori che vivono nel nostro Paese.
Si tratta di un'arma in piu' per contrastare gravi violazioni come l'abuso e lo sfruttamento sessuale", ha osservato Vincenzo Spadafora, autorita' Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza. La Convenzione di Lanzarote risponde alla necessita' riscontrata dal Consiglio d'Europa (Coe) di elaborare nuovi strumenti vincolanti per gli Stati del Coe per il contrasto allo sfruttamento e all'abuso sessuale dei minori.
La Convenzione e' stata adottata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa il 12 luglio 2007 e aperta alla firma il 25 ottobre dello stesso anno a Lanzarote. Allo stato attuale, il testo e' stato sottoscritto da 41 Stati membri del Coe, tra cui l'Italia, che l'ha sottoscritta il 7 novembre 2007.
Il disegno di legge italiano che recepisce le disposizioni della Convenzione prevede l'introduzione nel codice penale dell'articolo 414-bis ('Pedofilia e pedopornografia culturale') che punisce con la reclusione da tre a cinque anni chiunque, con qualsiasi mezzo, anche telematico, e con qualsiasi forma di espressione, istighi a commettere reati di prostituzione minorile, pornografia minorile e detenzione di materiale pedopornografico, di violenza sessuale nei confronti di bambini e di corruzione di minore.
Stessa pena per chi "pubblicamente fa apologia di questi delitti".


Alla faccia di chi, durante il famigerato governo Berlusconi, voleva inserire l'emendamento 1707: “Niente obbligo di arresto per chi verrà sorpreso a compiere violenze sessuali di LIEVE ENTITA’ verso minori”. 
I firmatari della legge: Gasparri (PdL), Bricolo (Lega), Quagliariello (PdL), Centaro (PdL), Berselli (PdL), Mazzatorta (Lega), Divina (Lega). E sappiamo benissimo chi volevano proteggere.
Cetta.

A San Marino riciclaggio, corruzione e controllo del voto made in camorra. - Chiara Pracchi

Giuseppe Setola


La prima Commissione d'inchiesta antimafia della Repubblica del Titano ha messo nero su bianco gli stretti legami tra i clan della criminalità organizzata campana e alcuni personaggi di spicco dello Stato autonomo, per un vorticoso giro d'affari improntato a ripulire denaro sporco con le speculazioni edilizie.

Rapporti con la camorra ai più alti livelli politici, speculazioni edilizie, conflitti d’interesse, corruzione dilagante e persino controllo del voto. E’ questo lo scenario delineato dalla prima Commissione d’inchiesta antimafia della Repubblica di San Marino. Una Commissione che si era resa necessaria dopo che nel settembre del 2011, la Procura distrettuale di Napoli aveva rivelato i canali del riciclaggio che dal clan Stolder (ma non solo) portavano al centro della Repubblica.
Artefice delle operazioni di riciclaggio è Francesco Vallefuoco, un uomo che, secondo le intercettazioni riportate nell’ ordinanza Staffa, si vanta di stare “in pace con tutti” (inteso i clan campani) e di aver ospitato sul Titano Giuseppe Setola all’indomani della strage di Castel Volturno. Di sé dice che non gli “devono mai cercare di fare droga e mai cercare di fare prostituzione, il resto … – chiosa – faccio le cose che sono bravo a fare … cioè sto in mezzo alla strada”. Stare in mezzo alla strada significa gestire contatti, elaborare alleanze, assorbire imprese e – ovviamente – riscuotere crediti. Sia nei dintorni di Rimini, dove il suo piccolo esercito di picchiatori è composto da 45 elementi, che nel resto d’Italia.
Altro cardine intorno al quale ruotano tutte le operazioni, è l’avvocato sammarinese Livio Bacciocchi, dominus della finanziaria Fincapital, nonché uno dei principali costruttori della Repubblica (le sue imprese sono arrivate ad avere 52 cantieri aperti in contemporanea, con gli immobili ancora da vendere). Il metodo messo in piedi da Vallefuoco e Bacciocchi era relativamente semplice: si consegnavano assegni post datati e non intestati, che venivano portati allo sconto dalla banca, che in cambio elargiva contante o emetteva assegni circolari. Un sistema che sembra funzionare fino al 2008, quando una serie di equilibri incominciano a scricchiolare: il settore edilizio, su cui aveva puntato l’economia sammarinese, entra in crisi e con il varo dello scudo fiscale in Italia, gli istituti di credito chiedono ai clienti di rientrare.
In politica circola aria di avvicendamento e il sodalizio criminale decide di non farsi trovare impreparato, perché, come spiega Francesco Vallefuoco “a noi interessa che non s’inceppa il meccanismo”. Così, per assicurare continuità agli investimenti, Vallefuoco affianca a quello che viene ritenuto il suo primo interlocutore, il socialista Fiorenzo Stolfi, più volte Segretario di Stato, il più promettente democristiano Gabriele Gatti, anch’esso Segretario di Stato e eletto ininterrottamente al Consiglio Grande e Generale dal 1978.
“Dei rapporti tra Fincapital, Livio Bacciocchi, Francesco Vallefuoco, Fiorenzo Stolfi e Gabriele Gatti si trova riscontro in numerosi documenti e nelle parole di diversi testimoni – sostengono i Commissari – Gli elementi a disposizione sono precisi e concordanti nei dettagli e nei particolari, tali da tracciare un profilo di responsabilità politica a carico di Fiorenzo Stolfi e Gabriele Gatti”.
Non solo i due ex Segretari di Stato. I politici erano di casa alla Fincapital, dove potevano presentarsi anche senza appuntamento e dove un ascensore li portava direttamente dal garage all’ufficio di Bacciocchi. Frequentare la Fincapital non era reato, ammettono i Commissari che però biasimano la processione dei politici. Fra questi il consigliere democristiano Clelio Galassi e il Segretario di Stato alla Sanità Claudio Podeschi. Ma anche uomini che hanno ricoperto vari incarichi per le Segreterie di Stato come Moreno Benedettini, accusato di aver ritirato una tangente da 50 mila euro per Antonello Bacciocchi, Segretario di Stato al Lavoro.
La figura di Benedettini, che di Vallefuoco diventa promotore finanziario e procacciatore d’affari, merita di essere analizzata attraverso le intercettazioni che compaiono nell’indagine Staffa, per mettere in evidenza l’acquiescenza totale mostrata dai sammarinese di fronte al camorrista: dall’Audi A6 sulla quale stava viaggiando, Vallefuoco ordina a Benedettini di andare a comprare una nuova sim telefonica, con il documento di qualcun altro. Quindi di comunicare a lui il nuovo numero perché, tramite le sue conoscenze possa farlo cancellare dal terminale. “lo faccio cancellare dal terminale e tu fai quel cazzo che vuoi tu. Il numero è inesistente” assicura. I due si salutano al grido di “Ciao puttana”.
Le smentite a quanto pubblicato nella relazione della Commissione non hanno tardato ad arrivare. Gabriele Gatti ha già annunciato denuncia penale e civile sia per i testi ascoltati dalla Commissione che per i Commissari stessi. Critiche sono arrivate anche dalla stampa locale che ha giudicato insufficiente il metodo d’inchiesta, condotto prevalentemente attraverso la raccolta di testimonianza (non sempre concordi).
Al di là dell’accertamento delle singole responsabilità, la relazione risulta estremamente importante per il quadro di opacità che delinea: il “furore edificatorio” al quale è stato sacrificato buona parte del territorio della Repubblica – scrivono i Commissari – ha portato alla nascita di “strani” cantieri, facenti capo sempre agli stessi soggetti economici, con la creazione di monopoli, la partecipazione agli utili di soggetti politici che dovevano concedere le autorizzazioni e l’arrivo di manovalanza dal sud Italia per i subappalti.
Totale la corruzione in materia di sicurezza sul lavoro, dove sembra essere stata prassi la corresponsione di un mensile ai funzionari pubblici per evitare le ispezioni sui cantieri. Ed infine incredibile appare la pratica di controllare il voto alle elezioni generali: le persone vincolate da un patto di interesse erano tenute ad esprimere 5 preferenze all’interno di uno stesso schieramento e una sesta completamente estranea per riuscire facilmente individuabili.

Il ministro Cancellieri: “Recuperare i 98 miliardi delle slot per sicurezza e ricerca”.

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La responsabile del Viminale in un'intervista al Secolo XIX spiega che vorrebbe che i soldi della super-multa alle concessionarie dei giochi d'azzardo fossero destinati anche al controllo del territorio. "La sicurezza è uno di quei comparti che va sostenuto. Nessuno prova gusto a tagliare. Facciamo i conti con le possibilità che abbiamo".


Recuperare i 98 miliardi contestati alle concessionarie di slot machine per destinarli a “ricerca e sicurezza”. Il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, in un’intervista al Secolo XIX affronta il tema della sicurezza in tempi di tagli e mancanza di fondi: “Porterò il caso in Consiglio dei ministri”. Perché come sempre la questione è economica e lo è in particolare, secondo la responsabile del Viminale, per affrontare un “tema forte come quello della sicurezza”. Che tra tensioni sociali, criminalità organizzata e terrorismo – “c’è attenzione, ma non allarme” – è un tema sempre all’ordine del giorno.
“La sicurezza è uno di quei comparti che va sostenuto. Su questo – assicura Cancellieri – la squadra di governo è coesa… Certo che se mancano le risorse… Nessuno prova gusto a tagliare. Facciamo i conti con le possibilità che abbiamo”. Che sono poche viste le lamentele delle forze dell’ordine per la carenza di mezzi e organici: “Nonostante le difficoltà economiche stiamo cercando di alzare la soglia del turn over. Era stata fissata al 20% stiamo cercando di portarla al 50%”.
La proposta di far assorbire il personale in esubero alle Province tra gli amministrativi delle forze dell’ordine e quindi mettere su strada più agenti sembra una chimera: “Il problema non è il personale. Il problema è sempre lo stesso le risorse economiche. Ripeto, però operazioni importanti di cambiamento, che vanno demandate a chi ha avuto un mandato popolare proprio perché modificano l’assetto sul territorio”. E quindi anche la possibile fusione dei corpi di polizia è un argomento che, per ora, deve rimanere nelle ipotesi: “E’ qualcosa che dovrà affrontare il nuovo governo. Sono riforme epocali. Ci vuole un mandato popolare che questo governo non ha. E’ un governo tecnico chiamato ad affrontare varie questioni, ma su temi così grossi ci vuole un mandato popolare che noi non abbiamo”.  
Per la Cancellieri non ci si deve arrende alle lobby delle slot machine. L’atteggiamento del ministro, al riguardo, vorrebbe essere di prevenzione piuttosto che di repressione: “Le sale sono molto controllate dalla Guardia di Finanza, ma il lavoro da fare è culturale. Come per il fumo“La ludopatia è una malattia sociale, specie in tempi di crisi, e crea dipendenza. Ma ci sono anche i giochi on line. Incontrollabili. La mia impostazione liberal mi fa scegliere la prevenzione, come per le sigarette, più che la repressione”. Durante l’approvazione del decreto Balduzzi, ha aggiunto il ministro, la “discussione è stata molto complessa. Si è cercato di evitare nuove licenze. Proprio perché è un tema che tocca la salute mentale delle persone”. Quindi nessuna “crociata” come fa il collega e ministro della Salute Renato Balduzzi. Ma con le slot anche lo Stato ci guadagna: “In tempi di crisi – osserva il ministro – la gente gioca di meno. Con meno introiti. Dobbiamo cercare di fermare la situazione, ma tornare indietro è complicato”. 
Ieri nel capoluogo ligure è stato firmato un protocollo per l’istituzione della “Stazione unica appaltante“. Un’azione che, partendo dalla Liguria, vigilerà sulla trasparenza e la correttezza negli appalti, soprattutto delle grandi opere, terreno fertile per criminalità organizzata: “Un passo importantissimo che parte dalla Liguria e che significa massima trasparenza, correttezza e velocità negli appalti pubblici. Con persone che si occuperanno di vigilare e controllare chi partecipa”. In attesa delle white list: “Speriamo di arrivarci. Una sorta di elenco di aziende virtuose che garantiscono onestà e correttezza”. 

Carissima ministro, i soldi si possono recuperare per fare tutto e non sono solo i 98 miliardi - mica bruscolini - delle slot, ci sono anche quelli dei grandi evasori, ci sono quelli che spendete inappropriatamente e smisuratamente voi al governo, ci sono quelli che potreste recuperare facendo pagare il dovuto alla chiesa cattolica, ci sono quelli che si vanno perdendo nei mille rigagnoli della vostra corruzione....
Per la destinazione, poi, sarebbe meglio che pensaste a ridare una struttura a questa nazione martoriata da governi di eletti e non. Il resto viene da se. Quello che già entra nelle casse dello Stato è un fiume in piena che voi disperdete in inutilità che non servono certo al cittadino contribuente, ma solo alla vostra alterigia e prosopopea. 
Sono convinta che da soli ci sapremmo amministrare meglio di quanto non facciate voi dall'alto dell carica della quale vi siete appropriati con tanto di millantata capacità!
Siete solo degli incapaci!
Ma poi, perchè destinarli alla sicurezza? Noi non abbiamo nulla da temere, gli unici ostacoli alla nostra crescita siete voi! La nostra paura siete voi!
Ma va da sè che la sua è la solita affermazione buttata a caso a mo' di presa per i fondelli - l'unica cosa che sapete fare benissimo - perchè sappiamo che non avete nessuna intenzione di andare a mettere le mani in situazioni che vi appaiono pericolose per la vostra incolumità.
Cetta.

RIVOLUZIONE SCOLASTICA (GOVERNO MONTI) - Fabio Lorenzini



Quando ho postato la "RIFORMA SCOLASTICA 5 STELLE" non avrei mai pensato di suscitare tanto interesse. Se un Paese ha fallito o sta fallendo sicuramente la scuola ha delle responsabilità e io con il mio post lo ho voluto evidenziare. Tutto mi sarei aspettato: critiche, commenti, voti e altro, ma non una risposta così veloce e veemente dal governo in carica. Leggo sul quotidiano "IL MESSAGGERO" che il governo si appresta a proporre un disegno di legge per una rivoluzione scolastica. Essa consiste nell'anticipare a 5 anni l'iscrizione alla prima elementare e fare due blocchi di 5 anni (elementari e medie) e un biennio per le superiori che poi consentirebbe l'accesso all'università. Il governo ha pensato bene di mettersi in linea, con questo progetto, con gli altri Paesi europei: Grecia, Spagna, Portogallo (che sono fallite o sono rischio fallimento) e Gran Bretagna (che ha grossi problemi educativi). Questa rivoluzione consentirebbe ai nostri ragazzi di uscire dalla scuola in coincidenza con la maggiore età, cioè a 18 anni. GIUSTO O SBAGLIATO? Il mio pensiero va soprattutto ai bambini di 5 anni, secondo me troppo piccoli, perchè essi si devono dedicare all'apprendimento sensoriale. Infatti nella mia proposta si proponeva di cominciare a 7 anni, quando il bambino ha acquisito il 93% dell'attenzione, quindi pronto a ricevere carichi didattici. Nel 2003 con la riforma Moratti l'iscrizione alla elementare era stata abbassata a 5 anni e 4 mesi ed erano state inserite l'inglese e l'informatica portando le materie didattiche a 10, solo nel 1990 erano solo tre (italiano, matematica e retorica). Gli ultimi dati del Ministero dell'Istruzione, diramati a marzo, sull'andamento della scuola anno 2011, rilevava che le disabilità nella scuola in 10 anni erano cresciute del 100%, il 70% di casi sono DSA (disturbo specifico dell'apprendimento o disturbo dell'attenzione). Sarebbe importante che voi tutti vi informaste su i casi di DSA, perchè la maggior parte sono bambini normali che percepiscono la pensione d'invalidità e viene rishiesta l'insegnante di sostegno, con un costo di 5, 6 miliardi l'anno. Questo è un problema che si sta allargando a macchia d'olio, ogni anno vengono segnalti più di 30000 casi dalla scuola, poi solo 10000 accettano di essere certificati dalle USL. In risposta a questo fenomeno ci sono due correnti diverse di pensiero: 1) L'inserimento a scuola in età prematura e carichi didattici esagerati (10 materie). 2) Gli operatori della scuola contrari allla riforma Moratti, hanno iniziato a segnalare tutti i bambini vivaci che secondo loro non erano pronti per la scuola. La seconda teoria penso che si possa scartare, non crederei mai che un docente per ribellione faccia una cosa del genere. La prima la vedo più credibile e se fosse così, quanti saranno i DSA in futuro? Sulla proposta di spostare il biennio superiore alle medie, penso che possiamo essere d'accordo, essendo scuola obbligatoria. Da questa proposta intravedo una società malata di adultismo, essa non vede nel fanciullo se non l'uomo di domani che deve consumare e non attribuisce alcuna importanza all'infanzia andando contro i principi pedagogici e formativi dei bambini. Sarebbe importante partecipare a questo dibattito e se foste contrari alla proposta del governo di votare la "RIFORMA SCOLASTICA 5 STELLE". Un saluto Fabio Lorenzini

http://www.beppegrillo.it/listeciviche/forum/2012/09/rivoluzione-scolastica-governo-monti.html


Il problema, a mio giudizio, è molto più vasto e va affrontato alla radice. E non credo che tutto dipenda da quanti anni si debba disporre per l'insegnamento delle varie fasi delle discipline scolastiche
Per quanto riguarda il problema dell'apprendimento, molto dipende dall'ambiente in cui si vive. E' naturale che un bambino che vive in un ambiente sano, con genitori disponibili e responsabili, possa avere una capacità di apprendimento maggiore rispetto ad un bambino che viene abbandonato a se stesso o buttato davanti al televisore o, peggio ancora, buttato in strada alla mercè tutto il bene o il male che ne possa derivare. E' chiaro che il secondo necessiti di una maggiore attenzione da parte del docente e, pertanto, bisognerebbe ripristinare e dare maggiore risalto alla figura dell'insegnate di sostegno.
Molto dipende anche dai metodi di insegnamento, sappiamo tutti che esistono insegnanti capaci dei quali ci si ricorda durante tutto l'arco della vita con riconoscenza, e c'è tutto il contrario. 
Se non correggiamo gli errori, è anche inutile procedere con una riforma scolastica. 
A mio giudizio il primo fondamentale passo sarebbe quello di ridurre il numero dei discenti per ogni classe, che dovrebbe essere di 15 o, al massimo, 20 per dar modo all'insegnante di seguirli com maggiore attenzione. 
Importantissimo è l'inserimento dell'insegnate di sostegno là dove necessita per i motivi più su elencati.
L'altro passo potrebbe essere quello di una più attenta selezione degli insegnanti.
Il resto lo lascerei così com'è.

Cetta.

Il nuovo logo della regione Lazio.



CASO FIORITO E SPESE FOLLI IN REGIONE LAZIO 
Mentre la "dama in bianco" Renata Polverini dal pulpito del Consiglio Regionale si arrampica sui vetri,minaccia dimissioni e propone tagli da 28mln per il 2013...in un altroquando viene presentato il nuovo Logo della Regione Lazio...


https://www.facebook.com/photo.php?fbid=442312392473650&set=a.308491015855789.67982.308275715877319&type=1&theater

Raffaele Lombardo candida il figlio Toti: sarà lui il nuovo trota?

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Un “trota” anche in SiciliaRaffaele Lombardo infatti ha deciso di lasciare un erede in politica. Si tratta del figlio Toti, studente universitario di 23 anni, che sarà candidato alle prossime elezioni regionali con la lista dell’'MpaToti Lombardo sostiene il candidato presidente Micciché e ha scelto lo slogan “Liberi di crederci”. Non è la prima volta che Raffaele Lombardo prova ad immettere in politica persone della sua famiglia. Basti pensare, ad esempio, che anche il fratello Angelo si è candidato alle elezioni per la Camera dei Deputati e contemporaneamente a quelle per la Regione Sicilia.

http://www.politica24.it/articolo/raffaele-lombardo-candida-il-figlio-toti-sara-lui-il-nuovo-trota/24731/

Lombardo padre candida il figlio Toti con la lista di Miccichè...che ha ammesso di essersi fatto di droghe pesanti...
Che dire.... hanno la faccia come il bronzo!



martedì 18 settembre 2012

Uranio impoverito, morto il soldato che denunciò: “Non ci pagheranno mai”.


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Salvo Cannizzo, 36 anni, senza speranza per un tumore al cervello al fattoquotidiano.it aveva raccontato la sua battaglia per denunciare “la condizione di duemila militari in Italia, abbandonati dallo Stato, ammalati senza che gli venga riconosciuto lo stato di servizio”. Oggi i funerali a Catania.

Al fattoquotidiano.it, poco meno di due mesi fa, raccontò la sua storia e ribadì la sua certezza: che lui e i suoi compagni in divisa sarebbero morti tutti a causa dell’uranio impoverito presente nelle bombe che gli americani avevano disseminato in Kosovo. E così è stato: il militare catanese Salvo Cannizzo, 36 anni, con una lunga esperienza sul fronte, è stato ucciso da un tumore al al cervello. Il soldato, che per un periodo aveva smesso di curarsi, aveva deciso di dedicare il tempo che gli rimaneva a denunciare “la condizione di duemila militari in Italia, abbandonati dallo Stato, ammalati senza che gli venga riconosciuto lo stato di servizio”. Aveva anche avviato uno sciopero della chemio, per vedere “se il ministero della Difesa ha il coraggio di lasciar morire me e gli altri duemila soldati italiani nelle mie condizioni”. Cure riprese per amore della famiglia. Anche se la rabbia che nutriva non si affievoliva mai al pensiero che “gli americani sapevano dei rischi dell’uranio, lasciando noi italiani nelle zone ad alto rischio: ho visto a Djakovica squadre trattare del semplice munizionamento con tute da “astronauti” e autorespiratori”.
Il sergente padre di tre bimbe, si era ammalato nel 2006, come altri cinque componenti della sua squadra, uno di quali già deceduto, e da tempo era costretto su una sedia a rotelle. Congedato nel 2011, dopo quattro missioni dal 1999 al 2001, percepiva, dopo una carriera di diciassette anni, una pensione di 769 euro al mese. Una miseria per lui che si riteneva vittima dell’uranio impoverito ‘assorbito’  appunto in Kosovo. Quando aveva scelto di interrompere temporaneamente le cure in quell’occasione aveva manifestato incatenandosi: “Non posso scegliere come vivere, però posso scegliere come morire”, spiegò. “A Pavia, dopo l’intervento a Milano, mi hanno dato sei mesi di vita, ma curandomi ho alcune possibilità di arrivare a tre anni. Ma chi ha i soldi per sostenere le chemio in Lombardia?”. 
Delle sue missioni ricordava bene l’ambiguità: “Erano chiamate di peace keeping: un giorno dovevamo mostrarci amici, il giorno dopo magari dovevamo disarmare una squadra dell’Uck” raccontava. Sulla guerra in Kosovo aveva un’opinione netta: “Dovevamo cacciare chi era da sempre in quei territori per far spazio ai nuovi arrivati. Una guerra ingiusta, nata solo perché una guerra gli americani dovevano farla”. Cannizzo non credeva nelle class action di militari reduci dalla guerra per ottenere il risarcimento contro i danni provocati, e mai riconosciuti, dall’uso di uranio impoverito: “So già che non ci pagheranno mai, moriremo tutti”. Oggi pomeriggio i funerali nella chiesa di San Leone a Catania. 
”Quella di Salvo Cannizzo è una storia emblematica che dimostra come lo Stato può essere sordo e insensibile anche di fronte a gesti estremi di protesta, nel tentativo di far sentire la propria voce, come quello dello sciopero della chemioterapia, messo in atto dall’ex militare nei mesi scorsi – dice il legale dell’Associazione Vittime Uranio Bruno Ciarmoli – . Ai suoi familiari vanno le nostre sentite condoglianze. Ci aspettiamo almeno adesso delle risposte concrete da parte degli organi competenti. A tal proposito dallo scorso luglio giace senza risposta alla Camera un’ interrogazione al ministro della Difesa Di Paola. Il minino che lo Stato possa fare è quello di garantire vicinanza e aiuto concreto alla famiglia di Salvo Cannizzo, costretto ad una pensione da fame. Vale la pena ricordare – conclude Ciarmoli – che in Italia sono oltre 200 i morti per possibile contaminazioneda uranio impoverito e almeno 2500 i militari o ex militari gravemente ammalati, ma si tratta di dati parziali. E’ auspicabile che anche sulle dimensioni del fenomeno venga fatta la opportuna chiarezza”.