mercoledì 19 dicembre 2012

Milano, il giudice condanna 4 banche. “Truffa sui derivati ai danni del Comune”.


Milano, il giudice condanna 4 banche. “Truffa sui derivati ai danni del Comune”


Deutsche Bank, Ubs, Jp Morgan e Depfa dovranno pagare una multa di un milione ciascuno. Confiscati 88 milioni di euro. Pene fino a 8 mesi inflitte a 9 manager. Assolto il direttore generale di Palazzo Marino all'epoca della giunta Albertini. Il pm Robledo: "Sentenza storica". Era un processo "pilota" a livello internazionale.

Il tribunale di Milano ha condannato 4 banche accusate di una truffa sui derivati ai danni del Comune di Milano. Il giudice Oscar Magi ha condannato a una pena pecuniaria di un milione di euro ciascuno Deutsche Bank, Ubs, Jp Morgan e Depfa Bank. La sentenza ha anche disposto la confisca di 88 milioni di euro ai quattro istituti di credito. I fatti contestati risalgono al 2005.
Magi ha condannato 9 imputati tra manager o ex a pene comprese tra i sei mesi e gli otto mesi e 15 giorni, e ne ha assolti quattro, come richiesto dall’accusa. I condannati sono Marco Santarcangelo e Antonia Creanza (8 mesi e 15 giorni di carcere e 90 euro di multa ciascuno), Tommaso Zibordi (7 mesi e 15 giorni e 80 euro di multa), Gaetano Bassolino (7 mesi e 70 euro di multa), Carlo Arosio, William Francis Marrone, Fulvio Molvetti e Matteo Stassano (6 mesi e 15 giorni di reclusione e 60 euro di multa), Alessandro Foti (6 mesi e 50 euro di multa).  Tra gli imputati assolti due funzionari delle banche, Simone Rondelli (JP Morgan) e Francesco Rossi Ferrini (JP Morgan), e Mario Mauri e Giorgio Porta, rispettivamente all’epoca dei fatti consulente e dirigente del comune sotto la giunta Albertini. Gli istituti sono stati condannati per la violazione della legge 231 del 2001, quella che dispone la responsabilità amministrativa delle aziende per reati commessi dai propri dipendenti. Si conclude così uno dei primi processi a livello internazionale con al centro i derivati. In caso di condanne e assoluzioni il giudice ha accolto le richieste della stessa Procura.
Secondo la Procura, il Comune di Milano sarebbe stato raggirato dalle quattro banche che avrebbero fornito cattive informazioni all’amministrazione comunale in relazione ai contratti stipulati. L’oggetto del processo è uno swap trentennale stipulato nel 2005 su un bond bullet da 1,68 miliardi di euro con scadenza nel 2035.
Una perizia disposta dal giudice Magi aveva stabilito, lo scorso maggio, che le banche, in sostanza, avrebbero male informato il Comune, il quale però avrebbe avuto fretta di concludere l’operazione. Il pm nella sua requisitoria aveva parlato di “aggressione alla comunità per l’opacità dell’operazione”. Lo scorso 21 marzo, invece, il giudice aveva deciso il dissequestro di 108 milioni di euro, sequestrati alle banche in fase di indagini, anche sulla base dell’accordo transattivo raggiunto nei mesi scorsi tra Comune e istituti di credito che porterà nelle casse dell’amministrazione oltre 400 milioni di euro nel giro di alcuni anni. Unica parte civile è l’associazione dei consumatori Adusbef che riceverà 50 milioni di lire di risarcimento.
Il giudice Oscar Magi ha trasmesso alla procura gli atti del processo sui derivati in relazione alla posizione di Angela Casiraghi, ex dirigente a capo del settore finanza del comune di Milano, “in ordine al reato di falsa testimonianza”. La donna condusse le trattative per conto di palazzo Marino con le banche. La Casiraghi era stata sentita sia in fase di indagini che nel corso del processo e la presunta falsa testimonianza farebbe riferimento ad alcune sue affermazioni rese da teste nel dibattimento.
Il procuratore Robledo parla di “sentenza storica, perché è stato riconosciuto il principio fondamentale che ci deve essere trasparenza da parte delle banche nel contrattare con la pubblica amministrazione”.
”Deutsche Bank rimane convinta di avere agito correttamente, come pure i suoi dipendenti. La banca intende, quindi, ricorrere in appello confidando in una risoluzione positiva del processo”. E’ quanto fa sapere l’istituto di credito in una nota diffusa dopo la lettura del dispositivo. Dello stesso avviso anche Ubs e Jp. Sul processo, in ogni caso, incombe anche il rischio prescrizione, “tagliola” che, per la prima parte delle operazioni, potrebbe scattare già da metà gennaio prossimo.

Cavoli e broccoli per annichilire le cellule della leucemia, ecco lo studio.

Cavoli e broccoli per annichilire le cellule della leucemia, ecco lo studio

Per annientare le cellule della leucemia occorrerebbe  consumare broccoli,  cavoli o  cavoletti di Bruxelles. Il merito sarebbe di una particolare sostanza contenuta proprio in tali ortaggi. A sottolinearlo uno studio condotto dagli scienziati  del Baylor College of Medicine e illustrato dalle pagine di Plos One.
Lo studio è stato in grado di far constatare che, se si provvede ad incubare la sostanza denominata  sulfarofano con le cellule della leucemia linfoblastica acuta, le cellule cancerogene  vengono annientate. Gli studiosi hanno precisato, inoltre, che la  sostanza non produce effetti  sulle cellule sane.

http://www.capannorinews.info/2012/12/19/cavoli-e-broccoli-per-annichilire-le-cellule-della-leucemia-ecco-lo-studio/

Instagram fa marcia indietro: non venderà le foto degli utenti.


Instagram

Di fronte alle proteste degli utenti per le nuove regole sulla privacy e alla possibilità di vendere le foto della community alla pubblicità, Instagram fa una marcia indietro. ''Modificheremo parti delle nuove regole per spiegare meglio cosa succederà alle vostre foto e faremo di più per rispondere ai vostri dubbi ed eliminare la confusione'', spiega sul blog della società Kevin Systrom, co-fondatore dell'app-social network da 100 milioni di utenti di proprietà di Facebook. 

Proprio ieri Instagram aveva annunciato nuove regole sulla privacy e sui termini di servizio a partire dal 16 gennaio, tra cui un maggiore interscambio del database degli utenti con la casa madre Facebook e i suoi affiliati; ma soprattutto, la novità che aveva scatenato le proteste della community era la possibilità di usare gli scatti postati per ''contenuti sponsorizzati, a pagamento o promozioni'', ovviamente senza compenso.
 "Allarme! A tutti coloro che sono su Instagram, rileggete le nuove condizioni di utilizzazione. Le vostre foto corrono rischi", scrive su Twitter @ElvisLewela da Nairobi, in Kenya. "Amo Instagram, ma queste nuove condizioni di utilizzazione sono ridicole", afferma @Danbo12, dal Regno Unito. Altri hanno annunciato di voler chiudere il loro account, come @Katelyn13Hill, che vive in Canada: "Bye, bye Instagram, non voglio essere utilizzato come spot senza il mio permesso".
''Non vogliamo vendere le vostre foto o usare per le pubblicita''', spiega chiaramente Systrom sul blog aggiungendo che ''nulla è cambiato sul controllo che gli utenti hanno delle foto'' e che ''gli utenti hanno la proprietà degli scatti e Instagram non la reclamera'''. 

Infine, Systrom si rivolge alla community di Instagram: ''Sono grato per il vostro feedback. Dobbiamo essere chiari sui cambiamenti che mettiamo in atto, è una nostra responsabilità nei confronti della community. Uno dei motivi per cui queste regole non entrano in vigore da subito, ma tra 30 giorni, è che volevano tutti potessero sollevare dei dubbi. Grazie perchè ci aiutate a rendere Instagram una community di cui tutti possiamo essere orgogliosi''.

martedì 18 dicembre 2012

Lombardia, finanza in cliniche e in Regione, indagato presidente commissione Senato.



Indagine sulle convenzioni concesse dal Pirellone ad alcune strutture private.

MILANO - Il presidente della Commissione Sanita' del Senato, Antonio Tomassini (Pdl), e' indagato nell'ambito dell'indagine sulle convenzioni concesse dalla Regione Lombardia ad alcune strutture sanitarie private. A Tomassini, secondo quanto si apprende da fonti qualificate, e' stato inviato un avviso di garanzia.
Sono in corso da parte dei finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria di Varese, su delega della Procura della Repubblica, una serie di perquisizioni domiciliari in abitazioni e uffici delle sedi di alcune cliniche convenzionate in provincia di Varese ed acquisizioni di documentazione presso l'assessorato alla sanita' della Regione Lombardia.Si ipotizzano i reati di corruzione e concussione, commessi da imprenditori che gestiscono case di cura a Varese e in Provincia, finalizzati all'ottenimento di convenzioni con la Regione Lombardia per l'attivita' sanitaria.
Anche il direttore generale sanità della Lombardia Carlo Lucchina risulta indagato nell'indagine sulle convenzioni concesse dalla Regione ad alcune cliniche private. La Guardia di Finanza, secondo quanto si apprende, avrebbe effettuato questa mattina una serie di perquisizioni nella sua abitazione e negli uffici di Milano. I reati ipotizzati nei confronti dei diversi indagati sono, a vario titolo, concussione e corruzione.
I provvedimenti emessi dalla Procura di Varese - spiegano i finanzieri - sono destinati a consulenti e persone di fiducia di riferimento di politici che intermediavano tra le cliniche private e gli enti locali, amministratori di fatto delle cliniche interessate e i vertici della sanita' lombarda.
Le indagini scaturiscono, spiega la Guardia di Finanza, da inchieste gia' in corso per i reati di bancarotta fraudolenta continuata, falso, truffa ai danni dello Stato, che vedono al centro un gruppo di aziende, operanti nel settore della sanita', alberghiero ed immobiliare che avevano compiuto operazioni societarie e finanziarie concatenate per sottrarsi ai debiti nei confronti di terzi. Ora sono emersi ulteriori elementi relativi a ''gravi fatti di corruzione e concussione connessi alla concessione di convenzioni ed autorizzazioni''.

Roberto Benigni: i padri costituenti e l'articolo 1 - La più bella del mondo.




17/12/2012 Roberto Benigni cita alcuni dei nomi che hanno maggiormente contribuito alla stesura della Costituzione e alla storia del nostro Paese, per poi leggere l'Articolo 1 della Repubblica italiana.

Palermo, crollano due palazzine: quattro morti e sette feriti.



Sul posto, per tutta la notte, c'è stato il sindaco di Palermo Orlando che ha cercato una sistemazione per i senza tetto. La Procura ha aperto un’inchiesta; da mesi si sentivano rumori. Solo il tempestivo intervento dei pompieri ha impedito che ci fossero più vittime.


Rumori sinistri e l’allargarsi delle fessure sulle pareti che da mesi facevano temere il peggio. Poi la chiamata ai Vigili del fuoco, che si sono accorti subito della gravità della situazione. L’ordine di evacuazione per gli abitanti di due palazzine di via Bagolino, strada di case popolari nel quartiere dei cantieri navali di Palermo, è arrivato immediatamente. Ma non tutti ce l’hanno fatta. Erano da poco passate le 23.30. 
Gli edifici si sono sbriciolati prima che tutti gli abitanti riuscissero a uscire. In quattro sono rimasti sotto le macerie: il cadavere di un uomo di 82 anni, Ignazio Accardi, è stato individuato schiacciato da una trave, Antonino Cinà, 54 anni è stato estratto morto questa mattina all’alba. La terza vittima è stata estratta poco dopo le 10.30: si tratta di Maria La Mattina, 80 anni moglie di Accardi.  E’ stata trovata morta anche Elena Trapani, 74 anni, estratta senza vita poco dopo le 15. Sono sette i feriti. Un’intera famiglia si trova all’ospedale Civico. Il marito di 48 anni, la moglie di 35 anni e la bambina di sette anni. A quest’ultima i medici hanno suturato una ferita all’occhio. La moglie invece è rimasta ferita alla gamba. Il marito è in osservazione dopo un trauma cranico. Altri quattro sono rimasti intossicati dalle polveri prodotte dalle macerie. Due bambini e un uomo di 35 anni e una donna di 32 anni, ma sono stati soccorsi dal personale del 118. C’è anche un superstite: un cagnolino. E’ stato estratto dalle macerie dai vigili del fuoco che lo hanno anche accarezzato lungamente per tranquillizzarlo. Il cane sta bene. Continua intanto, incessante, il lavoro dei soccorritori tra le macerie.  Si scava anche con le mani. 
Nei due edifici vivevano otto famiglie. Da tempo, dopo la costruzione di una struttura prefabbricata all’ultimo piano di uno dei due immobili, si sentivano strani scricchiolii e più di una crepa si era formata sui muri. “Oggi i rumori ci hanno fatto preoccupare più del solito e abbiamo chiamato i vigili del fuoco, che ci hanno fatto immediatamente sgomberare – racconta una delle superstiti, Giuseppina Ferrara -. Qualche minuto dopo è venuto giù tutto. Il palazzo si è sbriciolato e ha trascinato con se anche quello vicino”. Accardi e la moglie, invece, erano affacciati al balcone e non sono riusciti a fuggire. I vicini di casa hanno visto le mura crollare e inghiottire i due anziani. “Non è giusto morire così’”, dice il figlio della coppia avvertito dai vigili del fuoco. E solo grazie all’intervento tempestivo dei pompieri si è evitato che il bilancio del crollo fosse ancora più drammatico. La macchina dei soccorsi è stata efficientissima con grande impiego di mezzi e uomini: dai vigili urbani, alla polizia, ai carabinieri, al 118 e alla protezione civile. Le ricerche dei dispersi non si fermano: un sonda tenta di captare eventuali suoni sotto le macerie e i cani del nucleo cinofilo sono pronti a intervenire, ma le speranze che i due siano vivi sono poche. Sul posto, per tutta la notte, c’è stato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando che ha cercato una sistemazione per i senza tetto. Sul crollo è stata aperta un’inchiesta per disastro colposo: sarà la magistratura ad accertare le cause del cedimento. Il sostituto procuratore Marzia Sabella è sul posto per coordinare i primi rilievi. “La tragedia poteva anche essere peggiore – dice il primo cittadino – perché il crollo è avvenuto proprio durante l’evacuazione”.
“Le palazzine sono crollate davanti ai nostri occhi. E’ stato terribile. Eravamo affacciati al balcone per vedere come procedeva l’evacuazione di uno dei due edifici, quando all’improvviso c’è stato un boato, sembrava ci fosse il terremoto. Subito dopo abbiamo visto tanta polvere e la tragedia”. La signora Maria B. ha ancora il terrore dipinto sul viso. Per tutta la notte è rimasta in via Bagolino per assistere a quanto accaduto. Accanto a lei c’è un signore, Luciano G., anche lui scosso per quanto accaduto. “Ero seduto sul divano con mia moglie – racconta con la voce tremante – sentivo strani rumori che provenivano da fuori, ma mia moglie mi diceva di andare a letto. Mi sono affacciato a all’improvviso è caduto tutto”.
“Spero che sotto i calcinacci si sia creato un vuoto e mia madre si sia salvata” dice Antonino Accardi il figlio di Ignazio, l’anziano di 82 anni il cui cadavere è stato recuperato, e di Maria La Mattina 80 anni, che risulta ancora dispersa. Antonino Accardi racconta che la palazzina negli ultimi tempi presentava dei segnali preoccupanti di un possibile cedimento, come la deformazione dei pavimenti e dei muri. “Già mia madre - ha detto- aveva difficoltà a chiudere le porte”. Tra i testimoni presenti sul luogo dopo il crollo Gaspare Camarrone, che abita accanto agli edifici crollati e racconta di aver visto uscire dalle macerie un vigile del fuoco con in braccio una bambina, trasportata all’ospedale di Villa Sofia, dov’è in buone condizioni. Parla anche una signora che vive nella palazzina attigua a quelle rovinate e rimasta miracolosamente in piedi. “Stavo tornando a casa e sono stata investita da una nuvola di polvere – racconta – fortunatamente della nostra palazzina si sono salvati tutti ma ora, secondo i vigili, la casa è inagibile perché si è lievemente inclinata”. 

DRAMMA NEL CUORE DI PALERMO “ESPLODE BOMBOLA”, CROLLA PALAZZINA.


crollo palazzina palermo
Terribile incidente nel cuore di Palermo. Nella zona dei Cantieri navali,  in via Sebastiano Bagolino (fra i civici 47 e 49) è crollata, probabilmente a causa di un’esplosione a seguito di una fuga di gas, una palazzina. Sei persone, fra cui 2 bambini, risultano al momento disperse tra le macerie.
Diversi feriti sono stati estratti dalle macerie e trasportati in ospedale con le numerose ambulanze giunte sul posto. Fra queste, una bambina di 8 anni.
Il dramma si è materializzato prima di mezzanotte, quando la palazzina di 4 piani, in cui abitavano cinque famiglie, è crollata giù. Sotto le macerie sarebbero rimasti, secondo le prime informazioni, anche due anziani, che vivono al piano terra.
I residenti, subito accorsi in strada, fanno riferimento allo scoppio di una bombola. Ipotesi confermata dal forte odore d gas nella zona del crollo.