mercoledì 3 settembre 2014

80 euro: restituzione bonus per un milione di lavoratori? - Renato Marino

Amara sorpresa alle viste per 1,3 milioni di lavoratori.

Il bonus Irpef di 80 euro potrebbe tramutarsi in un'amara sorpresa per un milione e 300mila lavoratori dipendenti che a fine dicembre 2014 probabilmente saranno costretti a restituire il credito d'imposta che stanno ricevendo in busta paga da maggio 2014 in poi.
Per quale motivo? Il fatto è che molti lavoratori alla data in cui i sostituti d’imposta dovranno occuparsi del conguaglio di fine anno potrebbero non rientrare più nelle fasce di reddito che danno diritto al bonus introdotto dal premier Renzi prima delle ultime elezioni europee per 10 mln di lavoratori dal reddito medio-basso.
Alla fine dell’anno, in sede di conguaglio fiscale, i sostituti d’imposta devono calcolare il reddito annuo presunto, che rappresenta solo una stima di quello che in realtà il lavoratore percepirà nei 12 mesi. Nel computo del sostituto d'imposta non sono previsti altri redditi che il lavoratore potrebbe ottenere durante l'anno e che farebbero appunto sforare il tetto massimo che permette di usufruire del bonus da 80 euro.
La circolare dell’Agenzia delle entrate del 28 aprile 2014, spiega che spetta al dipendente indicare se ha in essere più contratti, cioè altre fonti di reddito (ad esempio gli affitti o derivanti da investimenti). Cumulando entrate diverse si può superare il limite massimo oltre cui il bonus non spetta.
Il credito d'imposta di 80 euro del governo Renzi è percepito dai lavoratori dipendenti e assimilati (quindi anche cocopro) che guadagnano tra gli 8.145 e 24.000 euro lordi all'anno e che non hanno altre entrate. I lavoratori che ricadono nella fascia 24-26.000 euro, l'ultima utile, prendono il bonus che si riduce però progressivamente fino ad azzerarsi. In soldoni, chi ha un reddito di 25.000 euro l'anno, prende 40 euro di bonus al mese, in 12 mesi 320 euro.
rischio maggiore di restituzione del bonus pieno (80 euro) sono proprio i redditi compresitra i 24.000 e i 26.000 euro: se venisse superato il massimale, la restituzione del bonus percepito nel corso dell’anno, 640 euro in tutto per 8 mesi (da maggio a dicembre) sarebbe a carico del contribuente, non del sostituto d’imposta.
Come tutelarsi? Il lavoratore che ricade in questa fascia farebbe bene a tenere sotto controllo il proprio reddito, magari chiedendo informazioni precise al proprio datore di lavoro o all'ufficio personale dell'azienda, tenendo presente che il sostituto d'imposta - per come è la legge - non ha nessuna responsabilità per la posizione fiscale del dipendente.

Ipse dixit. - Sergio Di Cori Modigliani



Matteo Renzi ha dichiarato in data 29 agosto 2014: "Abbiamo creato, grazie all'azione di governo, ben 100mila nuovi posti di lavoro". Non ha specificato dove e come.
48 ore dopo l'Istat ha comunicato che la disoccupazione ha raggiunto il livello di 12,6% ed è aumentata nel mese di Luglio del 3,8%, toccando il livello più alto mai raggiunto dal 1954.

Sempre lo stesso giorno ha dichiarato: "Grazie agli incentivi del governo sono nate in questi ultimi mesi nuove startup di giovani che si lanciano con ottimismo nel mercato".
L'ufficio statistico del Ministero del Lavoro ha annunciato, il giorno dopo, che da quando Renzi si è insediato si perdono 1000 posti di lavoro al giorno. Finora ha provocato la perdita di lavoro per ben 212.000 unità lavorative. La disoccupazione giovanile ha raggiunto il 48%.

In data 1 settembre 2014 ha dichiarato che "anche se di poco, ma non posso non sottolineare la buona notizia che ci giunge dagli esperti del settore e che ci comunicano che i consumi nel mese di agosto sono aumentati di poco, di una piccola frazione, di appena un +0,2%. Ma ciò che conta è rubricare la ripresa dell'economia italiana e dell'ottimismo da parte dell'industria. Saremo noi, l'Italia paese, a essere la locomotiva d'Europa". Neppure sei ore dopo, il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, dichiarava "Stiamo in una situazione davvero drammatica, forse il governo non si rende conto che il paese sta affondando".  Dopo dodici ore l'ufficio statistico della Confcommercio ha annunciato che i consumi interni nel mese di agosto sono diminuiti di un -3,8% raggiungendo il livello del 1959 e provocando l'effetto deflazione.

                                   (messa così forse la situazione è più chiara).

Fine del post.


http://sergiodicorimodiglianji.blogspot.it/2014/09/ipse-dixit.html

martedì 2 settembre 2014

RC AUTO – Dal 2015 costeranno massimo 150 € annuali – e’ legge.

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Approvata in commissione bilancio la legge che obbliga le assicurazioni a rispettare il limite di 150 € annuali previsto dalla legge 180 del 1978 (G.U.. 990 del 24 dicembre 1969)
per la responsabilità civile verso terzi prevista dell’art. 2054 del C.C. e che nessuna compagnia ha mai rispettato.
Il Senatore Ermes Maiolica (M5S) primo firmatario e ideatore della legge ha commentato:
“Siamo stati accusati di non avere idee e proposte, questa è la dimostrazione che il nostro movimento ha le soluzioni per ridurre seriamente le spese dei cittadini, altro che gli 80 Euro di Renzi, noi non abbiamo paura di metterci contro le lobby.
Comunque siamo grati al PD e alla Lega che su questa nostra proposta non hanno fatto ostruzionismo votandola all’unanimità.”
Inoltre è stato abrogato l’esclusiva di dieci anni per i contratti assicurativi, azzerando così le spese a carico del cliente per il cambio di assicurazione, e l’esclusiva degli agenti assicurativi monomandatari.
L’effetto di questa legge sarà l’apertura del mercato della distribuzione assicurativa, Il mercato non potrà più essere segmentato per area geografica, età, anni di conseguimento della patente, tipologia di veicolo assicurato, e frequenza degli incidenti.

Bambini picchiati con mazze e bastoni: arrestato direttore di un orfanotrofio.



Osama Mohamed Othan, protagonista del video choc che ha fatto il giro della rete in cui l’uomo picchia con violenza inaudita i bambini dell’istituto Macca el Mocarrama. Le immagini, visualizzate da oltre 180.000 utenti, sono state filmate dalla moglie del direttore dell’orfanotrofio, mentre questi metteva in fila i bambini per picchiarli uno dopo l’altro a suon di calci e pugni, senza fermarsi neanche di fronte alle grida di dolore e alle lacrime. I bambini erano stati puniti per aver aperto il frigorifero senza permesso. Le immagini choc risalgono a un anno fa ma sono divulgate solo sabato dalla donna, stanca delle continue violenze che subiva anche in prima persona. I soccorsi non sono tardati ad arrivare non appena il video ha cominciato a girare: l’uomo è stato tratto in arresto e i piccoli, che hanno oggi quattro anni, sono stati liberati e trasferiti.

http://www.fanpage.it/bambini-picchiati-con-mazze-e-bastoni-arrestato-direttore-di-un-orfanotrofio/#ixzz3C9GUvFtT 


Sette anni di carcere mi sembrano pochi, a meno che, durante i sette anni di carcere, non lo picchino giornalmente a bastonate e calci.

Già....



https://www.facebook.com/99posseofficial/photos/a.10151575971855952.1073741826.38017080951/10152255864255952/?type=1&theater

domenica 31 agosto 2014

Fichi d'india.


Fico d'India e i suoi magnifici frutti - Foto di Giuseppe Bianchi 

https://www.facebook.com/lasicilia/photos/a.10150331222314505.388848.69794584504/10152900987589505/?type=1&theater

FOCUS RIFORMA GIUSTIZIA CIVILE: C’entrano qualcosa le banche con la riforma della Giustizia civile? - Roberta Clerici

FOCUS RIFORMA GIUSTIZIA CIVILE:  C'entrano qualcosa le banche con la riforma della Giustizia civile?
In queste ore i giornali riportano analisi sui punti critici della riforma della giustizia penale, prescrizione, intercettazioni, falso in bilancio etc.., col risultato che della riforma della giustizia civile, ovvero l’unica che molto probabilmente verrà votata oggi dal Consiglio dei Ministri, nessuno parla.
A pensare male si fa peccato… ma poiché è una tecnica politica quella di pilotare l’attenzione pubblica su un tema, per poi procedere senza particolari intoppi su altro, vale la pena ricordare che la riforma del settore civile riguarda milioni di Italiani che – di punto in bianco – si ritroveranno a fare i conti con modifiche sostanziali.
Non che tutti i punti siano da scartare, anzi. Divorziare senza passare dal Giudice, o avere l’accesso al gratuito patrocinio anche per pagare le transazioni, sono belle conquiste, assieme ad altre, ma permane una generale sensazione che anche questa ri-forma andrà a favorire caste e lobbies, banche in testa.
Tanto per cominciare Renzi annunciò che per la prima volta in Italia i cittadini sarebbero stati consultati on-line, attraverso il sito del Ministero della Giustizia. A parte che la consultazione dura fino al 31 agosto, mentre il testo è in discussione oggi (i!), molti cittadini non si sentono autorizzati ad intervenire, perché magari si sentono poco competenti.
Invece sarebbe fondamentale che lo facessero, perché sennò il rischio è che la riforma cada dall’alto (come comunque ac-cadrà) senza nemmeno un tentativo di offrire visioni diverse ed innovative, specie da parte di coloro che faticano a tirare la fine del mese.
La riforma prevede una fortissima accelerazione per il recupero crediti, mediante accesso ai dati dei conti in banca, procedure più rapide e snelle, più potere agli Ufficiali giudiziari, esecutorietà delle sentenze di primo grado, filtri per le impugnazioni etc.
Bene potrebbero dire in molti! Chi di noi non è mai impazzito per recuperare una somma che qualcuno ci deve e magari ha rinunciato dopo inutili solleciti pur di non stare in causa 10 anni. Ma altrettanto a chi di noi non è mai capitato di ricevere una richiesta di pagamento del tutto folle, esagerata, o persino immotivata?
La riforma non prevede nulla per castigare questi “cattivi creditori” e la cosa è davvero preoccupante. Una ri-forma, ovvero qualcosa che si prefigge di dare una nuova forma all’esistente, deve essere organica e doveva prevedere rimedi per entrambi i problemi ed invece, almeno per come è stata presentata, parte dal presupposto che in questo paese tutti i debitori sono totali farabutti, mentre tutti i creditori degli assoluti santi.
Epperò sappiamo che non è così. Banche, Equitalia, assicurazioni, amministrazioni di condominio… non sempre i creditori si comportano bene! Lo sappiamo dalle cronache, ma anche dall’esperienza.
Dove c’è corruzione etica e malaffare, questo si insinua ovunque e ci sono creditori che senza tanti complimenti pignorano immobili e beni pur sapendo di non avere tutte le carte in regola, o magari dopo aver fatto firmare contratti capestro scritti “piccolo, piccolo”.  Banche – (le fatidiche banche!) che magari hanno maturato il credito applicando interessi sugli interessi, agenzie di riscossione tributi che pretendono somme anche non dovute o prescritte, agenzie di recupero crediti che chiedono interessi oltre il saggio legale, gente senza scrupoli a cui è bastato un credito di 500 euro per pignorare una casa, mettere tutta una famiglia in strada e magari mandare amici e conoscenti a partecipare all’asta. Senza parlare di quei professionisti che hanno emesso una parcella spropositata o amministratori di condominio particolarmente distratti nei conteggi.
Ecco che i creditori non sono affatto tutti santi ed agevolarli indiscriminatamente con una serie di interventi normativi, ovvero un’autostrada a 6 corsie, è davvero pericoloso per un sistema fragile come il nostro.
Siccome è necessario voltare pagina ed abbreviare i tempi biblici, andava previsto un sistema di contrappeso nel recupero crediti. Magari automatico. Ad esempio se una banca viene scoperta a citare ingiustamente un cittadino per interessi illegali, una norma che imponga di rimborsarlo 5 volte tanto. Idem per il professionista beccato a gonfiare ad arte una parcella.. radiato per sempre senza appello. A queste condizioni, una riforma ci stava anche, ma in assenza di correttivi, sembra fatta apposta per agevolare solo una parte.
Ed è qui che si insinuano i dubbi più forti, ovviamente da accertare, che tutta questa fretta sia dettata più dallo stato di sofferenza delle banche Italiane, che hanno in pancia troppi insoluti e dalle pressioni degli organismi sovranazionali che le guardano a vista, che dai bisogni dei singoli cittadini o delle piccole e medie aziende.
Il governo ci ha detto che la norma è pensata per le imprese che faticano a recuperare i crediti e ripetendolo a tamburo ne ha fatto uno slogan. Sembra però dimenticare che sono le stesse imprese che da anni gridano allo scandalo per essere vessate sopratutto da banche ed Equitalia, addirittura promuovendo referendum e raccolta firme per sollecitare soluzioni.
Senza scordare che tra i primi debitori delle imprese c’è proprio lo Stato, è ben curioso che l’incipit che il Ministero della Giustizia ha scelto per motivare la sua riforma della giustizia civile sia proprio un rapporto - guarda caso - della Banca Mondiale, (Giustizia.it -Riduzione dei tempi) che lamenta i tempi di recupero crediti, piuttosto che quello del CEPEJ, ovvero la commissione europea per l’efficienza della giustizia, che segnala una rosa di problemi ben più ampi.
A fronte di ciò viene un dubbio: non è che l’Italia abbia ricevuto pressioni sopranazionali per concentrarsi sull’accelerazione del processo esecutivo, rendere immediatamente esecutive le sentenze di primo grado e limitare le impugnazioni per consentire alle banche Italiane di rientrare velocemente dei crediti insoluti iscritti a bilancio?
C’entra qualcosa il fervente dibattito sulla costituzione di ”Bad Bank“ ove farli confluire? Sono decine e decine gli articoli riguardanti gli allarmi sullo stato di salute della banche Italiane, con gli interventi del FMI, le relazioni di Abi, BANKITALIA ,etc (alcuni link in fondo pagina) e – sarà solo una coincidenza- ma in gran parte sono di poco antecedenti alla pubblicazione sulle linee guida della riforma.
Eppoi chissà perché facendo un giro in Tribunale nelle sezioni delle esecuzioni si ha l’impressione che tra i pignoranti ci siano spesso i soliti noti ed alle successive aste, specie quelle succose, compaiono.. altri soliti noti. Non solo il circuito è sempre stato piuttosto chiuso, ma adesso sembra che le banche vogliano creare direttamente holding per acquistare immobili venduti all’asta. Come dire: li mando all’asta oggi e domani li ricompro a prezzi vantaggiosi. Sul sito di Repubblica (Economie e Finanza) si può leggere: 
“Nel piano strategico al via il 28 marzo l’ad Carlo Messina prepara annunci rilevanti in materia. Dovrebbe nascere un’unità di business dedicata, in cui collocare la Rehoco (Real Estate Home Company, piccola holding dedicata ai mutui e al riacquisto di immobili in asta fallimentare)”.
Allora nel proporre una riforma del processo esecutivo bisognerebbe essere onesti, fare due o tre studi statistici per distinguere i cattivi pagatori da coloro che vengono vessati, i reali creditori da quelli in malafede, castigare coloro che coi debiti fanno business sporchi e prevedere sistemi che garantiscano livelli di giustizia equa alle parti in causa, ma non coi decreti d’urgenza, che mal si conciliano col concetto stesso di riforma. E siccome chi fa furbo di professione troverà comunque modo di nascondere i propri tesori alle Cayman o dietro fiduciarie, riconoscere che il rischio di dare tutti i privilegi solo ai creditori, in questo paese, è quello di fare male a coloro che già sono alla canna del gas.
Quindi è bene che i cittadini dicano la loro, anche e soprattutto sulla Giustizia Civile anche se il tema sembra …apparentemente noioso.
Roberta Clerici