giovedì 16 aprile 2015

G8, “il mio piano sicurezza fu stravolto da Scajola”. - Marco Menduni

Bianco replica all’ex ministro: “Dice il falso”

Enzo Bianco, oggi sindaco di Catania e presidente del Consiglio nazionale dell’Anci, era ministro dell’Interno nel governo Amato che preparò il G8 di Genova. Quaranta giorni prima passò la mano a Claudio Scajola. 
Scajola ha affermato che trovò il piano dell’ordine pubblico già predisposto dal precedente governo, senza poter cambiare nulla
«Semplicemente non è vero. Il piano predisposto alcuni mesi prima dell’evento fu letteralmente stravolto. 
Era stato previsto che attorno all’area rossa riservata esclusivamente al vertice ci fosse una zona gialla che doveva servire da “cuscinetto”, dove si poteva circolare ma non manifestare, e poi un’ampia zona verde, dove erano consentite le manifestazioni». Queste disposizioni furono modificate? «La zona gialla fu incredibilmente eliminata dall’allora ministro Claudio Scajola a seguito di una “trattativa” con gli organizzatori delle contestazioni. Fu creata di fatto una pericolosa contiguità fra la zona del vertice e quella dei cortei». Nei giorni scorsi è arrivata la condanna di Strasburgo per le «torture» della polizia. 
«Vorrei sottolineare all’ex ministro Scajola che la condanna all’Italia espressa dalla Corte europea dei diritti dell’uomo non riguardava certo l’organizzazione logistica del G8 di Genova ma il vergognoso pestaggio dei manifestanti nella Diaz. 
E fu grave la presenza di alcuni autorevoli esponenti del governo all’interno degli uffici operativi delle forze di p olizia». 
Poi sono seguite le polemiche su De Gennaro. «Per quanto riguarda la sua nomina a capo della polizia, confermo che fui io a proporla con un generale consenso. De Gennaro era un vero servitore dello Stato, a partire dagli anni di impegnativa e spesso rischiosa collaborazione con Giovanni Falcone, e lo ha dimostrato durante la sua lunga carriera. Insieme con lui proposi la nomina ai massimi vertici di Antonio Manganelli, Alessandro Pansa e Luigi De Sena. Il fatto che per 15 anni abbiano guidato nel generale apprezzamento di tutte le forze politiche e sociali la polizia dimostra che quelle scelte furono lungimiranti».
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Anas. Pietro Ciucci licenzia Pietro Ciucci senza preavviso. E prende l’indennità.

Guarda la versione ingrandita di Pietro Ciucci licenzia Pietro Ciucci senza preavviso. E prende l'indennità

ROMA –  Pietro Ciucci presidente di Anas licenzia Pietro Ciucci direttore generale di Anas
Lo fa con una lettera e senza preavviso. Così al Ciucci licenziato da Ciucci spetta anche una ricca buonuscita da 1 milione 825.745,53 euro. E non si tratta di omonimia. Ciucci, che oltre ad essere pensionato dopo il licenziamento resta comunque presidente e amministratore di Anas, ha licenziato se stesso firmando quelle carte che gli avrebbero garantito una robusta integrazione della buonuscita. E Anas, ricordarlo non guasta, è una società pubblica.
Succede tutto nell’estate 2013 quando Ciucci evidentemente stanco del doppio incarico decide di lasciare la direzione. Solo che non fa la cosa più semplice. Non si dimette, si autolicenzia. La differenza tra le due scelte fa circa 780mila euro. Perché se Ciucci si fosse semplicemente dimesso non avrebbe preso anche l’indennità di “mancato preavviso”. Che invece gli spetta autolicenziandosi.
Non è finita. Il calcolo della buonuscita elaborato dagli uffici dell’Anas tiene conto dell’indennità di mancato preavviso e anche di quella spettante “in caso di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro”. Ovvero si è licenziato senza avvertirsi prima ma era allo stesso tempo d’accordo sul licenziarsi.
Il Fatto Quotidiano, sulla vicenda, è andato a chiedere spiegazioni all’Anas. Questa la risposta: Anas ha ammesso che le cose stanno così sostenendo che “è stata data esecuzione al contratto di lavoro individuale” di Ciucci che “disciplinava le condizioni economiche dello scioglimento secondo regole standardizzate” del ministero dell’Economia.

Perché crollano i ponti in Sicilia. Tutta la verità sull'Anas. - Giovanna Boursier

Anticipazione dell'inchiesta che andrà in onda questa sera a Report, alle 21.45 su Rai3.


Report apre la nuova stagione di inchieste con l'Anas, società pubblica di proprietà del ministero dell’Economia e vigilata dal ministero dei Trasporti, che gestisce 25.000 chilometri di strade e autostrade. Dal 2006 la dirige Pietro Ciucci.

Vedremo come viene amministrata la più importante stazione appaltante d’Italia, a partire dalla Sicilia, dove il viadotto Scorciavacche, inaugurato a Natale con 3 mesi d’anticipo, senza collaudo, è stato chiuso una settimana dopo a seguito del crollo della rampa d’accesso. Perché tanta fretta? Perché i collaudatori si sono dimessi prima dell’inaugurazione?

Poi la statale Maglie Leuca, in Puglia, dove Anas ha affidato l’appalto a un consorzio di imprese, ma gli esclusi hanno vinto il ricorso al Consiglio di Stato e adesso Anas ha dovuto passargli l'appalto: sono 44 km che attendono di essere rifatti da 15 anni. E si scopre anche che il tracciato della nuova strada passa sopra una serie di discariche che sono lì dagli anni '80, ma nessuno le ha viste.

In Umbria, invece, gli operai che hanno lavorato alla costruzione di un tratto di strada non ancora terminato, dicono che le ditte avrebbero messo meno cemento del dovuto nella volta di una galleria. La stessa cosa che è successa nella costruzione, eterna, dell'autostrada Salerno - Reggio Calabria, che adesso è finita anche nell’inchiesta Grandi Opere.

Alluvione di Genova, Paita indagata per mancata allerta.

Paita © ANSA

Assessore regionale e candidata Pd in Liguria: mai sottratta a mie responsabilità.


Raffaella Paita assessore regionale alle infrastrutture e alla protezione civile e candidata per il centrosinistra alla presidenza della Regione ha ricevuto un avviso di garanzia per la mancata allerta in occasione dell'alluvione di Genova del 9 ottobre dello scorso anno, quando perse la vita una persona.
Paita si dichiara "sorpresa" delle contestazioni della magistratura per "la mancata allerta e i provvedimenti conseguenti". "Non mi sono mai sottratta alle mie responsabilità. Chiedo alla magistratura di andare avanti senza indugio", ha affermato aggiungendo di essere certa di aver agito nella "massima correttezza" e di rimanere "a disposizione" del suo partito.

Kissinger premia Napolitano, il suo “comunista preferito”. - Antonella Rampino



L’ex segretario di stato consegnerà all’ex presidente il riconoscimento.

Caro Giorgio, ci vediamo a Berlino. Con una e-mail Henry Kissinger ha confermato a Giorgio Napolitano che sarà lui a consegnargli il Premio Kissinger, il prossimo 17 giugno all’American Academy a Berlino. Del resto, non sarebbe stato possibile diversamente, non solo quella è la tradizione del premio: soprattutto, l’uomo che per un quarto di secolo ha rappresentato la personificazione della politica americana all’estero e il suo «comunista preferito» («ex comunista», reagì Napolitano alla battuta), si sentono spesso, il filo è sempre acceso. L’ultima volta che si sono incontrati, per un lungo faccia-a-faccia, fu due anni fa a New York, quando Henry salì a trovare il vecchio amico Giorgio nelle Torri del Waldorf Astoria. Adesso, si rivedranno a Berlino. 

Assieme a Genscher  
Per Napolitano è il secondo riconoscimento in politica estera nel giro di pochi giorni, avendo recentemente accettato la presidenza onoraria dell’Ispi, il più importante e storico think-tank italiano sulle relazioni internazionali. Il Kissinger Prize dal 2007 premia la personalità della politica europea che si sono distinte nei rapporti transatlantici. 

Ed è la prima volta che il prestigioso premio, che ha avuto come destinatari tra gli altri Helmut Kohl, George Bush (senior), James Baker e quell’Helmut Schmidt del quale lo stesso Napolitano apprezzò l’analisi fortemente critica della politica tedesca nella crisi dell’eurozona, va a un italiano. Di più: è la prima volta che va a un politico del Sud dell’Europa, a un uomo del Mediterraneo. Napolitano, che lo condividerà con l’ex ministro degli Esteri tedesco Hans-Dietrich Genscher, è stato designato l’11 marzo scorso «in riconoscimento degli straordinari contributi al consolidamento dell’integrazione e stabilità europea», segno di quanto si abbia consapevolezza anche all’estero del certosino lavoro di tessitura nei rapporti interni ed internazionali e del polso saldo con cui dal Colle si affrontarono, nel 2011 e nel 2013, due crisi politiche italiane che avrebbero potuto minare con la stabilità dell’eurozona anche quella dell’area del dollaro.  

Genscher verrà premiato «per il contributo alla soluzione della Guerra Fredda». Verso entrambi, ha detto il presidente dell’Accademia Americana di Berlino Gerhard Casper, «abbiamo un debito di gratitudine». L’uso del Kissinger Prize è che i premiati vengano presentati da una personalità di rilievo. Per Genscher non si esclude possa essere Angela Merkel.  

Rubavano i farmaci dell’ospedale di Paternò e li rivendevano a cliniche private. - Simona Scandurra

paternò-ospedale

La Guardia di Finanza ha arrestato un infermiere, e denunciato altre persone. I farmaci venivano rivenduti in cliniche private presso cui l’infermiere svolgeva abusivamente anche attività di anestesista. Il VIDEO che incastra l’infermiere. 
 I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, su disposizione del G.I.P. del Tribunale etneo, dott.ssa Rosa Alba Recupido, hanno tratto in arresto  Pina Antonio Consolato, di anni 62, infermiere in servizio presso il presidio ospedaliero SS. Salvatore di Paternò, con l’accusa di peculato, falso, truffa ai danni dello Stato e abusivo esercizio della professione medica.
Tra gli altri indagati allo stato libero, per concorso nella condotta di peculato contestata al Pina, figura anche un medico, in servizio presso la medesima struttura ospedaliera. Inoltre sono stati iscritti nel registro degli indagati anche i legali rappresentanti e i titolari di strutture sanitarie private ubicate tra Catania e Palermo.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania, sono state avviate dai finanzieri della Tenenza di Paternò sulla base di attività informativa svolta presso lo stesso nosocomio nell’ambito dei servizi posti a tutela della spesa pubblica e, in particolare, di quella sanitaria.
In particolare, dalle indagini esperite dagli investigatori delle Fiamme Gialle, è emerso come l’infermiere, anche grazie alla collaborazione di altri dipendenti della medesima struttura, si appropriava sistematicamente di consistenti quantità di farmaci e di presidi sanitari in generale dell’Ospedale di Paternò.
I servizi di osservazione e controllo, unitamente alle attività tecniche disposte dalla Procura hanno consentito poi di verificare come il Pina, si recava abitualmente presso alcune strutture sanitarie private di Catania e di Palermo (cliniche ginecologiche, centri per la cura dell’infertilità, ambulatori di chirurgia estetica, ecc.) dove sembrerebbe esercitasse abusivamente la professione di medico anestesista.
Il Pina si recava, tra l’altro, presso le predette strutture anche durante l’orario di lavoro, spesso portando con sé i farmaci ed il materiale sanitario trafugato presso l’ospedale di appartenenza.
Anche in questo caso si avvaleva della complicità di terze persone operanti presso l’ospedale di Paternò che provvedevano a timbrare il suo cartellino delle presenze.
Sono ancora in corso ulteriori indagini onde meglio delineare il ruolo di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nella vicenda in esame, anche mediante attività di perquisizione e sequestro. 

Crocetta chiude accordo con Alitalia: volo Catania-Palermo in 20 minuti.

crocetta
Il governatore Rosario Crocetta ha chiuso accordo con Alitalia e ferrovie.
Sembrava impossibile trovare una soluzione rapida al gigantesco problema provocato dal crollo del viadotto che ha di fatto spaccato in due l’isola.
La già complicata tratta autostradale Catania-Palermo che si copriva in poco più di due ore, si era trasformata in un’odissea di quasi cinque ore, provocando il panico nelle decine di pendolari costretti a percorrerla quasi quotidianamente.
Mentre proseguono gli accertamenti per individuare le cause ultime di uno stato criminale del sistema stradale siciliano, provocato da decenni di malgoverno, giunge una prima prima notizia positiva.
A poche ore dal disastro, il Presidente Crocetta in tarda serata è riuscito ad ottenere l’impegno dell’ex compagnia di bandiera Alitalia e di Ferrovie dello Stato ad intervenire per affievolire i disagi della cittadinanza verranno infatti realizzate tratte aeree Catania- Palermo e viceversa che prevederanno procedure d’imbarco accelerato e percorrenza in soli 20 minuti.
L’accordo è stato stipulato anche con Ferrovie dello Stato che metterà a disposizione il treno Minuetto che garantirà la maggiore velocità possibile della tratta.
Nel frattempo il governo regionale ,in stretta collaborazione con il Ministro Delrio ed i vertici dell’Anas, risultano già impegnati per il ripristino del tratto autostradale interessato dal crollo ed al contempo a monitorare l’intero percorso.