(g.m.) Il bilancio è stato approvato e nessuno va a casa. Prevedibile. Ma la scena vissuta nelle ultime giornate al Parlamento siciliano è stata deprimente. La Sicilia sprofonda e nessuno vuole o sa provare a invertire la rotta. Il Governo “della rivoluzione” di Crocetta si è confermato un fallimento senza se e senza ma. Scena triste, quella del presidente che con un dito ha cercato di nascondere il “sole” del suo disastro. Trenta mesi in cui la voragine dei conti si è allargata, la funzionalità della macchina amministrativa è ridotta quasi a zero, la disoccupazione dilaga, le prospettive sono terrificanti. La Sicilia ha fatto l’ennesimo passo indietro e sembra proprio senza speranza. Sperare in un sussulto di dignità ormai non è nemmeno realistico.
Tre deputati di opposizione salvano la manovra finanziaria e lo stesso governo di Rosario Crocetta. Il governatore della Sicilia deve ringraziare la scelta di Vincenzo Vinciullo, del Nuovo centrodestra, di Girolamo Fazio del gruppo misto e di Giovanni Greco del Mpa se in Aula, a Sala d’Ercole, si è trovato il numero legale per far passare la Finanziaria e il Bilancio predisposti dall’assessore mandato da Roma, Alessandro Baccei per provare a mettere ordine negli scassati conti della Regione siciliana.
Dei 90 deputati dell’Ars (dalla prossima legislatura saranno 70) ne erano presenti 77: 13 sono in congedo. Il numero legale di 39 aveva fatto tremare la maggioranza: prima che i tre dell’opposizione decidessero di partecipare al voto
Vinciullo è entrato in aula, anche se il suo gruppo aveva abbandonato la votazione, Greco ha addirittura votato a favore della manovra passata con 39 voti sui 42 deputati presenti alla votazione finale di una maratona durata alcuni giorni.
Ha partecipato al voto soltanto (parte) della maggioranza. Forza Italia aveva abbandonato l’Aula parlando di “semplice, triste spartizione” da parte di un governo “irriguardoso nei confronti delle opposizioni”.
Duro anche Toto Cordaro di Cantiere popolare che ha parlato di “Governo che non ha più una maggioranza, che ha manifestato con spocchia la volontà di portare a casa quello che poteva: una lunga serie di marchette. Un gesto che non potrà non avere conseguenze di natura politica”.
Anche il Movimento 5 Stelle ha abbandonato l’aula. “La sua avventura, presidente – ha detto a Crocetta il capogruppo Salvatore Siragusa nel corso dell’indicazione di voto finale – è alla fine. Lei è stato messo in panchina dalla sua stessa maggioranza, che non le ha fatto toccare palla e che non c’è. Non è in grado di andare avanti.