martedì 11 agosto 2015

RENZI SHOCK, TAGLIATE 180 PRESTAZIONI DIAGNOSTICHE: ECCO L’ELENCO DEGLI ESAMI CHE PAGHEREMO.



Non hai i soldi per curarti? Affari tuoi. Perché Renzi ha deciso di affondare definitivamente la sanità pubblica, tagliando la copertura per 180 prestazioni diagnostiche ritenute “non necessarie”: ecco l’elenco completo di esami e cure che saremo costretti a pagare, come riporta la Fondazione Gimbe.

All’enorme polverone mediatico delle ultime settimane segue un documento fatto di poche luci e tante ombre. Non emerge una chiara definizione delle priorità, latita il coinvolgimento delle categorie professionali e non viene esplicitata una metodologia rigorosa per ricercare, valutare, selezionare e sintetizzare le evidenze a supporto dei criteri di appropriatezza“.
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, boccia la bozza di decreto (qui il pdf) sull’appropriatezza delle prescrizioni mediche, su cui sta lavorando il ministero della Salute e che è atteso a settembre.
Le prestazioni identificate sono in totale 180 “di cui 35 odontoiatriche, 53 di genetica, 9 relative a Tac e risonanza magnetica (degli arti e della colonna), 2 di dialisi e 4 di medicina nucleare. La somma delle prestazioni di allergologia e di laboratorio (non differenziate) dovrebbe essere pari a 77“.
Ecco, per ciascuna, l’analisi di Gimbe.
– Prestazioni odontoiatriche. La bozza di decreto si limita a specificare per ciascuna prestazione i soggetti beneficiari (minori fino a 14 anni, vulnerabili per motivi sanitari e per motivi sociali), lasciando alle Regioni il compito di fissare le soglie di reddito o di Isee che definiscono la vulnerabilità sociale. In altri termini, non si intravede alcuna azione per arginare l’inappropriatezza prescrittiva.
– Prestazioni di genetica. E’ l’unico caso in cui viene citato il coinvolgimento di una società scientifica, ovvero la Società italiana di genetica umana (Sigu), seppur indirettamente tramite “rilevanti esponenti”. Assolutamente condivisibile il principio che “saranno riservate alla diagnosi di specifiche malattie […] non sarà più possibile prescriverle per una generica mappatura del genoma o a fini di ricerca”.
– Prestazioni di allergologia. Il testo prevede che “alcuni test allergologici e le immunizzazioni (cosiddetti vaccini) siano prescritti solo a seguito di visita specialistica allergologica”. La reale efficacia delle immunizzazioni (vaccini) è ampiamente oggetto di dibattito in letteratura e, per definizione, non è possibile definire l’appropriatezza di un intervento sanitario la cui efficacia non è ancora stata dimostrata.
– Colesterolo e trigliceridi. Si stabilisce che “in assenza di qualsiasi fattori di rischio (familiarità, ipertensione, obesità, diabete, cardiopatie, iperlipemie, etc) colesterolo e trigliceridi siano ripetuti ogni 5 anni”, non tenendo conto innanzitutto che colesterolo e trigliceridi pari non sono: infatti, non esistono evidenze che giustifichino il dosaggio dei trigliceridi (oltre al colesterolo totale e Hdl) nei soggetti senza fattori di rischio. Considerata l’assenza di evidenze per definire il timing ottimale, inoltra, il ‘taglio burocratico’ dei 5 anni potrebbe essere eccessivo per alcune categorie di soggetti e restrittivo per altri. E ancora, i fattori di rischio elencati non coincidono con quelli previsti dalla carta del rischio cardiovascolare nel Progetto cuore dell’Istituto superiore di sanità, in particolare viene clamorosamente ignorato il fumo di sigaretta.
– Tac e Rm. Per valutare l’appropriatezza risulta incomprensibile l’utilizzo di uno score non validato invece del metodo Rand utilizzato da oltre 20 anni dalle società scientifiche, inclusa l’American College of Radiology, i cui criteri di appropriatezza vengono utilizzati in tutto il mondo.
– Dialisi. La bozza di decreto recita: “Le condizioni di erogabilità sono riservate alle metodiche dialitiche di base (domiciliari e ad assistenza limitata) che risultano appropriate solo per pazienti che non presentano complicanze da intolleranza al trattamento e/o che non necessitano di correzione metabolica intensa”.
Parole che Gimbe considera molto oscure e che danno luogo a contraddizioni.
– Medicina nucleare. Impossibile esprimere qualunque giudizio visto che il testo riporta semplicemente che “si tratta di 4 prestazioni di interesse assolutamente specialistico legate a patologie gravi di tipo neoplastico”.
Infine rimangono impliciti – conclude Cartabellotta – i criteri seguiti per definire le priorità. Infatti, eccezion fatta per le 9 prestazioni Tac/Rm, tutta la diagnostica strumentale (doppler, gastroscopie, colonscopie, ecografia addome e pelvi, ecocardiografia, eccetera) è stata ‘graziata’ in maniera incomprensibile, tenendo conto della lunghezza delle liste di attesa e dell’alto rischio d’inappropriatezza prescrittiva“.

COCULE DI PATATE SALENTINE.

COCULE DI PATATE SALENTINE

DESCRIZIONE

Per tutti gli amanti della cucina salentina,ecco la ricetta e gli ingredienti delle "cocule de patate"!! Una specialità da leccarsi i baffi . Altre ricette salentine e non solo sul sito www.salentoterradagustare.it

FASE 1

Ingredienti:  500 gr di patate lessate e schiacciate, 1 uovo grande,  100 gr di grana padano grattugiato, 50 gr di pecorino sardo grattugiato, prezzemolo tritato, sale e  pepe, 400 ml salsa di pomodoro, cipolla, basilico, olio d’oliva .

Impastiamo le patate con l’uovo, i due formaggi grattugiati, il prezzemolo tritato, sale e pepe, tenendo da parte un cucchiaio di grana padano e mezzo di pecorino. Otteniamo un impasto omogeneo da cui ricaviamo con le mani le cocule, cioè delle grosse polpette. Nel frattempo prepariamo il sugo, facendo soffriggere la cipolla nell’olio, aggiungiamo quindi la salsa di pomodoro, sale e basilico e facciamo cuocere per 15 minuti circa. Cospargiamo di sugo una pignata (teglia di terracotta) o una teglia da forno, adagiamo delicatamente le cocule una accanto all’altra e versiamo il sugo rimasto, fino a coprirle per metà. Spolveriamo con il formaggio grattugiato che avevamo tenuto da parte e inforniamo a 200° per circa 20 minuti.

lunedì 10 agosto 2015

Sciatori...



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Vent'anni di lavori e 41 milioni spesi La strada è ancora chiusa: inchiesta dei pm. - Riccardo Lo Verso

Vent'anni di lavori e 41 milioni spesi La strada è ancora chiusa: inchiesta dei pm

La Mussomeli-San Giovanni Gemini doveva collegare le province di Agrigento e Caltanissetta. L'appalto fu bandito nel 1992. Un esposto alla base di due indagini aperte dalla Procura di Agrigento e da quella della Corte de conti.

PALERMO - Sette mila e 300 giorni per costruire 6 chilometri di strada. Calcolatrice alla mano: mille e 200 lune per ogni chilometro. Roba da Guinness dei primati ma in negativo. Vent'anni dopo l'avvio dei lavori e 41 milioni di euro spesi la Mussomeli-San Giovanni Gemini è ancora chiusa. E ora indagano due Procure.

La storia è disarmante persino nella Sicilia medievale dei viadotti crollati, delle strade interrotte e delle trazzere d'emergenza. Una storia che da oggi diventa un caso giudiziario. Doppiamente giudiziario, perché una denuncia del commissario straordinario della Provincia di Agrigento è finita sul tavolo della Procura agrigentina e su quello della Procura regionale della Corte dei conti. La strada è chiusa da più di un anno dopo l'illusione di un'apertura della quale restano solo i sorrisi in favore di telecamera del giorno dell'inaugurazione.

Ci sono voluti vent'anni per costruire i sei chilometri di asfalto che collegassero le province di Agrigento e Caltanissetta. Nel 2012, ecco il taglio del nastro. Due anni dopo, nel maggio 2014, l'ordinanza di chiusura perché la strada era pericolosa. Da allora una battaglia giudiziaria fra la provincia di Agrigento, oggi divenuta Libero consorzio, e le imprese appaltatrici ha bloccato tutto fino a quando, e siamo a fine luglio scorso, il commissario dell'ex amministrazione provinciale Marcello Maisano ha scritto alla magistratura, ordinaria e contabile.

Era il 1992 quando la gara fu appaltata ad un raggruppamento temporaneo di imprese che, nel frattempo, hanno cambiato volto per via di cessioni e nuove denominazioni. Dall'ultima composizione l'appalto risulta aggiudicato alla “Campione Industries spa, giusto affitto ramo aziendale dalla Tecnofin Group spa (già Impresem spa) nella qualità di capogruppo e Cir srl (già Vita spa), Consorzio Coop Costruzioni- Co.Min spa (già Sicon spa) e Di Vincenzo spa, nella qualità di mandanti”. Tra sospensioni varie e perizie di variante che hanno fatto lievitare i costi si è arrivati all'8 agosto 2012, giorno dell'apertura al traffico. Un mese dopo c'erano già i primi problemi ai giunti di dilatazione, alcuni si conficcarono nei pneumatici degli automobilisti.

La Campione Industries ha messo le cose a posto. Poi, però, sono venute a galla altre criticità. Nel maggio 2014, la nuova chiusura al transito disposta dalla Provincia per motivi di sicurezza: “Instabilità del corpo stradale di alcuni rilevati, poggianti su terreni argillosi”, forse causata dalla successiva deviazione delle acque piovane e “anomalie esecutive nei giunti dei viadotti”. Il Libero consorzio ha di nuovo bussato al Raggruppamento temporaneo di imprese che però, stavolta, ha risposto picche perché ritiene di non essere più tenuto ad intervenire visto che è passato troppo tempo dal collaudo dell'opera. Insomma, il diritto vantato dalla provincia è ormai decaduto e prescritto. Ne è scaturito, neanche a dirlo, un contenzioso davanti al Tribunale civile. Il 28 luglio scorso, l'ultimo tappa, con la denuncia firmata da Maisano. Dopo vent'anni di lavori e 41 milioni spesi, la strada è ancora chiusa.


http://m.livesicilia.it/2015/08/10/ventanni-di-lavori-e-41-milioni-spesi-la-strada-e-ancora-chiusa-inchiesta-dei-pm_654357/

domenica 9 agosto 2015

Sventato piano Isis per uccidere regina Elisabetta a Ferragosto.

Sventato piano Isis per uccidere regina Elisabetta a Ferragosto


(AGI) - Londra, 9 ago. - Isis aveva progettato di uccidere la regina Elisabetta II sabato prossimo, 15 agosto, alle celebrazioni in programma nel cuore di Londra per il 70esimo anniversario della fine della II Guerra Mondiale nel Pacifico (Vjd). 
Manifestazione trasmessa in diretta dalla Bbc e che in caso di successo avrebbe consegnato ad Isis la palma del maggiore successo terroristico dopo l'11 settembre 2001 di Osama bin Laden e la sua al Qaeda. 
Sono state le unita' speciali di Scotland Yard ('SO14' a protezione della famiglia reale e 'SO1' che protegge il primo ministro) e l'Mi5 (il controspionaggio britannico) a riuscite a sventare l'attentato. Secondo quanto rivela il Mail on Sunday una cellula jihadista voleva far esplodere un ordigno improvvisato formato da una pentola a pressione imbottita di esplosivo, chiodi e cuscinetti a sfera. Lo steso tipo di ordigno impiegato dai due fratelli ceceni Tsarnaev (legati ad al Qaeda) nell'attentato alla maratona di Boston il 15 aprile 2013, che causo' 3 morti e 264 feriti.
L'obiettivo oltre alla regina sarebbe stato, tra gli altri, anche Carlo, principe di Galles Carlo ed erede al trono (un modo per parzialmente decapitare la monarchia, anche se a quel punto il principe William, che non dovrebbe partecipare alla cerimonia, sarebbe salito al trono) ed il premier David Cameron. Quest'ultimo insieme ad altre autorita', militari, religiose, politiche e diplomatiche, assistera' alla commemorazione dell'evento. Il tutto insieme alle migliaia di persone - tra cui almeno 1.000 veterani sopravvissuti ai combattimenti della II Guerra Mondiale nel Pacifico contro il Giappone - schierate lungo tutto il tragitto che da Traqfalgar Square attarversera' Whitehall, la strada dei ministeri, per arrivare all'abbazia di Westminster passando davanti al Parlamento.
  La bomba sarebbe dovuta esplodere alle 14 sul Whitehallo alle spalle della Horse Guards Parade (il quartier generale delle Guardie della Regina da dove parte ogni giorno la cerimonia del cambio della Guardia e la cerimonia Trouping The Colour il 21 giugno, giorno del genetliaco ufficiale di Sua Maesta'). Altri obiettivi possibili la chiesa di St. Martin in The Fields, su Trafalgar Square, dove sara' celebrata la messa per ricordare i caduti e l'abbazia di Westminster.
  Lo scorso 'Remembrance Day' in novembre, che ricorda la fine della I Guerra Mondiale, venne sventato un altro attentato contro Elibetta II al monumeto ai caduti, il cenotafio di Lutyens, su Whitehall. (AGI) .

Renzi e la direzione Pd: un riassunto. - Andrea Scanzi

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Ieri ha avuto luogo la direzione Pd. La “direzione Pd” è un rito laico che si celebra ciclicamente, il cui unico scopo è quello di ribadire il dominio totale di Renzi nei confronti dei cosiddetti “dissidenti”. Funziona così: prima della direzione Pd i “dissidenti” rilasciano dichiarazioni minacciose nei confronti di Renzi e della sua ghenga tragicomica; poi, giunti al di Lui cospetto, i “dissidenti” si fanno trattare come pezzenti e godono visibilmente nel farsi trattare così. E’ una forma di masochismo come un’altra, anche se personalmente continuo a preferire un trampling da Rosario Dawson in tacco 12 che non un insulto ricevuto da un premier caricaturale.
Ieri, durante la direzione Pd, è successo questo:
- Il ducetto pingue, protetto dalle sue ancelle photoshoppate e dai suoi paninari invecchiati, ha garantito che rilancerà il Sud. Per farlo verranno adottati provvedimenti e ricette specifiche, che Renzi e i suoi, non conoscendoli, hanno accuratamente evitato di menzionare.
- Renzi ha accusato il Sud di eccedere in piagnistei, emulando in questo uno dei tanti pesci piccoli che però – in confronto a lui – sembra quasi un gigante: Salvini.
- Renzi ha criticato il Sud per essersi affidato a politici che ne hanno acuito la crisi. Curiosamente, larga parte di quella stessa gente che ha acuito i problemi del Sud era – ed è – seduta accanto a Renzi.
- Renzi ha indicato De Luca come esempio di Sud che funziona, che è un po’ come indicare il disastro di Fukushima come obiettivo massimo per uno scienziato.
- De Luca ha allegramente insultato e minacciato Peter Gomez. La direzione Pd, democraticamente, ha riso. E’ la stessa gente che, se scrivi che la Boschi si fa ritoccare le foto (copertina Sette) per camuffare le 70-80 libbre di adipe ruspante da caviglie, cosce e glutei, grida al “sessismo”. Ed è la stessa gente che, se chiami Renzi “ducetto pingue”, grida piccata alla lesa maestà. Vamos.
- Non meno dei loro maestri berlusconiani, i renzini ultrà di fronte alle critiche non replicano, ma si aggrappano all’insulto ipotetico. Se gli dici che è democraticamente infame sfasciare la Costituzione, salvare Azzollini, fregarsene della questione morale, distruggere la scuola pubblicabombardare lo Statuto dei Lavoratori (senza con ciò ottenere mezzo risultato positivo contro la disoccupazione), avere portato al governo una classe dirigente ridicola e comportarsi come e anzi peggio di Berlusconi, loro ti dicono che la cosa grave non sono i comportamenti di Renzi ma il fatto che tu abbia usato la parola “infame”. Sono meravigliosi. C’mon.
- Durante la direzione Pd Renzi si è puntualmente atteggiato a figo, con quel suo modo di fare a metà tra il Verdone tamarro e il fanfarone del bar di provincia zimbellato (giustamente) da tutti. Ogni volta che parla, e fa quelle pause da teatrante impacciato, basterebbe che qualcuno si alzasse e gli dicesse: “O grullo, vien via e vai a casa dal babbo, su, che c’è un limite anche alle bischerate”. Ma nessuno glielo dice, e se aspettiamo Bersani, buonanotte.
- Al termine della direzione Pd, Renzi ha promesso di rilanciare il Sud, di abolire la morte e di regalare a tutti l’ultimo di Jovanotti. Lì è partita la standing ovation.
(Questo articolo è maschilista e sessista. 
Se ne consiglia l’uso previa somministrazione di Boldrinox e Boschizina).

Dubbio amletico...



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