mercoledì 14 ottobre 2015

Anice stellato.

L’anice stellato anche detto anice stellato cinese, è identificato dal nome botanico Illicium verum. La pianta dalla quale nasce è una pianta sempreverde, originaria del bacino del Mediterraneo, ma che oggigiorno è ormai diffuso in quasi tutte le parti del mondo: è possibile trovarla in Asia, Sud America ed America Centrale. Tipicamente questa pianta è anche diffusa nelle aree tropicali e subtropicali.

Anice stellato e significato; Il nome della pianta deriva proprio dal frutto che produce che è a forma di stella ed ha un caratteristico colore sui toni del bruno-rossastro. Questo frutto viene raccolto dalla pianta quando ancora non ha completato la sua maturazione e dopo viene generalmente sottoposto ad un processo di essiccazione per poi poter essere ulteriormente trasformato o utilizzato come spezia. L’anice stellato in tutte le sue applicazioni non viene utilizzato puro o così come viene raccolto, ma viene applicato solo dopo che è stato opportunamente trasformato.

Caratteristiche dell’anice stellato

L’anice stellato è frutto di un albero tropicale asiatico e ha la caratteristica forma di una stella ad otto braccia. Ha un gusto piuttosto deciso, simile a quello della liquirizia e proprio grazie a questo suo sapore è sufficiente solo una piccola quantità di anice stellato per la preparazione dei piatti.
Storicamente l’anice stellato è stato utilizzato da diverse civiltà proprio per le sue caratteristiche proprietà e da esso viene estratto l’olio essenziale aromatico che è utilizzato per scopi medicinali o che altrimenti è consumato come bevanda.
L’anice stellato ha per altro valori nutrizionali rilevanti: una porzione da 100 grammi è equiparabile ad 80 o 100 grammi di frutta. Questa stessa porzione contiene circa 337 calorie e 16 g di grassi. Non vi è traccia di colesterolo e contiene solo 16 mg di sodio. In totale contiene circa 50 g di carboidrati e 15 g di fibre che corrispondono al 58% del fabbisogno giornaliero raccomandato. Una porzione da 100 g contiene inoltre, 18 g di proteine circa che equivalgono al 35% del fabbisogno giornaliero raccomandato e rappresenta anche una ricca fonte di ferro e calcio; per infine apporta anche una buona quantità di vitamina C, il 35% della razione giornaliera raccomandata.

Proprietà dell’anice stellato

Le proprietà dell’anice stellato non sono del tutto confermate dagli studi scientifici, ciononostante molti sostenitori dei rimedi erboristici ne consigliano il suo uso per la risoluzione di differenti tipi di problemi comuni.
Tra le buone proprietà vi è quella di riuscire a combattere una gamma di diversi tipi di virus, tra cui rientra anche il virus dell’herpes. L’azione è nello specifico impedire una riproduzione o replicazione virale. Data questa sua capacità, vengono prodotti farmaci specifici ai quali è aggiunto dell’acido shikimico, che è estratto proprio dall’anice stellato. Si ottengono in questo modo dei farmaci capaci di combattere, per fare un esempio, il virus dell’influenza. Altro elemento che viene estratto dall’anice stellato è l’anetolo: si tratta di un olio essenziale dal caratteristico sapore di liquirizia. L’olio estratto ha un’efficacia antibatterica contro determinati microrganismi, trai quali rientrano le forme batteriche di Escherichia coli e Staphylococcus aureus, che tendono a colpire l’apparato digerente causando sintomi quali vomito e diarrea. Altra proprietà dell’anetolo è quella di essere anche un efficacie antinfiammatorio oltre che antibatterico. Ancora, accanto a queste sue buone proprietà vi è quella di essere un antifungine ed un antiossidante. L’anice stellato rappresenta anche uno stimolante naturale ed ha proprietà diuretiche molto potenti, per cui se ne raccomanda un uso limitato.

Benefici dell’anice stellato

L’anice stellato dati i suoi molteplici benefici viene utilizzato per la preparazione di composti a base di erbe ed è sfruttato per molte applicazioni ed usi. È persino utilizzato per uso medico, per l’aromaterapia. Per quanto riguarda l’uso erboristico dell’anice stellato, viene estratto ed utilizzato l’olio essenziale che è ottenuto mediante un processo di distillazione. Altro beneficio derivante dal suo uso è quello di alleviare un eventuale disagio addominale: una sola goccia di olio di anice stellato mescolato ad un cucchiaio di miele, se assunto per via orale allevia crampi addominali, indigestione, gas, gonfiore addominale e nausea. Fare attenzione a non eccedere nella quantità d’olio di anice aggiunta poiché una dose superiore ai 5 ml potrebbe causare al contrario problemi come nausea e vomito. L’olio di anice stellato ha anche capacità espettoranti. Per farne un uso di questo genere basta aggiungere una goccia di olio di anice ad un qualsiasi sciroppo per la tosse.
L’efficacia è garantita in caso di condizioni quali asma, bronchite, tosse e raffreddore comune. Nel caso in cui nonostante l’uso di olio di anice stellato la tosse non tende a placarsi, provvedete a consultare un medico dal momento che un possibile effetto collaterale che caratterizza l’anice stellato è proprio l’edema polmonare o l’accumulo di liquido nei polmoni. Non eccedere ad ogni modo nelle quantità.
Tra gli altri benefici dell’anice stellato vi è quello di promuovere anche l’allattamento nelle donne. Tale effetto si ricollega al suo contenuto di diantheole e photoantheole che tendono appunto ad aumentare la produzione di latte. Sebbene questa sia una proprietà favorevole per le donne, è bene che prima dell’assunzione sia consultato un medico. Non usare durante il periodo di gravidanza.

Usi di anice stellato

L’anice stellato è utilizzato come spezia aromatizzante in cucina, ma è anche noto in medicina dove l’uso in questo campo avviene sotto forma di tè o altrimenti sotto forma di olio essenziale, per un’applicazione topica.
Per l’utilizzo in cucina basta far bollire l’anice: due soli baccelli saranno sufficienti per insaporire i vostri piatti. Dopo averlo fatto bollire procedete macinando con un mortaio o un pestello in modo da ottenere una polvere fine. A questo punto il vostro anice stellato è pronto per essere aggiunto ai vostri piatti.
È ottimo se aggiunto in brodi, minestre o ad una zuppa di cipolle per aggiungere una dolcezza raffinata. Dato il gusto particolare della spezia ottenuta, potete aggiungerne un pizzico anche a piatti con patate, verdure o ad un arrosto con contorno di piselli.
Nel caso in cui invece viene utilizzato sulla pelle, l’anice stellato è in grado di trattare alcune malattie della pelle, tra cui l’acne. Oltre ciò, l’anice stellato è tossico per molti insetti pertanto risulta essere un ottimo agente per riuscire a mantenere a debita distanza pidocchi ed infezioni della scabbia. Nonostante le sue buone proprietà sulla pelle l’anice non deve essere applicato direttamente su di essa poiché può causare una grave irritazione, pertanto è necessario diluire sempre l’olio anziché applicarlo puro.
Varie civiltà fanno uso dell’anice stellato oltre che per scopi medici, anche per motivi estetici. Un comune uso è quello di utilizzare dell’anice stellato per la stimolazione della crescita di capelli sani: previene la calvizie e migliora la crescita dei capelli. Per questa ragione, l’anice stellato è un ingrediente che è piuttosto comune nei composti topici per capelli preparati a partire da una base vegetale. Per incrementare questa sua efficacia sui capelli si consiglia di fare un uso di composti od olii arricchiti con anice stellato, assieme a quello di olio di finocchio e cumino, i quali sono entrambi agenti che promuovono la crescita di capelli sani. L’olio di anice può essere applicato localmente sul cuoio capelluto per sbarazzarsi dei pidocchi.

Controindicazioni anice stellato

Prima di fare uso di anice, in una qualsiasi sua forma, è bene avere prima la conferma da un medico onde evitare contrasti con l’uso di farmaci assunti regolarmente.
L’anice stellato comporta alcuni possibili effetti collaterali, che è possibile rilevare in caso di uso in bambini o neonati, sui quali può provocare intossicazioni. Eventuali problemi possono riscontrarsi anche negli adulti, quando viene consumato del tè ottenuto dall’anice stellato; l’indigestione potrebbe infatti indurre vomito, movimenti oculari rapidi, convulsioni o gravi effetti neurologici. Nei casi in cui il tè deve essere assunto per particolari scopi medicinali è bene consultare prima un medico.
È bene fare particolare attenzione sul tipo di anice stellato utilizzato e nello specifico è importante non consumare anice stellato giapponese come rimedio a base di erbe, dato il suo alto contenuto di composti velenosi tra cui: anisatin, shikimin e sikimitoxin.

domenica 11 ottobre 2015

Ricreato in provetta un cervello invecchiato.


Il tessuto del cervello invecchiato riprodotto in laboratorio (fonte: Salk Institute)

Da neuroni ottenuti riprogrammando cellule della pelle.


Ricreato in provetta un 'cervello' invecchiato. Per la prima volta si è riusciti a coltivare e invecchiare in laboratorio dei neuroni umani ricavati dalla pelle. Il risultato, merito del lavoro dei ricercatori del Salk Institute e descritto sulla rivista Cell Stem Cell, è un eccezionale banco di prova per studiare malattie neurodegenerative legate all'invecchiamento, come Alzheimer e Parkinson, e per sperimentare farmaci. 

La particolarità di questa tecnica è che i neuroni ricavati hanno caratteristiche genetiche che riflettono l'età del paziente. ''Per la prima volta abbiamo dimostrato che non solo l'identità genetica specifica di una persona, ma anche i segni legati all'invecchiamento possono essere studiati in laboratorio su neuroni umani viventi'', osserva Fred Gage, coordinatore dello studio. Finora infatti chi si è occupato di invecchiamento si è affidato a moscerini, vermi e topi. 
Più recentemente si è riusciti a prendere delle cellule dai pazienti e a riprogrammarle, trasformandole in cellule staminali pluripotenti (ipsc), che possono essere propagate per generare cellule cerebrali in numero sufficiente per sperimentazioni. Ma il problema di queste cellule è che somigliano a quelle caratteristiche primi stadi dello sviluppo embrionale, e quindi l'età vera del paziente viene azzerata, lasciando dei neuroni ringiovaniti. 

In questo caso invece i ricercatori hanno prelevato le cellule della pelle di 19 persone di età compresa fra 1 a 89 anni e le hanno riprogrammate per trasformarle in neuroni. Quindi hanno confrontato i neuroni così ottenuti con quelli prelevati da autopsie. Il confronto ha permesso di individuare le caratteristiche dei neuroni delle persone più anziane. La stessa tecnica, secondo i ricercatori, potrebbe essere utilizzata per studiare i cambiamenti indotti dall'invecchiamento in altri tessuti, come quelli di fegato e cuore.


http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/biotech/2015/10/09/ricreato-in-provetta-un-cervello-invecchiato_727ce3fc-f616-49df-aa4f-198406755bfe.html?idPhoto=1

Chi porta i figli dei vegani?



https://www.facebook.com/RadioVietFottutoNam/photos/a.431835156897359.59066999.365567083524167/920840147996855/?type=3&theater

Nell'ospedale dove iniziò il chirurgo Marino: "Così chiudemmo ogni rapporto". - Corrado Zunino

Nell'ospedale dove iniziò il chirurgo Marino: "Così chiudemmo ogni rapporto"

Parlano i medici del centro universitario di Pittsburgh in cui lavorò il sindaco: "Ha cominciato a operare con noi, gli abbiamo affidato il centro di Palermo. Poi abbiamo scoperto le doppie note spese e i suoi rapporti con altri ospedali americani". Tra le fatture, la ricarica per una stilografica: otto euro, chiesti due volte.

PITTSBURGH. Al 600 di Grant street dicono che quel nome - Ignazio Marino - vogliono solo dimenticarlo. "Era un chirurgo, trapiantava organi. Non era indispensabile, ci ha creato tanti problemi". Davanti alla fontana che spruzza acqua rosa, sotto la sede distribuita su venti piani, parlano due dirigenti del Medical center universitario di Pittsburgh, l'Upmc che gestisce venti ospedali nella Pennsylvania dell'Ovest e trentotto centri oncologici negli Stati Uniti: "Il dottor Marino si è formato da noi, ha iniziato a operare con noi, gli abbiamo affidato il centro di Palermo, una frontiera in Europa. Poi abbiamo scoperto le doppie note spese, i suoi rapporti con altri ospedali americani. Gli abbiamo imposto le dimissioni dall'Ismett di Palermo e non avremmo voluto più occuparci di quella storia, né del medico italiano. Avremmo solo sperato nel silenzio".

Invece quel medico italiano, 650 trapianti in carriera, 213 pubblicazioni, ambizioso non solo come clinico, a 51 anni è stato fatto senatore, a 54 si è candidato alla guida del Partito democratico  (perdendo) e a 58 si è lanciato nella campagna per diventare sindaco di Roma, mayor come dicono qui. E ha vinto. "Eravamo sorpresi che della storia degli ottomila dollari contestati non si fosse detto più nulla, ma noi non avevamo alcun interesse a sollevare un caso", dicono ancora gli amministrativi subito dopo aver chiesto di non essere citati.

L'Upmc aveva chiuso ogni rapporto con il dottor Marino come tante volte succede, e invece a tredici anni di distanza "siamo di nuovo qui". A riprendere in mano vecchi dossier, rileggere audit interni che rimandano a scontrini fiscali. "Sì, dopo tredici anni confermiamo: il dottor Marino aveva creato una doppia contabilità per le spese di trasferta. Una richiesta di rimborso la consegnava al suo centro di Palermo, l'Ismett appunto, e una alla nostra sede. Avevamo prove evidenti che la cosa fosse andata avanti per mesi e che fosse una scelta consapevole, non un caso, tanto meno un errore. Abbiamo agito subito, allora. Il 6 settembre 2002 inviammo un fax all'ospedale di Palermo e il dottor Marino nell'arco di mezza giornata controfirmò tutte le nostre condizioni. Aveva chiesto lui di dimettersi alcune settimane prima, il sei settembre abbiamo accettato senza esitazioni. Abbiamo chiuso lì ogni rapporto: uno dei nostri quattromila medici aveva perso la nostra fiducia, ma la carriera politica del dottor Marino non ci ha mai permesso di abbandonare quel dossier".

E' qui, dove la confluenza di Allegheny e Monongahela forma il fiume Ohio, non lontano dal Canada, che Ignazio Marino ha conosciuto i primi guai con le ricevute per le cene, qui che ha subito un oltraggio alla sua carriera e al consolidato orgoglio. Cresciuto sfiorando un nume tutelare della trapiantologia moderna, Thomas Starzl, che nel 1963 innestò il primo fegato su un bimbo di tre anni, nel 1997 Marino riuscì a farsi affidare da Jeffrey A. Romoff la direzione dell'Istituto Mediterraneo per trapianti e terapie ad alta specializzazione, ottanta posti letto voluti a Palermo dal governatore Cuffaro e inaugurati due anni dopo.

In quelle stagioni siciliane, oltre ad operare in sala, il dottor Marino iniziò a sperimentare l'arte dell'amministrazione pubblica, palestra per una futura politica già avvistata. "Gestivo venti milioni l'anno", ha raccontato. Ma è sulle minuzie che arrivano le contestazioni. Un precedente che tornerà negli anni da sindaco, una coazione a ripetere che taglierà le gambe prima a un chirurgo scalatore e poi a un intraprendente politico. Ottomila dollari contestati in nove mesi (in attesa di controllare a ritroso i cinque anni precedenti). Una piccola cresta. Messa così, nero su bianco il 6 settembre 2002, dal superpresidente Romoff: "Riteniamo di aver scoperto una serie di irregolarità intenzionali e deliberate con note scritte da lei a mano e sebbene le ricevute siano per gli stessi enti, i nomi delle persone indicate sulle ricevute presentate a Pittsburgh non sono gli stessi di quelli presentati all'Upmc di Palermo". Dozzine di ricevute duplicate, scrisse il presidente. Irregolarità intenzionali e deliberate, sottolineò. Dimissioni immediate, da controfirmare seduta stante. "Come restituzione dei rimborsi spese doppi da lei ricevuti accetta di rinunciare a qualsiasi pagamento erogato dall'Upmc ai quali avrebbe altrimenti diritto, compreso lo stipendio per il mese di settembre 2002". Ci sono anche le ferie pagate, eventuali malattie accumulate. Nulla da pretendere per il futuro da parte del direttore Ismett per rientrare degli 8.000 dollari.

A Marino fu concessa una settimana per liberare l'ufficio di Palermo, gli venne indicato nome e cognome della persona a cui lasciare auto, chiavi dell'auto e dell'appartamento, telefonino, cercapersone, computer portatili, carte di credito aziendali, gli fu anche intimato di non fare ritorno a Pittsburgh. "Tutti i libri e i giornali acquistati da noi dovranno restare nell'ufficio di Palermo", scrisse Romoff, "e se lei deciderà di trattenerne qualcuno potrà acquistarli a un prezzo ragionevole".

Oltre alle cene, si scopre oggi, il dottor Marino chirurgo di trapianti aveva l'abitudine - secondo gli accertamenti dell'audit dell'Upmc - di mettere in doppia contabilità tutte le spese personali. "C'è una fattura, rimborsata sia a Pittsburgh che a Palermo, sulla ricarica d'inchiostro per la penna stilografica del medico". Otto euro e quaranta, richiesti due volte.

Ignazio Marino successivamente avrebbe detto che, in realtà, quei fogli erano solo un fax di presa visione, che l'università di Pittsburgh gli era diventata ostile perché lui si era accordato per un nuovo incarico direttivo con l'ospedale Thomas Jefferson di Philadelphia, che era stata una sua scelta quella di dimettersi da Palermo quando aveva scoperto che in una gara d'appalto c'era un'azienda in odor di mafia e in corsia le pressioni per favorire alcuni clinici erano diventate opprimenti. Oggi i dirigenti dell'Upmc, qui a Pittsburgh, ribadiscono: "Nel 2002 il dottor Marino controfirmò una lettera di dimissioni immediate e quelle dimissioni dipesero soltanto dalla sua condotta contabile, non c'entrano Palermo né Philadelphia. Non è neppure vero che i controlli erano partiti dopo una segnalazione del medico, fu un'iniziativa del nostro audit di fronte a conti che non tornavano. Dopo quella lettera, sottolineaiamo, non c'è stata alcuna transazione e, d'altro canto, il dottor Marino non ci hai mai querelato né per falso né per danni subiti". Querela che, pure, il medico aveva promesso.

Il chirurgo romano riottenne, con la mediazione dell'avvocato Vittorio Angiolini, il pc utilizzato all'Ismett, alcune pubblicazioni e studi in archivio a Palermo. Tre anni dopo il senatore sarebbe riuscito a prendere 90 mila euro di risarcimento da parte di quattro giornali italiani e tredici giornalisti. Il Tribunale civile di Milano aveva riconosciuto un danno alla sua carriera nei modi in cui l'offesa di Pittsburgh era stata raccontata.


http://www.repubblica.it/politica/2015/10/09/news/nell_ospedale_dove_inizio_il_chirurgo_marino_ci_ha_creato_tanti_problemi_-124730271/

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sabato 10 ottobre 2015

In risposta all'articolo su "l'amaca" di Michele Serra.




Rispondiamo, punto per punto, al post di Michele Serra.

- No, caro Michele, la faccenda di Marino non si ferma alla semplice bottiglia di vino, peraltro costosina. 

- Per quanto riguarda la Panda rossa, io ravviserei nella faccenda l'atteggiamento inaccettabile e fastidiosissimo di chi usa sentirsi al di sopra delle leggi e degli altri e che , pertanto, è solito adottare con troppa nonchalance la formula del "lei non sa chi sono io".

- L'essere onesti, inoltre, non comprende utilizzare la carta di credito aziendale, vedi Pittsburgh e comune di Roma, per spese personali, non comporta neanche utilizzare soldi provenienti da persone di dubbia fama come Buzzi, per finanziare la propria campagna elettorale.

- La vorrei anche rendere edotto del fatto che i grillini, che lei definisce poco propensi a capire, non hanno alcuna intenzione di allinearsi a persone che adottano concetti come quelli più sopra menzionati: accettare e praticare anche solo una parte di essi significa essere come quelli che hanno governato e male l'intero paese, e quindi, essere già sulla buona strada per esserne divorati integralmente.

Con buona pace della sua discutibile concezione dell'onestà.

Cetta — perplessa.