giovedì 4 gennaio 2018

Gesù diventa 'Perù' in una canzone di Natale per rispetto dei bambini islamici. E scoppia la polemica. - Greta Di Maria

Gesù diventa 'Perù' in una canzone di Natale per rispetto dei bambini islamici. E scoppia la polemica

Se ne sono accorti i familiari di alcuni bimbi che l’avevano intonata a casa. La preside dell'istituto: "Non ero a conoscenza del fatto". A Trieste una "raccolta di giochi usati per i bambini italiani meno fortunati". Il post dell'assessore comunale Lorenzo Giorgi scatena l'ira degli internauti 

TRIESTE -  Lingue, ideologie, civiltà diverse: la convivenza tra i popoli non è sempre facile, nemmeno a Natale. Soprattutto in Friuli-Venezia Giulia. Così due iniziative, prese una da un'insegnante della scuola Beato Odorico da Pordenone di Zoppola e una dell'assessore triestino Lorenzo Giorgi hanno scatenato la bufera in Rete.

Nella classe terza alla scuola primaria Beato Odorico da Pordenone di Zoppola la maestra ha deciso che la parola Gesù fosse sostituita con Perù per non urtare la sensibilità dei bambini stranieri. Si tratta di una canzone dal titolo "Minuetto di Natale", dove in un passaggio c'è il nome del bambinello. L'insegnante, pensando che in questo modo si potesse turbare la sensibilità di chi non appartiene alla religione cristiana, ha sostituito il nome Gesù con uno che non avrebbe messo in difficoltà nessuno.


La vicenda è stata scoperta dai familiari di due fratellini che durante il pranzo di Natale hanno intonato a casa la canzoncina imparata a scuola. I genitori hanno allora chiesto spiegazioni. La notizia si è diffusa in poco tempo e sui social sono state postate tante critiche nei confronti della maestra e della scuola. La dirigente dell'istituto scolastico si è dichiarata estranea alla vicenda: "Non sapevo nulla dell'iniziativa della maestra". "Roba da matti: ormai il politicamente corretto ha superato ogni limite di decenza ed è diventato grottesco e ridicolo", è stato il commento su Facebook della presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. 

Ma non si tratta dell'unico episodio a far discutere in città. A Trieste la Befana arriva per i bambini meno fortunati, ma - secondo l'interpretazione di un amministratore pubblico - solo per quelli italiani. È questo il messaggio lanciato sui social mercoledì 27 dicembre dall'assessore comunale al Commercio e agli eventi correlati di Trieste, Lorenzo Giorgi. 

"Ritorna la Befana!! In piazza Ponterosso (dal 29 docembre al 7 gennaio) il mercatino (promosso assieme ai commercianti stanziali) che sposa solidarietà, commercio ed educazione stradale. Raccolta di giochi usati per i bambini ITALIANI meno fortunati": scrive l'assessore Giorgi su Facebook. Parole che sono passate tutt'altro che inosservate, facendo scatenare una vera bufera mediatica sul web e suscitando fiumi di polemiche che nel giro di poche ore sono rimbalzate in tutta Italia, assumendo proporzioni nazionali. Tant'è che alla fine l'assessore Giorgi è stato costretto a rimuovere il post contestato.
 

Ma dopo poche ore è tornato a difendersi: "Da politico dico che l'Italia è l'unico Stato al mondo in cui, affermare che aiutare i propri connazionali prima degli altri, ti fa essere tacciato di razzismo". Secondo Giorgi, infatti, "in Italia si strumentalizza ogni iniziativa".
 
"Lo dico a chi il 4 marzo andrà in Parlamento: c'è uno stato sociale in difficoltà e dobbiamo garantire ai nostri connazionali per primi il modo di sopravvivere dignitosamente. Dopo aver sistemato i nostri, pensiamo agli altri". L'assessore ha inoltre evidenziato: "Nelle mie innumerevoli deleghe ricevo e ascolto tutti, collaborando con tutte le associazioni di qualsiasi orientamento e senza fare distinzioni su chi siano i destinatari finali, purché leciti e bisognosi di aiuto. Qui non si è deciso di non destinare qualcosa a qualcuno, ma di destinare qualcosa a qualcun altro". Per Giorgi, "c'è chi fa la raccolta per i cani e i gatti, chi fa la raccolta ugualmente importante per i bambini siriani: hanno tutti la stessa dignità. Questa associazione ha deciso di dare settimanalmente ai residenti di Trieste e quindi ai nostri cittadini in stato di bisogno. Non ci vedo nulla di male".
 
L'assessore rassicura comunque che "se arrivasse in piazza qualche bambino non italiano a chiedere un giocattolo vorrei vedere chi avrà il coraggio di non darglielo. Ho una lista di insulti e minacce - conclude Giorgi - lunga così: se questi sono i democratici... Si presentassero tutti sotto casa mia: sarò disponibile a confrontarmi con tutti dal vivo per ribadire che la ragione sta dalla mia parte".


Se si smettesse di insegnare religione nelle scuole, migliorerebbe la qualità della vita. Bisognerebbe insegnare che essere umani non è sinonimo di fede, ma il normale comportamento che dovrebbe adottare l'essere vivente nei confronti dei suoi simili.
Le religioni sono come i partiti politici, ognuno segue quella in cui crede, nessuno dovrebbe essere obbligato a seguirne una. Anche chi non crede in nessuna religione merita rispetto se porta rispetto nei confronti degli altri.
Bandiamo questi dogmi, queste ipocrisie, nessuno di noi è in grado di affermare che la propria religione è quella vera, sono tutte vere e, al contempo, tutte false, quindi non imponiamole nelle scuole.
Le nostre divinità, le uniche e vere, sono la terra sulla quale viviamo e che stiamo distruggendo, l'aria che respiriamo e che stiamo appestando, l'acqua che beviamo e che stiamo inquinando.
Tutto il resto è il nulla.

Miliardi di computer e smartphone esposti ai cybercriminali. Ecco cosa sta succedendo. - Biagio Simonetta


Intel, alcuni processori sono fallati. Bene, ora capite a che serve la cybersecurity?

Un'apocalisse informatica. La madre di ogni vulnerabilità è stata scovata nelle ultime ore e riguarda più o meno ogni personal computer e ogni device prodotto negli ultimi dieci anni. La falla, stavolta, non riguarda un software ma il componente hardware cardine di ogni dispositivo: il processore. I chip di Intel e AMD, nonché i microprocessori basati su architettura ARM e costruiti da case come Qualcomm e Samsung, sono esposti a due vulnerabilità che rendono ogni macchina attaccabile. In parole più semplici: è molto probabile che anche il dispositivo che state usando per leggere questo articolo sia interessato alle falle scovate. 
Il risultato è che tutte le password e i dati sensibili contenute su miliardi di Pc, smartphone e tablet sono alla mercé dei cybercriminali. E a peggiorare un quadro già di per sé drammatico, si aggiunge un dettaglio pesantissimo: al momento non esiste soluzione.



Meltdown e Spectre. 
Le due vulnerabilità, scovate da Jann Horn (ricercatore interno al progetto Google Project Zero) sono state ribattezzate Meltdown e Spectre. Lo studio, che successivamente ha trovato la collaborazione di altri centri di ricerca, ha dimostrato come un utente esterno possa accedere alla CPU di un dispositivo, sottraendo dati sensibili e password, attraverso una “speculative execution”, un'azione che serve per ottimizzare le prestazioni dei processori stessi. Ma non è tutto. Sempre attraverso le vulnerabilità dei processori è possibile accedere alla memoria fisica delle macchine. 
Quali computer sono a rischio. Quello che inizialmente sembrava un caso relativo solo alle macchine con processori Intel, col passare delle ore è diventato un problema globale. Le vulnerabilità affliggono in modo trasversale tutti i sistemi operativi. Tutte le CPU prodotte da intel dal 1995 ad oggi (ad eccezione dei modelli Intel Itanium e Intel Atom precedenti al 2013) sono soggette alla vulnerabilità Meltdown. Mentre la vulnerabilità chiamata Spectre – che per difficoltà di soluzione preoccupa maggiormente i produttori – appartiene a tutti i processori prodotti da Intel, ARM e AMD. 
Un problema senza precedenti. 
Per gli esperti siamo davanti a un problema senza precedenti. La gravità assoluta è dovuta al fatto che le vulnerabilità non riguardano il lato software dei sistemi, ma quello hardware. E non è un problema di fornitore, ma di come tutte le CPU sono state pensate e prodotte. «Se Intel, AMD e ARM sono influenzati, stiamo fondamentalmente parlando di tutto ciò che funziona in un sistema informatico in qualsiasi parte del mondo che ha meno di 10 anni», ha detto Beau Woods, esperto di sicurezza informatica al Consiglio Atlantico. Da Intel hanno confermato che «il “difetto” potrebbe consentire agli hacker di vedere informazioni altamente sensibili come password e chiavi di crittografia contenute nel computer, che potrebbero essere utilizzate per accedere alle comunicazioni crittografate degli utenti».
Come si risolve. 
Per risolvere il problema sarà necessaria una combinazione di modifiche da apportare al software e all'hardware, il che richiederà uno sforzo inusuale a livello industriale che coinvolgerà un po' tutta l'industria informatica. Dai produttori di software a quelli di chip e hardware. Va detto che la vulnerabilità Meltdown può essere arginata con un aggiornamento lato software (in tal senso Microsoftha già prodotto una patch per i sistemi Windows che può essere installato da Windows Update sul proprio computer). Mentre quella denominata Spectre – che consente a un programma in esecuzione su un chip di accedere ai dati in un programma separato, senza bisogno di chiamare il sistema operativo – non esistono ancora soluzioni.
Per quanto riguarda i device Android, Google ha reso noto che il problema interessa anche il suo sistema operativo, ma ha aggiunto che è comunque una falla difficile da sfruttare. Da Mountain View hanno annunciato, inoltre, che sono già al lavoro per rilasciare un aggiornamento di sistema. Al momento, invece, Apple non ha preso una posizione ufficiale, anche se alcuni rumors parlano di una nuova versione di macOS in arrivo. È bene, dunque, tenere sotto controllo gli aggiornamenti.

lunedì 1 gennaio 2018

Buon Anno!


Vi auguro un futuro sereno, tranquillo.
Che sia foriero di buoni pensieri, creatività, voglia di vivere, spensieratezza e gioia.
Vi auguro di incontrare persone sincere, disinteressate con le quali condividere momenti da ricordare con il sorriso sulle labbra.
Auguro a tutti un futuro migliore.

domenica 31 dicembre 2017

Aumenti 2018: dalle autostrade alle poste, tutti i rialzi che ci aspettano.



Non ci sono solo le bollette di gas e luce. Dal primo gennaio, una serie di aumenti tariffari cambieranno i prezzi di ticket, trasporti e prodotti postali.

Elettricità. Gas. Rifiuti. Ticket. Banche. Poste. Autostrade. Assicurazioni. E poi professionisti, artigiani, trasporti. Con l’inevitabile ricaduta su alimenti e prodotti agricoli. Una stangata da quasi mille euro in più a famiglia che nel 2018 si troverà aumenti e rincari di bollette e tariffe in quasi tutti i settori. Persino i sacchetti biodegradabili della spesa saranno a pagamento.

Non ci sono solo le bollette di gas e luce. L’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha annunciato aumenti che vanno dal 5,3% per l’elettricità al 5% per il gas a famiglia per il primo trimestre 2018. Un record soprattutto per l’energia elettrica dovuto, spiega l’Autorità, a vari fattori, tra cui la ripresa dei consumi (+1,6% la domanda elettrica nei primi undici mesi del 2017), ma anche alla «minore disponibilità della generazione idroelettrica nazionale per la scarsa idraulicità del periodo»: il 2017 è stato l'anno più arido degli ultimi 200 anni. Per il gas, l’aumento invece è più «naturale», essendo legato alla stagione invernale. Ma tutto ciò si traduce in una spesa a famiglia di 535 euro (+7,5%) per l’elettricità e di 1.044 euro per il gas.

Sempre dal primo gennaio, costerà di più viaggiare in autostrada. Autostrade per l’Italia ha annunciato «l’adeguamento tariffario» pari all’1,51% per il «recupero del 70 dell’inflazione reale e la remunerazione dei nuovi investimenti effettuati». Ma salgono i pedaggi anche di Autostrade Meridionali (+5,98%), Autovie Venete (+1,88%), Torino-Milano (+8,34%), Milano Serravalle (13,91%, Strada dei Parchi (+12,89%). Record per la Aosta Ovest-Morgex: +52%. Aumenti «inaccettabili» per il presidente dell’Unione nazionale consumatori Massimiliano Dona: «Significa mandare in tilt i bilanci di quei pendolari costretti a prendere quella tratta».

L’Osservatorio dell’Adusbef ha calcolato in circa mille euro (980) la spesa in più che ogni famiglia dovrà affrontare nel nuovo anno, non solo per tariffe e pedaggi ma anche per i consumi. Secondo l’associazione ci saranno rincari medi di 25 euro per le assicurazioni auto, 40 euro per i pedaggi stradali, 97 per altri costi di trasporto, 49 per la Tari (nonostante le «tariffe pazze» dei Comuni che verranno rimborsate), 156 euro per professionisti e artigiani, 55 euro per i ticket sanitari, 18 euro per le tariffe postali e 38 euro per i servizi bancari. «Si profilano ulteriori salassi per i cittadini — dice Elio Lannutti, presidente di Adusbef —, mentre, secondo le stime dell’Istat, cresce il rischio povertà o esclusione sociale con oltre 18 milioni di persone a rischio: nulla di buono aspetta i consumatori italiani e questi incrementi per molte famiglie sono insostenibili, è urgente una seria azione del governo per controllare e contrastare ogni aumento ingiustificato». Dal primo gennaio scatta anche l’obbligo dell’uso di soli sacchetti biodegradabili per gli alimenti. Vietati quindi tutti i sacchetti di plastica usati finora per insaccare carne, verdura e la spesa in generale. Tutti i negozianti dovranno rifornirsi di sacchetti compostabili. La novità avrà però un costo per i consumatori: si va da un minimo di 1 centesimo a sacchetto a cinque centesimi. Un’altra mini «stangatina» che alla lunga peserà sulle tasche degli italiani, anche se per Legambiente «è sbagliato parlare di caro-spesa: l’innovazione — dice il direttore generale Stefano Ciafan i— ha un prezzo ed è giusto che i bioshopper siano a pagamento, purché sia garantito un costo equo intorno ai 3 centesimi». Infine, sorpresa di fine anno per i ciclisti: tutti gli amanti delle due ruote non professionisti che si dilettano in gare e passeggiate cicloturistiche dovranno pagare un canone annuale di 25 euro alla Fci, la Federazione ciclistica italiana.

sabato 23 dicembre 2017

L'intruso del Sistema Solare è una cometa interstellare.

Rappresentazione artistica di Oumuama, probavilmente una cometa interstellare protetta da una spessa corazza di molecole organiche (fonte: ESO/M.Kornmesser) © Ansa
Rappresentazione artistica di Oumuama, probavilmente una cometa interstellare protetta da una spessa corazza di molecole organiche (fonte: ESO/M.Kornmesser) RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA/Ansa.

Protetta da una corazza di molecole organiche.


L'intruso del sistema solare, Oumuamua, potrebbe essere una cometa interstellare rivestita di una corazza di molecole organiche che l'avrebbe protetta durante il suo lungo viaggio nella Via Lattea e durante il suo saluto al Sole. Lo indica la ricerca pubblicata sulla rivista Nature Astronomy e condotta in Irlanda, nella Queen's University di Belfast, dal gruppo coordinato da Alan Fitzsimmons e Michele Bannister.

Il rivestimento di materiale organico avvolgerebbe un nucleo di ghiaccio e si sarebbe formato dal bombardamento di raggi cosmici nel corso di milioni o addirittura miliardi di anni.
Individuato il 19 ottobre 2017 dal telescopio Pan-STARRS 1 nelle Hawaii, Oumuamua e' davvero singolare, con il suo colore grigio-rossastro e la forma affusolata simile a quella di un sigaro. Sulla base delle prime osservazioni era stato classificato come un asteroide proveniente da un'altra stella e ricco di metalli; si è anche ipotizzato che fosse fatto di materia oscurainvisibile e misteriosa.

Il sospetto che fosse una cometa arrivata da un'altra stella gli astronomi l'avevano avuto subito, ma le osservazioni successive alla scoperta avevano dimostrato che l'avvicinamento al Sole non aveva generato i getti di vapore tipici delle comete. Oumuamua infatti si e' avvicinato a 37 milioni di chilometri dal Sole senza subire danni

Adesso analizzando il modo in cui Oumuamua riflette la luce si sono osservate somiglianze notevoli con i pianetini e le comete fatte di ghiacci ricchi di carbonio, ''la cui struttura - ha rilevato Fitzsimmons - e' modificata dall'esposizione ai raggi cosmici''.
Una simulazione ha poi dimostrato che , durante il passaggio ravvicinato al Sole, un mantello di molecole organiche dello spessore di mezzo metro potrebbe avere impedito che il suo nucleo di ghiaccio evaporasse

Per Bannister e' affascinante che ''il primo oggetto interstellare scoperto somigli a un corpo celeste del nostro Sistema Solare e questo suggerisce che il modo in cui e' nata la nostra famiglia di pianeti potrebbe essere simile al modo in cui si formano i sistemi planetari attorno alle altre stelle''.

giovedì 21 dicembre 2017

Antimafia dispone confisca beni Matacena per 10 mln. -

L'ex parlamentare di Forza Italia è stato condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa e attualmente latitante a Dubai.

La Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria ha eseguito un provvedimento di sequestro e confisca di beni, emesso dalla Corte di Assise d'Appello di Reggio Calabria, nei confronti dell' armatore ed ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa e attualmente latitante a Dubai. La confisca riguarda 12 società in Italia e all'estero, conti bancari, immobili e un traghetto in servizio nello Stretto di Messina, per un valore complessivo di oltre 10 milioni di euro.
Matacena, già condannato definitivamente, nel 2014, a tre anni di reclusione dalla Corte di Cassazione per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, è stato riconosciuto quale uomo politico di riferimento delle cosche reggine a salvaguardia dei loro interessi.
Successivamente, è rimasto coinvolto nelle indagini svolte dalla Dia di Reggio Calabria che hanno portato all'emissione di diverse ordinanze di custodia cautelare in carcere, oltre che nei suoi riguardi, anche a carico di sua moglie Chiara Rizzo, per intestazione fittizia di beni, e dell'ex Ministro dell'Interno Claudio Scajola, per averlo aiutato a sottrarsi alla cattura.
Nel giugno 2017, la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, su proposta della Procura Distrettuale, aveva confermato la "pericolosità sociale" di Matacena, disponendo nei suoi confronti il sequestro di alcune disponibilità finanziarie e di un immobile all'estero.
Con il nuovo provvedimento, la locale Corte di Assise di Appello, evidenziando che la maggior "parte dei beni che costituiscono il patrimonio del Matacena sono frutto di attività illecite e/o di reimpiego dei loro proventi", e ravvisando "una oggettiva quanto marcata sproporzione" tra gli investimenti effettuati e i suoi redditi dichiarati, ha disposto il sequestro e la confisca di 12 sue società (per l'intero capitale sociale o in quota parte), di cui 4 con sede nel territorio nazionale (Villa San Giovanni, Reggio Calabria e Roma) e 8 all'estero (Isole Nevis, Portogallo, Panama, Liberia e Florida), nonché di disponibilità finanziarie collocate in conti esteri.
Le società sono attive prevalentemente nel settore armatoriale, immobiliare e di edilizia. Oggetto di sequestro e confisca sono anche 25 immobili aziendali, oltre ad una grossa motonave di oltre 8.100 tonnellate di stazza, utilizzata per attività di traghettamento veicoli e passeggeri nello Stretto di Messina.
Il valore complessivo del patrimonio oggetto del provvedimento odierno supera i 10 milioni di euro. Le aziende sequestrate proseguiranno la loro attività con amministratori giudiziari designati dalla locale Autorità Giudiziaria.