mercoledì 9 maggio 2018

Io so quale sarà la prossima nazione ad essere invasa dagli Stati Uniti. - Lee Camp



Alla fine di questo articolo, sarà chiaro quale sarà la prossima nazione ad essere invasa e devastata dagli Stati Uniti. O, in mancanza di ciò, quale sarà la prossima nazione che il nostro complesso industriale militare e di intelligence cercherà a tutti i costi di invadere.


Noi tutti vorremmo sapere perché l’America fa quello che fa. E non intendo riferirmi al perché gli Americani fanno quello che facciamo noi. Penso che questa domanda se la potrebbe fare, fra molti secoli, qualche futuro professore, mentre mostra ai suoi studenti un video telepatico di qualche incontro attuale di UFC [Ultimate Fighting Championship – arti marziali miste] dove i contendenti si prendono a calci in faccia davanti ad una folla che fa il tifo (non per l’uno o per l’altro dei due combattenti, ma piuttosto per (vedere) più calci in faccia).

Ma sembra che noi tutti diamo per scontato che l’America, intesa come entità e come corporazione, abbia un qualche genere di più alta motivazione per i suoi comportamenti, per le azioni portate avanti dalla sua classe dirigente. Però, in pratica, la maggior parte di tutti noi si rende condo che le ragioni che ci vengono ammannite dagli addetti stampa e dai ridicoli conduttori dei telegiornali della sera sono le stronzate più marce e puzzolenti che ci possano essere.

Sappiamo che l’invasione dell’Iraq non aveva nulla a che fare con le armi di distruzione di massa. Sappiamo adesso che la distruzione della Libia non è avvenuta affatto per “fermare un uomo cattivo.” Anche se si da uno sguardo veloce a quello che hanno fatto fino ad ora i dittatori di tutto il mondo, si scoprirà che agli Stati Uniti non importa assolutamente nulla il fatto che siano buoni o cattivi, che usino il loro tempo libero per uccidere migliaia di innocenti o per dedicarsi al giardinaggio. Infatti gli Stati Uniti concedono aiuti militari al 70% dei dittatori di tutto il mondo

(Speriamo però solo durante le vacanze).

Allora, se non è per le motivazioni che ci vengono fornite, perché gli Stati Uniti , invadono, distruggono e talvolta occupano alcune nazioni? E’ chiaro che sotto ci devono essere risorse petrolifere o giacimenti di minerali rari. Ma c’è qualcos’altro che collega fra di loro tutte le nostre guerre recenti.

Come ha riferito il Guardian, subito prima dell’inizio della guerra in Iraq, “nell’ottobre del 2000, l’Iraq aveva insistito per abbandonare il dollaro americano, la valuta del nemico, per il molto più flessibile euro.”

Comunque, un esempio non fa tendenza. Se così fosse, io sarei un famoso campione mondiale di beer-pong [1], mentre ho un personal best di 1-27 (numeri che certamente non mi fanno annoverare nella categoria dei professionisti).

Ma c’è dell’altro. Appena la Libia aveva iniziato a fare i primi passi verso una valuta africana su base aurea, convincendo tutti i suoi vicini africani ad adottarla, noi abbiamo invaso anche lei, con l’aiuto della NATO. L’autrice Ellen Brown l’aveva fatto notare al momento dell’invasione:

[Gheddafi] aveva dato inizio ad un movimento per il rifiuto del dollaro e dell’euro e si era appellato alle nazioni arabe ed africane perché usassero, al loro posto, la nuova valuta, il dinaro d’oro.


Anche John Perkins, l’autore di “Confessions of an Economic Hitman”, ha sostenuto che la vera ragione dell’attacco alla Libia è stato l’allontanamento di Gheddafi dal dollaro e dall’euro.

Questa settimana, The Intercept ha riferito ha riferito che la cacciata di Gheddafi, voluta sopratutto dal Presidente francese Nicolas Sarkozy, è, in pratica, da collegarsi al fatto che Sarcozy aveva segretamente ricevuto alcuni milioni da Gheddafi e questa sua corruzione stava per diventare di pubblico dominio. Ma l’articolo nota anche che “il reale zelo militare [di Sarcozy] e il suo desiderio di un cambio di regime si erano manifestati solo dopo che [Hillary] Clinton e la Lega Araba avevano manifestato il loro desiderio di vedere estromesso [Gheddafi].” Il fatto poi che Gheddafi avesse in progetto di eliminare l’uso del petrodollaro in Africa ha certamente fornito le motivazioni necessarie. (Non ci vuole molto per eccitare gli Stati Uniti ad intraprendere una nuova campagna di bombardamenti.

Sono quasi sicuro che noi abbiamo invaso una volta il Madagascar, negli anni ‘70, solo perché laggiù si fumava roba buona).
In questo momento starete pensando, “ Ma, Lee, la tua teoria è ridicola. Se queste invasioni riguardassero tutte quante l’attività bancaria, allora i ribelli libici, aiutati dalla NATO e dagli Stati Uniti, dopo aver abbattuto Gheddafi avrebbero dovuto subito instaturare un nuovo sistema bancario.”

In pratica, non avevano aspettato così a lungo. Nel bel mezzo di quella guerra brutale, i ribelli libici si erano creati la loro banca centrale.

La Brown ha affermato: “Diversi autori hanno notato un fatto strano, che i ribelli libici abbiano avuto il tempo, durante la rivolta, di crearsi una banca centrale, ancora prima di dotarsi di un governo (vero e proprio)”.

Caspita, detto così sembra proprio che tutto giri attorno al sistema bancario.

Molti di voi conoscono la famosa frase del Generale Wesley Clark sulle sette nazioni (da invadere) in cinque anni. Clark è un generale a quattro stelle, è stato a capo del Comando Alleato Supremo della NATO ed ha partecipato alle elezioni presidenziali del 2008 (chiaramente, potrebbe fare di meglio). Ma è abbastanza probabile che, fra 100 anni, l’unica cosa per cui sarà ricordato sarà per il fatto di averci fatto sapere quello che il Pentagono gli aveva detto nel 2002: “Abbatteremo sette nazioni in cinque anni. Cominceremo con l’Iraq, poi la Siria, il Libano, poi la Libia, la Somalia, il Sudan. Torneremo indietro e ci faremo anche l’Iran fra cinque anni.”

La maggior parte di queste cose si è verificata. Abbiamo, naturalmente, aggiunto all’elenco alcune nazioni, come lo Yemen. Stiamo dando una mano a distruggere lo Yemen sopratutto per rendere felice l’Arabia Saudita. Sembra che il nostro governo e i nostri media si preoccupino solo dei bambini siriani (per giustificare un cambio di regime). Non potrebbe importarcene di meno dei bambini iemeniti, iracheni, afgani, palestinesi, nord-coreani, somali, di Flint (Michigan), di Baltimora, dei bambini nativi americani, portoricani o Na’vi…. un momento, penso che questi siano di “Avatar.” Non era un film? Sto iniziando a confondere i miei ricordi con i film in 3D.

La Brown si spinge anche oltre nella sua analisi delle rivelazioni di Clarke:
Che cosa hanno in comune queste sette nazioni?… Nessuna di esse è nell’elenco dei 56 membri del BIS ( Bank for International Settlements). Questo evidentemente le tiene al riparo dai poteri regolatori dei banchieri della banca centrale svizzera. I più infidi di tutto il gruppo potrebbero essere stati la Libia e l’Iraq, le due nazioni che sono state effettivamente attaccate.

Quello che sto cercando di dire è: tutto gira intorno al sistema bancario.

Adesso starete pensando: “Ma, Lee, allora, perché gli Stati Uniti sono così smaniosi di trasformare la Siria in uno stato fallito, se la Siria non ha mai abbandonato il dollaro? Tutta la tua stupida teoria va in frantumi proprio qui.”

Per prima cosa, non mi piace il vostro tono. Secondo, nel febbraio 2006, la Siria ha cessato di utilizzare il dollaro come valuta forte primaria.

Penso di intravvedere una certa tendenza. Infatti, è stato riportato, il 4 gennaio, che il Pakistan stava abbandonando il dollaro nel commercio con la Cina e, nello stesso giorno, gli Stati Uniti lo hanno inserito nella lista nera per le violazioni alla libertà di culto. Lo stesso giorno? Dovremmo veramente credere che il Pakistan abbia smesso di commerciare in dollari con la Cina nello stesso giorno in cui ha iniziato a tirare pugni sul naso ai cristiani, senza neanche una buona ragione? No, chiaramente il Pakistan ha violato la nostra fredda e dura religione valutaria.

Tutto questo ci lascia con un’unica domanda: chi sarà il prossimo nell’elenco delle invasioni americane, illegali ma ammantate di giustificazioni fasulle? Beh, la settimana scorsa l’Iran lo ha finalmente fatto: è passato dal dollaro all’euro. E, ovviamente, questa settimana il complesso industriale-militare, i media corporativi ed Israele, si sono messi tutti insieme a dire che l’Iran sta mentendo sul suo programma di riarmo atomico. Quante sono le probabilità che una notizia del genere possa essere data solo dopo pochi giorni dall’abbandono del dollaro da parte dell’Iran? Quante sono le possibilità?

La cosa bella riguardo alla fabbrica del consenso del nostro stato corporativo è quanto essa sia prevedibile. Vediamo come i media mainstream pubblichino sempre più articoli, che spingono tutti sul fatto che l’Iran è uno sponsor del terrorismo e sta cercando di sviluppare l’atomica (che è un’arma di distruzione di massa, WMD, ma, per qualche strana ragione, i nostri media sono riluttanti a dire “loro hanno le WMD”). Qui c’è un articolo del 2017 di PSB dove si afferma che l’Iran è lo stato che, più di tutti gli altri, sponsorizza il terrorismo.

Bisogna allora pensare che l’elenco degli sponsor del terrorismo non comprenda la nazione che ha prodotto le armi che hanno migliorato in modo significativo le capacità militari dello Stato Islamico. (Sono gli Stati Uniti).

O la nazione che ha sganciato centinaia di bombe al giorno in Medio Oriente. (Sono gli Stati Uniti). Ma quelle bombe non causano nessun terrore. Quelle sono chiaramente bombe felici. Pare che abbiamo appena sganciato 1995 Richard Simmons [comico americano] su gente ignara.

Il punto è, mentre guardiamo i nostri patetici media corporativi continuare la preparazione del consenso alla guerra con l’Iran, non caschiamoci.
Tutte queste guerre sono per le banche. E ci muoiono milioni di persone. Altri milioni ne hanno la vita distrutta.
Io e voi in questo gioco siamo solo delle pedine, ma, l’ultima cosa che le elites vogliono, sono delle pedine che mettano in dubbio la narrativa ufficiale.

(Lee Camp è un comico americano, scrittore, attore ed attivista. Considerato da Salon “il John Oliver di Russia Today”, Camp è l’ospite del primo telegiornale comico di RT of America “Renacted Tonight”, che affronta la scaletta delle nozie con una salutare dose di satira e umorismo. L’esperienza giornalistica di Lee è molto vasta, avendo scritto per The Onion, Comedy Central e The Huffington Post, compresa una raccolta di saggi di successo, come Moments of Clarity e Neither Sophisticated Nor Intelligent. I suoi spettacoli di cabaret sono stati rappresentati anche a Comedy Central,  ABC’s Good Morning America, Showtime’s The Green Room con Paul Provenza, Al-Jazeera, BBC’s Newsnight, E!, MTV, e Spike TV.)

5.06.2018

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da MARKUS

[1] una gara di bevute in cui i giocatori cercano di gettare palline da ping-pong dentro boccali di birra; il perdente deve bere il contenuto del boccale in cui entra la pallina.

https://comedonchisciotte.org/io-so-quale-sara-la-prossima-nazione-ad-essere-invasa-dagli-stati-uniti/

martedì 8 maggio 2018

“Tocca All’Europa” – Paul Craig Roberts – Cosa si può fare per salvare il mondo. - Paul Craig Roberts



Starà all’Europa dire l’ultima parola, se la Terra finirà o no per una Catastrofe nucleare. 

I governi europei non si rendono conto del potenziale di cui dispongono per salvare il mondo dall’aggressione di Washington, perché gli europei occidentali, dalla fine della Seconda guerra mondiale, sono abituati ad essere Paesi- vassalli di Washington, mentre gli europei centro-orientali hanno accettato di diventare vassalli di Washington dopo il crollo dell’URSS.
Il Vassallaggio paga bene però solo se non si mettono in conto tutti i costi.
Con l’adesione alla NATO, l’Europa centro-orientale permise a Washington di sistemare la sua presenza militare ai confini della Russia. Questa presenza militare ai confini della Russia ha dato a Washington una indebita fiducia che anche la Russia avrebbe potuto essere costretta a diventare un suo stato vassallo. Malgrado il terribile destino dei due migliori eserciti mai messi insieme  – la Grande Armata di Napoleone e la Wehrmacht tedesca - Washington non ha ancora imparato che in guerra ci sono due regole da rispettare: 
(1) Non marciare sulla Russia. 
(2) Non marciare sulla Russia.
Per effetto della sottomissione dell’Europa a Washington, è difficile che Washington impari questa lezione prima che Washington avrà marciato sulla Russia.
Washington, nella sua idiozia olistica, ha già fatto un pezzetto di questa marcia prima con il colpo di stato in Ucraina e poi con i suoi attacchi alle posizioni militari siriane. Come ho scritto all’inizio di questa settimana, Washington sta facendo una escalation nella crisi siriana.
Ciò che può fermare questa escalation prima che esploda una guerra è una decisione dell’Europa centro-orientale di disimpegnarsi e tirarsi indietro dall’aggressione di Washington.
L’Europa non ci guadagna niente a stare nella NATO. Gli europei non sono minacciati da una aggressione russa, ma sono minacciati dalla aggressione di Washington contro la Russia. Se i neo-conservatori americani e i loro alleati israeliani riusciranno a provocare una guerra, tutta l’Europa verrebbe distrutta. Per sempre.
Ci sarà qualcosa che non va nei politici europei se si permettono di far correre questo rischio ai popoli che governano?
L’Europa è ancora il posto della bellezza che gli uomini hanno creato nel corso dei secoli – architettura, arte e intelletto – l’Europa è un museo che non dovrebbe essere distrutto. Una volta liberatasi dal vassallaggio di Washington, l’Europa potrebbe persino tornare a vivere una vita creativa.
L’Europa sta già soffrendo economicamente per le sanzioni illegali imposte da Washington contro la Russia – sanzioni che Washington fa gravare sugli europei –  e per i milioni di rifugiati non europei che stanno inondando i paesi europei in fuga dalle guerre illegali di Washington contro i popoli musulmani, guerre che gli americani sono costretti a combattere per il bene di Israele .
Che cosa resta agli europei per il gran sacrificio che devono sopportare per essere vassalli di Washington? Non resta altro che la minaccia di un Armageddon.  Pochi “leader” europei  si accaparrano enormi sussidi da Washington per appoggiare la sua agenda illegale. Basta dare un’occhiata all’enorme fortuna accumulata da Tony Blair, che non è certo frutto della normale remunerazione di un primo ministro inglese.
Gli europei, inclusi i loro “leader”, avrebbero molto più da guadagnare se facessero parte del progetto russo-cinese sulla Via della Seta. È l’Oriente che sta sorgendo, non l’Occidente. La via della seta collegherebbe l’Europa al Sol Levante. In Russia c’è un territorio non ancora sviluppato pieno di risorse, la Siberia, che è più grande degli USA. In base al suo potere d’acquisto, la Cina è già la più grande economia del mondo. Militarmente l’alleanza russo-cinese è molto più di un avversario per Washington.
Se l’Europa avesse buonsenso e se avesse una qualsiasi leadership, direbbe addio a Washington.
Quanto vale per l’Europa l’egemonia di Washington sul mondo? Che ci guadagnano gli europei – al contrario di quella manciata di politici che prendono pacchi di soldi da Washington – per il loro vassallaggio a Washington?  L’Europa non si riesce a trovarne uno di beneficio. Gli apologeti di Washington dicono che l’Europa ha paura di essere dominata dalla Russia. E allora perché gli europei non hanno paura dei 73 anni di dominio che ha esercitato Washington sull’Europa, un dominio che li sta portando ad conflitto militare con la Russia?
A differenza di europei e russi, gli americani hanno poca esperienza con i morti in tempo di guerra. Solo una delle battaglie della prima guerra mondiale, la Battaglia di Verdun, ha causato più vittime in battaglia di quanti gli Stati Uniti ne hanno subito in tutte le guerre della sua esistenza a partire dalla Rivoluzione per l’indipendenza dalla Gran Bretagna.
La battaglia di Verdun della prima guerra mondiale, avvenuta prima dell’entrata in guerra degli Stati Uniti, fu la battaglia più lunga e dolorosa della storia umana, nel 2000 si è calcolato che le vittime furono un totale di 714.231, 377.231 francesi e 337.000 tedeschi, circa 70.000 morti al mese; altre stime dicono che il numero di vittime durante la battaglia fu 976.000  e che durante tutta la guerra i morti a Verdun furono 1.250.000.
Al contrario, le vittime americane della prima guerra mondiale dopo l’entrata degli Stati Uniti furono 53.402 morti in battaglia e 200.000 feriti.
Ecco l’elenco dei morti in guerra degli Stati Uniti a cominciare dalla Rivoluzione fino alla “guerra globale al terrore” (ad agosto 2017):
  • Rivoluzione Americana: 4,435
  • Guerra del 1812: 2,260
  • Guerre contro i Nativi Americani (1817-1898): 1,000
  • Guerra Messicana: 1,733
  • Guerra di Aggression del Nord :
  • Nord: 104,414
  • Sud   : 74,524
  • Guerra Ispano-Americana: 385
  • Seconda Guerra Mondiale: 291,557
  • Guerra di Corea: 33,739
  • Guerra del Vietnam: 47,434
  • Guerra del Golfo: 148
Tutto insieme si arriva a  561.629 morti in guerra
Se aggiungiamo i morti nelle battaglie per la guerra globale al terrorismo, fino a Agosto 2017 –  altri 6,930 – arriviamo a 568.559 morti USA in tutte le guerre finora combattute.
Questo numero è paragonabile con le 714.231 vittime, di cui in questo momento non posso dire quanti siano stati i morti e quanti i feriti, in una sola battaglia della prima guerra mondiale che non coinvolse soldati statunitensi.
In altre parole, eccetto che nella guerra contro gli Stati confederati e contro i nativi americani, con tutti i loro enormi crimini di guerra, gli Stati Uniti non hanno altra esperienza di guerra. Quindi Washington può entrare in guerra leggermente. Solo che,  se ci sarà una prossima ,volta succederà un Armageddon, una catastrofe e Washington non esisterà più. E neanche noi.
I morti USA nella prima guerra mondiale furono pochi perché gli Stati Uniti entrarono in guerra solo nell’ultimo anno. Allo stesso modo nella seconda guerra mondiale il Giappone fu sconfitto perché perse la sua flotta e la sua aviazione nei bombardamenti di Tokyo e di altre città giapponesi, che richiesero poche battaglie mortali per gli Stati Uniti. Gli attacchi nucleari su Hiroshima e Nagasaki furono ingiustificati e avvennero quando il Giappone chiedeva solo di arrendersi. Sono morti 200.000 civili giapponesi in quegli attacchi nucleari e nessun americano tranne i prigionieri di guerra detenuti in quelle città. In Europa, come nella prima guerra mondiale, gli Stati Uniti non entrarono in guerra contro la Germania fino all’ultimo anno, quando la Wehrmacht era già stata annientata e sconfitta dall’esercito rosso sovietico. Anche l’invasione della Normandia ebbe scarsa opposizione perché tutte le forze tedesche erano sul fronte russo.
Se ci fosse una terza guerra mondiale, gli Stati Uniti e tutto il mondo occidentale sarebbero immediatamente distrutti, perché non c’è niente che si frappone tra l’Occidente e la straordinaria capacità nucleare della Russia,  se non la probabilità di una distruzione completa e totale. Se la Cina si mettesse dalla parte della Russia, come previsto, il mondo occidentale potrebbe essere distrutto per sempre.
Perché l’Europa accetta questo scenario? Non c’è rimasto niente di umanità o di intelligenza in nessun posto in Europa? Possibile che l’Europa sia diventata una mandria di bestiame in attesa di essere massacrata dalle macchinazioni di folli neo-con americani? Non ci sono leader politici, in Europa, a cui sia rimasto un briciolo di buon senso, un briciolo di integrità?
Se è così, attendiamo il nostro destino, perché a Washington non esiste nessuna umanità e nessuna intelligenza.
E’ l’Europa che deve prendere l’iniziativa ed in particolare sono gli europei dell’Europa-centrale. E’ gente che i russi liberarono dai nazisti e che nel XXI secolo è stata aggredita molto più da Washington, quando cercava di imporre la sua egemonia nell’est-Europa,  che non da Mosca.
Se l’Europa riuscirà a liberarsi dal controllo di Washington, c’è ancora speranza per la vita.  Altrimenti, già siamo come morti. 

Autore della traduzione Bosque Primario.

sabato 5 maggio 2018

'Ndrangheta, assalto ai fondi Ue e all'affare migranti; 68 arresti. Coinvolti un sacerdote e il capo della Misericordia. - Alessia Candito e Fabio Tonacci


Risultati immagini per leonardo sacco

Operazione della Dda di Catanzaro contro il clan Arena che controllava il Cara più grande d'Europa. Le accuse: associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione illegali di armi, malversazione ai danni dello Stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture. Al sacerdote 132 mila euro in un anno per "assistenza spirituale".

ROMA - Il Cara di Crotone, uno dei più grandi d'Europa era in mano alla 'ndrangheta. Da dieci anni. Su 103 milioni di euro di fondi Ue, che lo Stato ha girato dal 2006 al 2015 per la gestione del centro dei richiedenti asilo di Crotone, 36 sono finiti alla cosca degli Arena. Questo racconta l'ultima inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, in base alla quale questa mattina sono state fermate 68 persone, molte appartenenti appunto al clan Arena.

BUFERA SULL'UOMO DELLE MISERICORDIE. Agli arresti sono finiti anche Leonardo Sacco, presidente della sezione calabrese e lucana della Confraternita delle Misericordie, organizzazione che da dieci anni gestisce il Cara di Isola Capo Rizzuto, ed il parroco del paese, don Edoardo Scordio, entrambi accusati a vario titolo di associazione mafiosa, oltre a vari reati finanziari e di diversi casi di malversazione, reati aggravati dalle finalità mafiose. Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dai carabinieri del Ros, guidati dal generale Giuseppe Governale, in collaborazione con i finanzieri della Tributaria di Crotone, Sacco avrebbe stretto accordi con don Scordio, parroco di Isola di Capo Rizzuto e tra i fondatori delle Misericordie, per accaparrarsi tutti i subappalti del catering e di altri servizi. Grazie a Sacco la 'ndrangheta sarebbe riuscita a mettere le mani sui fondi girati dal governo non solo per la gestione del Cara calabrese e di due Spraar aperti nella medesima zona, ma anche per quella dei centri di Lampedusa. Un affare da 30 milioni di euro: i cibi da preparare, gli operatori chiamati a lavorare nel centro, le lavanderie industriali per pulire lenzuola e tovaglie. Tutto in mano ai clan.


'Ndrangheta, 3,5 mln a don Scordio: dieci anni di 'restituzione prestiti' e 'donazioni'

don Edoardo Scordio

"IL SISTEMA DI SFRUTTAMENTO DEL PARROCO". 
In tale quadro, una somma consistente veniva distribuita indebitamente al parroco della Chiesa di Maria Assunta, a titolo di prestito e pagamento di false note di debito: solo nel corso dell'anno 2007, per servizi di assistenza spirituale che avrebbe reso ai profughi, ha ricevuto 132 mila euro. Don Scordio, ritenuto il gestore occulto della Confraternita della Misericordia, è emerso quale organizzatore di un sistema di sfruttamento delle risorse pubbliche destinate all'emergenza profughi, riuscendo ad aggregare le capacità criminali della cosca Arena e quelle manageriali di Leonardo Sacco al vertice della citata associazione benefica, da lui fondata.

LEGGI 'Ndrangheta, 3,5 mln a don Scordio: dieci anni di 'restituzione prestiti' e 'donazioni'
Sotto la lente degli investigatori la Quadrifoglio srl di Pasquale Poerio, cugino del presidente della ditta 'la Vecchia Locanda' che fino al 2011 si occupava del catering per i migranti ospiti del Cara. Un contratto rescisso in fretta e furia quando i contatti del presidente Antonio Poerio con uomini della 'ndrangheta locale hanno indotto la prefettura a sospendere il certificato antimafia alla società. A sostituirla - e forse non a caso - con quella del cugino. Ma questi non sarebbero gli unici rapporti "imbarazzanti" del presidente Sacco. Per gli investigatori, non è per nulla casuale che il capannone della protezione civile della Misericordia sia quello un tempo appartenuto a Pasquale Tipaldi, uomo di spicco del clan Arena ucciso nel 2005, e oggi ancora in mano ai suoi parenti.


LE "AMICIZIE" CON ALFANO E BIANCHI. Rapporti che per lungo tempo Sacco sarebbe riuscito a tenere sotto traccia, mentre non esitava a mostrarsi in compagnia di politici e uomini delle istituzioni. Considerato vicino alla parlamentare Dorina Bianchi, come alla famiglia dell'attuale ministro degli Esteri, Angelino Alfano, qualche anno fa Sacco è finito nell'occhio del ciclone per aver indicato Lorenzo Montana, cognato del fratello di Alfano, per dirigere la struttura di Lampedusa. Un incarico che l'uomo, funzionario dell'Agenzia delle Entrate, dunque senza esperienza per quel ruolo, non ha ricoperto per molto. Si è dimesso poco dopo a causa delle polemiche. Anche in Calabria però Sacco ha sempre goduto di stima, protezione e potere, tanto da entrare - in quota politica - all'interno del Cda della società che per lungo tempo ha gestito l'aeroporto di Crotone.

LA PAX MAFIOSA. L'inchiesta "Johnny" del procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri e dell'aggiunto Vincenzo Luberto ha scoperto che proprio l’elevato flusso di finanziamenti pubblici riservati all’emergenza migranti ha finito per costituire la principale motivazione della pax mafiosa tra le cosche Arena e Dragone contrapposte ai Nicoscia e Grande Aracri che, nel primo decennio del 2000, si erano rese protagoniste di un cruento conflitto degenerato in numerose uccisioni e scontri a fuoco. La faida, infatti, cessava proprio quando andava a regime il sistema di drenaggio di denaro pubblico derivato dagli appalti per la gestione del centro accoglienza e le risorse venivano così spartite tra le famiglie mafiose.
http://www.repubblica.it/cronaca/2017/05/15/news/_ndrangheta_smantellata_la_cosa_arena_68_fermi-165476854/#gallery-slider=165513824

Leggi anche:

IL FIGLIO DEL PRETE CON AGGANCI IN VATICANO E IL BUSINESS DEI FINTI PROFUGHI.

Sembra che il gestore della struttura, Sacco, sia il figlio biologico del sacerdote che aveva messo in piedi il business grazie ai contatti con la ‘ndrangheta, in particolare la cosca Arena. Ma i contatti di Sacco e del suo papà parroco dei profughi arrivavano molto in alto. I pentiti che collaborano con i magistrati stanno scoperchiando un vero ginepraio di affari gestiti con i soldi pubblici. (leggi l'articolo al link qui sotto)

https://voxnews.info/2017/05/16/il-figlio-del-prete-con-agganci-in-vaticano-e-il-business-dei-finti-profughi/

Le ville e le barche comprate con i soldi per i profughi.

Leonardo Sacco ha acquistato 129 immobili (tra cui 46 abitazioni, 1 residence, 4 ville, 9 garage, 6 depositi, 6 negozi e 38 ettari di terreno), 81 autovetture, 27 ambulanze e 5 imbarcazioni. Tutti sequestrati.
La Misericordia «gestisce anche il presidio fisso “118” di Isola di Capo Rizzuto e il servizio di protezione civile per l’intera regione Calabria». Ma la società «Sea Lounge» di Sacco «ha corrisposto negli ultimi anni (dal 2010) gli unici redditi dichiarati al Fisco di ammontare variabile tra i 17 mila e i 50 mila euro l’anno, in netta sproporzione con il 
tenore di vita seguito». (leggi l'articolo al link qui sotto)

https://www.nextquotidiano.it/leonardo-sacco-edoardo-scordio/

venerdì 4 maggio 2018

Renzi, nuova inchiesta a carico della madre Laura Bovoli: “Indagata a Cuneo per bancarotta fraudolenta”.

Renzi, la mamma Laura Bovoli indagata a Cuneo per bancarotta fraudolenta

Secondo quanto riporta la Verità gli inquirenti piemontesi hanno iscritto la genitrice dell'ex premier nel registro degli indagati con l'accusa di bancarotta fraudolenta documentale. Nel mirino i rapporti tra la società di famiglia, la Eventi 6, e la subappaltante Direkta.

Il braccio operativo chiedeva pezze d’appoggio retrodatate e Laura Bovoli provvedeva. E’ quanto emerge dalla corrispondenza tra la madre di Matteo Renzi e Mirko Provenzano raccolta dagli inquirenti cuneesi che, riferisce la Verità in edicola giovedì 3 maggio, hanno iscritto la genitrice dell’ex premier nel registro degli indagati con l’accusa di bancarotta fraudolenta documentale. Nel mirino i rapporti tra la Eventi 6, società della famiglia Renzi, e la Direkta di Provenzano, che prima di fallire nel 2014 avrebbe operato come subappaltante di Rignano restituendo una percentuale al committente.
“In pratica Rignano pagava e Cuneo restituiva con giustificazioni considerate poco credibili dagli investigatori”, scrive il quotidiano di Maurizio Belpietro che parla di fatture per quasi 200mila euro emesse da Direkta nel biennio 2011-12. Secondo i documenti citati testualmente dal giornale la moglie di Tiziano Renzi, in veste di amministratrice della Eventi 6, già indagata a Firenze per false fatturazioni, era piuttosto solerte nel fornire alla società partner le carte richieste per far quadrare i conti.
Esemplare il caso di alcune note di credito per un totale di quasi 80mila euro emesse dalla società di Cuneo a storno parziale di fatture che “di fatto risultano, almeno in parte, rappresentare il rimborso dei costi sostenuti da Eventi 6 per il pagamento di interessi passivi (…), per spese legali o per errate fatturazioni, chiamato dalle parti cosiddetto rischio d’impresa”, scrivono gli inquirenti nelle carte citate dalla Verità. Dove si legge anche la mail di Provenzano che il 13 aprile 2013 chiede a Rignano “di avere delle richieste su carta intestata Eventi 6 di note di credito per penali e disservizi con data antecedente di un giorno o due alla data delle emissioni delle note”. E la Bovoli prepara e firma. Giustificando così della “documentazione da ritenersi falsa”.

Catania, corruzione all’Ispettorato del lavoro: 4 ai domiciliari. C’è anche l’ex deputato regionale Marco Forzese.

Risultati immagini per ispettorato lavoro catania,

Nove le persone coinvolte nell'inchiesta, secondo cui il centrista Forzese, definito un "cavallo di razza" da Pierferdinando Casini, fece sparire un fascicolo per permettere a un imprenditore di non pagare. In cambio - sostengono gli investigatori - ottenne voti alla Regionali 2017. Ai domiciliari anche l'ex consigliere comunale di Forza Italia, il direttore dell'Ispettorato e la responsabile legale. Un'altra operazione anti-corruzione a Foggia: 13 arresti, c'è anche un carabiniere.

A ottobre era la punta di diamante dei Centristi per Micari alle Regionali siciliane, il “cavallo di razza”, come lo definì Pierferdinando Casini durante un incontro elettorale. Ora l’ex deputato regionale Marco Forzese è ai domiciliari, indagato assieme ad altre 8 persone per corruzione. Secondo la procura di Catania, aveva preso un fascicolo sanzionatorio dall’Ispettorato del lavoro e lo aveva consegnato a un imprenditore, che lo fece sparire per non pagare”.
Fascicoli scomparsi e rateizzazioni al minimo – Il gip del tribunale etneo ha disposto gli arresti domiciliari per altre tre persone e ha interdetto dalla professione altre cinque sulla base delle indagini della Guardia di finanza, che avrebbe scoperto, all’interno dell’Ispettorato del lavoro, ente che dipende dall’assessorato regionale al ramo, “un quadro corruttivo consolidato e alimentato da uno spregiudicato scambio di favori” attraverso il quale i pubblici ufficiali indagati, precedenti titolari di cariche istituzionali pubbliche e imprenditori, “non hanno esitato a sancire accordi sacrificando i rilevanti interessi collettivi in gioco”. Fascicoli scomparsi, richieste di sanzioni annullate, rateizzazioni al minino in cambio non di soldi, ma di favori: voti dagli imprenditori aiutati, e un soccorso politico alla Regione per ottenere promozioni o assunzioni in strutture pubbliche.
Forzese, candidato lo scorso novembre con i Centristi per Micari e definito “un cavallo di razza” da Casini durante un incontro elettorale a San Giovanni la Punta lo scorso 9 ottobre, è finito ai domiciliari come l’ex consigliere comunale di Forza Italia Antonino Nicotra, il direttore dell’Ispettorato Domenico Amich e la responsabile legale dell’ufficio Maria Rosa Trovato
Corruzione: ispettorato lavoro Catania, in 4 ai domiciliari © ANSA
Gli investigatori sostengono che l’ex deputato regionale, eletto nella scorsa legislatura con Mpa e poi passato per UdcMegafono e Centristi per la Sicilia, “prese un fascicolo sanzionatorio dall’ispettorato e lo consegnò a un imprenditore che lo fece sparire per non pagare”. 
Il fascicolo è stato trovato oggi a casa dell’imprenditore e, stando alle indagini, Forzese in cambio ottenne voti per le Regionali 2017. L’ex deputato è stato il più votato della lista, ma le sue 7.785 preferenze raccolte non sono bastate per tornare all’Ars poiché i Centristi per Micari non hanno superato la soglia di sbarramento del 5%.
“Situazione devastante” – Per gli altri cinque indagati – il direttore sanitario dell’Asp Franco Luca, il rappresentante legale dell’Enaip Ignazio Maugeri, il commercialista Giovanni Patti, gli imprenditori Orazio Emmanuele e Salvatore Calderaro – il giudice per le indagini preliminari ha emesso un provvedimento di interdizione dalla professione. I finanzieri, che ha condotto l’inchiesta tra la fine del 2017 e i primi mesi del 2018, hanno eseguito perquisizioni, anche nella sede dell’ufficio dell’Ispettorato provinciale del lavoro di Catania. “Ci sono funzionari pubblici che invece di fare gli interessi della comunità si mettono al servizio dei privati. È una situazione devastante: imprese che hanno appoggi politici e amministrativi grazie all’amico ‘buono’ riescono a ottenere illeciti benefici, mentre imprese oneste guardano attonite quello che accade”, ha detto il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro.

Quattro casi contestati – Quello del fascicolo fatto sparire da Forzese è uno dei quattro episodi contenuti nell’ordinanza del gip che “ha svelato l’esistenza, all’interno dell’ufficio pubblico in questione, di un consolidato circuito corruttivo alimentato da saldi legami di amicizia che uniscono corrotti e corruttori”. Per la procura “è stato appurato come il continuo scambio di utilità (pacchetto di voti, incarichi alla Regione Siciliana, assunzioni in ospedali e fornitura di beni) ruotasse intorno all’illegittima archiviazione di verbali originati dagli accertamenti ispettivi dai quali sono emerse, spesso, violazioni per lavoratori assunti irregolarmente o in nero”. “In alcuni casi – rivela la Procura – si è assistito anche alla materiale sparizione dei verbali stessi e/o comunque ad audizioni “amichevoli” nelle quali è stata palese la mancata tutela degli interessi erariali in gioco”. Sotto accusa il potere discrezionale attribuito al direttore dell’ente pubblico che, sostiene la procura “anziché essere interpretato quale fonte di responsabilità è stato asservito alle volontà dei corruttori comprimendo così definitivamente gli interessi pubblici confliggenti”.
A Foggia 13 misure cautelari – Un’altra operazione ha coinvolto l’Ispettorato del lavoro, a Foggia. Tredici le persone per le quali è stata disposta una misura cautelare. Coinvolti anche pubblici ufficiali, un carabiniere consulenti e professionisti, accusati a vario titolo di reati contro la pubblica amministrazione, il patrimonio e la fede pubblica. Secondo quanto accertato nel corso dell’inchiesta, venivano pagate tangenti per evitare o addolcire i controlli sul lavoro, in particolare in agricoltura. Stando all’operazione, denominata “Mercanti nel tempio”, uno dei consulenti si era interfacciato con alti funzionari della Marina militare – non indagati, ma le cui posizioni sono ancora al vaglio degli inquirenti – per far superare il concorso al figlio di un ispettore, che in cambio avrebbe rallentato un procedimento su irregolarità legate alla sicurezza e all’assunzione di lavoratori in nero.