martedì 14 marzo 2023

I SUMERI NON FURONO I PRIMI. -

 

Fino a circa 20 anni fa, si riteneva che la "civiltà" avesse avuto origine con i Sumeri circa 7000 anni fa. Poi furono scoperti Göbekli Tepe e gli insediamenti vicini, al confine tra Siria e Turchia. Da allora, tutto è cambiato.
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I resti più antichi di Göbekli Tepe risalgono ad almeno 12.000 anni fa. Ma alcuni dei monoliti trovati nelle rovine mostrano persone vestite solo con un perizoma. Tuttavia, 12.000 anni fa eravamo nel bel mezzo dello Younger Dryas (una mini era glaciale). Pertanto, è impossibile che le persone andassero in giro vestite solo con il perizoma. Per poter andare in giro vestiti così, le temperature dovevano essere miti.
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Ma l'ultimo periodo "mite" prima della Young Dryas è terminato intorno al 110.000 a.C., quando è iniziata l'ultima era glaciale. È vero che ci potrebbero essere stati dei climi locali più miti. Resta di fatto che quella è l’unica scultura risalente ad oltre 12.000 anni fa che raffigura esseri umani in perizoma. Pertanto, almeno alcune parti di Göbekli Tepe potrebbero risalire a prima dello Younger Dryas.
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A Göbekli Tepe sono stati incisi ideogrammi, ossia sculture che non rappresentano né animali né cose, ma concetti astratti. Potrebbero essere il più antico esempio di scrittura umana, almeno 5.000 anni più antica di quella dei Sumeri. Gli edifici di Göbekli Tepe non sono fatti di legno o di paglia, ma di pietra calcarea. Alcuni pilastri pesano quasi 20 tonnellate. Gli abitanti di Göbekli Tepe furono in grado di costruire case e villaggi in pietra migliaia di anni prima dei Sumeri.
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Su una lastra di pietra chiamata 'Stele della Gru', i saggi di Göbekli Tepe raccontano di un incontro tra loro e 'esseri esterni' che vennero dal cielo quando una cometa attraversò il cielo. Inoltre, la narrazione incisa si riferisce a un periodo in cui, circa 12.000 anni f; un bombardamento di comete ha causato una tremenda distruzione sulla Terra. Questo bombardamento è stato confermato recentemente dagli astrofisici. Circa 12.000 anni fa una o più comete sono esplose nelle vicinanze della nostra atmosfera, e i loro frammenti ci hanno “bombardato a tappeto”. Ma allora, anche il resto della storia incisa a Göbekli Tepe è vera?
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Questo argomento è trattato a fondo nel libro
12.794 ANNI FA – VISITATORI A GÖBEKLI TEPE

Lo può trovare al seguente link
https://www.amazon.it/dp/B08LKJJ2WF 

https://www.facebook.com/photo?fbid=514925070812487&set=a.403392468632415

lunedì 13 marzo 2023

Quando sarò vecchia. - Viviana Vivarelli

 

Quando sarò vecchia voglio fare delle cose che non ho fatto mai

Innamorarmi perdutamente di qualcuno che non ho mai visto di persona
Dimenticarmi di essere una signora e fare sogni scandalosamente sessuali
Non leggere più per educazione i libri che mi regalano
Riconoscere che leggere è bello ma scrivere di più
Piantarla di aspettarmi affetto e riconoscenza e mandare a fankulo chi mi ha sfankulata
Dimenticarmi di guardarmi allo specchio dopo che mi sono pettinata e ho lavato i denti
Buttare via la bilancia pesapersone e pensare che 'tanta' è bello ma 'troppa' è di più
Smettere di angosciarmi su quanti problemi di salute ho e pensare che nella mia testa sto benissimo e rido
Guardare le serie coreane tanto sentimentali e pensare che sono io la fanciulletta tanto amata e innamorarmi del bellissimo ragazzino protagonista
Dire chiaramente agli idioti quanto sono idioti
Fregarmente del fatto che ho i seni piccoli ma il sedere in fuori
Smettere di darmi la cipria e lasciare il viso com'è
Smettere di arrabbiarmi che tanto non vale.
Sentirmi giovanissima dentro e veloce e frizzante
Parlare a voce alta a me stessa e ridere delle mie stesse battute
Riconoscere che in fondo sono la persona più simpatica che ho mai conosciuto
Smettere di rimuginare sul padre e la madre e la figlia e lo spirito santo...
Vincere la mia ritrosia e abbracciare le persone che mi piacciono anche se le conosco da un'ora
Fregarmene dei soldi e anche del fatto che ne ho pochi e che domani non mi basteranno
Smettere di pensare che un giorno avrò bisogno della badante o del pensionato o di un aiutante e non ci sarà nessuno che penserà a me
Riconoscere che la bellezza non è male ma l'intelligenza è più fico e l'humor le batte tutte
Fregarmene dei somari che mi criticano perché non sono come loro e stroncarli con una battuta
Giocare con me stessa come fossi una bambina
Buttar via l'aggressività che tanto mi si ritorce sempre contro
Aspettarmi ogni mattina il meglio della vita
Volermi proprio un sacco di bene

domenica 12 marzo 2023

La foglia che cura il fegato, l’acidità, l’arteriosclerosi, il mal di pancia e la forfora.

 

L’alloro è un albero originario del Mediterraneo e che fa parte della nostra gastronomia, per via del suo sapore molto caratteristico. L’alloro è anche un’eccellente pianta terapeutica, che stimola l’apparato digerente e ha proprietà carminative, espettoranti, antireumatiche, diuretiche e dermatologiche.

È molto efficace nel prevenire e trattare molte condizioni di salute, soprattutto legate alla digestione. Inoltre, avendo un effetto rilassante, è ottima per alleviare ansia e stress. Di seguito ti elenchiamo i principali benefici dell’alloro.

  • contribuisce a favorire la digestione, supportando il fegato e prevenendo l’acidità e gli spasmi intestinali;
  • può alleviare i sintomi di raffreddore e influenza, così come bronchite e altre condizioni dell’apparato respiratorio;
  • è utile nel trattamento dell’arteriosclerosi e migliora la circolazione sanguigna;
  • aiuta a combattere le malattie reumatiche, alleviando il dolore a riducendo le infiammazioni;
  • allevia i sintomi dei cicli mestruali dolorosi;
  • favorisce l’espulsione dei liquidi in eccesso, depurando da tossine e residui;
  • può essere usato per proteggere il cuoio capelluto da forfora e altre alterazioni che possono causare la caduta dei capelli.

https://www.rimedio-naturale.it/tutti-i-benefici-dell-alloro.html?fbclid=IwAR3ksgHLMamRXrsU00lmkcq3rihu6jf-Ds1imuv9kUIqW0FayYBs-O4fyPU

sabato 11 marzo 2023

Satiricon.

 

L'opera è incentrata sulle vicissitudini del protagonista Encolpio, un giovane studente di retorica colto e sfaccendato, del suo efebico servo Gìtone, col quale intrattiene un'intensa relazione, e dell'infido amico-nemico Ascilto. L'antefatto, soltanto deducibile a causa della lacunosità del testo, racconta d'un imprecisato oltraggio commesso da Encolpio nei confronti della divinità fallica Priapo che, da lì in poi, lo perseguiterà provocandogli una serie di tragicomici insuccessi erotici.

La narrazione tràdita si apre in una Graeca urbs della Campania (non è mai indicata per nome, ma trattasi sicuramente di Pozzuoli o Napoli), nei pressi di una scuola, dove Encolpio e l'anziano retore Agamennone dibattono fervidamente sull'inesorabile declino dell'arte dell'eloquenza. A un certo punto, il protagonista si rende conto che il suo compagno di viaggio Ascilto si è defilato e, approfittando dell'arrivo degli studenti, s'allontana con l'intento di andarlo a cercare. Girovagando per la labirintica città campana, il giovane finisce per perdersi e, chiedendo ingenuamente indicazioni a un'anziana sconosciuta, viene da questa trascinato in un lupanare, dove però s'imbatte proprio in Ascilto. Qui i due, nel tentativo di fuggire, sono forse coinvolti in un'orgia. Riusciti a venirne fuori, i due giovani ritornano a casa, dove trovano ad attenderli Gitone. In seguito, dopo essersi fatti coinvolgere in una zuffa per le strade a causa del loro fallimentare tentativo di vendita d'alcune stoffe probabilmente trafugate, i due compari si trovano al loro rincasare a dover rispondere d'un qualche sacrilegio da loro commesso nel tempio di Priapo diverso tempo prima della narrazione pervenutaci: la sacerdotessa della divinità, Quartilla, fattasi trovare ad attenderli nella loro stanza al seguito delle sue ancelle e dei suoi schiavi/guardie siriaci, costringe infatti Encolpio e Ascilto a partecipare un'orgia come forma d'espiazione della colpa da loro commessa. In questa è coinvolto anche Gitone, che viene poi spinto per il malcelato ludibrio della donna a giacere con la settenne Pannichide. Una volta soddisfatta la richiesta della sacerdotessa, questa si congeda lasciando i protagonisti ormai esausti a riposarsi.

Il racconto si sposta dunque a casa di Trimalchione, un rozzo ed eccentrico liberto arricchitosi immensamente con l'attività commerciale, dove i tre giovani si trovano invitati a uno dei suoi sfarzosi e luculliani banchetti. Qui s'apre la scena della famigerata Coena Trimalchionis che, occupando quasi la metà dell'intero scritto pervenutoci, costituisce la parte centrale dell'opera. Al convivio sono ospiti, oltre ai tre giovani, anche il retore Agamennone (che, pur prendendo spesso parte ai banchetti organizzati da Trimalchione, nutre segretamente disprezzo nei suoi riguardi) e altri vari personaggi dello stesso ceto sociale del padrone di casa. La portata del cibo è spettacolare e altamente coreografica, accompagnata dai giochi acrobatici della servitù e dai racconti tra i commensali. I convitati intrattengono poi una lunga conversazione, che tocca i più svariati argomenti: la ricchezza e gli affari di Trimalchione, l'inopportunità dei bagni, la funzione sociale dei riti funebri, le condizioni climatiche e l'agricoltura, la religione e i giovani, i giochi pubblici, i disturbi intestinali, il valore del vetro, il fato, i monumenti funebri, i diritti umani degli schiavi. Il tutto offre uno spaccato vivace e colorato, non senza punte di chiara volgarità, della vita di quel particolare ceto sociale. Con l'arrivo di Abinna (accompagnato dalla moglie, Scintilla, grande amica della moglie di Trimalcione, Fortunata), costruttore impegnato nella realizzazione del maestoso monumento funebre di Trimalcione, quest'ultimo decide d'inscenare il proprio funerale, costringendo tutti gli astanti ad agire e comportarsi come se fossero stati invitati al suo banchetto funebre; i giovani, disgustati dal grottesco spettacolo, approfittano della confusione per fuggire.

Tornati a casa verso sera, Encolpio cade preda di un profondo sonno, a causa del troppo vino bevuto, e Ascilto, approfittando di ciò, concupisce con Gitone. Sorpresili a letto nudi, il mattino seguente, Encolpio rompe l'amicizia che lo vincolava ad Ascilto, proponendogli dunque di dividersi i loro beni comuni e d'intraprendere ognuno la propria strada; ma, al momento di dividersi, Gitone sceglie di stare con Ascilto, lasciando Encolpio solo e disperato. Vagando senza meta per le strade della città, meditando addirittura di vendicarsi a fil di gladio dei suoi compagni traditori, il giovane si ritrova in una pinacoteca, dove fa la conoscenza di Eumolpo, un vecchio e squattrinato letterato, al quale il giovane finirà per confessare tutte le proprie disavventure. Notato poi l'interesse di Encolpio per un quadro raffigurante la presa di Troia, l'attempato poeta gliene declama il resoconto in versi (è la celebre Troiae halosis), che però non incontra i favori dei visitatori presenti che, infuriati, costringono dunque i due a una repentina fuga. Divenuti ormai amici, Encolpio invita il suo nuovo compagno d'avventure a cena ma, sulla via del ritorno, s'imbattono in Gitone che, scappato dalle grinfie di Ascilto, implora il suo ex-padrone e amante di riprenderlo con sé; Encolpio accetta e, con l'aiuto di Eumolpo, riesce a sottrarlo ad Ascilto con l'inganno.

Nei frammenti successivi, Encolpio, Gitone ed Eumolpo s'imbarcano su una nave che, come scoprirà con sgomento il protagonista, si trova sotto il comando del temibile Lica di Taranto, una vecchia conoscenza del giovane; sulla nave è presente anche Trifena, una ricca nobildonna da cui Gitone sembra nascondersi. I due giovani, vestendosi con dei cenci e rasandosi il capo a zero, cercano di farsi spacciare come i servi di Eumolpo, ma alla fine vengono scoperti. Encolpio e Gitone si ritrovano così a rischiare la vita, ed è solo con l'intervento di Eumolpo, riuscito a sedare gli animi con una lunga arringa difensiva in loro favore, che i giovani hanno salva la vita. Ne segue un banchetto, in cui Eumolpo diletta i convitati con alcuni racconti. La nave poi affonda a causa di una violentissima tempesta, ma i tre riescono comunque a trarsi in salvo. Naufragati sulle coste del Bruzio, Eumolpo suggerisce di recarsi a Crotone dove, stando ai suoi piani, si faranno mantenere dai cacciatori d'eredità. Durante il tragitto, Eumolpo recita ai ragazzi un poema epico, concernente il Bellum civile ("La guerra civile") fra Gaio Giulio Cesare e Gneo Pompeo Magno.

Da come si apprende dai successivi frammenti, i tre, da un po' di tempo stabilitisi a Crotone, con Eumolpo che recita la parte di un vecchio e danaroso senza figli e con Encolpio e Gitone quali suoi servi, vivono ormai nel lusso, grazie ai numerosi cacciatori d'eredità che, tra un dono e l'altro, cercano di entrare nelle grazie del vecchio poeta. Si legge poi di Encolpio che, per l'ira del dio Priapo, è ormai diventato impotente e, a causa di ciò, è divenuto bersaglio delle vendette di una sua ricca amante, Circe, che, credendosi da lui disprezzata, comincerà a perseguitarlo. Per cercare di porre rimedio alla sua debilitante condizione fisica, il giovane, dopo innumerevoli tentativi (tra cui quello di non unirsi più con l'amato Gitone), decide di rivolgersi a delle anziane e navigate maghe, Proseleno ed Enotea, che, con la scusa di praticare un rituale curativo, preparano il giovane a subire un rapporto anale, a cui Encolpio riesce a stento a scampare. Eumolpo, nel frattempo, sempre più pressato dai vari pretendenti, fa spargere la voce che sia morto, facendo poi redigere un testamento dove specifica che gli eredi avranno diritto alle sue sconfinate ricchezze solo se faranno a pezzi il suo corpo e se ne ciberanno in presenza del popolo. La narrazione termina dunque con degli stralci alquanto frammentari tra i protagonisti inerenti famigerati casi di cannibalismo verificatisi nel corso della storia.

Encolpio mitomane

Encolpio, protagonista e narratore della vicenda, si definisce "mitomane", in quanto paragona eventi del proprio vissuto a storie del mito. Questo comportamento è legato all'educazione dei giovani basata sostanzialmente sullo studio dell'epica classica, da Omero a Virgilio, e sulle vicende ivi narrate degli eroi del mito, tutti eventi poco realistici.

Encolpio, abbandonato da Gitone, su una spiaggia ripensa al proprio vissuto proprio come Achille all'inizio dell'Iliade, meditando vendetta. I suoi propositi vengono però subito annichiliti dall'incontro con un soldato che gli chiede di quale legione sia, ma i suoi scarponcini bianchi sono una spia della sua bugia.

Giunto poi in una pinacoteca, osserva i quadri e, proprio come Enea sbarcato a Cartagine vede scene che gli ricordano la distruzione di Troia, così Encolpio si ricorda della propria delusione amorosa, e come nell'Eneide giunge un nuovo personaggio, ovvero Didone, così giunge Eumolpo.

Trimalchione l'arricchito

Personaggio del romanzo decisamente degno d'interesse, rappresenta la figura del liberto arricchito, o parvenu, che pur avendo migliorato la propria condizione sociale, è rimasto rozzo e volgare. Personalità eccentrica, bizzarra, che ama ostentare la propria ricchezza e vestire in modo stravagante. Allo stesso tempo vuole anche mostrare di avere cultura, e perciò quando parla con il retore Agamennone, afferma di possedere ben tre biblioteche, solo che in seguito continua dicendo che una è di greco e una di latino.

Crede che sia Cassandra ad aver ucciso i propri figli e non Medea, afferma che Dedalo ha rinchiuso Niobe nel cavallo di Troia, crede nell'esistenza di un poeta, tale Mopso Trace, confondendo evidentemente il poeta Mopso con Orfeo di Tracia, e sbaglia del tutto la trama dell'Iliade, in cui, stando alla sua versione, Diomede e Ganimede sarebbero stati fratelli di ElenaAgamennone la rapì e le sostituì una cerva in onore della dea Diana; vinse Ifigenia e la dette in moglie ad Achille e per questo Aiace impazzì.

Il labirinto

La Graeca urbs, così come la Cena Trimalchionis e la nave di Lica, sembrano richiamare un labirinto.

Encolpio si perde all'interno della città campana dov'è ambientata la prima parte dell'opera, si muove e gli sembra di ritornare sempre nel medesimo punto. Alla fine s'imbatte in una vecchia, alla quale domanda "dove sto di casa", domanda stupida, che dimostra la sua imperizia del mondo fuori da un ambito scolastico. La donna equivoca il significato di queste parole e lo trascina in un lupanare, dove incontra Ascilto che pure lui si era perso.

Nella cena, invece, la casa stessa è un labirinto, dal quale i protagonisti non riescono a uscire, e così pure la lunghezza e il numero delle portate della cena, che non fanno altro che suscitare un sentimento di attesa e disattesa. Nel corso della cena, infatti, una pietanza non si dimostra mai ciò che apparentemente sembra. Inoltre proprio il cuoco di Trimalcione si chiama Dedalo.

Forse meno suggestiva è la nave di Lica, sorvegliata da un marinaio, in quanto se c'è chi sorveglia non è proprio un labirinto. Questa è comunque la tesi espressa dal latinista e filologo Paolo Fedeli.


https://it.wikipedia.org/wiki/Satyricon

Norimberga. - G.Middei

 

A Norimberga son stati condannati uomini che avevano obbedito. L'umanità intera consente che essi non dovevano obbedire, perché c'è una legge che gli uomini considerano superiore. Una parte dell'umanità la chiama legge di Dio, l'altra parte la chiama legge della Coscienza. Quelli che non credono né nell'una né nell'altra non sono che un'infima minoranza malata. Sono i cultori dell'obbedienza cieca.

E invece bisogna dir loro che Claude Eatherly, il pilota di Hiroshima, che vede ogni notte donne e bambini che bruciano e si fondono come candele, rifiuta di prender tranquillanti, non vuol dimenticare quello che ha fatto quand'era «un bravo ragazzo, un soldato disciplinato» (secondo la definizione dei suoi superiori) «un povero imbecille irresponsabile» (secondo la definizione che dà lui di sé ora).[...]

Un delitto come quello di Hiroshima ha richiesto qualche migliaio di corresponsabili diretti: politici, scienziati, tecnici, operai, aviatori. Ognuno di essi ha tacitato la propria coscienza. A dar retta ai teorici dell'obbedienza e a certi tribunali tedeschi, dell'assassinio di sei milioni di ebrei risponderà solo Hitler. Ma Hitler era irresponsabile perché pazzo. C'è un modo solo per uscire da questo macabro gioco di parole. Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l'obbedienza non è ormai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l'unico responsabile di tutto.

Lorenzo Milani, Lettera ai giudici, 1965. (Se vi piace ciò che pubblico, potete trovarmi anche su Instagram, dove vi parlerò dei grandi classici, mi trovate a questo link: https://www.instagram.com/ilprofessorx

#storia #filosofia #istruzione Nella foto: Daniel Popper 

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venerdì 10 marzo 2023

Il nucleo interno rotante della Terra si è recentemente fermato e poi ha cambiato direzione. - Tom Halle

 

La sfera solida e vorticosa al centro del nucleo interno della Terra sembra essersi recentemente fermata e potrebbe anche ora ruotare nella direzione opposta rispetto ai decenni precedenti, secondo un nuovo studio.

Una coppia di scienziati dell’Università di Pechino in Cina ha osservato i movimenti delle misteriose viscere della Terra studiando i dati sulle onde sismiche dei terremoti che hanno attraversato il nucleo interno della Terra.

Osservando i cambiamenti in queste onde, possono farsi un’idea di cosa sta succedendo all’interno degli strati interni della Terra, molto più in profondità di quanto qualsiasi trapano e strumento possa raggiungere. I loro dati descrivono in dettaglio il cambiamento delle onde sismiche nel corso di molti decenni, a partire dai record dell’Alaska dai primi anni ’60 fino alle registrazioni raccolte nel 2021.

I dati hanno mostrato che le parti del nucleo che in precedenza mostravano chiari segni di variazione improvvisamente hanno mostrato pochissimi cambiamenti intorno al 2009, il che suggerisce che la rotazione del nucleo interno si è fermata. 

Hanno anche rilevato notevoli cambiamenti nelle onde a partire dai primi anni ’70 che suggeriscono che questa pausa faceva parte di un’oscillazione che si verifica ogni settant’anni circa, quando il nucleo interno sta gradualmente tornando indietro nella direzione opposta.

Il funzionamento interno della Terra è un affare misterioso. La sua struttura può essere suddivisa in quattro strati principali: la crosta esterna, poi il mantello prevalentemente solido, seguito dal nucleo esterno di metallo liquido e il nucleo interno finale fatto di ferro e nichel. 

Poiché il nucleo interno è separato dal resto della Terra solida dal nucleo esterno liquido, è in grado di compiere una rotazione diversa rispetto alla superficie terrestre. Lo spin del nucleo interno è governato dal campo magnetico generato nel nucleo esterno di metallo liquido, nonché dagli effetti gravitazionali del mantello.

Tuttavia, le teorie sul movimento di questo nucleo interno non sono concordate. Molti ricercatori in precedenza ritenevano che lo strato geologico più interno del pianeta ruoti accanto al resto del pianeta a una velocità leggermente superiore rispetto alla superficie, ma ora si ritiene che sia meno semplice.

L’anno scorso, la ricerca ha suggerito che il nucleo interno della Terra oscilla, oscillando dolcemente e ruotando da una direzione all’altra in un ciclo. È interessante notare che hanno trovato alcuni dati insoliti dei primi anni ’70, proprio come questo nuovo studio.

I risultati hanno suggerito che il nucleo interno si stava muovendo lentamente in una direzione diversa tra il 1969 e il 1971, ruotando di almeno un decimo di grado all’anno, rispetto alla direzione in cui si stava muovendo tra il 1971 e il 1974.

“Dalle nostre scoperte, possiamo vedere gli spostamenti della superficie terrestre rispetto al suo nucleo interno, come le persone hanno affermato per 20 anni”, John E. Vidale, coautore dello studio e professore di scienze della terra presso l’USC Dornsife College of Letters, Arts e Scienze, ha detto in una dichiarazione nel 2022 . “Tuttavia, le nostre ultime osservazioni mostrano che il nucleo interno ha ruotato leggermente più lentamente dal 1969 al 1971 e poi si è spostato nella direzione opposta dal 1971 al 1974”.

Gli strani movimenti del nucleo terrestre potrebbero sembrare molto distanti da noi, ma il suo comportamento ha effettivamente un’influenza sulla vita sopra la superficie.

Il nucleo della Terra, in particolare il suo nucleo esterno, influenza il campo magnetico del pianeta. Da quando il Polo Nord Magnetico è stato documentato scientificamente per la prima volta all’inizio del XIX secolo, ha percorso circa 2.250 chilometri (1.400 miglia) attraverso i tratti superiori dell’emisfero settentrionale dal Canada verso la Siberia.

Tra il 1990 e il 2005, la velocità di questo movimento è aumentata da meno di 15 chilometri (9,3 miglia) all’anno a circa 50-60 chilometri (31-37 miglia) all’anno. È probabile che questo flusso sia l’effetto di due “blob” magnetici di materiale fuso all’interno del pianeta, che provocano uno spostamento titanico del suo campo magnetico.

Il nuovo studio è stato pubblicato  sulla rivista Nature Geoscience.

Tom Halle

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Fonte:  www.iflscience.com

https://www.pianetablunews.it/2023/02/06/il-nucleo-interno-rotante-della-terra-si-e-recentemente-fermato-e-poi-ha-cambiato-direzione/?fbclid=IwAR3wCMdz-Pqww5PnBvHoUEdqsv4dv9w_Uue_MuDeTqLbNQHpG10i_zPVNSM

Ecco cosa succede a chi mangia finocchio dopo i pasti: “pazzesco”. - Sandra Di Garbo

Il finocchio è un ortaggio di colore bianco-verde caratterizzato dall’aspetto bulboso, con steli e fronde verdi. E’ un membro della famiglia delle Apiaceae (carota), ed è un ortaggio che viene coltivato per i suoi germogli, foglie e semi commestibili avente ha un forte sapore di anice, che lo rende quindi un ingrediente davvero molto attraente e versatile. Vediamo allora insieme quali sono i suoi benefici e che cosa succede a chi mangia il finocchio dopo i pasti.

Masticare il finocchio, specialmente se crudo, prima dei pasti è un vero toccasana. Questa verdura infatti rende disponibili tutti gli enzimi utili alla scomposizione del cibo nella loro forma assimilabile al nostro corpo. In poche parole quindi, mangiare del finocchio dopo i pasti aiuta nella digestione e nella formazione di meno gas intestinali. 

Il finocchio aiuta ad evitare vari gonfiori e dolori addominali oltre che al fastidioso problema delle coliche; esso è anche un lieve lassativo, che combatte contro la stitichezza. Inoltre, si tratta di un alimento saziante, così da mangiare meno durante il pasto. C’è anche chi, dopo un pasto decisamente abbondante, mastica dei semi di finocchio al fine di poter facilitare la digestione.

Il finocchio è inoltre un grande amico che ci aiuta a contrastare il fastidioso reflusso gastro esofageo e l’alto contenuto di fibre presenti sono di grande aiuto inoltre nella formazione di una pellicola gelatinosa che è in grado di ridurre l’assorbimento di zuccheri e colesterolo. Quest’ortaggio favorisce perfino una corretta diuresi e per tale ragione è consigliato alle persone che hanno tendenza all’obesità per ritenzione di liquidi.

Il finocchio costituisce anche una buona fonte di fibre e di nutrienti come il potassio e il folato che possono sostenere la buona salute del cuore; ma non solo , perché aiuta a ridurre la pressione sanguigna, in quanto ha tanto potassio e davvero poco sodio. Mangiare regolarmente quest’ortaggio aiuta a rilassare la tensione dei vasi sanguigni, oltre anche ad evitare il rischio di infarti, ictus e complicazioni varie per i pazienti diabetici.

Infine diciamo che il finocchio contiene beta-carotene (convertito poi in vitamina A nel corpo) e vitamina C, importante per la produzione del collagene e per la riparazione dei tessuti. Entrambi questi nutrienti svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento della salute della pelle, in modo che le mucose riescano a proteggere le vie respiratorie.

https://www.4fan.it/08/03/2023/ecco-cosa-succede-a-chi-mangia-finocchio-dopo-i-pasti-pazzesco/