lunedì 29 agosto 2011

Ci strangolano e poi ci dicono: “Spreconi!” - Di Piero Sansonetti


C'è uno sport nel quale i giornali del Nord sono maestri. Tutti i giornali del Nord. Si chiama: “caccia al meridionale stupido, sfaccendato e sprecone”. Stavolta si è cimentato il “Corriere della Sera”, e ha mandato in campo uno delle sue penne migliori e più prestigiose, Sergio Rizzo , famoso per aver scritto (insieme a Gian Antonio Stella) “La Casta”, libro cult, vangelo dell’“antipolitica”, che ha segnato in modo robusto il dibattito politico degli ultimi tre o quattro anni.Rizzo ha scritto ieri sul “Corriere” un lungo articolo nel quale spiega come e perché il Sud butti dalla finestra i finanziamenti europei (miliardi di euro), come e perché sia questa la causa della sua povertà (meritata!), e come e perché Merkel e Sarkozy abbiamo ragione a chiedere che quei finanziamenti siano ritirati e il Sud d'Italia mandato a quel paese. Cosa sostiene Rizzo? Che i soldi stanziati dall'Europa per dare un impulso al Sud e attenuare il divario di ricchezza con il Nord non sono stati mai utilizzati e a fine dicembre andrannodefinitivamente perduti per “scadenza dei termini”. E sostiene che questa è la ragione per la quale le Regioni del Sud italiano stanno una ad una ricadendo nell'area della povertà, visto che il loro reddito è circa la metà del reddito del Nord Italia ed è in continua diminuzione dal 1975.
L'articolo di Rizzo - che indubbiamente è un ottimo giornalista - è pieno di dati e di considerazioni serie e interessanti. C'è però un punto debole, debolissimo, per colpa del quale tutto il ragionamento perde forza e anzi si rovescia. Vediamo come stanno le cose: è vero che esiste una grande quantità di soldi messi a disposizione dall'Europa per lo sviluppo del Sud? Sì, è vero. E che non sono stati utilizzati? E' vero anche questo. Perché non sono stati utilizzati? La risposta che fornisce Rizzo (e che è la stessa che danno molti ministri, e che dà il senso comune, un po' razzista, che domina al Nord), è questa: perché al Sud sono degli incapaci sfaccendati, dediti solo al clientelismo e alla corruzione, e quindi non sono in grado di mettere in piedi uno straccio di progetto di opere pubbliche che possa essere finanziato coi soldi europei. Quindi si meritano la loro miseria.
Ecco, non è così. Il motivo per il quale i fondi europei non possono essere utilizzati che in minima parte è un altro; e proviamo a spiegarlo (con pochissime speranze che questa spiegazione possa arrivare oltre il Volturno).
Perché una Regione o un Comune del Sud possano utilizzare i finanziamenti europei, bisogna che preparino un progetto e trovino -in casa propria - una parte consistente dei soldi che servono per realizzarlo. In genere circa il 50 per cento. Nel senso che i fondi europei vengono versati solo come “co-finanziamento” di un'opera, e di volta in volta viene stabilita la percentuale di questo co-finanziamento. Quindi se la Regione o il Comune vogliono realizzare - diciamo - un 'opera da 500 milioni, devono disporre più o meno di 250 milioni per poi ottenere i soldi dall'Europa. Altrimenti non beccano una lira. Ma esiste il famoso “patto di stabilità” e questo “patto di stabilità” proibisce alle Regioni e ai Comuni, quasi sempre, queste spese. Talvolta le proibisce anche quando i fondi, in teoria, sono a disposizione, ma non sono in cassa, perché il “patto” prevede che i fondi siano in cassa. In questo modo si blocca tutto e si bloccano anche i fondi europei. In sostanza l'Europa ti dice: “Ti do i soldi se tu hai i soldi; sennò fottiti”.
Da molto tempo le Regioni del Sud - tutte: di sinistra e di destra - chiedono che vengano esclusi dalla “gabbia” del patto di stabilità i finanziamenti alle opere pubbliche del Sud. Gli economisti hanno calcolato che se ci si decidesse a escludere le opere pubbliche del Sud dal “patto”, il Sud, in soli 12 mesi, potrebbe avere un aumento del Pil tra l'1 e il 2 per cento. Imprimendo un fortissimo impulso alla crescita di tutto il paese. Ma questi calcoli, queste richieste, queste proteste, sono serviti a niente. Nessuno ha ascoltato. Anche perché, in genere, chi si fa sentire è la stampa. E la stampa che conta è tutta al Nord. E invece di raccontare le cose come stanno, racconta solo le malefatte dei malfattori meridionali e se non le trova le inventa. Uno dei grandi problemi del Sud è proprio questo: non avere voce sua ed essere costretto a sentire e a subire le grida, spesso un po' ignoranti, che vengono dal Nord.
Piero Sansonetti


1 commento:

  1. E' anche vero, però, che gli amministratori del sud non trovano mai il denaro necessario per poter accedere con il 50% dei fondi stanziati, ma li trova per le mazzette e per mettere la benzina nelle auto blu. Capisco che le cifre sono differenti, ma uno sforzo potrebbero farlo. L'unica verità è che al sud la corruzione, che ha origini molto più antiche che nel resto dell'Italia, blocca tutto. Da sempre.

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