Nessun collegio ad hoc: anche se il reato si fosse prescritto a settembre, se ne sarebbe occupata la sezione di Esposito.
Il mondo berlusconiano non sa più come alimentare la bufala della persecuzione politico-giudiziaria ai danni dell’ex presidente del Consiglio e così, in questi giorni, è tornata la storiella che ci fu un collegio ad hoc per condannare definitivamente Silvio Berlusconi per frode fiscale (processo Mediaset-diritti tv) tanto è vero che l’udienza fu fissata il 30 luglio 2013 perché la prescrizione veniva indicata al primo agosto, ma i giudici sapevano benissimo che il processo sarebbe andato al macero a metà settembre e che se non l’avessero celebrato loro non sarebbe più andato alla sezione feriale, come, invece, accadde. Addirittura lo storico avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini, ha parlato di “falso”. L’unica cosa vera è che la prescrizione sarebbe scattata il 14 settembre, per una parte dei reati, per il resto è tutta una bufala.
Ma andiamo con ordine in questo guazzabuglio di date che, per i comuni mortali, può far venire un cerchio alla testa. Il fascicolo del processo, proveniente dalla Corte d’appello di Milano, che aveva condannato Berlusconi, arriva ad Antonio Esposito, presidente della sezione feriale, il 9 luglio del 2013 “alle ore 12”, proveniente dalla terza sezione penale, competente per quei processi, con scritto “Urgentissimo. Prescrizione 1 agosto 2013”.
L’indicazione della prescrizione era del magistrato delegato all’Ufficio esame preliminare dei ricorsi. Per i non addetti ai lavori, l’ufficio esame preliminare dei ricorsi, individua e segna sulla copertina del fascicolo la data della prescrizione in modo che il presidente della sezione che riceve il fascicolo possa fissare l’udienza senza che il processo venga prescritto.
Dato che quel 9 luglio del 2013 il presidente Esposito legge che la prescrizione sarebbe scattata il primo agosto, naturalmente, fissa l’udienza in tempo utile e cioè il 30 luglio. Quando il presidente decide il calendario è assolutamente ignaro che la Corte d’appello di Milano, resasi conto di un errore di calcolo della prescrizione, aveva inviato quattro giorni prima, il 5 luglio, una nota alla Suprema Corte. Peccato, però, che era finita alla sezione sbagliata. Tutta colpa della cancelleria centrale penale della Cassazione che ricevette il fax “alle 12.45” da Milano ma lo girò alla sesta sezione penale, invece della terza. Lo stesso giorno, la sesta sezione rispedì la nota a Milano: “Non avendo questa sezione procedimenti pendenti, non si capisce a quale procedimento ci si riferisce”. Quindi, quel 5 luglio né la terza sezione penale né la sezione feriale sapevano del calcolo modificato della prescrizione. Addirittura non avevano neppure contezza del fascicolo processuale, che non era stato ancora iscritto nel registro dalla cancelleria centrale penale nonostante l’avesse ricevuto il primo luglio.
L’8 luglio, la Corte d’appello apprende che in Cassazione la sua nota è finita alla sezione sbagliata, quindi decide di inviarla nuovamente, sempre via fax, e sempre alla cancelleria centrale penale, perché così è la procedura. La cancelleria questa volta gira la nota a chi di dovere: al presidente della terza sezione penale e anche alla prima sezione penale, che fungeva da sezione feriale. Ma l’invio avviene solo l’11 luglio mattina, timbro canta, quando ormai l’ignaro presidente Esposito aveva fissato il processo per il 30 luglio già da due giorni perché, come detto, il fascicolo gli era arrivato con la prescrizione del primo agosto.
In ogni caso, la difesa di Silvio Berlusconi capitanata dal professor Franco Coppi avrebbe potuto presentare un’istanza di rinvio, cosa che non fece. Inoltre, non è neppure vero, come è stato sostenuto, che se il processo fosse stato fissato a metà settembre non sarebbe toccato alla sezione feriale, ma a quella specializzata. Allora, tutti i processi con prescrizione fino al 30 ottobre e pervenuti alla Corte nel periodo “estivo” (o prossimo) dovevano essere celebrati entro il 14 settembre proprio dalla sezione feriale. Altro che “plotone d’esecuzione” contro Berlusconi.
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