Nella rassegna stampa di ieri, spicca per originalità l’analisi di Nathalie Tocci sulla Stampa. Direttore dell’Istituto Affari Internazionali, già “Special Adviser dell’Alto rappresentante Federica Mogherini” (e ho detto tutto), ma specialmente consigliere di amministrazione dell’Eni, la Tocci sostiene che si può negoziare con tutti, ma non con Putin: con lui “è impossibile”. Per due motivi. 1) “Putin vuole l’Ucraina” che, essendo “democratica, è una minaccia per Putin” e su questo “Kiev non è disposta a trattare, né possiamo esserlo noi” (noi maiestatico, non è ben chiaro se nel senso di Eni, di Iai, di Italia o più modestamente di Tocci). 2) “A differenza della Russia di Putin”, che è “autocrazia e cleptocrazia”, l’Ucraina e le altre “liberaldemocrazie sono tali proprio perché proteggono quei valori sui quali sono fondate”. In attesa di conoscere nel dettaglio i valori della democrazia ucraina (esportati a suon di stragi in Donbass) e conoscendo già quelli delle nostre (esportati a suon di massacri in ex Jugoslavia, Afghanistan, Iraq, Libia e – in combutta coi russi – in Siria ecc.), ci affascina quest’idea di negoziato del tutto inedita.
Non essendo del ramo, pensavamo dovessero parteciparvi – come avviene da millenni – le due parti in conflitto, per la banale ragione che, se non si mettono d’accordo loro, la guerra continua. Invece apprendiamo dalla Tocci che Putin va escluso a priori. Deciderà lei chi ammettere al tavolo per la Russia e naturalmente cosa scrivere nel trattato: “L’unico sbocco sensato” è il “cessate il fuoco immediato e incondizionato”. Il che, a voler sottilizzare, renderebbe superfluo qualunque negoziato: se i russi si ritirano, la guerra finisce da sola. Purtroppo serpeggia il sospetto che i russi non abbiano alcuna intenzione di seguire gli amorevoli consigli della Tocci. Anzi, a dirla tutta, gira voce che la guerra in Ucraina sia un po’ più complicata del derby fra buoni e cattivi, fra liberaldemocrazie e cleptotirannidi, fra amici e nemici della pace che le Sturmtruppen da divano raccontano. Sennò dovremmo dichiarare guerra a tutti i tiranni del mondo, e pure a tutti i guerrafondai, inclusi i nostri. Poi dovremmo espellere dalla Nato la Turchia, che fa strage di curdi, e smettere di lisciare i regimi di Azerbaigian, Qatar, Arabia Saudita, Iran e Venezuela perché ci vendano il gas e il petrolio che non vogliamo più comprare da Mosca. E infine trascinare al Tribunale dell’Aja per crimini contro l’umanità i nostri governanti che bombardarono Belgrado e Baghdad sterminando molti più civili, anche bambini nelle scuole e negli ospedali, di quanti sia riuscito a ucciderne Putin in Ucraina. Anche se, va detto, i bambini serbi e iracheni ebbero l’indubbio privilegio di essere massacrati da bombe liberaldemocratiche.
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